Abba Lerner: differenze tra le versioni

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La carriera da studente di Lerner è brillante: pubblica vari lavori di primo rilievo sulla teoria economica e trova perfino il tempo per lanciare la ''Review of Economic Studies'' con i suoi colleghi [[Paul Sweezy]] ed [[Ursula Webb]]. I suoi scritti lo catapultano fra le prime linee della "rinascita" delle teorie [[Vilfredo Pareto|paretiane]], che durante gli [[Anni 1930|anni trenta]] ha permesso il consolidamento della [[Economia neoclassica|teoria neoclassica]].
 
Fra il [[1934]] e il [[1935]] presta servizio per sei mesi a [[Cambridge]], dove entra in contatto con [[John Maynard Keynes]]. Lerner successivamente sarà il primo [[Economia|economista]] "esterno" al cosiddetto "circolo keynesiano" ad afferrare pienamente il senso della [[Teoria generale dell'occupazione, dell'interesse e della moneta|Teoria Generale di Keynes]], diventando così uno dei pionieri del [[Economia post-keynesiana|post-keynesismo]]. Nel [[1936]] {{citazione necessaria|si sposa con [[Fraucine Klining]] (da cui avrà un figlio, Albert, nel dicembre di quell'anno) e}} viene assunto alla LSE come assistente. Nel [[1937]], emigra con la famiglia negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]], dove insegnerà in varie [[Università]] lungo tutta la sua carriera.<ref>Lerner ha insegnato presso la [[Columbia University]], l'[[Università della Virginia]], l'[[Università di Kansas City]], l'[[Università di Amherst]], la [[The New School|New School for Social Research]], la [[Roosevelt University]], l'[[Università Johns Hopkins]], l'[[Università statale del Michigan]] e l'[[Università della California, - Berkeley]].</ref>
 
Nonostante la quantità e la qualità dei suoi contributi, non vinse mai il [[Premio Nobel per l'economia]], né tantomeno guadagnò il giusto riconoscimento come uno dei migliori economisti del [[XX secolo]], né almeno sviluppò un seguito fra i suoi studenti. In parte ciò dipese dal suo continuo peregrinare, in parte (secondo Tibor Scitovsky dell'[[Università di Stanford]]) dalla sua "''implacabile logica'' [che] ''ha annullato qualsivoglia legame di fedeltà teorica da lui sviluppato'' [e] ''che lo ha fatto sembrare una persona fredda agli occhi di tutti''". Sicuramente quest'ultimo giudizio è influenzato dall'incapacità congenita di Lerner di impegnarsi nelle dinamiche "politiche" interne alle varie Università statunitensi in cui ha insegnato.
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Sempre nel [[1936]], Lerner pubblica la sua prima e più importante analisi della ''[[Teoria generale dell'occupazione, dell'interesse e della moneta]]'' di Keynes, fornendo una interessante critica del sistema keynesiano che lui poi riprese nel [[1939]] e nel [[1952]]. Le sue analisi sugli [[Investimento|investimenti]] e sul [[risparmio]] nell'ottica keynesiana ([[1937]], [[1938]], 1939, [[1944]]) risolvono la disputa sulla "preferenza a restare [[Liquidità|liquidi]]" e sui [[prestito (finanza)|prestiti]] contraibili, oltre che migliorare considerevolmente la [[teoria degli investimenti]] chiarendo il concetto del [[costo unitario]] del [[Capitale (economia)|capitale]] e mostrando la relazione fra [[produttività marginale]] del capitale e [[Efficienza (economia)|efficienza]] marginale dell'investimento (1936-37, [[1943]], [[1953]]).
 
Lerner è un efficace smantellatore dell'idea del "peso del debito" e degli altri argomenti comunemente usati contro le politiche di ''[[deficit spending]]''. Forse il suo più importante contributo in assoluto è lo sviluppo dei principi della [[finanza funzionale]] (1941, 1943, [[1944]], 1948, 1951, [[1961]], [[1973]]), la cui teoria propugna come obbiettivi il [[pieno impiego]] e la [[stabilità dei prezzi]], senza dare eccessivo peso al [[debito pubblico]]. Partendo da una ipotesi di [[bilancio dello Stato|bilancio]] in pareggio, se il [[Governo]] ha intenzione di aumentare la [[domanda aggregata]] per mantenere stabile il livello di [[Occupazione (lavoro)|occupazione]], le misure da intraprendere (aumento della [[spesa pubblica]] o diminuzione delle tasse) devono tendere alla creazione di un [[deficit]]. Se invece l'intenzione è quella di diminuire la [[domanda aggregata]], le misure da intraprendere (diminuzione della spesa pubblica o aumento delle tasse) devono tendere alla creazione di un [[Domanda e offerta|surplus]].
 
Queste proposte sono normalmente attribuite a [[John Maynard Keynes]], ma in realtà egli non le ha mai specificate. Pur essendo il naturale sviluppo delle sue teorie, Keynes stesso ne resta inizialmente scioccato. I ragionamenti di Lerner vengono attribuiti all'economista britannico poiché gli autori dei manuali di Economia, nel tentativo di spiegare il ragionamento di Keynes, si rifanno immediatamente a quello di Lerner. Come scrisse l'economista [[David Colander]], Keynes può essere considerato un "lerneriano" piuttosto che un "keynesiano".
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La mente di Lerner ribolle di nuove proposte di politica economica. Proprio le sue analisi sull'inflazione lo portano a formulare il "Market Anti-Inflation Plan" (MAP, [[1980]]). Il MAP è un piano di riduzione, o meglio di [[internalizzazione]], dei costi dell'inflazione attraverso un sistema di incentivi e disincentivi basato sulle forze del libero mercato. In base a tale sistema, un produttore le cui vendite in quel dato anno non raggiungano un particolare livello aggregato avrà diritto ad un "buono" per aumentare le sue vendite; viceversa, un produttore le cui vendite superino un particolare livello in quel dato anno subirà un disincentivo per ridurle. Questi "diritti di produzione" sono però commerciabili fra i vari produttori: in questo modo, il mercato internalizza le [[esternalità]] dovute all'inflazione e raggiunge l'obbiettivo di controllare il livello di [[domanda aggregata]], senza però perdere il dinamismo del libero mercato.
 
Lerner continua a sfornare analisi fino al giorno della sua morte. Nel [[1980]], pubblica un articolo in cui espone un suo piano per spezzare la posizione di dominanza assunta dall'[[OPEC]]. Il piano prevede l'applicazione di un [[dazio (economia)|dazio]] del 100% sulla differenza fra il prezzo attuale del [[petrolio]] proveniente dai Paesi dell'OPEC e il prezzo operato prima della nascita dell'organizzazione stessa, attualizzato all'inflazione corrente. Il suggerimento di Lerner (giudicato da molti economisti "a prova di bomba") avrebbe duplicatoraddoppiato gli effetti dell'[[elasticità della domanda]] dei Paesi consumatori, che avrebbero ridotto il consumo di petrolio in corrispondenza di prezzi eccessivamente alti e avrebbero dunque messo in seria crisi il [[cartello]] costituito dai Paesi OPEC. Il piano non è però mai stato adottato da nessun Paese.
 
== Opere ==