Gervasio Bitossi: differenze tra le versioni
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{{F|militari italiani|febbraio 2019}}
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|Nome =
|Immagine =Il 25° Comandante Col Bitossi.jpg
|Didascalia = Il 25º Comandante delle "Guide" Col Gervasio Bitossi
|Soprannome =
|Data_di_nascita = 2 ottobre 1884
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|Religione =
|Nazione_servita = [[File:Flag of Italy (1861–1946).svg|21px]] [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]]
|Forza_armata =
|Arma = [[Arma di Cavalleria|Cavalleria]]
|Corpo =
|Specialità =
|Unità =
|Reparto =
|Anni_di_servizio = 1903 - 1943 <br/> 1945 - 1946
|Grado = [[Generale di corpo d'armata]]
|Ferite =
|Comandanti =
|Guerre = [[Prima guerra mondiale]] <br/> [[Guerra d'Etiopia]] <br/> [[Guerra civile spagnola]] <br/> [[Seconda guerra mondiale]]
|Campagne = [[Invasione della Jugoslavia]] <br/> [[Campagna del Nordafrica]]
|Battaglie = [[Seconda battaglia di El Alamein]]
|Comandante_di = [[II Corpo d'armata (Regio Esercito)|II Corpo d'armata]] <br/> [[133ª Divisione corazzata "Littorio"]] <br/> [[4ª Divisione fanteria "Littorio"]] <br/> [[Reggimento "Cavalleggeri Guide" (19º)]] <br/> 1º Reggimento misto Trento <br/> Scuola centrale Truppe Celeri
|Decorazioni =
|Studi_militari =
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|Attività = generale
|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità = del Regio Esercito durante la seconda guerra mondiale, ricordato per il suo impegno nel tentativo, solo parzialmente
}}
== Carriera militare ==
Allievo del collegio militare "Nunziatella" di [[Napoli]] dal 16 ottobre 1900, entrò nel 1903 come allievo nell'Accademia militare di Modena, da cui uscì nel 1906 (118° su 228 allievi) con il grado di sottotenente di cavalleria il 14 settembre 1906. Assegnato al [[Reggimento "Lancieri di Montebello" (8º)|Reggimento "Lancieri di Montebello" (8°)]], in Pinerolo.
Il 23 settembre 1912 si sposa a Livorno con Clementina Coronedi, con la quale avrà quattro figli.
Aiutante maggiore nel Reggimento "Lancieri di Montebello" e comandante del 4
Svolge funzioni di S.M. presso vari comandi nei gradi di maggiore (1923) e di tenente colonnello (1926).
Nel 1928-29 è assegnato al Reggimento
Durante la [[guerra d'Etiopia]] (1935/1936), è al comando del 1º reggimento misto della Divisione motorizzata “Trento”, dislocato in Cirenaica e mai impiegato in Africa Orientale. Durante la permanenza in Libia, prosegue con fervore e passione la definizione dei criteri di impiego e addestrativi dei reparti carri dell’esercito italiano contribuendo moltissimo all'affermazione dell'adeguata mentalità carrista nei reparti carri dell'Esercito.
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Fu senz’altro uno dei massimi esperti italiani in fatto di carri armati e guerra motorizzata; fu autore di diversi articoli e studi sui mezzi corazzati e collaborò alla stesura delle prime normative dottrinali d'impiego delle unità carri armati.
Fu nel 1936/1937 comandante della Scuola Centrale Truppe Celeri (Roma), passando poi dal 9 settembre 1937 quale vice comandante della 2
Generale di brigata dal 31 luglio 1938, il 4 novembre parte per la Spagna ove il giorno seguente assume, in sostituzione del generale Bergonzoli, in seno al [[Corpo Truppe Volontarie]], il comando della
Il 10 marzo 1939 è promosso generale di divisione per meriti di guerra e rimane ferito una seconda volta il 30 maggio 1939. Rientra in Italia ed a Parma conserva il comando della Littorio che viene trasformata nella terza [[133ª Divisione corazzata "Littorio"|divisione corazzata dell'Esercito]] il 28 ottobre seguente (inquadrando il 33
Bitossi dall'11 aprile 1941, coadiuvato dal vice comandante della divisione Ruggero Cassata, conduce la ''Littorio'' nell'[[invasione della Jugoslavia]] occupando Karlovac, Sebenico, Knin, Mostar e Trebinjie. Per questi meriti verrà insignito, dal [[regime fascista]], della croce dell'O.M.I. nel luglio seguente.
Rientrato nella zona di Pordenone qui supervisiona la trasformazione e approntamento della Littorio in divisione corazzata interamente su carri medi (adatta all'impiego in Africa Settentrionale), sostituendo il 33
Nell'aprile seguente redasse "''Frammenti di una esperienza decennale di guerra motorizzata 1933-1943''", importante relazione indirizzata a [[Umberto II di Savoia]], i generali Ambrosio, Roatta, Sartoris, Cadorna e Sorice, per rendicontarli in merito alle reali condizioni in cui operò la sua grande unità nella campagna in Africa Settentrionale. Nel suo lungo scritto, Bitossi mette in evidenza con sincerità - pur senza lasciarsi andare a critiche - le scelte che sul campo vanificarono gli sforzi compiuti per l'approntamento e l'equipaggiamento della Littorio prima dell'invio della divisione in zona di guerra.
Dopo una lunga convalescenza per malattia riconosciuta causa di servizio, il 5 settembre assume il comando del II Corpo a Siena, giusto in tempo per l'armistizio. Viene catturato a Vicenza il 19 settembre ed internato dai Tedeschi a Schokken, campo per generali 64/Z sino al 1945.
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* Distintivo di Mutilato in guerra
* Distintivo di ferita in guerra
== Bibliografia ==
* Nicola Pignato, Antonio Rosati: ''Gervasio Bitossi: primo comandante della Cavalleria Carrista.'' In: Stato Maggiore dell'Esercito - Ufficio Storico (a.c.): ''Studi storico-militari 2004.'' Ufficio Storico SME, Roma 2007, pp. 5-95.
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