Sant'Ambrogio (Trebaseleghe): differenze tra le versioni
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{{F|centri abitati del Veneto|dicembre 2014|Ampie sezioni sono ancora da fontare.}}
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{{Divisione amministrativa
|Nome=Sant'Ambrogio
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|Note abitanti=In assenza di dati ufficiali precisi, si è fatto riferimento alla popolazione della parrocchia locale, reperibile nel [http://www.chiesacattolica.it sito della CEI].
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'''Sant'Ambrogio'''<ref>In ambito ecclesiastico è nota come ''Sant'Ambrogio di Grion''.</ref> è una [[
== Geografia fisica ==
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=== Idrografia ===
Zona ricchissima di [[risorgive]] l'abitato è attraversato dal [[rio Storto]] (denominato rio Sant'Ambrogio in ambito consortile), a sud del centro abitato dal
[[File:Fiume Dese.JPG|thumb|Fiume Dese a monte del Molino Zanini]]▼
==== Dese ====
▲[[File:Fiume Dese.JPG|thumb|Fiume Dese a monte del Molino Zanini]]
Originava a sud di Resana in provincia di Treviso ed era di risorgiva, attualmente per mezzo di una deviazione artificiale del suo corso verso nord del centro abitato vi confluiscono le acque provenienti da Castelfranco Veneto. È il corso d'acqua più importante del paese, v'entra ad ovest proveniente da Silvelle e prima ancora da Piombino Dese e dopo avere percorso un tratto a settentrione di via Ramo l'attraversa poco ad ovest dell'abitato per dirigersi in direzione sud-est ad attraversare poi la strada provinciale n. 44 "Strada di Sant'Ambrogio" a sud del centro paese. Lasciata quest'ultima il Fiume attraversa via Ponte Comune e sempre in direzione sud-est lascia poco dopo il territorio di Sant'Ambrogio di Grion per entrare in località Ca' Nove di Scorzè.
Lungo il corso del Fiume Dese, l'"Eridesius Flumen" dei latini, a Sant'Ambrogio di Grion sono sorti durante l'alto Medioevo e soprattutto nel lungo periodo della Serenissima Repubblica Veneta numerosi Mulini azionati da ruote ad acqua. Nel Paese ve ne sono ben quattro, tre per la produzione di farine (Mulino Zanini, Bellato, Gumierato)
Il Fiume Dese nel suo sinuoso corso non manca d'avere creato aree di raro pregio ambientale-naturalistico come quella che ha il suo epicentro nel Mulino Zanini (detto Mulino dei Rossi) al quale si giunge da via Mulino Vecchio, una laterale di via Ramo, una zona di pace e tranquillità adatta alle gite in bicicletta della bella stagione. Più a valle oltrepassata Via Ramo
In passato il Fiume Dese è stato interessato da eventi di piena che tanto danno hanno causato alle colture, ecco spiegato il motivo per cui il centro abitato è sorto in sponda sinistra del corso d'acqua, difatti con la pendenza dei terreni tendente a sud-est è molto più probabile che il Fiume "rompa" in caso di piena l'argine in destra idraulica anziché quello in sinistra idraulica. Interventi pluridecennali fatti di escavazione e ricarico di terreno sugli argini attuati dall'allora Consorzio di Bonifica Dese Sile ora Acque Risorgive che hanno interessato tutta l'asta del Fiume escludendo solamente il tratto più a monte dello stesso di pregio ambientale per non alterarne le peculiarità, hanno finalmente garantito e salvaguardato i terreni e le comunità lungo lo stesso da fenomeni alluvionali causati da eccezionali eventi atmosferici. Anche se va detto che negli ultimi tempi gli eventi atmosferici localizzati in aree ristrette si sono fatti frequenti e potrebbero mettere a dura prova la tenuta degli argini del Dese.
Dopo avere lasciato Sant'Ambrogio di Grion il Fiume Dese attraversa i Comuni di Scorzè, Martellago, Mogliano Veneto/Venezia (Trevignano, Zelarino, Marocco), Marcon/Venezia (Zuccarello, Ca' Noghera, Tessera) per sfociare nella Laguna di Venezia poco a nord dell'Aeroporto "Marco Polo" di Tessera.
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Il territorio paesano si suddivide in colmelli con denominazione antica e altri formatisi in epoca recente.
Il termine colmello, di origine medioevale, si attesta nella città di Treviso col significato di contrada cittadina, nelle campagne denominava e tuttora indica una piccola porzione del Paese così come ci riferisce "[[Giacomo Dal Maistro]]" nella sua opera postuma "Noale tra storia e memoria"<ref>Giacomo Dal Maistro, Noale tra storia e memoria, Comune di Noale - Multigraf Spinea (VE), 1994, pag. 27, Introduzione - Sguardo generale - L'ambiente, par. 8 Comune di Noale.</ref>.
Una prima macro-divisione rilevabile dalle mappe catastali della fine del XIII
Vi sono poi all'interno dei due "Communi" sotto-denominazioni (colmelli) derivanti da toponomastica risalente a nomi di regole, contrade, casati, morfologia del territorio e di origine religiosa.
▲=====Zuccareda=====
Un antico colmello è quello di Zuccareda, posto a sud dell'abitato nel quadrante nord-ovest dell'attuale incrocio stradale denominato "Crosara Cagnin", dal nome della nobile famiglia di notai che aveva la propria dimora dove oggi risiede la fam. Pastrello. Il termine "Zochareda" poteva indicare un luogo dove si andava a "zocche" e quindi a fare legname, a sterpaglia, forse in un bosco pubblico, una "vizza", dove potevano avere accesso i contadini per "bruscare"<ref>Trebaseleghe, Storia di un territorio di frontiera - a cura di Danilo Gasparini, Comune di Trebaseleghe - Grafica Veneta Trebaseleghe (PD), 2003, pag. 115-116, Trebaseleghe nei secoli XV-XVIII di Mauro Pitteri, cap. 1 Paesaggio e agricoltura a Trebaseleghe secoli XV-XVIII, par. 16.</ref>. Dell'Abitazione non vi è traccia da secoli a parte alcuni elementi edilizi che affiorano durante le arature dei campi limitrofi. Il Catastico dell'Agro di Treviso descrive questo "quartiere" con il nome di "Regula de Zuchareda" appartenente alla "Pleve de tre Basseleghe" così come le altre regole limitrofe compresa quella di Sant'Ambrogio di Grion. Incluso nel territorio di Zuccareda e quindi di proprietà del casato vi era anche a nord un mulino sul Fiume Dese (Mulino Barbiero nell'attuale denominazione consortile).
Confinante ad est con Zuccareda vi era la contrada denominata al "Mazente"<ref>Bruno Sartor, Tesori d'arte e cultura - Beni culturali ed artistici del territorio di Trebaseleghe, Comune di Trebaseleghe (PD), Grafica Veneta - Trebaseleghe, 2006, pp. 32, 33, 34, 35, cap. 3 Le presenze significative in ambito architettonico. Casa Capello-Sartori-Pistore.</ref> racchiusa a nord e ad est dall'attuale via Rio San Martino. Essa è identificabile con la proprietà del patrizio veneziano Benedetto Capello la cui casa dominicale, seppure con pesanti rifacimenti di epoca moderna, persiste tutt'oggi. Di elevato pregio una parete interna affrescata databile alla fine del XV
La regola di Fontane, oggi compresa nel territorio di Rio San Martino, confina ad ovest con il Grion, a sud con le Ca' Nove, a nord con Scandolara<ref>Umberto Basso, Trebaseleghe e la sua antica Pieve di "Santa Maria" - Inediti d'archivio, Amministrazione Comunale di Trebaseleghe - Tipografia G. Faggionato Montebelluna (TV), 15 febbraio 1975, pp. 479, Appendice dei documenti - Documento XXIV "Cathasticum Agri Tarvisini 1423 exaratum anno 1522. - MS. III, 210 - Raccolta De Faveri. Bibl. Capitolare Treviso, F. 13 SS.</ref>. Gran parte di Fontane e dei suoi abitanti (via Favorita) sono da sempre stati parte integrante della comunità di Sant'Ambrogio e solamente in tempi recenti queste terre sono state attribuite al Comune di Scorzè. Soprattutto in ambito ecclesiastico in passato ciò è stato causa di proteste da parte della Parrocchia di Rio San Martino che vedeva gli abitanti di Fontane versare la "decima" a quella di Sant'Ambrogio di Grion. Fontane è attualmente solcato da via Favorita, via dall'Acqua, via Leonardo da Vinci, via Michelangelo Buonarroti e naturalmente via Fontane. Dai toponimi Fontane e dall'Acqua si deduce che la zona è ricchissima di acqua di falda che sgorga naturalmente in superficie (fontanassi).
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Il toponimo sopravvive nel nome della via che dall'attuale strada provinciale si dirige verso est fino al confine con Scandolara. Nelle mappe del Catasto Austriaco del 1845 liberamente consultabili on line nell'[[Archivio Storico del Catasto di Padova ]]<ref>Archivio Storico del Catasto di Padova (1815-1852 con aggiornamenti sino al 1904) conservato dall'Archivio di Stato è composto dalle mappe e dai registri della Città e dei Comuni della Provincia versati dall'Ufficio Tecnico Erariale all'Archivio di Stato in più riprese, tra il 1954 e il 1989. La documentazione si suddivide in Censo Provvisorio e Censo Stabile, nel rispetto delle sequenza temporale originaria. Sito internet e progetto a cura di Francesca Fantini D'Onofrio - Hosting by Provincia di Padova - Realizzato da: Web Art Studio - 2012 - Comune di Sant'Ambrogio Catasto Austriaco | Mappe I Serie (Anno 1845) Foglio di mappa 5.</ref> a lato dell'abitazione, tuttora esistente, posta a nord della strada in posizione mediana tra l'attuale strada provinciale n. 44 e il Capitello della Malcana, troviamo la scritta "Masotto" che con ogni probabilità era ad indicare l'allora casato proprietario dell'immobile. L'area interessata è situata a nord-est della chiesa parrocchiale e per un buon tratto il suo sedime ricalca e coincide con il Decumano V Nord della centuriazione ovest di Altino. Nei secoli di abbandono seguiti alla caduta dell'Impero Romano d'Occidente la zona, che si presentava depressa e soggetta a fenomeni di allagamento in seguito ad eventi meteorologici di una certa intensità, si impaludò divenendo insalubre per la popolazione ivi residente. Le denominazioni malcanton, malcana quindi malsana stavano ad indicare aree depresse paludose non adatte alle attività agricole infestate da zanzare portatrici della malaria. Non a caso la località di Scandolara detta anche delle "Tre Province" dove prosegue il tracciato della strada che mantiene il nome Malcana, da sempre viene indicata dalla popolazione locale con il nome di "Scandolara Bassa", toponimo indicante terreni sotto quota e soggetti perciò a ristagno d'acqua. In tempi recenti la via Malcana con il territorio circostante ha visto risolti i problemi di ristagno idrico con opere di espurgo dei fossati stradali eseguite dall'Amministrazione Comunale di Trebaseleghe.
Il toponimo ora scomparso denominava il territorio a nord ovest di Sant'ambrogio di Grion ai confini con Levada Ca' Marcello a nord dell'attuale Via che dall'incrocio denominato "Crosara" conduce appunto a Levada in Comune di Piombino Dese.
Il nome indica chiaramente lo stato boschivo e quindi incolto della zona e tale denominazione la si trovava ancora indicata nelle mappe del Catasto Austriaco del 1845 liberamente consultabili on line nell'[[Archivio Storico del Catasto di Padova ]]<ref>Archivio Storico del Catasto di Padova (1815-1852 con aggiornamenti sino al 1904) conservato dall'Archivio di Stato è composto dalle mappe e dai registri della Città e dei Comuni della Provincia versati dall'Ufficio Tecnico Erariale all'Archivio di Stato in più riprese, tra il 1954 e il 1989. La documentazione si suddivide in Censo Provvisorio e Censo Stabile, nel rispetto delle sequenza temporale originaria. Sito internet e progetto a cura di Francesca Fantini D'Onofrio - Hosting by Provincia di Padova - Realizzato da: Web Art Studio - 2012 - Comune di Sant'Ambrogio Catasto Austriaco | Mappe I Serie (Anno 1845) Foglio di mappa 1.</ref>.
Il toponimo ora scomparso compare nelle mappe del Catasto Austriaco del 1845 liberamente consultabili on line nell'[[Archivio Storico del Catasto di Padova ]]<ref>Archivio Storico del Catasto di Padova (1815-1852 con aggiornamenti sino al 1904) conservato dall'Archivio di Stato è composto dalle mappe e dai registri della Città e dei Comuni della Provincia versati dall'Ufficio Tecnico Erariale all'Archivio di Stato in più riprese, tra il 1954 e il 1989. La documentazione si suddivide in Censo Provvisorio e Censo Stabile, nel rispetto delle sequenza temporale originaria. Sito internet e progetto a cura di Francesca Fantini D'Onofrio - Hosting by Provincia di Padova - Realizzato da: Web Art Studio - 2012 - Comune di Sant'Ambrogio Catasto Austriaco | Mappe I Serie (Anno 1845) Foglio di mappa 4.</ref>. La scritta è posta a lato di un'abitazione, tuttora esistente, localizzata in fregio all'attuale via Sant'Ambrogio di poco a nord della Canonica ma sul lato opposto della strada ad ovest di questa quindi.
"Le Fioron" potrebbe avere una radice floreale oppure più semplicemente essere il nome del casato sul quale insisteva.
Il toponimo, amministrativamente scomparso, lo troviamo ancora riportato nelle mappe del Catasto Austriaco del 1845 liberamente consultabili on line nell'[[Archivio Storico del Catasto di Padova ]]<ref>Archivio Storico del Catasto di Padova (1815-1852 con aggiornamenti sino al 1904) conservato dall'Archivio di Stato è composto dalle mappe e dai registri della Città e dei Comuni della Provincia versati dall'Ufficio Tecnico Erariale all'Archivio di Stato in più riprese, tra il 1954 e il 1989. La documentazione si suddivide in Censo Provvisorio e Censo Stabile, nel rispetto delle sequenza temporale originaria. Sito internet e progetto a cura di Francesca Fantini D'Onofrio - Hosting by Provincia di Padova - Realizzato da: Web Art Studio - 2012 - Comune di Sant'Ambrogio Catasto Austriaco | Mappe I Serie (Anno 1845) Foglio di mappa 6.</ref>. La zona interessata è quella posta a sud di via Ramo verso il confine con Silvelle (est) e Trebaseleghe (sud).
L'area depressa
Il toponimo, recentemente ripreso (2013-2014) nel nome di una piovega, "Fosso delle Motte" appunto, espurgata recuperandone la funzionalità idraulica dal Consorzio di Bonifica Acque Risorgive, lo troviamo riportato nelle mappe del Catasto Austriaco del 1845 liberamente consultabili on line nell'[[Archivio Storico del Catasto di Padova ]]<ref name="Padova 1904">Archivio Storico del Catasto di Padova (1815-1852 con aggiornamenti sino al 1904) conservato dall'Archivio di Stato è composto dalle mappe e dai registri della Città e dei Comuni della Provincia versati dall'Ufficio Tecnico Erariale all'Archivio di Stato in più riprese, tra il 1954 e il 1989. La documentazione si suddivide in Censo Provvisorio e Censo Stabile, nel rispetto delle sequenza temporale originaria. Sito internet e progetto a cura di Francesca Fantini D'Onofrio - Hosting by Provincia di Padova - Realizzato da: Web Art Studio - 2012 - Comune di Sant'Ambrogio Catasto Austriaco | Mappe I Serie (Anno 1845) Foglio di mappa 7.</ref>. Sebbene in epoca moderna amministrativamente sia stato abbandonato, il toponimo è sopravvissuto ad opera degli anziani abitanti della zona che hanno continuato a chiamarla con in nome "Le Motte"; inoltre lo stesso toponimo è sopravvissuto nel soprannome di una famiglia originaria della zona "Motta" appunto. La zona interessata è quella posta a nord e a sud dell'attuale via Prati racchiusa da est ad ovest dall'attuale via S. Ambrogio e dal corso del fiume Dese. "Le Motte" sta ad indicare un luogo importanza storico militare (sede del Castello di Cigotto) di epoca antica andato in disuso (distruzione ad opera delle truppe di Ezzelino da Romano) e successivamente abbandonato.
=== I prati degli acquiferi ===
[[File:
[[File:"Sorgenti Vecchie" area a sud ex abitazione del custode.jpg|thumb|"''Sorgenti Vecchie''" area a sud ex abitazione del custode]]
Per oltre un secolo Sant'Ambrogio ha rappresentato una località fondamentale per l'approvvigionamento idrico destinato all'[[acquedotto]] di Venezia grazie alla presenza dei cosiddetti prati degli [[falda acquifera|acquiferi]] (nelle mappe [[Istituto Geografico Militare|IGM]] sono indicati come "sorgenti Nuove" quelle attorno alla chiesa e "sorgenti Vecchie" quelle più a sud). Nei decenni scorsi queste aree sono state soggette lo scavo di [[pozzi artesiani]], ma attualmente risultano abbandonate o destinate all'attività agricola.
Sono
Nel 2004 in occasione della firma di un accordo di programma tra il Comune di Venezia, il Comune di Trebaseleghe, VESTA per il risanamento dell'area dei pozzi di Sant'Ambrogio e la creazione del Museo dell'Acqua, il 15 marzo, alle ore 12.30, a Ca' Farsetti Venezia, si è svolta una conferenza stampa di presentazione. Il progetto esposto aveva l'obiettivo di aumentare il grado di sicurezza degli impianti, riqualificando i manufatti di archeologia industriale che sono
La situazione al 2012 è la seguente:
L'area delle "fontane" ad ovest della Chiesa è stata acquisita dal Comune di Trebaseleghe che ad ogni Amministrazione che si sussegue ne vede cambiare la destinazione d'uso. Attualmente è utilizzata a parcheggio auto e per la sagra paesana nonché per manifestazioni come il "pan e vin";
Le aree a nord e ad est della Chiesa sono rimaste di proprietà VESTA-VERITAS ad eccezione dell'ex abitazione del custode venduta all'asta a privati. In queste due zone sono stati trivellati due enormi pozzi, anzi tre uno è stato eseguito fuori asse e quindi abbandonato e semi-tappato e come si poteva chiaramente osservare dalla strada ha scaricato per mesi acqua purissima direttamente sul Rio di Sant'Ambrogio in via Berti, i nuovi pozzi vanno a sostituire i vecchi ormai asciutti;
La piccola area a sud-ovest del centro abitato anch'essa non ha mutato di proprietà, VESTA-VERITAS ha effettuato anche qui la trivellazione di un pozzo;
Infine l'area a sud-est del centro abitato che comprende una seconda ex abitazione del custode è stata quella interessata dai lavori per il museo dell'acqua compresi incontri con i cittadini per illustrare i contenuti progettuali e finalità di salvaguardia di specie rare come le orchidee. Le opere tutt'oggi completate sono state la formazione di una "tabula rasa" al posto della centenaria siepe di multispecie arboree autoctone posta lungo il fossato di contorno con successiva messa a dimora di alberature del tipo "aiuola cittadina" a distanza di quattro cinque metri da albero ad albero. Sporadiche iniziative da parte di appassinati privati consentono di aprire al pubblico per qualche visita guidata con approfondimenti [https://www.facebook.com/photo/?fbid=5937044296306428&set=a.5873937549283770 storici].
== Storia ==
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[[File:Piovega dei tre Comuni (Kardo Maximus).jpg|thumb|Piovega dei tre Comuni (''Kardo Maximus'')]]
[[File:Via Rio San Martino (Decumanus Dexteratus IV).jpg|thumb|Via Rio San Martino (Decumanus Dexteratus IV)]]
Il territorio di Sant'Ambrogio di Grion era compreso nella centuriazione romana dell'Agro di Altino (Altinum), quella posta ad ovest del fiume Sile (Silis flumen) realizzata probabilmente nel 49 a.
I terreni da centuriare o erano frutto di bottini di guerra (''Coloniae Militum'') oppure venivano acquistati dai possessori (''Coloniae Agrariae''), così avvenne nelle terre dei Veneti alleati di Roma soprattutto all'epoca dell'
[[File:Via Ramo Fosso di confine Sant'Ambrogio-Silvelle (Ultra Kardinem III).jpg|thumb|Via Ramo Fosso di confine Sant'Ambrogio-Silvelle (''Ultra Kardinem III'')]]
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===== Mulino Barbiero =====
{{...|centri abitati d'Italia}}
===== Mulino Gumierato =====
{{...|centri abitati d'Italia}}
==== Il castello di Cigotto ====
La
Negli ''Acta comunitatis tarvisinii'' del [[XIII secolo]] viene quantificato in lire 1614 il valore del castello di Grion con dipendenze e diritti annessi al fine di effettuare
Nel ''Cathasticum Agri Tarvisini'' del [[1423]] per la ''regula de S. Ambroso della Pleve de tre baseleghe'' si descrive "''...una via publica per la qual se va della ditta alla regula de grjon et in quella se tre ponti uno è sora una plovega de una fontana de quella regula de santo ambruoso che corre per lo ditto territorio e finisse in lo fiume drie e per li Commun e homini delle regule de Santo Ambruoso e grion el ditto ponte die sir tignu in conzo el segondo ponte sora una plovega che corre per lo ditto territorio e finisse in lo fiume preditto et ditto ponte die rir tegnu in conzo per li habitador del vescovo de Treviso per li habitador che fo de Nicolò da castelzigoto''"; ciò a conferma che il Castello si trovava nella regola di Sant'Ambrogio al confine con la regola di Grion.<ref>Umberto Basso, Trebaseleghe e la sua antica Pieve di "Santa Maria" - Inediti d'archivio, Amministrazione Comunale di Trebaseleghe - Tipografia G. Faggionato Montebelluna (TV), 15 febbraio 1975, pp. 21-22, cap. 2 Trebaseleghe feudo del Vescovado di Treviso pp. 475-480, Appendice dei documenti - Documento XXIV "Cathasticum Agri Tarvisini 1423 exaratum anno 1522. - MS. III, 210 - Raccolta De Faveri. Bibl. Capitolare Treviso, F. 13 SS.</ref>.
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
=== Chiesa parrocchiale ===
[[File:Chiesa di Sant'Ambrogio Vescovo e Dottore (Sant'Ambrogio, Trebaseleghe) 04.jpg|thumb|left|verticale|La chiesa parrocchiale di Sant'Ambrogio Vescovo e Dottore.]]
[[File:S.Ambrogio di Grion - Mattone datato base torre campanaria.jpg|miniatura|Mattone in laterizio con incisa la data del 1831, posto sulla base della torre campanaria.]]
Uno studio recente ipotizza che la fondazione e la dedica al Santo della chiesa di S.Ambrogio di Grion possa essere legata al passaggio di [[Sant'Ambrogio]], il quale, per recarsi da [[Milano]] al Concilio di Aquileia nel settembre del [[381]], avrebbe percorso un'antica via venetica che passava dove era situato l'antico castello, per evitare le strade romane in disfacimento e frequentate da banditi in cerca di bottino. La coincidenza temporale del mese di settembre con l’antica sagra di S. Ambrogio di Grion (terza domenica di settembre) e con la Fiera di Trebaseleghe (7 settembre) crea un legame, e una probabile origine motivata, tra le due manifestazioni e il passaggio del Santo lungo la strada in esame<ref>{{Cita web|url=https://www.comune.martellago.ve.it/home/Vivere/Cultura-ed-eventi/Esde.html|titolo=Francesco Cagnin: "Trebaseleghe: linee e rapporti di un territorio antico. Coincidenze o calcolo sistematico?" - L'ESDE n.14: fascicoli di studi e di cultura - 2019 - pag. 469 e seguenti.|urlmorto=sì}}</ref>.
Il primo documento che parla della Chiesa di S.Ambrogio di Grion è la Bolla pontificia stilata da Papa Eugenio III il 3 maggio 1152 indirizzata la Vescovo di Treviso Bonifacio; con essa si poneva la cattedrale di San Pietro sotto la diretta protezione del Pontefice e si elencavano, confermandole, le varie pertinenze della diocesi. È un documento storico preziosissimo in quanto permette di ricostruire con precisione l'estensione e l'organizzazione di quest'ultima: vi sono riportati pievi e monasteri, ma anche villaggi, corti, porti e castelli. Sono citati anche i diritti vescovili sul fiume Sile. Il testo è sottoscritto, oltre che dal Papa stesso, da undici cardinali. In essa si legge: "''Castrum Sancti Ambrosii cum ecclesia et pertinentiis suis''": il castello di Sant'ambrogio con la Chiesa. Risulta chiaro quindi che la prima chiesa citata era situata all'interno dell'antico castello, il quale sorgeva all'incrocio tra un decumano ed un cardo romano e l'antica via venetica, circa 400 metri a sud dell'attuale chiesa, spostato circa un centinaio di metri a ovest dell'attuale via S.Ambrogio<ref name="ref_A">{{Cita libro|titolo=Parrocchia di S.Ambrogio di Grion: "1997-2014 La nostra Casa Comune - 17 anni in cammino con Padre Sergio" - 2015 - A cura di Francesco Cagnin.}}</ref>.
Nell'ambito del vescovado di Treviso la Parrocchia di Sant'Ambrogio di Grion appartiene al Vicariato di Camposampiero.
La sagra patronale, fino al 1874, si svolgeva la terza domenica di Settembre, giorno della consacrazione della vecchia chiesa. A causa della sopraggiunta ricorrenza della Breccia di Porta Pia (20 Settembre 1870) il Vescovo ordinò che tutte le sagre paesane della diocesi fossero spostate alla quarta domenica di ottobre "...''affinché non fosse adito a violazione di rubbriche"'', allo scopo di contrastare la crescente onda anticlericale che si appropriava delle festività ecclesiali trasformandole in festività civili con il pretesto di nuove ricorrenze legate al Regno d'Italia. Col passare del tempo, le sagre delle altre parrocchie della diocesi tornarono ai giorni soliti. Per S.Ambrogio, con la chiesa in costruzione e da consacrare, rimase la quarta di ottobre. La nuova chiesa fu consacrata il 7 dicembre 1937 (giorno di S.Ambrogio), ma la sagra non fu spostata<ref name="ref_A" />.
{{Vedi anche|Chiesa di Sant'Ambrogio (Sant'Ambrogio, Trebaseleghe)}}
=== Villa Berti, Scarpis, Paganini, Marcon ===
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Completano la villa le due belle [[barchesse]] e il semplice [[Oratorio (architettura)|oratorio]] di [[San Giovanni Nepomuceno]]<ref>
{{cita libro | curatore = Luigi Pesce |titolo= La visita pastorale di Sebastiano Soldati nella diocesi di Treviso | editore= Edizioni di Storia e Letteratura | città= Roma | anno= 1975 | p= 27 }}</ref>, quest'ultimo di proprietà della [[parrocchia]]<ref>{{collegamento interrotto|1=[http://catalogo.irvv.net/pdf?45316.PDF Scheda della villa] |data=aprile 2018 |bot=InternetArchiveBot }} dal sito dell'[[IRVV]].</ref>.
=== Villa Celeghin ===
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In piano terra dell'edificio principale si caratterizzava per una serie di [[arco a tutto sesto|arcate a tutto sesto]] in parte tamponate. Al centro del [[piano nobile]] si apre una [[bifora]] con [[arco a sesto acuto|archi acuti]] trilobati separati da una colonnina con [[capitello corinzio]]; gli si aggiungono altre due finestre e un'ulteriore [[monofora]] con arco trilobato tamponata. Il [[sottotetto]] presenta una finestra archivoltata per illuminare la soffitta. Il tetto si imposta su una [[cornicione|cornice]] di [[gronda]] a dentelli.
La costruzione laterale ha linee più semplici, con le aperture disposte in modo regolare<ref>{{collegamento interrotto|1=[http://catalogo.irvv.net/pdf?41951.PDF Scheda della villa] |data=aprile 2018 |bot=InternetArchiveBot }} dal sito dell'[[IRVV]].</ref>.
== Note ==
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