Cinquecentina: differenze tra le versioni
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Con '''cinquecentina''' s'intende un [[libro]] [[stampa]]to nel [[XVI secolo]].
[[File:Isabella Sforza Tranquillità.jpg|miniatura | Frontespizio di una cinquecentina stampata a Venezia nella tipografia dei [[Aldo Manuzio|Manuzio]].]]▼
Il termine, nato in ambito [[Bibliografia|bibliografico]] e [[Biblioteconomia|biblioteconomico]], è di conio piuttosto recente: adoperato inizialmente come aggettivo (sinonimo di ''cinquecentesco'') in attributo di edizione<ref>Tra i primi se non il primo a usare il termine come aggettivo fu il bibliotecario e bibliografo Giuliano Mambelli (Forlì 1879-1960) nell'opuscolo: ''Indice delle più note edizioni cinquecentine (1500-1550) della Biblioteca Comunale Trisi di Lugo'', In Lugo, nella stamperia di Ferretti & socio, 1920.</ref>, a partire dagli anni Sessanta del Novecento comincia a comparire abitualmente come sostantivo.<ref>Ad es. nell'importante repertorio bibliografico: ''Le cinquecentine piemontesi'', 3 voll., a cura di Marina Bersano Begey e Giuseppe Dondi, Torino, Tipografia torinese editrice, 1961-66.</ref>
Nella letteratura specializzata, per riferirsi alle pubblicazioni edite nei primi decenni del [[XVI secolo]], che mantengono ancora alcune caratteristiche formali simili a quelle dell'[[incunabolo]],<ref>A. Strepparola, ''Il Manuzio: dizionario del libro'', Milano, Bonnard, 2005, p. 212.</ref> si usa talvolta il termine '''postincunabolo.'''<ref>Il limite cronologico per l'uso di tale termine tecnico varia più o meno arbitrariamente a seconda dei bibliografi: c'è chi lo estende al primo quarto e addirittura fino alla prima metà del Cinquecento; altri lo riducono al primo decennio. Quello del 1520 è autorevolmente adottato in: Robert Proctor, ''An index to the early printed books in the British Museum'', Part II: ''MDI-MDXX'', London, Kegan Paul, Trench, Trübner, 1903.</ref>
▲[[File:Isabella Sforza Tranquillità.jpg|miniatura | Frontespizio di una cinquecentina stampata a Venezia nella tipografia dei [[Aldo Manuzio|Manuzio]].]]
==Storia==
[[File:De gli elementi d'Euclide libri quindici. Con gli scholii antichi. Tradotti prima in lingua latina da M. Federico Commandino da Vrbino.pdf|thumb|Edizione cinquecentesca degli ''Elementi'' di Euclide stampata a Urbino]]
Nella prima metà del [[XVI secolo]] la città dove si sviluppò maggiormente la stampa dei libri fu [[Venezia]]. La presenza di capitali e materie prime, soprattutto carta, permise agli stampatori che vi stabilirono la propria [[tipografia]] - fra i quali il famoso [[Aldo Manuzio]] - di portare a compimento numerose iniziative [[editoria]]li. L'alto livello culturale della committenza patrizia, assieme al vasto contesto di libertà civili di cui godeva la [[repubblica veneziana]], permisero tale significativo sviluppo. Si stima che in questo periodo [[Venezia]] abbia prodotto circa la metà di tutti i libri stampati in [[Italia]],<ref>M. Infelise, ''I padroni dei libri. Il controllo sulla stampa nella prima età moderna'', Roma, Laterza, 2014, tab. 1.</ref> anche se ormai il Belpaese aveva perso il primato assoluto di produzione libraria in [[Europa]] risalente al secolo precedente,<ref>[[c:File:Incunabula_distribution_by_region.png|Produzione libraria per paesi nel XV secolo]]</ref> cioè all'epoca degli [[Incunabolo|incunaboli]].
A partire dalla seconda metà del secolo, alcuni fattori quali la [[Colonizzazione europea delle Americhe|
Le [[tiratura|tirature]] delle singole edizioni potevano variare dalle poche centinaia di copie sino ad alcune migliaia (celebre il caso dei ''Colloquia'' di [[Erasmo da Rotterdam|Erasmo]] la cui terza edizione stampata nel [[1522]] da [[Johann Froben|Froben]] vendette
==Sviluppo tecnico==
Il periodo degli [[Incunabolo|incunaboli]] non aveva apportato grandi modifiche esteriori rispetto al [[manoscritto]]. A partire dalla fine del [[
A partire dagli ''enchiridia'' ([[1501]]) di [[Aldo Manuzio|Manuzio]] il formato tascabile cominciò a incontrare un largo favore di pubblico. Altre novità apparse nel corso del XVI secolo furono:
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==Repertori==
Dei volumi stampati in Italia o in lingua italiana nel XVI secolo esiste un repertorio
==Note==
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