Monumento ai caduti (Como): differenze tra le versioni

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{{Edificio civile
|nome edificio = Monumento ai Caduti di Como
|immagine = Monumento ai caduti, ComoST13.jpg
|didascalia =
|paese = ITA
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|città = Como
|indirizzo = Viale Puecher
|latitudine =
|longitudine =
|stato =
|periodo costruzione = [[1930]]-[[1933]]
|stile =
|uso =
|altezza = 30 metri[[Metro|m]]
|altezza antenna/guglia =
|altezza tetto =
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|appaltatore =
|costruttore =
|proprietario = [[Como|Comune di [[Como]]
|committente =
}}
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Il '''Monumento ai caduti''' di [[Como]] è un'imponente torre, alta 30 metri, aperta da grandi finestroni e completamente rivestita di pietra di [[Duino-Aurisina|Aurisina]] e Reppen.
 
All'interno, sopra al basamento, vi è un monolito in [[granito]] d'Alzo dal peso di 40 tonnellate rivestito di [[diorite]] d'Anzola, con incisi i nomi dei 650 caduti comaschi della prima guerra mondiale. Scendendo la scala circolare si raggiunge il piano inferiore dove in uno spazio ruotato di 90° vi è un altare; qui all'interno del basamento vi era il sacrario.
Scendendo la scala circolare si raggiunge il piano inferiore dove in uno spazio ruotato di 90° vi è un altare; qui all'interno del basamento vi era il sacrario.
 
Sulla facciata a lago è scolpita la frase: ''"STANOTTE SI DORME A TRIESTE O IN PARADISO CON GLI EROI. 10 ottobre 1916 - [[Antonio Sant'Elia]]''".
 
Sul retro invece: ''"LA CITTÀ ESALTA CON LE PIETRE DEL CARSO LA CITTÀ ESALTA LA GLORIA DEI SUOI FIGLI''".
 
Sorge ai giardini pubblici, in riva al lago, di fianco al [[Tempio Voltiano]] e nelle vicinanze dello [[Stadio Giuseppe Sinigaglia]].
 
== Storia ==
Il monumento è ispirato a uno schizzo a [[Matita|matite colorate]] ed acquarello dipinto nel 1914 dal [[Futurismo|futurista]] [[Antonio Sant'Elia]], uno dei più illustri caduti comaschi della Grande Guerra appunto ricordati dal monumento. All'inizio vi fu un primo progetto, vincitore dell'apposito concorso, (I grado 1925, II grado 1926) disegnato dagli architetti Asnago e Vender per la parte costruttiva e da Carlo e Luigi Rigola per la parte decorativa, ma fu però respinto dalle autorità.<ref group=N>Al concorso aveva partecipato anche Terragni (per la prima volta con [[Pietro Lingeri|Lingeri]]) con una proposta che oscilla tra richiami classici e trattamento cubico delle masse. Interessante anche la soluzione urbanistica ricucendo il nuovo fabbricato del monumento innestato sullo spigolo della torre accanto al [[Broletto di Como|Broletto]]. <br />cfr. Antonino Saggio, ''Giuseppe Terragni Vita e Opere'', Roma-Bari Editori Laterza, 2011 (1995), pp. 10-11.</ref> Nel frattempo si fafece strada l'ipotesi di costruire il monumento in una localizzazione del lungolago e vienevenne chiesto a [[Giuseppe Terragni|Terragni]] di redigere una proposta. Il progetto presentato da Terragni prevedeva un'impostazione di due lastre verticali traforate e parallele che racchiudevano nell'intercapedine lo spazio celebrativo.
Il monumento eseguito è ispirato da uno schizzo a matite colorate ed acquarello dipinto nel 1914 dal [[Futurismo|futurista]] [[Antonio Sant'Elia]], uno dei più illustri caduti comaschi della Grande Guerra appunto ricordati dal monumento.
All'inizio vi fu un primo progetto vincitore dell'apposito concorso (I grado 1925, II grado 1926) disegnato dagli architetti Asnago e Vender per la parte costruttiva e da Carlo e Luigi Rigola per la parte decorativa, ma fu però respinto dalle autorità.<ref>Al concorso aveva partecipato anche Terragni (per la prima volta con [[Pietro Lingeri|Lingeri]]) con una proposta che oscilla tra richiami classici e trattamento cubico delle masse. Interessante anche la soluzione urbanistica ricucendo il nuovo fabbricato del monumento innestato sullo spigolo della torre accanto al Broletto. <br />cfr. Antonino Saggio, ''Giuseppe Terragni Vita e Opere'', Roma-Bari Editori Laterza, 2011 (1995), pp. 10-11.</ref> Nel frattempo si fa strada l'ipotesi di costruire il monumento in una localizzazione del lungolago e viene chiesto a [[Giuseppe Terragni|Terragni]] di redigere una proposta. Il progetto presentato da Terragni prevedeva un'impostazione di due lastre verticali traforate e parallele che racchiudevano nell'intercapedine lo spazio celebrativo.
 
In visita a Como, irrompeirruppe nel dibattito sul monumento anche il fondatore del [[movimento futurista]] [[Filippo Tommaso Marinetti|Marinetti]], che proponenel 1930 propose di realizzare (invece del progetto di Terragni) una trasposizione fattibile del disegno di centrale elettrica (ovvero una Torre faro) del Sant'Elia,<ref name=":62">{{Cita|TCI|p. 272|TCI99|titolo=Guida d'Italia [...]}}.</ref><ref>{{cita|Berra|p. 30}}.</ref> ribadito come martire della guerra, comasco e architetto caposcuola del movimento futurista. Nonostante la critica di [[Edoardo Persico|Persico]] circa la destinazione a monumento del progetto di una centrale elettrica, il noto pittore futurista [[Enrico Prampolini]] nel 1930 si prendeprese l'incarico di tramutare il disegno di Sant'Elia in un'opera architettonica e di seguito sifu comincianoavviata lela costruzionicostruzione sotto la direzione dell'ingegnere [[Attilio Terragni]], fratello di Giuseppe.
[[File:Monumentoaicaduti 3.jpg|miniatura|Interno del sacello]]
Presto si rivelarivelò però l'insufficienza del progetto a causa della mancanza di elaborati tecnici. Quindi a cantiere aperto èfu chiamato [[Giuseppe Terragni|Terragni]] a intervenire. Costretto dagli eventi ad abbandonare la propria proposta, porta a compimento il disegno redatto da Prampolini eliminando le decorazioni retoriche, rifinendo la sagoma dei grandi blocchi, inserendo alla sommità due lanterne (non realizzate) e progettando la cripta e il sacello. Quindi di Giuseppe Terragni sono le decisioni architettoniche, la scelta dei materiali e lo studio degli interni.
 
Il monumento, completamente ultimato nel 1933,<ref vienename=":62" /> venne inaugurato il 4 novembre 1933dello stesso anno e dedicato a tutti i caduti in particolare al Sant'Elia, autore dei disegni da cui il Terragni prese spunto per costruire il futuristico monumento.
Presto si rivela però l'insufficienza del progetto a causa della mancanza di elaborati tecnici. Quindi a cantiere aperto è chiamato [[Giuseppe Terragni|Terragni]] a intervenire. Costretto dagli eventi ad abbandonare la propria proposta, porta a compimento il disegno redatto da Prampolini eliminando le decorazioni retoriche, rifinendo la sagoma dei grandi blocchi, inserendo alla sommità due lanterne (non realizzate) e progettando la cripta e il sacello. Quindi di Giuseppe Terragni sono le decisioni architettoniche, la scelta dei materiali e lo studio degli interni.
 
Il monumento, completamente ultimato, viene inaugurato il 4 novembre 1933 e dedicato a tutti i caduti in particolare al Sant'Elia, autore dei disegni da cui il Terragni prese spunto per costruire il futuristico monumento.
Le grandi dimensioni del monumento lo rendono visibile anche a distanza trasformandolo in una grande attrazione turistica della città.
 
== Note ==
=== Esplicative ===
<references group=N/>
 
=== Bibliografiche ===
{{Note strette}}
 
== Bibliografia ==
* [[Antonino Saggio]], ''Giuseppe Terragni Vita e Opere'', Roma-Bari Editori Laterza, 1995, fig. 39.
* {{Cita libro|curatore=Touring Club Italiano|titolo=Guida d'Italia - Lombardia (esclusa Milano)|url=|annooriginale=1999|editore=Touring Editore|città=Milano|cid=TCI99|ISBN=88-365-1325-5}}
*{{Cita libro|autore=Pietro Berra|titolo=Da Plinio a Volta - Itinerari d'autore sul lago di Como|annooriginale=|anno=2023|editore=New Press Edizioni|città=Lomazzo|p=|capitolo=|cid=Berra|ISBN=}}
 
== Altri progetti ==
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