Elisabetta d'Asburgo: differenze tra le versioni

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|incoronazione = [[10 febbraio]] [[1454]]
|investitura =
|predecessore = [[Sofia di HalshanyAlšėniškė]]
|erede =
|successore = [[Elena di Mosca]]
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|GiornoMeseMorte = 30 agosto
|AnnoMorte = 1505
|AttivitàEpoca = 1400
|Epoca2 = 1500
|Attività = regina
|Nazionalità =
|Categorie = no
|FineIncipit = era la moglie del re [[Casimiro IV di Polonia]]<ref name="Brzezińska">{{cita|Brzezińska, 1999|p. 190}}.</ref> e quindi [[Consorti dei sovrani di Polonia|Regina consorte di Polonia]] e [[Consorti dei sovrani lituani|Granduchessa consorte di Lituania]]
}}
 
== Biografia ==
===Infanzia tumultuosa===
Elisabetta era la figlia dell'imperatore [[Alberto II d'Asburgo|Alberto II]]<ref name="Brzezińska"/>, e di sua moglie, [[Elisabetta di Lussemburgo]], figlia dell'imperatore [[Sigismondo di Lussemburgo|Sigismondo]]. La data esatta della sua nascita è sconosciuta, anche se si ipotizza che fosse tra il [[1436]] e l'inizio del [[1439]]<ref name="Duczmal">{{cita|Duczmal, 2012|p. 145}}.</ref>. Il cronista polacco Jan Długosz menzionò che gli inviati polacchi si recarono a [[Vienna]] nell'autunno [[1436]] per negoziare con l'imperatore Sigismondo un matrimonio tra le sue nipoti, [[Anna d'Asburgo (1432-1462)|Anna]] ed Elisabetta, che erano considerate eredi dei troni di [[Boemia]] e [[Ungheria]], con i principi polacchi [[Ladislao III di Polonia|Władysław]] e [[Casimiro IV di Polonia|Casimir]]. Mentre i negoziati si concludevano senza un accordo, permettevano agli storici di concludere che Elisabetta era nata nella prima metà del [[1436]]<ref name="Duczmal"/>.
 
I primi anni di vita di Elisabetta furono caratterizzati da disordini politici. Dopo la morte dell'imperatore Sigismondo nel dicembre del [[1437]], il padre di Elisabetta fu incoronato re di [[Ungheria]] e [[Boemia]]. I diplomatici polacchi continuarono a perseguire il piano per un matrimonio tra Casimiro ed Elisabetta, che avrebbe portato la [[Boemia]] in dote. Alberto II ricevette freddamente i diplomatici perché non aveva intenzione di cedere le sue pretese alla [[Boemia]]<ref name="Duczmal1">{{cita|Duczmal, 2012|pp. 149-150}}.</ref>. Nel marzo [[1439]], la sorella di Elisabetta, Anna, fu promessa in sposa a [[Guglielmo III di Turingia|Guglielmo III, Langravio di Turingia]], figlio di [[Federico I di Sassonia|Federico I, elettore di Sassonia]], e fu mandata vivere alla corte sassone<ref name="Duczmal2">{{cita|Duczmal, 2012|p. 144}}.</ref>.
 
Suo padre morì nell'ottobre del [[1439]] dopo una breve campagna contro l'[[Impero ottomano]]<ref name="Duczmal"/>. La sua vedova, incinta, si considerava l'unica erede legittima dell'imperatore Sigismondo e combatté per incoronare suo figlio [[Ladislao il Postumo]] come [[re d'Ungheria]], mentre i nobili ungheresi scelsero il re polacco [[Ladislao III di Polonia|Władysław III]]<ref name="Duczmal3">{{cita|Duczmal, 2012|pp. 145-146}}.</ref>. [6] La governante della principessa Elisabetta, [[Helene Kottanner]], rubò la Santa Corona d'Ungheria e la portò alla regina Elisabetta a [[Komárno]]<ref name="Duczmal4">{{cita|Duczmal, 2012|p. 146}}.</ref>. Ladislao fu incoronato il 15 maggio [[1440]], ma ciò non fermò la guerra civile. Per la loro sicurezza e protezione, i due figli di Alberto ed Elisabetta furono affidati a [[Federico III del Sacro Romano Impero|Federico III]], eletto ma non incoronato [[imperatore del Sacro Romano Impero]]<ref name="Duczmal4"/>. Come parte dell'accordo Elisabetta fu promessa in sposa a Federico, nipote di Federico III e figlio di [[Federico II di Sassonia|Federico II, elettore di Sassonia]], e [[Margherita d'Austria (1416-1486)|Margherita d'Austria]]<ref name="Duczmal5">{{cita|Duczmal, 2012|p. 150}}.</ref>.
 
===Alla corte imperiale===
Elisabetta e Ladislao furono inizialmente messi sotto la tutela di Anna von Pottendorf al [[castello di Forchtenstein]]<ref name="Duczmal4"/>. Quando la regina Elisabetta morì nel dicembre del [[1442]], l'imperatore Federico III continuò a prendersi cura degli orfani che passarono la maggior parte del tempo a [[Graz]] e a [[Wiener Neustadt]]. L'opposizione accusò l'imperatore di trascurare i bambini, ma potrebbe essere solo una propaganda politica<ref name="Duczmal4"/>. L'imperatore Federico III era noto per essere emotivamente distante e frugale, ma fornì anche a entrambi i bambini una buona educazione. Enea Silvio Piccolomini, segretario dell'imperatore e futuro [[papa Pio II]], scrisse il ''De liberorum educatione'' come manuale per educare i bambini<ref name="Duczmal6">{{cita|Duczmal, 2012|p. 147}}.</ref>.
 
Uno studio del [[1973]] sui resti di Elisabetta rivelò che molto probabilmente aveva la [[Malattia di Pott|tubercolosi spinale]] in giovane età<ref name="Duczmal7">{{cita|Duczmal, 2012|p. 160}}.</ref>. Ciò lasciò il suo scheletro visibilmente deformato: spina dorsale a forma di s, mascelle disallineate, testa inclinata a destra, torace deformato. L'inclinazione permanente della sua testa portò allo sviluppo stentato del lato destro della sua faccia. La sua faccia era stretta con un grande mento<ref name="Duczmal7"/>. Tuttavia, come ha dimostrato dalla sua longevità e le frequenti gravidanze, godeva di buona salute<ref name="Duczmal8">{{cita|Duczmal, 2012|p. 152}}.</ref>.
 
Nel [[1447]], Federico III propose di sposare Elisabetta a [[Carlo I di Borgogna|Carlo]], figlio di [[Filippo il Buono]], [[duca di Borgogna]]. Filippo aveva acquistato il [[Lussemburgo]] da [[Elisabetta di Lussemburgo|Elisabetta di Boemia]]. Federico III offrì 70.000 ducati, come dote di Elisabetta, in cambio del [[Lussemburgo]], ma Filippo chiese 120.000 ducati e le trattative caddero<ref name="Duczmal5"/>. Per ragioni sconosciute, il matrimonio programmato da Elisabetta a Federico di Sassonia, negoziato da sua madre, la Regina Elisabetta, non avvenne nonostante un trattato di matrimonio firmato nel luglio del [[1450]]<ref name="Duczmal5"/>.
 
Dopo la morte di [[Ladislao III di Polonia]] nella [[battaglia di Varna]] nel [[1444]], i nobili ungheresi riconobbero il loro re, [[Ladislao il Postumo]], il fratello di Elisabetta<ref name="Duczmal6"/>. Tuttavia, l'imperatore rifiutò di permettere a Ladislao di lasciare la sua corte. Le ambizioni politiche di [[Ulrico II di Cilli|Ulrico II, conte di Celje]], cugino della regina Elisabetta, lo portarono a chiedere la liberazione dei bambini e metterli sotto la sua custodia. Nel dicembre del [[1451]], quando l'Imperatore viaggiò a [[Roma]] per essere ufficialmente incoronato [[imperatore del Sacro Romano Impero]], prese con sé Ladislao ma lasciò Elisabetta a [[Vienna]]<ref name="Duczmal6"/>. I nobili austriaci si ribellarono contro Federico III e trasferirono Elisabetta alle cure di Ulrico. Elisabetta fece un appello pubblico in lacrime in una piazza della città chiedendo aiuto a lei e a suo fratello, trascurato e tenuto prigioniero dall'Imperatore<ref name="Duczmal9">{{cita|Duczmal, 2012|pp. 147-148}}.</ref>. Quando Federico III tornò nel giugno del [[1452]], i nobili austriaci lo costrinsero a rilasciare Ladislao ad Ulrico nel settembre seguente<ref name="Duczmal10">{{cita|Duczmal, 2012|p. 148}}.</ref>.
[[File:Giovanni da Capistrano and Polish King Casimir IV Jagiellon.PNG|thumb|Elisabetta e Casimiro IV che incontrano [[Giovanni da Capestrano]]]]
==Matrimonio==
===Regina di Polonia===
Nell'agosto del [[1452]], preparandosi per la [[Guerra dei tredici anni]] (1454-66) con i [[Cavalieri Teutonici]], i polacchi inviarono un'ambasciata a [[Vienna]] per negoziare nuovamente il matrimonio tra Elisabetta e l'attuale re [[Casimiro IV di Polonia]]<ref name="Duczmal11">{{cita|Duczmal, 2012|pp. 150-151}}.</ref>. Ulrico II, che ora aveva la custodia di Elisabetta, ricevette favorevolmente la proposta e mandò due dei suoi uomini in [[Polonia]]. L'accordo formale di matrimonio fu raggiunto nell'agosto del [[1453]] a [[Breslavia]] in presenza di nobili polacchi e austriaci<ref name="Duczmal12">{{cita|Duczmal, 2012|p. 151}}.</ref>. Secondo l'accordo, la dote di Elisabetta, garantita da suo fratello re [[Ladislao il Postumo]], era di 100.000 monete d'oro ungheresi. La dote era assicurata da terre in [[Austria]], [[Ungheria]] e [[Boemia]]. A sua volta, Casimiro donò [[Koło]], [[Opoczno]], [[Przedecz]] e una somma mensile di 5.000 monete d'oro delle [[miniere di sale]] di [[Bochnia]] e [[Wieliczka]]. Elisabetta dovette rinunciare alle sue pretese sulle terre dei sovrani austriaci; la rinuncia non si sarebbe applicata se suo fratello Ladislao fosse morto senza un erede maschio<ref name="Duczmal12"/>.
 
La sua dote non fu pagata immediatamente e questo le diede un pretesto per rivendicare le corone ungheresi e boeme<ref name="Duczmal13">{{cita|Duczmal, 2012|p. 153}}.</ref>. Alla fine, Elisabetta ricevette due terzi della sua dote. La terza della sua dote assicurata dalle terre della [[Boemia]] fu perdonata quando suo figlio [[Vladislao II di Boemia|Vladislao II]] divenne [[re di Boemia]]<ref name="Duczmal14">{{cita|Duczmal, 2012|p. 154}}.</ref>. Casimiro IV compensò la dote ritardata e fornì alla moglie sicurezza finanziaria quando nel dicembre [[1461]], dopo la morte della regina [[Sofia di HalshanyAlšėniškė|Sofia]], trasferì un certo numero di terre reali nei possedimenti di Elisabetta<ref name="Duczmal4"/>. Nel [[1467]], rinunciò alla sua rivendicazione sul [[ducato di Lussemburgo]]<ref name="Putnam">{{cita|Putnam, 1918|p. 53}}.</ref>.
 
Elisabetta arrivò in [[Polonia]] nel febbraio del [[1454]] con un seguito di novecento cavalieri<ref name="Duczmal12"/>. Secondo quanto riferito, Casimiro fu informato che Elisabetta non era una donna attraente e stava riconsiderando il matrimonio, ma si inchinò alla pressione della sua corte<ref name="Duczmal15">{{cita|Duczmal, 2012|pp. 151-152}}.</ref>. Il 9 febbraio Elisabetta arrivò a [[Cracovia]] e fu accolta da Casimiro e sua madre. Il giorno dopo fu celebrato il matrimonio e fu incoronata regina di Polonia<ref name="Duczmal8"/>. Il loro matrimonio fu felice e rafforzò i rapporti fra gli [[Asburgo]] e gli [[Jagelloni]]. Elisabetta, nonostante le frequenti gravidanze, accompagnò il marito in quasi tutti i viaggi, incluse una trentina di visite al [[Granducato di Lituania]]. Si separavano raramente e per brevi periodi di tempo in cui Casimiro era in guerra<ref name="Duczmal8"/>. I bambini ricevettero un'istruzione approfondita, che fu accreditata ad Elisabetta da [[Marcin Kromer]]. I loro tutori comprendevano il prete polacco [[Jan Długosz]] e l'umanista italiano [[Filippo Buonaccorsi]]<ref name="Duczmal13"/>.
 
Ella diede al marito 13 figli e passò alla storia con gli appellativi di "Madre degli Jagelloni" e "Madre di Re":
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* Elżbieta (Elisabetta III) (1482–1517), sposò [[Federico II di Legnica|Federico II, duca di Legnica e Brieg]].
 
Elisabetta ebbe influenza su suo marito, ma non svolse un ruolo politico<ref name="Duczmal16">{{cita|Duczmal, 2012|p. 161}}.</ref>. Invece fu molto coinvolta nell'organizzazione dei matrimoni delle sue figlie. La sua influenza fu particolarmente evidente durante i negoziati per il matrimonio di sua figlia [[Jadwiga Jagellona|Hedwig]] con [[Giorgio di Baviera]] nel dicembre [[1474]]. Elisabetta non organizzò i matrimoni dei suoi figli.
 
===Lotta per l'Ungheria e la Boemia===
Dopo la morte, nel [[1457]], del fratello senza figli di Elisabetta, il re [[Ladislao il Postumo]], lei e la sua famiglia iniziarono ad avanzare le loro pretese sui troni di [[Boemia]] e [[Ungheria]]<ref name="Duczmal13"/>. I polacchi sostenevano che dal momento che la dote di Elisabetta non era stata pagata, avevano il diritto su quelle terre. Tuttavia, la [[Bolla d'oro]] del [[1356]] non riconosceva i diritti di successione delle donne e i nobili ungheresi e boemi consideravano la loro monarchia elettiva, non ereditaria<ref name="Duczmal13"/>. Pertanto, elessero [[Mattia Corvino]] e [[Giorgio di Poděbrady]]. Poiché la [[Polonia]] era impegnata nella [[guerra dei tredici anni]], il re Casimiro IV non poté far valere le pretese di Elisabetta. Nel [[1466]], il vescovo Rudolf di Rüdesheim informò Elisabetta che [[papa Paolo II]] considerava [[Giorgio di Poděbrady]] un eretico ed Elisabetta erede legittima al trono di Boemia<ref name="Duczmal17">{{cita|Duczmal, 2012|pp. 153-154}}.</ref>. Quando [[Mattia Corvino]] si propose alla figlia di Elisabetta, Edvige nel [[1468]], Elisabetta rifiutò irosamente e chiamò Corvino un "cane"<ref name="Duczmal18">{{cita|Duczmal, 2012|p. 155}}.</ref>.
 
Un nuovo capitolo nella lotta di Elisabetta per la sua eredità iniziò con la morte di Poděbrady nel [[1471]] e il figlio di Elisabetta [[VladislaoLadislao II di Boemia|VladislaoLadislao II]] divenne [[re di Boemia]]<ref name="Duczmal18"/>. Allo stesso tempo un gruppo di nobili della Boemia cattolica sostenevano Corvino invece di Vladislao II. A sua volta, un gruppo di nobili ungheresi cospirò contro Corvino e invitò il re polacco a rovesciarlo. Con la [[Boemia]] nelle mani di Vladislao, il re Casimiro IV decise di installare suo figlio, il futuro [[San Casimiro]], in [[Ungheria]]. L'esercito polacco invase l'[[Ungheria]], ma l'esercito fu mal fornito e la breve campagna ungherese non ebbe successo<ref name="Duczmal19">{{cita|Duczmal, 2012|p. 305}}.</ref>. La guerra in [[Boemia]] continuò fino a quando la [[pace di Olomouc]] divise la [[Boemia]] tra Corvino e Vladislao II.
 
Dopo la morte di Corvino nell'aprile del [[1490]], Casimiro ed Elisabetta sostennero il loro figlio [[Giovanni I Alberto di Polonia|Giovanni I Alberto]] come re d'[[Ungheria]]<ref name="Duczmal20">{{cita|Duczmal, 2012|p. 157}}.</ref>. I nobili ungheresi preferivano l'inefficace Vladislao II. Dopo le suppliche di Elisabetta a nome di Giovanni Alberto, che secondo come riferito era il suo favorito, non riuscì a persuadere Vladislao II ad abbandonare la corona ungherese e scoppiò una guerra tra i due fratelli nel giugno [[1490]] e durò fino al gennaio [[1492]]<ref name="Duczmal20"/>. Giovanni Alberto perse e ritornò in [[Polonia]], mentre Vladislao II fu incoronato [[re d'Ungheria]]. Alla fine, il figlio di Elisabetta governò sia l'[[Ungheria]] che la [[Boemia]].
 
==Regina madre==
Casimiro IV morì il 7 giugno [[1492]]. Gli storici dell'arte credono che lei abbia ingaggiato l'artista [[Veit Stoss]] per creare la tomba di Casimiro e l'effigie giacente<ref name="Duczmal20"/>. Il trono lituano era già stato assicurato ad [[Alessandro Jagellone|Alessandro]]. Elisabetta intraprese azioni decisive per assicurare il trono polacco al suo figlio prediletto Giovanni Alberto<ref name="Duczmal20"/>. Ancora più importante, prese in prestito 5.675 fiorini dalla famiglia delle banche Fischel e ingaggiò un gruppo di soldati ungheresi. Questi soldati, guidati dal figlio di Elisabetta, [[Fryderyk Jagiellończyk|Fryderyk]], marciarono fino a [[Piotrków Trybunalski]], dove i nobili polacchi eleggevano Giovanni Alberto come loro re il 27 agosto<ref name="Duczmal21">{{cita|Duczmal, 2012|p. 158}}.</ref>.
 
Vedova, Elisabetta condusse una vita sedentaria a [[Cracovia]] in compagnia delle sue figlie più giovani<ref name="Duczmal21"/>. La sua unica mossa politica conosciuta durante il regno di Giovanni Alberto era chiedere al re di sostenere [[Federico di Sassonia]] nella sua ricerca del titolo di Gran Maestro dei [[Cavalieri Teutonici]]<ref name="Duczmal21"/>. Tuttavia, ha continuato a svolgere un ruolo attivo nelle questioni familiari. All'inizio del [[1495]], si recò a [[Vilnius]] per assistere alle nozze di suo figlio Alessandro e [[Elena di Mosca]]. Elisabetta voleva convincere Elena a convertirsi al cattolicesimo e ottenere una posizione per suo figlio [[Sigismondo I Jagellone|Zygmunt]]<ref name="Duczmal21"/>. Ha fallito in entrambi i casi e forse a causa di questo che rimase passiva quando ricevette la notizia della morte di Giovanni Alberto, e non sostenne Alessandro come candidato al trono polacco<ref name="Duczmal22">{{cita|Duczmal, 2012|pp. 158-159}}.</ref>.
 
==Morte==
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|14 = [[Ermanno II di Cilli]]
|28 = [[Ermanno I di Cilli]]
|29 = [[Caterina di Bosnia, contessa di Cilli|Caterina di Bosnia]]
|15 = [[Anna di Schaunberg]]
|30 = [[Enrico VIII di Schaunberg]]<ref name="Stulz">{{Cita libro|cognome=Stülz| nome=Jodok| titolo=Zur Geschichte der Herren und Grafen von Schaunberg| titolotradotto=On the history of the lords and counts of Schaunberg| url=https://books.google.com/books?id=SatBAAAAcAAJ&pg=PA86| anno=1862| lingua=de| p=86}}</ref>
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== Bibliografia ==
* {{de}} Constantin Wurzbach, ''Biographisches Lexikon des Kaisertums Österreich'', Vienna, 1860, Vol. VI, p.&nbsp;167 [http://www.literature.at/webinterface/library/ALO-BOOK_V01?objid=11804&page=175&zoom=3&ocr= (versione online)]
*{{Cita libro|url=https://books.google.ca/books?id=rbWZAgg9a5EC&pg=PA190 |capitolo=Female Control of Dynastic Politics |autore-capitolo-nome=Anna |autore-capitolo-cognome=Brzezińska |editore=Central European University Press |titolo=The Man of Many Devices, who Wandered Full Many Ways |anno=1999 |accesso=25 ottobre 2012 |curatore=Balázs Nagy |curatore2=János M. Bak |curatore3=Marcell Sebők |isbn=963911667X|cid=Brzezińska, 1999}}
* {{Cita libro|cognome=Duczmal |nome=Małgorzata |titolo=Jogailaičiai |città=Vilnius |anno=2012 |editore=[[Mokslo ir enciklopedijų leidybos centras]] |isbn=978-5-420-01703-6 |lingua= lt |altri=translated by Birutė Mikalonienė and Vyturys Jarutis|cid=Duczmal, 2012}}
* {{Cita libro|cognome=Putnam |nome=Ruth |titolo=Luxemburg and Her Neighbours: A Record of the Political Fortunes of the Present Grand Duchy from the Eve of the French Revolution to the Great War, with a Preliminary Sketch of Events from 963 to 1780 |url=https://books.google.com/books?id=u5svAAAAYAAJ&pg=PA53 |editore=G. P. Putnam's Sons |anno=1918 |cid=Putnam, 1918}}
 
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