Linguistica comparativa: differenze tra le versioni

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{{C|pagina costruita più come saggio che come voce enciclopedica dove i contenuti, sebbene in genere corretti, vengono presentati secondo un'organizzazione e con una prosa che non si rifanno a fonti, ma a scelte arbitrarie (cfr. in particolare le sezioni "Critiche" e "Giudizio"). Totale assenza di note, bibliografia praticamente simbolica|linguistica|novembre 2012}}
{{F|linguistica|novembre 2012}}
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In [[linguistica]], il [[metodo comparativo]] è il procedimento di analisi e di [[ricostruzione (linguistica)|ricostruzione]] delle [[lingua (linguistica)|lingue]] attraverso l'accostamento e il confronto di vari elementi, sia all'interno di un medesimo idioma sia tra idiomi differenti. In [[linguistica storica]], il metodo comparativo è una tecnica applicata dai linguisti per dimostrare le relazioni genetiche tra le lingue, mentre in linguistica comparativa è uno strumento volto a determinare la regolarità (o l'assenza) di determinati fenomeni evolutivi all'interno di uno stesso idioma.
 
Il [[comparativismo]] relativo alla linguistica ha avuto particolare rilievo nel campo dell'[[indoeuropeistica]], ossia la scienza che mira alla [[Ricostruzione (linguistica)|ricostruzione]] dell'estinta e preistorica [[lingua indoeuropeaprotoindoeuropea]] a partire dalle sue [[lingue indoeuropee|eredi storiche]]. Introdotto sistematicamente da [[Franz Bopp]] e da [[Rasmus Rask]] negli [[Anni 1810|anni dieci]] del [[XIX secolo]], il metodo ha consentito, attraverso la comparazione [[fonetica]], [[lessico|lessicale]] e [[grammatica|grammaticale]]le delle lingue indoeuropee, una ricostruzione approssimativa della lingua indoeuropea, divenendo il cardine della linguistica storico-comparativa.
 
All'interno di una singola lingua, il metodo consiste nel raffrontare sistematicamente vari elementi simili all'interno di un idioma, per determinarne le regolarità e, di conseguenza, le leggi di evoluzione. Un esempio di questo genere di applicazione è la [[legge di Grimm]], che descrive l'evoluzione dal [[protoindoeuropeo]] al [[protogermanico]] delle [[Consonante occlusiva|consonanti occlusive]].
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*'''crēdere''' = croire
 
Appartengono ai campi di ricerca della linguistica comparativa:
* La linguistica storico-comparativa ([[linguistica diacronica]]), fondata nel XIX secolo e oggetto di indagini con l´'aiuto del confronto linguistico, che è riuscito a redigere la stesura di [[famiglie linguistiche]] presenti fra le varie lingue, così come l'origine di queste. Da queste ricerche sono nate diverse discipline come la [[linguistica indoeuropea]], la [[semitistica]] o l'[[ugro-finnistica]]. La presunta parentela linguistica viene chiamata [[parentela genetica in linguistica]].
 
* La [[linguistica contrastiva]], denominata soprattutto in Europa dell´Est anche linguistica confrontativa, che confronta fra loro le lingue dal punto di vista [[sincronia|sincronico]], si concentra soprattutto sulla [[tipologia linguistica]] e sulla [[didattica delle lingue]] straniere (ad esempio la ricerca di possibili [[interferenza linguistica|interferenze linguistiche]], i problemi dell'[[apprendimento della seconda lingua|acquisizione delle lingue straniere]], ecc.). Se le lingue esaminate sono in contatto l'una con l´'altra, si parla di ''linguistica di contatto''.
 
* La [[tipologia linguistica]]
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==Origini della linguistica comparativa==
===L'evoluzione linguistica come era vista nell'antichità===
L’ideaL'idea di [[mutamento linguistico]] non era molto chiara agli antichi in quanto adducevano al ''bisogno'' il motivo base della nascita di parole nuove.
 
Ad esempio [[Quinto Orazio Flacco]] scrive:
{{quoteCitazione|Molti vocaboli che già sono caduti rinasceranno, e cadranno <br />quelli che sono ora in auge, se lo vorrà il bisogno|''[[Ars poetica]]'' vv.70-71|''Multa renascentur quae iam cecidere, cadentque''<br/>''quae nunc sunt in honore vocabula, si volet usus''|lingua=la}}
tuttavia, non andavano per lo più oltre l’ideal'idea dell’innovazionedell'innovazione del [[lessico]], considerando gli arcaismi lessicali, sintattici e morfologici dei poeti non altro che ''licentiae'' dettate da ragioni di ordine stilistico, metrico e ritmico.
 
Anche sul piano delle parentele linguistiche, né i [[greci]] né i [[latini]] andarono molto oltre qualche occasionale intuizione: [[Platone]] (''[[Cratilo]]'' 410 a), notava l’affinitàl'affinità esistente fra parole greche come ὕδωρ e κύων e i loro corrispondenti in [[Frigia|frigio]], ma non andò oltre l’ideal'idea che esse fossero prestiti.
 
[[Aristotele]], spiegando in termini di trasposizione, sottrazione o scambio di lettere gli arcaismi di [[Omero]] come licenze poetiche, finiva addirittura per far derivare forme arcaiche da forme più recenti delle stesse parole (''[[Poetica (Aristotele)|Poetica]]'' 1458 a), denunciando il fissismo della sua visione del linguaggio.
 
Nella [[Roma]] dell'[[impero romano|età imperiale]], il grammatico [[Rufio Festo]] notava la corrispondenza fra l'aspirazione iniziale di molte parole greche e la ''sibilante'' con cui cominciavano i termini corrispondenti in latino (ὑλή → ''silva''; ἕξ → ''sex''; ἑπτά → ''septem''): ne ricavò l’ideal'idea che il [[lingua latina|latino]] fosse un particolare [[dialetti greci|dialetto greco]], affine all’all'[[dialetto eolico|eolico]], con cui condivideva la baritonesi (tendenza a non accentare l'ultima sillaba).
 
[[ImmagineFile:Pieter Bruegel the Elder - The Tower of Babel (Vienna) - Google Art Project - edited.jpg|thumb|left|200px|''La torre di Babele'' (1563), Pieter Brueghel il Vecchio]]
 
Lo stato delle ricerche non cambiò molto nel [[Medioevo]] e nel [[Rinascimento]]. L’umanistaL'umanista [[Giuseppe Giusto Scaligero]] ([[1540]]-[[1609]]) ebbe l’intuizionel'intuizione della '''parentela fra le lingue''', identificando undici '''lingue madri''', fra cui la radice comune del [[Lingue germaniche|germanico]], che lui chiamò '''lingua Gott''' (dal tedesco ''Gott'': Dio), ma si limitò a paragonarne il lessico. Il mercante e letterato toscano [[Filippo Sassetti]] ([[1540]]-[[1588]]), in [[India]] per ragioni d'affari, si spinse un po' oltre, notando alcune somiglianze tra le lingue europee e quelle indiane, ma anch'egli non si discostò dai paragoni lessicali.
 
===La nascita del metodo comparativo===
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Solo con la fine del [[XVIII secolo|Settecento]] le cose cominciarono a cambiare. Il [[metodo comparativo]] ebbe il suo precursore in [[Christian Jacob Kraus]] ([[1753]]-[[1807]]), il quale definì il concetto di ''tavola comparativa'' tra forme grammaticali delle lingue. Nel [[1781]] [[Johann Christoph Adelung]] definì i concetti di ''varietà dialettale'', ''lingua imparentata'', e lingua totalmente differente rispetto a una qualsiasi lingua coinvolta in un esame comparatistico.
 
Il salto di qualità che portò alla formulazione dell’ipotesidell'ipotesi di una lingua madre comune per le lingue antiche d’Europad'Europa avvenne grazie a una circostanza storica ben precisa, l’avvicinamentol'avvicinamento della cultura europea a quella antica indiana, all’epocaall'epoca della conquista dell’Indiadell'India da parte dell’dell'[[Inghilterra]]. Nel [[1786]] l’altol'alto magistrato del [[Bengala]] Sir William Jones ([[1746]]-[[1794]]) tenne una conferenza il cui testo pubblicato nel [[1788]] apprezzava la struttura della [[lingua sanscrita]], avanzando l’ipotesil'ipotesi che il [[lingua latina|latino]], il [[lingua greca|greco]], il [[lingue celtiche|celtico]], il [[lingua gotica|gotico]] e il sanscrito scaturissero "da una fonte comune che forse non esiste nemmeno più": nacque così l’ipotesil'ipotesi di una lingua madre ancestrale di tutte le parlate dell’Indiadell'India e dell’Europadell'Europa.<ref>Sir Jones ebbe come precursore Andreas Jäger, che nel libro ''De Lingua vetustissima Europae'' (1686) sostenne che il [[lingua greca|greco]], il [[lingua latina|latino]], il [[lingua celtica|celtico]], il [[lingue germaniche|germanico]], lo [[lingue slave|slavo]] e il [[Lingua persiana|persiano]] (che chiamava ''[[sciti]]co'') derivassero da una lingua estinta dal suggestivo nome di ''scitoceltico'', ipoteticamente parlato nel [[Caucaso]].</ref>
 
[[ImmagineFile:Franz Bopp.jpg|thumb|120pxupright=0.5|[[Franz Bopp]]]]
 
L'ipotesi di Jones cadde però nell’oblionell'oblio, tanto che l’ideal'idea fu riproposta da [[Friedrich Schlegel]] ([[1772]]-[[1829]]), nel suo libro ''Über die Sprache und Weisheit der Indier'' ("Sulla lingua e la saggezza degli Indiani") 1808, nel quale per la prima volta si parla di ''grammatica comparativa'' (''vergleichende Grammatik''). Ma solo con [[Franz Bopp]] ([[1791]]-[[1867]]) e il suo storico ''Konjugationssystem'' ("Sistema delle coniugazioni") 1816, si giunse a una definitiva formulazione dei principi concreti e sistematici dell’''analisi linguistico-comparativa'', e all'ingresso del programma enunciato da Jones e Schlegel nell'ambito della [[linguistica]] propriamente detta. Bopp fu il primo a fondare le definizioni di Adelung su due indicazioni essenziali:
#la concordanza del materiale linguistico
#la concordanza della struttura grammaticale.
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Come si vede la linguistica comparativa nasce in Europa fra la fine del [[XVIII secolo|Settecento]] e l'inizio dell'[[XIX secolo|Ottocento]], in area germanica, nel clima culturale creato dal [[Romanticismo]]. Le prime lingue indoeuropee ad essere confrontate fra di loro, e a essere riconosciute come sottofamiglia della lingua madre, furono appunto le [[lingue germaniche]], oggetto delle fondamentali analisi di Grimm, il quale formulò la famosa legge fonetica della [[rotazione consonantica]] o ''Lautverschiebung'' (dal ted. ''Laut'', "suono, fonema", + ''Verschiebung'', "spostamento, slittamento" -cfr. l'inglese ''shift''), che descrive l'esito particolare che in germanico hanno le [[consonanti occlusive]] indoeuropee. Con la formulazione della sua legge, Grimm definiva anche, più in generale, il concetto di mutamento fonetico come un fenomeno specifico delle lingue, dotato di regolarità e occorrente in particolari condizioni di articolazione della parola. Il germanico veniva così con Grimm acquisendo un volto linguistico definito, come sottogruppo dell'indoeuropeo.
 
== Critiche alla linguistica comparativa ==
 
I linguisti contemporanei condividono ancora le basi originarie del metodo comparativo, cioè:
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Una fonte di mutamenti sporadici riconosciuta dagli stessi neogrammatici è l'analogia, in cui una parola viene cambiata per avvicinarsi ad un'altra parola che viene considerata in qualche modo collegata. Ad esempio la parola "nove" in russo, per i mutamenti regolari dal [[protoslavico]], dovrebbe essere */nʲevʲatʲ/, ma in realtà è /dʲevʲatʲ/. Si pensa che la nʲ- iniziale sia mutata in dʲ- per l'influenza della parola /dʲesʲatʲ/ ("dieci").
 
==== Applicazione graduale ====
Più recentemente, William Labov ed altri linguisti che hanno studiato i mutamenti linguistici contemporanei in dettaglio hanno scoperto che anche un mutamento sistematico viene dapprima applicato in maniera non sistematica, in una percentuale dipendente da vari fattori sociali. Spesso il mutamento inizia a riguardare alcune parole nella lingua, e poi si diffonde gradualmente ad altre. Queste osservazioni indeboliscono la formulazione estremistica dell'assioma neogrammatico: "le leggi fonetiche non hanno eccezioni".
 
=== Problemi del modello ad albero ===
Un'altra debolezza del metodo comparativo è la dipendenza dal cosiddetto modello ad albero (''Stammbaum''). In questo modello, le lingue figlie sono considerate diramazioni che gradualmente si distanziano sempre più dalla protolingua, attraverso l'accumulo di mutamenti fonologici, morfosintattici e lessicali; e a loro volta si dividono in ulteriori lingue figlie. Questo modello è usualmente rappresentato da diagrammi ad albero rovesciato. Ad esempio, ecco un diagramma (incompleto) delle lingue uto-azteche, parlate in Messico e negli Stati Uniti sudoccidentali:
 
[[ImmagineFile:Uto-Aztecan Family Tree.jpg|none|720px|center]]
 
Si noti che il modello ad albero non riflette la realtà dei mutamenti linguistici. Poiché le lingue cambiano gradualmente, vi sono lunghi periodi in cui dialetti diversi di una lingua evolvendosi in lingue separate, rimangono in contatto e si influenzano l'un l'altro. Anche una volta separate, lingue geograficamente vicine continueranno ad influenzarsi, spesso condividendo innovazioni grammaticali, fonologiche e lessicali. Un cambiamento in una lingua di una famiglia si diffonderà spesso a lingue vicine; e più cambiamenti possono sovrapporsi parzialmente, come onde sulla superficie di uno stagno, attraversando i confini di lingue e dialetti, ognuno con un proprio ambito casualmente delimitato (Fox 1995:129). Il diagramma seguente illustra questa concezione del mutamento linguistico, chiamata modello ad onda:
 
[[ImmagineFile:Wave Model Schmidt.jpeg|none|300px|center]]
 
Questa è una riformulazione integrale delle basi del metodo comparativo neogrammatico, che si era fondato interamente sull'assunto che ogni lingua abbia un singolo precursore genetico, e che la relazione genetica tra due lingue sia dovuta alla loro derivazione da un antenato comune.
Il modello proposto dalla teoria delle onde è piuttosto diverso. In pratica, rispetto al vecchio concetto di derivazione genetica, affine a un determinismo di tipo quasi meccanicistico, l'evoluzione della linguistica comparativa verso la teoria delle onde somiglia a quello che è nella [[storia della [[fisica]] il passaggio dall'idea di [[azione per contatto]], all'idea di [[campo di forze]]. Al centro della teoria delle onde, fondamentale per la [[dialettologia]], sta il concetto di [[isoglossa]], che definisce sul territorio una linea di confine su cui si registrano singoli fenomeni linguistici notevoli (innovazioni fonetiche, morfosintattiche e lessicali).
 
=== Non-uniformità della protolingua ===
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=== Lingue creole ===
 
Frequente è il caso che l'influsso di una lingua di superstrato, sovrappostasi cioè a una lingua preesistente, determini la creazione di una lingua ibrida, o [[creololingua creola|creola]]. Il fenomeno è designato col termine di ''ibridazione linguistica'' o ''creolizzazione''. Fenomeni di creolizzazione a largo raggio, che interessino più lingue vicine in un'area più o meno vasta, per il sovrapporsi di influssi di adstrato, determinano il nascere di una "[[lega linguistica]]", vale a dire un gruppo di dialetti in origine non imparentati, che finiscono per convergere evolutivamente.
 
La creolizzazione linguistica rende problematica la ricostruzione di fasi arcaiche dell'evoluzione delle lingue.
 
{{vedi anche|Lingua creola}}
 
=== Soggettività della ricostruzione ===
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== Giudizio complessivo ==
 
Alla luce di queste critiche, occorre essere prudenti con le ricostruzioni e gli alberi ottenuti dal metodo comparativo. La maggior parte dei linguisti comunque continua ad usarlo, pur riconoscendone i difetti. Fox (19971995:141-2), ad esempio, conclude:
 
{{quoteCitazione|The Comparative Method as such is not, in fact, historical; it provides evidence of linguistic relationships to which we may give a historical interpretation. ...The interpretative processes must therefore weight up the evidence provided by the Comparative Method in conscious knowledge of these weaknesses, and in the light of other relevant considerations, if they are to give historical validity to the reults. ...Our interpretation of the findings of the method have doubtless changed as more has been learnt of the historical processes involved, and this has probably made historical linguists less prone to equate the idealizations required by the method with historical reality. ...Provided we keep [the interpretation of the results and the method itself] apart, the Comparative Method can continue to be used in the reconstruction of earlier stages of languages.}}
 
{{quoteCitazione|Il metodo comparativo in quanto tale non è, di fatto, storico, ma fornisce la prova di rapporti linguistici a cui si può dare una interpretazione storica. ... I processi interpretativi devono quindi soppesare le prove fornite con il metodo comparativo pur tenendo consapevolmente presenti queste debolezze, e alla luce di altre considerazioni pertinenti, se si vuole che diano validità storica ai risultati. ... La nostra interpretazione dei risultati del metodo è senza dubbio cambiata dopo aver aumentato la nostra conoscenza dei processi storici coinvolti, e questo probabilmente ha reso i linguisti storici meno inclini a equiparare le idealizzazioni richieste dal metodo con la realtà storica. A patto che riusciamo a tenere separati [l'interpretazione dei risultati e il metodo stesso], il metodo comparativo può continuare ad essere utilizzato nella ricostruzione delle fasi primitive delle lingue.}}
 
==Note==
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==Bibliografia==
* Raimo Anttila, ''Historical and Comparative Linguistics'' (Benjamins, 1989) ISBN 90-272-3557-0
*{{cita libro| Francisco| Villar| wkautore=Francisco Villar| Gli Indoeuropei e le origini dell'Europa| 1997| Il Mulino| Bologna}} ISBN 8815057080
* [[Franz Bopp]], ''Über das Conjugationssystem der Sanskritsprache in Vergleichung mit jenem der griechischen, lateinischen, persischen und germanischen Sprache'', Andreaischen Buchhandlung, Francoforte sul Meno, 1816. Ora in: {{cita libro | curatore=Roy Harris |titolo=Über das Conjugationssystem der Sanskritsprache in Vergleichung mit jenem der griechischen, lateinischen, persischen und germanischen Sprache; Uber die celtischen Sprachen | editore=Routledge | città=Londra-New York| anno=1999| lingua= tedesco | isbn=0-415-20463-1}}
* {{cita libro| autore = Clackson, James| titolo = Indo-European linguistics: An Introduction| anno = 2007| editore = London: Cambridge University Press| id = ISBN 978-0-521-65367-1}}
* {{cita libro| autore = Anna G. Ramat, Paolo Ramat| titolo = Las lenguas indoeuropeas| anno = 1995| editore = Madrid: Ed. Cátedra| id = ISBN 84-376-1348-5}}
* {{cita libro| autore = Lyovin, Anatole V.| titolo = An Introduction to the Languages of the World| anno = 1997| editore = New York: Oxford University Press, Inc.| id = ISBN 0-19-508116-1}}
* [[August Schleicher]]: ''Compendium der vergleichenden Grammatik der indogermanischen Sprachen.'' (Kurzer Abriss der indogermanischen Ursprache, des Altindischen, Altiranischen, Altgriechischen, Altitalischen, Altkeltischen, Altslawischen, Litauischen und Altdeutschen.) (2 vols.) Weimar, H. Boehlau (1861/62); reprinted by Minerva GmbH, Wissenschaftlicher Verlag, ISBN 3-8102-1071-4
* [[Karl Brugmann]], [[Berthold Delbrück]], ''Grundriss der vergleichenden Grammatik der indogermanischen Sprachen'' (1886–1916).
* Raimo Anttila, ''Historical and Comparative Linguistics'' (Benjamins, 1989) ISBN 90-272-3557-0
* Theodora Bynon, ''Historical Linguistics'' (Cambridge University Press, 1977) ISBN 0-521-29188-7
* {{cita libro| autore = Clackson, James| titolo = Indo-European linguistics: An Introduction| anno = 2007| editore = London: Cambridge University Press| idisbn = ISBN 978-0-521-65367-1}}
* Richard D. Janda and Brian D. Joseph (Eds), ''The Handbook of Historical Linguistics'' (Blackwell, 2004) ISBN 1-4051-2747-3
* {{cita libro|autore = Anthony Fox|titolo=Linguistic Reconstruction: An Introduction to Theory and Method|url = https://archive.org/details/linguisticrecons0000foxa|città =New York|editore =Oxford University Press|anno = 1995}}
* Richard D. Janda and Brian D. Joseph (Edseds), ''The Handbook of Historical Linguistics'' (Blackwell, 2004) ISBN 1-4051-2747-3
* Roger Lass, ''Historical linguistics and language change''. (Cambridge University Press, 1997) ISBN 0-521-45924-9
* [[Winfred P. Lehmann]], ''Historical Linguistics: An Introduction'' (Holt, 1962) ISBN 0-03-011430-6
* {{cita libro| autore = Lyovin, Anatole V. Lyovin| titolo = An Introduction to the Languages of the World| url = https://archive.org/details/introductiontola0000lyov| anno = 1997| editore = New York: Oxford University Press, Inc.| idisbn = ISBN 0-19-508116-1}}
* {{cita libro| autore = Anna G.Giacalone Ramat, Paolo Ramat| titolo = LasLe lenguaslingue indoeuropeasindoeuropee| anno = 19951994| editore = Madrid:Il Ed. CátedraMulino| idisbn = ISBN 84978-8-376815-134804346-57}}
* [[August Schleicher]]: ''Compendium der vergleichenden Grammatik der indogermanischen Sprachen.'' (Kurzer Abriss der indogermanischen Ursprache, des Altindischen, Altiranischen, Altgriechischen, Altitalischen, Altkeltischen, Altslawischen, Litauischen und Altdeutschen.) (2 vols.) Weimar, H. Boehlau (1861/62); reprinted by Minerva GmbH, Wissenschaftlicher Verlag, ISBN 3-8102-1071-4
* R.L. Trask (ed.), ''Dictionary of Historical and Comparative Linguistics '' (Fitzroy Dearborn, 2001) ISBN 1-57958-218-4
*{{cita libro| Francisco| Villar| wkautore=Francisco Villar| Gli Indoeuropei e le origini dell'Europa| 1997| Il Mulino| Bologna|isbn= 88-15-05708-0}} ISBN 8815057080
* [[Johann Kaspar Zeuss |I.C.Zeuss]], ''Grammatica Celtica e monumentis vetustis tam Hibernicae linguae quam Britannicarum dialectorum Cambriacae Cornicae Aremoricae comparatis Gallicae priscae reliquis'', construxit I.C.Zeuss, Phil. Dr. Hist. Prof., editio altera curavit Hermann Wilhelm Ebel, Ph.Dr., Acad. Reg. Hib. Soc. Hon., Acad. Reg .Boruss. Adi. Comm. Epist. Berolini, Apud Weidmannos MDCCCLXXI ([[1871]]).
 
== Voci correlate ==
* [[IndoeuropeoLingue indoeuropee]]
* [[Linguistica]]
* [[Linguistica storica]]
* [[Tavola delle Nazioni]]
* [[Filosofia del linguaggio]]
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
 
{{Discipline umanistiche}}
{{Controllo di autorità}}
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[[Categoria:Linguistica comparativa| ]]
 
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[[ca:Lingüística comparativa]]
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[[pt:Linguística comparativa]]
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