Lucien Rebatet: differenze tra le versioni
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{{F|giornalisti francesi|arg2=scrittori francesi|luglio 2013}}
{{Bio
|Nome = Lucien
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|GiornoMeseNascita = 15 novembre
|AnnoNascita = 1903
|LuogoMorte =
|GiornoMeseMorte = 24 agosto
|AnnoMorte = 1972
|NoteMorte = <ref>{{Cita web|https://deces.matchid.io/search?q{{=}}Lucien+Rebatet|Rebatet Lucien Romain|lingua=fr|15 novembre 2021}}</ref>
|Attività = scrittore▼
|Epoca = 1900
▲|Attività = scrittore
|Attività2 = giornalista
|Nazionalità = francese
|PostNazionalità = , critico musicale e cinematografico. Dopo la condanna a morte seguita alla Liberazione della Francia, seguirono anni di detenzione. Abbandonò la vita di polemista: si consacrò alla carriera di critico cinematografico e scrittore, pubblicando il suo capolavoro, ''Les Deux Étendards'', nel 1951
|Immagine = Rebatet_librairie.jpg
}}
== Biografia ==
Figlio di un [[notaio]], abbandonò gli studi di Diritto all'università di Lione, e in seguito di Lettere alla Sorbona.
=== 1929 - 1940: la nascita di una vocazione fascista ===
Firma degli articoli come ''Le Cinéma par ceux qui le font'' (''Il cinema per coloro che lo fanno''), ''Les
=== 1940 - 1944: l'apologia del collaborazionismo ===▼
Richiamato alle armi nel gennaio del
Nel
Dopo lo sbarco alleato in Normandia, annuncia in un articolo del 30 giugno 1944 di essersi arruolato nella ''[[Milice française]]'', prima di dimettersi a seguito di un disaccordo coi suoi vertici.
=== 1945 - 1953: i lavori forzati ===
Alla fine della guerra, viene arrestato l'8 maggio 1945: Rebatet é processato il 18 novembre 1946 e condannato a morte, con i suoi beni confiscati. Il 12 aprile 1947 il nuovo Presidente della Repubblica lo grazia: viene inviato ai lavori forzati a vita a [[Ville-sous-la-Ferté|Clairvaux]]. Suo compagno di galera é [[Pierre-Antoine Cousteau]]. Durante la detenzione termina un romanzo iniziato a Sigmaringen: ''[[Les Deux Étendards]]'' fu pubblicato da [[Gallimard]]. Quest'opera, considerata di gran qualità,<ref>[[George Steiner]] giudica l'autore "Questo assassino, questo cacciatore di ebrei, di combattenti della Resistenza e di gollisti", ma nondimeno reputa quest'opera "uno dei capolavori nascosti del nostro tempo, un libro di inesauribile umanità, traboccante di musica, d'amore, di comprensione profonda del dolore". {{cita libro|titolo=Letture|autore=George Steiner|editore=Garzanti|anno=2010}}</ref> sarà in gran parte ignorata dalla critica. I protagonisti sono due giovani studenti, Régis e Michel, che si contendono una donna, Anne-Marie. Il primo farà il sacerdote, mentre il secondo rappresenta l'autore. La vicenda si sviluppa tra riflessioni filosofiche, teologiche ed ideologiche.<ref>{{cita libro|titolo=I due stendardi|autore=Lucien Rebatet|editore=Settecolori|anno=2021}}</ref>
Liberato il 16 luglio 1952, viene inviato in un primo tempo agli arresti domiciliari.
Nel
Lucien Rebatet, oltre che critico musicale, con lo [[pseudonimo]] di ''François Vinneuil'', fu anche un critico cinematografico.<ref>[https://ilmanifesto.it/modelli-e-predilezioni-di-un-critico-a-la-diable-truffaut/ www.ilmanifesto.it]</ref>
== Critica ==
▲Firma degli articoli come ''Le Cinéma par ceux qui le font'' (''Il cinema per coloro che lo fanno''), ''Les Etrangers en France. L'invasion'' (''Gli stranieri in Francia. l'invasione''), ''Les Emigrés politiques en France'' (''Gli emigrati polici in Francia''). Accoglie con entusiasmo l’uscita del pamphlet di [[Louis-Ferdinand Céline|Céline]] ''Bagatelles pour un Massacre'' perché Rebatet si rivela un virulento [[antisemitismo|antisemita]]. Oltre agli [[Ebrei]], attacca ferocemente il [[comunismo]], la [[democrazia]] la [[Chiesa (istituzione)|Chiesa]] (il che non gli impedisce di proclamare la sua fede in [[Dio]] e la sua ammirazione per il generale [[Francisco Franco]]), e, dopo inchieste in [[Germania]] e in [[Italia]], si proclama [[Fascismo|fascista]].
Nonostante la sua controversa biografia, la critica ha rivalutato la sua opera letteraria. [[George Steiner]] sostenne che Rebatet sia stato un grande scrittore, e che ''Les Deux Étendards'' in particolare meriti di essere considerato un romanzo importante nella storia della letteratura francese, testo che l'ex presidente francese [[François Mitterrand]] lo riteneva "uno spartiacque esistenziale", finendo elogiato anche da [[Antoine Blondin]] e [[Albert Camus]]. <ref>[https://www.fabula.org/actualites/les-deux-etendardsle-chef-d-oeuvre-inconnu-de-lucien-rebatetouvrage-dirige-par-yves-reboul_81151.php www.fabula.org]</ref>
== Opere ==
▲=== 1940 - 1944: l'apologia del collaborazionismo===
* ''Le Diable à l’Hôtel Matignon'', Éditions littéraires de France, Paris s.d. [ma 1938], 32 p.
▲Richiamato nel gennaio del [[1940]], Lucien Rebatet viene congedato in febbraio, e lo si ritrova a [[Vichy]] dove lavora alla radio. Ritornato a [[Parigi]], dopo un passaggio al giornale ''[[Le Cri du Peuple]]'' di [[Jacques Doriot]], ritorna a ''Je suis partout''. Firma ''Les Tribus du Cinéma et du Théâtre'' e ''Le Bolchevisme contre la Civilisation''.
* ''Le Bolchevisme contre la civilisation'', Nouvelles Études françaises, Paris s.d. [1941], 47 p.
* ''Les Tribus du cinéma et du théâtre'', coll. « Les Juifs en France », 4, Nouvelles Editions françaises, Paris 1941, 125 p.
* ''Les Décombres'', Denoël, Paris 1942, 664 p.
* {{Cita libro|titolo=I due stendardi (Les Deux Étendards, 1951)|trad=Marco Settimini|altri=2 voll., Prefazione di [[Stenio Solinas]]|editore=Edizioni Settecolori|città=Milano|anno=2021|isbn=978-88-969-8606-6}} - II ed., Milano, Edizioni Medhelan, 2024, ISBN 979-12-816-7401-1.
* {{Cita libro|titolo=Non si fucila la domenica|altri=a cura di Simone Paliaga|trad=Giancarlo Rognoni|edizione=Collana A lume spento|editore=Mimesis|città=Milano-Udine|anno=2018|isbn=978-88-575-4707-7}} [testo apparso in Francia nel 1953; I edizione italiana, Le Pleiadi, 1981]
* ''Les Épis mûrs'', Gallimard, Paris 1954, 295 p. [romanzo]
* ''À Jean Paulhan'', coll. « Brimborions », 172, Dynamo-Pierre Aelberts, Liège 1968, 9 p.
* ''Une histoire de la musique, des origines à nos jours'', Robert Laffont et Raymond Bourgine, Paris 1969, 668 p.
* ''Marcel Aymé'', coll. « Brimborions », 184, Dynamo-Pierre Aelberts, Liège 1969, 11 p.,
=== Pubblicazioni postume ===
▲Nel [[1942]] pubblica ''Les Décombres'' ( ''Le Macerie''), dove indica come responsabili dello sfacelo del 1940 gli Ebrei, i [[politica|politici]] e i militari. I rappresentanti del [[governo di Vichy]] non vengono risparmiati. Vi spiega che la sola via d’uscita per la [[Francia]] è quella di impegnarsi a fondo nella collaborazione con la [[Germania]] [[nazismo|nazista]]. È un gran successo sotto l’Occupazione (tiratura stimata in 65 000 copie).
* ''Les Mémoires d’un fasciste'', 2 vol., 1 : Les Décombres, 1938-1940; vol. 2 : 1941-1947, Jean-Jacques Pauvert, Paris 1976, pp.610 e 267.
** ''Memorie di un fascista, 1941-1947'', a cura di Moreno Marchi, Roma, Settimo Sigillo, 1993.
* ''11 novembre 1918, armistice'', Éditions nationales, Liège 1982, 29 p.
* ''Céline soi-même'', coll. « Céliniana », 4, Van Bagaden, s.l. [Bruxelles] 1987, 12 p.
* ''Lettre à Jean-André Faucher au sujet de l'« affaire Céline »'', coll. « Céliniana », 18, Van Bagaden, s.l. [Bruxelles] 1990, 8 p.
* ''Dialogue de vaincus. Prison de Clairvaux, janvier-décembre 1950'', coll. « Histoire des idées », Berg international, Paris 1999, 288 p. [in collab. con Pierre-Antoine Cousteau]
* ''Les Juifs et l’antisémitisme'', Éditions du Bon Temps, Paris 1999, 222 p. [raccolta di articoli di ''Je suis partout'' dal 15 aprile 1938 e il 17 febbraio 1939, con testi di d’[[Alain Laubreaux]] e Charles Lesca]
* ''Fidélité au national-socialisme et autres articles, 1935-1944'', Éditions du Silex, s.l. 2002, 221 p. [raccolta di 24 testi e articoli apparsi in ''Je suis partout et Devenir'' tra febbraio 1935 e agosto 1944]
* ''Quatre ans de cinéma (1940-1944) Grez-sur-Loing'', Pardès, 2010, 406 p. [raccolta di testi apparsi in ''Je suis partout'']
* ''Journal d'un fasciste'', 3 voll., 1 : 1952-1958, 2 : 1959-1962, 3 : 1963-1972, Éditions de l'Homme libre, 2020, 384, 416 e 528 p.
=== Epistolari ===
▲Il suo ultimo articolo del [[28 luglio]] [[1944]] si intitola «''Fidélité au National-socialisme''» (''Fedeltà al Nazional-socialismo''). Ma il vento è cambiato, bisogna fuggire in Germania. Come tanti altri collaborazionisti, Rebatet si reca a [[Sigmaringen]].
* ''Lettres de prison adressées à [[Roland Cailleux]], 1945-1952'', Le Dilettante, Paris 1993, pp.279.
* [[Louis-Ferdinand Céline]], ''Lettres à Lucien Rebatet'', Gallimard, Paris 2005, pp.29.
== Note ==
▲===1945 - 1972: una vita da scrittore===
<references/>
== Bibliografia ==
▲Liberato il [[16 luglio]] [[1952]] e in un primo tempo agli arresti domiciliari, Lucien Rebatet ritorna a Parigi nel [[1954]]. Un altro romanzo ''Les Epis Murs'' è piuttosto ben accolto. Il romanzo seguente, ''Margot l'enragée'', rimarrà inedito, non essendo l’autore soddisfatto. Riprende la sua attività di giornalista e nel [[1958]] lavora per il settimanale ''[[Rivarol]]''. Nel [[1965]], in occasione delle elezioni presidenziali, contro [[Charles de Gaulle|De Gaulle]], sostiene al primo turno [[Jean-Louis Tixier-Vignancour]], poi, al secondo, [[François Mitterrand]]. Questa scelta è dovuta ad antigollismo, ma anche alla fedeltà all'ideale europeo, tale che Rabetet è ormai pronto a transigere con la democrazia, la sola capace d’unificare l’[[Europa]] dopo la disfatta del [[fascismo]]. In seguito diventa redattore di ''[[Valeurs actuelles]]''. Fino alla fine resterà fedele al fascismo, benché sostenga sempre meno l'[[antisemitismo]], data la legislazione in vigore (il [[decreto legge]] Marchandeu del [[21 aprile]] [[1939]], che vietava la provocazione all’odio razziale, era stato rimesso in vigore nel 1944), ma anche per un mutato punto di vista sugli Ebrei: pur non rinnegando i suoi attacchi antisemiti negli anni precedenti al 1945, non può impedirsi di rispettare la nuova Nazione israeliana, in guerra contro gli [[Arabi]].
* Moreno Marchi, ''Con il sangue e con l'inchiostro. Scrittori collaborazionisti nella Francia occupata'', Roma, Settimo Sigillo, 1993.
==Altri progetti==
▲Nel [[1969]] pubblica ''Une histoire de la musique'' la sua opera meno politica e più conosciuta, che rimane come un autentico libro di riferimento, benché i giudizi espressi tanto sui compositori che sulle opere siano spesso improntati alla soggettività del loro autore, in particolar modo per ciò che concerne la tradizione lirica francese (giudizi su [[Daniel Auber|Auber]], [[Charles Gounod|Gounod]], [[Ambroise Thomas|Thomas]], [[Georges Bizet|Bizet]], [[Ernest Reyer|Reyer]], [[Jules Massenet|Massenet]], [[Camille Saint-Saëns|Saint-Saëns]], [[Bruneau]], [[Marc-Antoine Charpentier|Charpentier]] ecc., e in modo assai comprensibile da parte dell'autore su [[Giacomo Meyerbeer|Meyerbeer]] e [[Jacques Fromental Halévy|Halévy]], che vede il suo capolavoro ''[[La Juive]]'' (''L'ebrea'') qualificato come "razzista", il che non manca d'ironia).
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== Collegamenti esterni ==
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