65/17 su Morris CS8: differenze tra le versioni

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Nuova pagina: {{Infobox veicolo militare |Veicolo = semovente |Nome = Autocannone da 65/17 su Morris CS8 |Immagine = Morris cs8 da 65-17.png |Didascalia = |Tipo = autocannone |...
 
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{{Infobox veicoloVeicolo militare
|Veicolo = semovente
|Nome = Autocannone da 65/17 su Morris CS8
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|Equipaggio = 4
|Progettista =
|Costruttore =12º Autoraggruppamento AS (Africa Settentrionale)
|Data_impostazione =
|Data_primo_collaudo =
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|Velocità_su_strada =
|Velocità_fuori_strada =
|Autonomia = 1325 [[Chilometro|km]] (con le taniche addizionali)
|Pendenza_max =
|Apparati_di_tiro =
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==Storia==
In seguito agli iniziali successi nel [[Campagna del Nordafrica (1940-1943)|teatro nord-africano]], il [[Regio Esercito]] [[italianoitalia]]no venne in possesso di numerosi [[autocarro|autocarri]] leggeri [[Morris CS8]], che, vista la cronica mancanza di mezzi motorizzati che affliggeva le forze italiane, prontamente furono immessi in servizio come camionette sahariane, in particolare come [[autocannone|autocannoni]], porta-munizioni e posto comando per i [[battaglione|gruppi]] di artiglieria motorizzati<ref name=pignato31>Riccio e Pignato, op. cit. pag. 31.</ref>. L'inadeguatezza dei [[Carro armato|carri armati]] italiani e la ridotta mobilità delle artiglierie d'accompagnamento, spinsero i comandi a ricorrere a mezzi semi-artigianali, con [[Bocca da fuoco|bocche da fuoco]] tutt'altro che adeguate, in attesa dell'approntamento di [[Autocannone|autocannoni]] e [[cacciacarri]] di potenza adeguata<ref name=pignato31/>. I mezzi, come per altri autocannoni basati su mezzi di preda bellica, furono realizzati presso le officine libiche del 12º Autoraggruppamento AS (Africa Settentrionale).
 
Un primo lotto di 24 CS8 armati con il [[cannone]] italiano da [[65/17]] equipaggiarono il [[Corpo d'Armata di Manovra]] (CAM) del [[generale]] [[Gastone Gambara]] nell'agosto [[1941]]. Successivamente gli ''autocannoni 65/17 su Morris CS8'' arrivarono ad equipaggiare 7 ''[[batteria (unità militare)|batterie]] volanti''. Gli autocannoni furono impiegati per tutta la [[Campagna del Nordafrica (1940-1943)|campagna del Nordafrica]], fino alla [[campagna di Tunisia]] ed alla disfatta delle truppe dell'[[Potenze dell'Asse|Asse]].
 
===Le ''batterie volanti''===
Le ''batterie volanti'' erano unità completamente motorizzate, costituite in Africa settentrionale per fornire soprattutto supporto [[controcarro|anticarro]] contro le tecnicamente superiori forze corazzate e blindate [[alleati della seconda guerra mondiale|alleate]]. Le batterie dalla 1ª alla 6ª equipaggiarono (tre per gruppo) il I ed III gruppo; nel tardo 1942 i due gruppi vennero ridenominati rispettivamente XIV e XV ed assegnati alla [[136ª Divisione corazzata "Giovani Fascisti"]], mentre le ''batterie volanti'' furono ribattezzate ''batterie autocannoni''; l'ultima batteria era la 11ª Batteria indipendente<ref>Riccio e Pignato, op. cit. pag. 40.</ref>.
La dotazione prevista nel [[1941]] per ogni batteria era di quattro autocannoni con 36 colpi a bordo e due ''CS8'' porta-munizioni, ognuno con 250 colpi (metà [[controcarro|AT]] e metà [[alto esplosivo|HE]]); alcune batterie furono dotate di tre autocannoni da 65 su ''CS8'' e due [[Ford F15]] armati con la [[mitragliera]] [[Società Italiana Ernesto Breda per Costruzioni Meccaniche|Breda]] da [[Breda 20/65 Mod. 1935|20/65 Mod. 1939]]; questa stessa mitragliera fu in alcuni casi installata anche su ''Morris CS8''<ref name=pignato31/>. Nel giugno 1942 le ''batterie leggere motorizzate'' vennero riorganizzate su un comando, tre batterie da 65/17 (per un totale di 12 autocannoni,) <s>una batteria da 20/65 (su 4</s> autocannoni) <s>e 40 veicoli di supporto (tra i quali 13 motociclette), con un organico di 13 <nowiki>[[ufficiale (forze armate)|ufficiali]]</nowiki>, 7 <nowiki>[[sottufficiale|sottufficiali]]</nowiki>, 137 artiglieri e 56 conduttori<ref>Riccio e Pignato, op. cit. pag. 33.</refs>.
 
==Tecnica==
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Il cannone da [[65/17 Mod. 1908/1913|65/17 Mod. 1908 (ed il successivo Mod. 1913)]] fu il [[cannone da montagna]] standard del Regio Esercito durante la [[Grande Guerra]]. Nel [[1920]] fu sostituito in questo ruolo dall'[[obice]] da [[75/13]] e venne assegnato alla [[fanteria]] come [[cannone d'accompagnamento]] in sostituzione del [[3,7 cm Infanteriegeschütz M.15|37F]] in ragione di tre e, dal [[1934]], quattro pezzi per ogni [[reggimento]]. Massicciamente impiegato nella [[guerra d'Etiopia]] ed in [[guerra civile spagnola|quella di Spagna]], allo scoppio della [[seconda guerra mondiale]], in virtù delle migliori prestazioni [[controcarro]] rispetto al cannone da [[47/32]], fu assegnato prioritariamente allo [[CSIR]] ed alle truppe in [[nordafrica]]. Nel teatro africano dimostrò problemi di mobilità e di stabilità sulla sabbia, che, insieme alle caratteristiche di estrema mobilità che caratterizzava la guerra negli ampi spazi desertici, spinsero i vertici dell'esercito ad installare queste bocche da fuoco sul pianale di autocarri quali il [[Morris CS8]] ed il [[Fiat 634]].
 
L'[[affusto]] originale del cannone veniva installato sul telaio di una piattaforma ruotava su un sistema ricavato dall'anello di torretta del carro [[M13/40]]<ref>Riccio e Pignato, op. cit. pag. 35.</ref>. Tale configurazione consentiva unIl settore di elevazione era limitato da 0° a +20°, mentre il brandeggio era di ben 360°.
 
===L'autocarro===
{{vedi anche|Morris CS8|65/17 Mod. 1908/1913}}
Il [[Morris CS8]], chiamato anche platoon truck, era la spina dorsale della motorizzazione delle forze armate britanniche. Era un autocarro 4×2 della classe 15 [[Hundredweight|cwt]] (750 kg) di portata, compatto ed affidabile. Catturato in gran numero in [[Cirenaica]] durante le prime fasi della guerra, fu apprezzato ed ampiamente utilizzato dagli italiani come [[camionetta]] desertica ed in particolare come veicolo porta-munizioni, posto comando ed appunto base per autocannoni da 65/17 e da [[Breda 20/65 Mod. 1935|20/65]] per i [[battaglione|gruppi]] di [[artiglieria]] motorizzati<ref name=pignato31/>.
 
Le modifiche consistevano innanzitutto nella rimozione di parabrezza e telonature<ref>Riccio e Pignato, op. cit. pag. 32.</ref>. Il pianale di carico veniva allungato di 460-510 mm<ref name=pignato36>Riccio e Pignato, op. cit. pag. 36.</ref> e su di esso veniva fissato l'anello di torretta con il telaio dell'affusto; le sponde erano sostituite con pannelli in due elementi incernierati, in modo che quello superiore poteva essere abbassato per permettere il brandeggio ed il [[rinculo]] nei settori di tiro laterali e posteriore<ref name=pignato31/>. Sulla sponda posteriore venivano fissati gli attrezzi da [[zappatore (militare)|zappatore]], mentre su quelle laterali venivano appese le due rampe in lamiera d'acciaio per le operazioni di disinsabbiamento. Il peso del mezzo con l'arma saliva così da 1.969 kg a 2.846 kg in configurazione di combattimento<ref name=pignato36/>. Ogni mezzo aveva una dotazione di 8 taniche da 20 litri: 6 di carburante, una di lubrificante ed una d'acqua<ref name=pignato31/>: in questo modo l'autonomia saliva a 1325 km<ref name=pignato36/>. Ogni autocannone trasportava una riservetta di 40 colpi, aumentati in seguito a 60.