Lucio Afranio (console 60 a.C.): differenze tra le versioni

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{{Magistrato romano
| nome = Lucio Afranio
| titolo = [[Console romano|Console]] della [[Repubblica romana]]
| immagine =
| legenda =
| altrititoli =
| nome completo = ''Lucius Afranius''
| coniuge 1 =
| coniuge 2 =
| coniuge 3 =
| figli =
| padre =
| madre =
| dinastia =
| Gens = [[Gens Afrania|Afrania]]
| data di nascita =
| luogo di nascita= [[Cossignano]]
| data di morte = [[46 a.C.]]
| luogo di morte = [[Tapso (Bizacena)|Tapso]]
| consolato = [[60 a.C.]]
| tribunato consolare =
| dittatura =
| legatus_legionis= sotto Pompeo Magno
|}}
 
{{Bio
|Nome = Lucio
|Cognome = Afranio
|Sesso = M
|PreData = in [[lingua latina|latino]] ''Lucius Afranius''
|LuogoNascitaSesso = M
|LuogoNascita = Cossignano
|GiornoMeseNascita =
|AnnoNascita =
|LuogoMorte = Tapso
|LuogoMorteLink = Tapso (Bizacena)
|GiornoMeseMorte =
|AnnoMorte = ?46 a.C.
|Epoca = -0
|Attività = politico
|Attività2 = generale
|Nazionalità = romano
|PostNazionalità = , vissuto nella prima metà del [[I secolo a.C.|primo secolo a.C.]]
|Categorie =
}}
 
== Biografia ==
[[Legatus|Legato]] di [[Gneo Pompeo Magno]] in ''[[Hispania]]'' durante la guerra contro [[Quinto Sertorio]], in [[Asia Minore]] durante le campagne degli anni [[66 a.C.|66]]-[[62 a.C.]], fu eletto console nel [[60 a.C.]] insieme a [[Quinto Cecilio Metello Celere]]. Dopo il [[55 a.C.]] venne mandato da Pompeo in Spagna, dove all'inizio della [[guerra civile tra Cesare e Pompeo]] dovette capitolare di fronte all'esercito del primo. Partecipò anche alle [[battaglia di Farsalo|battaglie di Farsalo]] e [[battaglia di Tapso|Tapso]] e, proprio qui, caduto prigioniero, venne messo a morte.
''[[Homo novus]]'', di origine [[Picenum|picena]], fu [[Legatus|legato]] di [[Gneo Pompeo Magno]] in ''[[Hispania]]'' durante la guerra contro [[Quinto Sertorio]] e in [[limes orientale|Oriente]] durante le [[terza guerra mitridatica|campagne militari]] degli anni [[66 a.C.|66]]-[[62 a.C.]] contro [[Mitridate VI del Ponto|Mitridate VI]], re del [[Ponto]]. [[Cassio Dione Cocceiano]] racconta infatti che Pompeo, dopo aver richiesto inutilmente la [[Conduene]], ovvero la regione per la quale [[Fraate III]] (re dei [[Parti]]) e [[Tigrane II]] (re d'[[regno d'Armenia|Armenia]]) stavano litigando,<ref>[[Cassio Dione Cocceiano]], ''Storia romana'', XXXVII, 5.3.</ref> non ricevendo alcuna risposta dal re partico, inviò il suo legato Lucio Afranio a prenderne possesso, per poi condederlo a Tigrane.<ref>[[Cassio Dione Cocceiano]], ''Storia romana'', XXXVII, 5.4.</ref> Afranio, mentre stava attraversando la [[Mesopotamia]] settentrionale, contrariamente ai patti conclusi con i Parti, smarrì la strada e subì molti danni (poiché l'inverno era iniziato) a causa soprattutto della mancanza di vettovaglie. E sarebbe morto, insieme al suo esercito, se gli abitanti di [[Carre (città)|Carre]] non lo avessero accolto e poi guidato nella marcia successiva.<ref>[[Cassio Dione Cocceiano]], ''Storia romana'', XXXVII, 5.5.</ref>
 
Tornato dalla [[Terza guerra mitridatica|guerra mitridatica]], conclusasi con la morte del [[Mitridate VI del Ponto|re]] tanto ostile verso i romani, Pompeo volle garantirsi l'approvazione da parte del senato delle conquiste effettuate in Oriente e la rettifica dell'assetto dato all'intera fascia medio-orientale a seguito della lunga campagna di guerra.<ref>{{cita|Pareti 1952-1961|vol. III, 8.16}}.</ref> Per rendere ciò possibile appoggiò caldamente ed in maniera poco cristallina, mediante intrighi, la candidatura al consolato di Lucio Afranio, che riusci ad essere eletto nel 60 a.C. insieme a [[Quinto Cecilio Metello Celere]]. Pompeo si aspettava di vedere approvate le sue richieste dal senato, essendo riuscito con successo a piazzare il suo fedele legato in una così importante carica, ma le sue aspettative furono clamorosamente disattese. Non solo il senato iniziò a fare ostruzionismo su tutte le proposte del console, tanto che non riuscì a fare approvare nessuno dei provvedimenti che il suo comandante aveva richiesto, ma questi cominciò anche ad essere fatto bersaglio dei veti del suo collega ed avversario, Metello Celere.<ref>{{cita|Pareti 1952-1961|vol. III, 8.17-18}}.</ref> Egli infatti godeva della fama, presso il senato, di essere un "imbecille incolto", e [[Marco Tullio Cicerone|Cicerone]] stesso lo definiva "ignavo"<ref>Marco Tullio Cicerone, Epistole ad Attico, I, 18,5.</ref> e "indegno del consolato"<ref>Marco Tullio Cicerone, Epistole ad Attico, I,20,5.</ref>.
 
L'azione di [[Marco Porcio Catone Uticense]], [[Quinto Cecilio Metello Celere]], [[Lucio Licinio Lucullo]] ed altri leader ottimati, stigmatizzata tuttavia da Cicerone, ebbe conseguenze decisive per il futuro della [[Repubblica romana|res publica]]. Infatti rifiutando di accogliere le richieste di Pompeo, ma anche simultaneamente quelle di [[Gaio Giulio Cesare|Cesare]] e di [[Marco Licinio Crasso|Crasso]], di fatto il senato li spinse l'uno nelle braccia dell'altro, avvicinandoli fortemente e inducendoli a formare l'accordo segreto passato alla storia con il nome di " [[Primo triumvirato|Primo Triumvirato]] ". Non è un caso che l'oratore e storico [[Gaio Asinio Pollione|Asinio Pollione]], molto vicino politicamente a Cesare, faccia iniziare la sua storia della guerra civile romana (opera perduta) proprio con il consolato di Metello e Afranio, ciò a riprova dell'importanza rivestita, a suo modo, dalla fallimentare esperienza politica del legato pompeiano, che ebbe ricadute fondamentali nella formazione degli assetti politici degli anni immediatamente successivi ad esso. Infatti, quando l'anno dopo (59 a.C.) il mandato dei consoli terminò, i giochi erano ormai fatti, ed il destino dello stato romano appariva deciso dall'accordo segreto fra i tre importanti uomini politici. Cesare, Pompeo e Crasso, appoggiati dalla plebe urbana, dall'esercito e da molti esponenti del [[Ordine equestre|ceto equestre]], imposero il loro volere esautorando il potere del senato, controllando di fatto lo stato e l'accesso alle magistrature più importanti.
 
Fu anche [[Pretore (storia romana)|pretore]] nel [[72 a.C.|72]] o nel [[71 a.C.]], mentre fu eletto [[Console (storia romana)|console]] per il [[60 a.C.]] insieme a [[Quinto Cecilio Metello Celere]]. Ottenne come provincia consolare la [[Gallia]], forse la [[Gallia Cisalpina|Cisalpina]], ma non è sicuro il suo soggiorno nella provincia. Dal [[53 a.C.]] fu in Spagna, sempre come legato di Pompeo, alla testa di tre [[legione romana|legioni]], e nel [[49 a.C.]] difese [[Lleida|Ilerda]] durante la [[guerra civile tra Cesare e Pompeo]]. Dopo la presa della città ad opera dell'esercito di [[Gaio Giulio Cesare]], ottenne il perdono di quest'ultimo, ma successivamente tornò da Pompeo. Partecipò, sempre nelle file dei pompeiani, alle [[battaglia di Farsalo|battaglie di Farsalo]] e [[battaglia di Tapso|Tapso]], e, proprio qui, caduto prigioniero, venne messo a morte.
 
==Note==
<references/>
 
==Bibliografia==
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*[[Plutarco]], ''Vita di Cesare''
*[[Svetonio]], ''Vita di Cesare''
*{{cita libro|autore=[[Luigi Pareti]]|titolo=Storia di Roma e del mondo romano|volume=6 vol.|anno=1952-1961|cid=Pareti 1952-1961}}
 
== Collegamenti esterni ==
{{Portale|Antica Roma}}
* {{Collegamenti esterni}}
 
{{Box successione
|tipologia = magistrato romano
|carica = ''[[Console (storia romana)|<span style="color:#FFA257;">Console romano</span>]]''
|immagine = Consul et lictores.png
|precedente=[[Marco Valerio Messalla Corvino (console 61 a.C.)|Marco Valerio Messalla Corvino]] <br /> [[Marco Pupio Pisone Frugi Calpurniano]]
|successivo=[[Gaio Giulio Cesare]] I<br /> [[Marco Calpurnio Bibulo]]
|periodo=([[60 a.C.]]) <br />con [[Quinto Cecilio Metello Celere]]
}}
{{Guerra civile romana (49-45 a.C.)}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|Antica Roma|biografie}}
 
[[Categoria:Consoli repubblicani romani|Afranio, Lucio]]
[[Categoria:Afranii|Lucio]]
[[Categoria:Senatori romani del I secolo a.C.|Afranio, Lucio]]