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Ma "Screwball", come qualcuno lo chiamava a Malta per via di un'imprecazione che era solito usare, non era invincibile. Su Malta fu abbattuto quattro volte.
Il 14 ottobre 1942 (il suo ultimo volo su Malta), Beurling decollò con altri sei piloti del suo 249°º Squadron, per intercettare un raid di Ju88, con una scorta di 60 Bf 109, Macchi 202 e Reggiane 2001, giunto alle 13.10. Gli Spitfire attaccarono la vasta formazione di aerei dell'Asse appena a sud di Zonqor Point. "Il falcone di Malta" mitragliò un bombardiere – che dichiarò abbattuto - ma fu colpito dal mitragliere dello Junker: "Mi fece almeno 30 buchi." Dichiarò di aver danneggiato subito dopo un Messerschmitt e di aver fatto saltare alla radice l'ala sinistra di un altro Bf 109. Pochi secondi dopo, un altro caccia tedesco lo colpì da sotto. Beurling fu ferito al tallone, al gomito e alle costole. Riuscì a fatica a lanciarsi con il paracadute. Cadde in mare dove venne recuperato. Durante questa azione in realtà nessun caccia tedesco venne distrutto in volo. Soltanto uno venne danneggiato in combattimento e dovette compiere un atterraggio di emergenza a San Pietro, in Sicilia. Beurling fu probabilmente abbattuto dall'Obfw Riker del 4/JG53 o dal Ltn Karl von Lieres del 2/JG27 (a cui venne accreditata la 26ª vittoria). La Luftwaffe in questo incontro non perse alcun caccia, soltanto un Bf 109 del I/JG53 rientrò danneggiato alla base, e il suo pilota, l'Obfw Josef Ederer dovette compiere un atterraggio di emergenza a Sa Pietro. Anche dei sette JU88 dichiarati abbattuti dalla RAF in realtà solo uno non rientrò alla base.<ref>Cull with Galea 2005, pp. 304-305.</ref> Beurling, ferito seriamente dalle schegge, si gettò con il paracadute. Ammarò e salì sul suo canotto gonfiabile. Il servizio di salvataggio di Malta accorse subito in suo aiuto, trovandolo più preoccupato di ritrovare la piccola bibbia che gli aveva donato sua madre che delle sue ferite, tra cui quella al [[tallone]] appariva particolarmente grave.<ref>Laddie Lucas (edit by). ''Wings of war''. Londra, Hutchinson, 1983 pag. 183.</ref>