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|siglaStato = ITA
|città = {{simbolo|Turin coat of arms.svg}} [[Torino]]
|circoscrizione = {{simbolo|Circoscrizione 1.png}} [[Circoscrizioni e quartieri di Torino|ICircoscrizione Circoscrizione1]]
|distretto =
|quartiere = centro[[Centro storico di Torino|Centro]]
|cap = 10122
|tipo = piazza
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|superficie = 3600 m²
|pavimentazione =selciato
|intitolazione =La [[Savoia (regione storica)|regione storica della Savoia]]
|progettista = [[Michelangelo Garove]]
|costruzione =1714
|intersezioni =via della Consolata (N-S)<br />via Corte d'Appello e via del Carmine (E-O)
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|coordinate regione =
}}
'''Piazza Savoia''' è(comunemente unadetta delle"Piazza piazzetteobelisco") situateè una [[piazza]] del [[centro storico del capoluogodi piemonteseTorino]], nella zona nota comenel [[Quadrilatero Romano]]. Si trova tra via Corte d'Appello e via della Consolata e rappresenta uno degli scorci più curiosi della città, per via dell'[[obelisco]] che troneggia al suo centro. {{cn|È intitolata alla regione della [[Savoia (regione storica)|Savoia]], un tempo possedmentopossedimento del regno di Sardegna, sebbene comunemente si pensi sia dedicata alla all'omonima dinastia regnante [[Casa Savoia]]. }}
 
==Storia==
Anticamente fu la [[Porta cittadina|porta]] occidentale (per molti storici la "Decumana") al fondo del [[decumano]] maximo (attuale [[Via Garibaldi (Torino)|via Garibaldi]]), che portava direttamente alla strada delle Gallie, e appartenente alla primitiva [[castrum romano|cinta romana]] della città romana [[III secolo]].
 
===Piazza Segusina===
Nel [[VI secolo]], l'antica porta romana prese poi il nome di ''Secusina'', ''Segusina'' o ''Susina'', poiché da lì si usciva verso la via per la [[Val di Susa]]. Intorno al [[X secolo]], la Porta Segusina ospitò un piccolo castello-fortificazione per i nobili [[arduinici]]<ref>http{{cita web|https://giuseppeallamano.consolata.org/index.php/in-relazione-con/allamano-e-consolata/1614-la-chiesa-di-s-andrea-di-torino-ora-santuario-della-consolata|La chiesa di S. Andrea di Torino, ora santuario della Consolata}}</ref>, dei quali la più famosa fu la contessa [[Adelaide di Susa]], ma, ormai in disuso, il conte [[Pietro II di Savoia]] la fece abbattere intorno al [[1250]], per riedificarne nuova. Fra il [[XII secolo]] e il [[XIII secolo]] fu quindi utilizzata come frequente passaggio della diramazione meridionale della [[Via Francigena]], il percorso dei pellegrini cristiani europei diretti alla capitalesede dell'impero romano e passanti per il [[Colle del Moncenisio]], in questo caso attraverso le strade ''Rippolarum'' e ''Collegii'', [[Rivoli]] e [[Collegno]], entrambi località situate entrambe a ovest della cittàcapitale sabauda.<br/> In previsione dei nuovi ampliamenti della città (che avverranno però solo nel [[1620]]), la fortificazione della Porta Segusina fu definitivamente abbattuta nel [[1585]], per dare vita alla semplice Piazzetta Segusina (o Susina).
In previsione dei nuovi ampliamenti della città (che avverranno però solo nel [[1620]]), la fortificazione della Porta Segusina fu definitivamente abbattuta nel [[1585]], per dare vita alla semplice Piazzetta Segusina (o Susina).
 
Nel [[1713]], con il terzo ampliamento della città da parte dei Savoia, [[Michelangelo Garove]] disegnò la pianta quadrata di quella che diventerà l'attuale piazzetta. Essa doveva essere circondata da eleganti palazzi, di cui i due più importanti sono:
* a nord, un'ala del Palazzo Martini di Cigala, elegante edificio attribuito al celebre architetto [[Filippo Juvarra|Juvarra]] (il quale prese in mano il progetto del [[Michelangelo Garove|Garove]], nel frattempo deceduto) e lo fece erigere nel [[1716]] per conto del presidente del Senato Carlo Francesco Martini Cortesia, Conte di Cigala.
* a sud un'ala del [[Palazzo Saluzzo di Paesana|Palazzo Baldassarre Saluzzo di Paesana]], senatore del [[Regno di Sardegna]] che lo fece erigere dall'architetto [[Gian Giacomo Planteri|Giacomo Plantery]] nel [[1717]], lungo via della Consolata fino a via Dora Grossa (attuale [[Via Garibaldi (Torino)|via Garibaldi]]), in direzione dei Giardini della [[Cittadella di Torino|Cittadella militare]] (oggi attuale Piazza Arbarello). Il palazzo, oltre che a conferire uno stile signorile all'isolato, fu dotato di misteriosi cunicoli sotterranei e passaggi segreti, in collegamento con le altre corti e chiese.
 
===Il nome francese===
Quando nel [[1796]] lo stato sabaudo vacillò e il re [[Carlo Emanuele IV di Savoia]] venne costretto all'esilio (8 dicembre [[1798]]), i francesi giunsero in città e, tra i primi provvedimenti, vi fu anche quello di mutare i nomi delle strade e delle piazze; Piazza Susina non fece eccezione e, negli anni dell'occupazione prima giacobina e poi napoleonica, si chiamò ''Place de France''.<ref>{{cita libro|Alberto|Viriglio|Torino Napoleonica|editore=Viglongo|città=Torino|anno=1905|p=22|isbn=no}}</ref>
Restaurata la monarchia sabauda e cancellata la denominazione francese, la piazza mutò nome in "Piazza Paesana", (per la vicinanza col [[Palazzo Saluzzo di Paesana]],) almeno fino al [[1860]], quando prese ill'attuale nome attuale<ref>{{cita libro|Giuseppe|Torricella|Torino e le sue vie|città=Torino|anno=1868|p=247|isbn=no}}</ref>. In questo periodo la piazzetta fu adibita altresì ad area mercatale col nome [[Lingua piemontese|piemontese]] di ''mercà dij busiard'', ossia (mercato dei rigattieri).
 
===Il Monumento alle leggi Siccardi===
[[File:Monumento alla legge Siccardi.jpg|thumb|Antica fotografia del monumento di Piazza Savoia]]
La piazzetta è celebre oggi per l'imponente obelisco in granito di [[Baveno]], alto 21 metri, eretto nel [[1853]] a ricordo delle [[leggi Siccardi]] del [[1850]]. L'idea di erigere un monumento celebrativo per le discusse leggi del ministro di giustizia e senatore conte [[Giuseppe Siccardi]] (che abolivano il foro ecclesiastico) fu già del [[1851]], su iniziativa della torinese ''[[Gazzetta del Popolo]]''. L'obelisco venne progettato dal pittore e scultore [[Luigi Quarenghi]] e i sostenitori del progetto (tra cui il direttore della Gazzetta del Popolo, [[Giovanni Battista Bottero]]) proposero di sistemarlo in [[Piazza Carignano]]. Non senza aspre discussioni col clero torinese, nella persona dell'arcivescovo [[Luigi Fransoni]], il 23 novembre [[1853]] il monumento venne qui inaugurato, come ricorda una delle frasi incise sull'obelisco:
{{citazione|Abolito da Legge IX Aprile MDCCCL il Foro ecclesiastico, popolo e municipio posero IV Marzo MDCCCLIII|Epigrafe sul monumento}}
Il monumento contiene inoltre i nomi degli 800 comuni che sostennero entusiasti l'opera, scolpiti su tutti i lati.
Il giorno della posa della prima pietra, il 17 giugno [[1852]], furono murati nel basamento i numeri 141 e 142 della ''Gazzetta del Popolo'', una copia della legge Siccardi, [[Moneta|monete]], semi di [[Riso (alimento)|riso]], [[Grissino|grissini]] e una bottiglia di vino [[Barbera]]<ref>{{cita web|https://www.piemontetopnews.it/il-ghersino-le-petit-baton-de-turin-che-tanto-piaceva-a-napoleone/|Il ghersino, "le petit bâton de Turin" che tanto piaceva a Napoleone}}</ref>. Frutto dell'ideologia [[anticlericalismo|anticlericale]], esso fu volutamente collocato in una piazza prossima al [[Santuario della Consolata]], sede della principale devozione cittadina, e a [[Palazzo Barolo]], dove risiedeva la cattolica [[Giulia Falletti di Barolo]].
 
Col significato della laicità legislativa, esso fu volutamente collocato in una piazza prossima al [[Santuario della Consolata]], sede della principale devozione cittadina, e a [[Palazzo Barolo]], dove risiedeva la cattolica [[Giulia Falletti di Barolo]]. Durante la seconda guerra mondiale, i combattimenti per le strade cittadine rischiarono di abbattere l'obelisco: combattenti appostati in corso Siccardi, in direzione di [[via Cernaia]], spararono alcuni colpi di mortaio in direzione di piazza Savoia, danneggiando il monumento e facendolo vacillare; rimasto in piedi, esso venne restaurato a guerra terminata.<ref>{{cita libro|Renzo|Rossotti|Le Strade di Torino|editore=Newton Compton Editori|anno=1995|città=Roma|p=580}}</ref> Un secondo restauro, nel [[1993]], ne ripulì la superficie e l'ampia gradinata.
<br/>Un secondo restauro, nel [[1993]], ne ripulì la superficie e l'ampia gradinata.
 
==Note==
<references/>
 
== Voci correlate ==
 
* [[Luoghi d'interesse a Torino]]
 
==Altri progetti==
{{interprogetto}}