Progetto Pozzo: differenze tra le versioni
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# Una [[Prima Divisione]] o Divisione A a 24 squadre, così suddivise: sette del Piemonte, cinque della Lombardia, tre della Liguria, quattro dell'Emilia, tre del Veneto e due della Toscana.
# Una [[Seconda Divisione]] o Divisione B a 48 squadre, a cui avrebbero partecipato le partecipanti al campionato [[Prima Categoria 1920-1921]], ma non ammesse alla nuova [[Prima Divisione 1921-1922|Prima Divisione]], più le vincenti delle finali di [[Promozione (calcio)#La Promozione Regionale|Promozione Regionale]].
# Una [[Terza Divisione (Italia)|Terza Divisione]] o Divisione C a livello regionale, a cui avrebbero partecipato le squadre di Promozione non ammesse alla [[Seconda Divisione 1921-1922|Seconda Divisione]], più le vincenti dei campionati di Terza Categoria Regionale.
# Una [[Quarta Divisione]] o Divisione D a livello regionale, corrispondente alla vecchia Terza Categoria Regionale.
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Le spinte delle grandi per l'approvazione del progetto Pozzo furono molto forti, anche per motivi contingenti. Il campionato che si stava concludendo aveva visto infatti numerose di esse in gravi difficoltà, spesso a causa della lunghezza spossante del torneo. Le squadre milanesi fecero magre figure, come in parte il [[Genoa Cricket and Football Club|Genoa]]. Alla {{Calcio Juventus|N}} e al {{Calcio Casale|N}} furono fatali le eliminatorie piemontesi e con gravi perdite di incassi. Il calcio italiano non era più quello puramente dilettantistico di fine Ottocento e i primi colpi di [[calciomercato]], che avvenivano sotto gli occhi fintamente distratti dei dirigenti federali, richiedevano quei ritorni economici per gli investimenti fatti, che solo gli incassi di botteghino, in occasione dei grandi incontri, potevano garantire.
Fu così che
Fu così che le società minori proposero un piano di riforma alternativo di quello Pozzo, il progetto delle società minori, concordato a Novi e a Milano:<ref name="15lug" />
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# [[Promozione (calcio)|Promozione]], senza cambiamenti e con le sei vincenti promosse.
# [[Terza Categoria]], con l'esclusione delle terze squadre delle società di Prima Categoria.
Il progetto prevedeva inoltre la disputa di una [[Coppa Italia]], riservata per le eliminate dalla Prima Categoria e dalla Promozione.
A capo del gruppo di oppositrici vi era la neopromossa [[Unione Sportiva Dilettantistica Novese|Novese]], che avrebbe poi vinto il [[Prima Categoria 1921-1922|campionato FIGC]] successivo: essa, tramite il proprio organo di informazione, ''Il biancoceleste'', dichiarò sfrontatamente di non essere del tutto contraria al progetto Pozzo, ma che sarebbe stato preferibile rinviare tale riforma per la stagione 1922-1923 perché «l'anno venturo vi saremo anche noi, nel novero delle migliori 24 squadre italiane».<ref name="15lug" /> La predizione in un certo senso si avverò: dopo lo scudetto vinto nel 1922 nel campionato FIGC e l'ammissione alla provvisoria Prima Divisione a trentasei squadre nel [[Prima Divisione 1922-1923|1922-1923]], la Novese riuscì a essere ammessa nella ridotta Prima Divisione a ventiquattro squadre nella stagione [[Prima Divisione 1923-1924|1923-1924]]. Tuttavia tutto ciò durò poco: dopo appena una stagione venne retrocessa nei campionati minori, non riuscendo più a risalire in massima serie e nemmeno in [[Serie B]]. Alcuni degli oppositori non erano del tutto contrari alla riduzione del numero di partecipanti alla Prima Categoria, perché effettivamente il campionato era diventato «elefantiaco», ma trovavano il numero di ventiquattro squadre troppo ridotto e pretendevano un numero non inferiore a quaranta partecipanti, magari da suddividere in quattro gironi da dieci per avere le finaliste entro diciotto domeniche e la campione del Nord dopo ulteriori sei domeniche (le giornate del girone finale a quattro squadre).<ref name="8lug" />
Fu così che Pozzo arrivò a presentare il suo progetto a Torino (sede della FIGC), in un clima di tensione, all'assemblea federale del 23-24 luglio, in concomitanza con la [[finalissima]] tra Pro Vercelli e [[Associazione Calcio Pisa 1909|Pisa]] (che ebbe luogo domenica 24 sempre nel capoluogo piemontese). Le piccole società, ritrovatesi a loro volta a Novi Ligure in quei giorni, erano decise a dar battaglia e fecero valere il loro peso numerico: il 23 luglio l'assemblea federale con 113 voti contro 65 bocciò la riforma Pozzo. Secondo il ''Corriere della Sera'' del 24 luglio 1921, le società minori dichiararono, durante la prima giornata di assemblea, di non essere contrarie al progetto Pozzo in sé e per sé, «ma al patto di Milano, che 24 squadre hanno stretto, per proclamarsi appartenenti all'élite del football italiano, senza diritti di appello alle altre».<ref>''Corriere della Sera'' del 24 luglio 1921, p. 2.</ref> Il giorno successivo il presidente uscente della FIGC, [[Luigi Bozino]], tentò di mediare tra le due fazioni proponendo che al campionato 1921-1922 avrebbero partecipato 36 squadre da ridursi a 24 dopo una sola stagione, ma le società maggiori furono intransigenti e respinsero la proposta preparandosi allo scisma.<ref>{{cita news|editore=La Stampa|titolo=L'assemblea generale delle società di foot-ball |data=25 luglio 1921|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/action,viewer/Itemid,3/page,0004/articleid,1174_01_1921_0175A_0004_24861163/|p=4}}</ref><ref>{{cita news|editore=La Gazzetta del Popolo|titolo=L'assemblea della società di foot-ball si chiude con una grave scissione|data=25 luglio 1921|url=http://www.14-18.it/periodici/TO00184720/1921/n.175bis|p=3}}</ref> Parrebbe che fu in quest'occasione che avvenne l'espulsione dell'US Torinese (semifinalista nazionale) dalle 24, sostituita dallo Spezia, provvedimento che suscitò delle polemiche.<ref>Secondo il Bollettino ufficiale del Parma F.B.C. (che cita come fonte ''La Gazzetta dello Sport'' del 9 luglio 1921), tra le 24 vi era l'U.S. Torinese, che successivamente ne sarebbe stata estromessa, sostituita dallo Spezia. Vedasi [http://www.internetculturale.it/jmms/iccuviewer/iccu.jsp?id=oai%3Awww.internetculturale.sbn.it%2FTeca%3A20%3ANT0000%3AIT%5C%5CICCU%5C%5CCFI%5C%5C0360929_167896&mode=all&teca=MagTeca+-+ICCU&fulltext=1 ''Parma F.B.C.: Bollettino mensile'' n. 3/1921, p. 2], e {{cita news|editore=La Gazzetta del Popolo|titolo=L'assemblea della società di foot-ball si chiude con una grave scissione|data=25 luglio 1921|url=http://www.14-18.it/periodici/TO00184720/1921/n.175bis|p=3}}</ref>
== La spaccatura della federazione calcistica ==
{{vedi anche|Confederazione Calcistica Italiana}}
===Quadro della società secessioniste===
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| style="text-align:center" | 2 || style="background-color:#DDFCDD" | '''{{Calcio Alessandria|N}}''' || style="background-color:#DDFCDD" | '''{{Calcio Genoa|N}}''' {{simbolo|Scudetto.svg|15}} || style="background-color:#DDFCDD" | '''{{Calcio Inter|N}}''' {{simbolo|Scudetto.svg|15}} || '''{{Calcio Bentegodi|N}}''' || style="background-color:#DDFCDD" | '''{{Calcio Modena|N}}''' || style="background-color:#DDFCDD" | {{Calcio Livorno|N}}
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| style="text-align:center" | 3 || style="background-color:#DDFCDD" | '''{{Calcio Torino|N}}''' || style="background-color:#DDFCDD" | {{Calcio Spezia|N}} || style="background-color:#DDFCDD" | '''{{Calcio US Milanese|N}}''' || style="background-color:#DDFCDD" | {{Calcio Verona|N}} || style="background-color:#DDFCDD" | '''{{Calcio Mantova|N}}''' || {{Calcio Lucchese|N}}
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| style="text-align:center" | 4 || style="background-color:#DDFCDD" | '''{{Calcio Pro Vercelli|N}}''' {{simbolo|Scudetto.svg|15}} || style="background-color:#DDFCDD" | {{Calcio Savona|N}} || style="background-color:#DDFCDD" | '''{{Calcio Milan|N}}''' {{simbolo|Scudetto.svg|15}} || {{Calcio Petrarca Padova|N}} || {{Calcio Parma|N}} || {{Calcio Prato|N}}
|-
| style="text-align:center" | 5 || '''{{Calcio US Torinese|N}}''' || {{Calcio Sampierdarenese|N}} || {{Calcio Saronno|N}} || style="background-color:#DDFCDD" | {{Calcio Vicenza|N|1921}} || {{Calcio Piacenza|N}} || {{Calcio CS Firenze|N}}
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