Ja'far al-'Askari: differenze tra le versioni

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{{Carica pubblica
{{T|inglese|biografie|giugno 2011}}<!--
|nome = Ja'far al-'Askar
{{Infobox Officeholder
|immagine = Jafaralaskari.jpg
| name =Jafar Pasha al-Askari
|didascalia =
| image =Jafaralaskari.jpg
|carica = [[Primi ministri dell'Iraq|Primo ministro dell'Iraq]]
| imagesize =
|mandatoinizio = 22 novembre [[1922]]
| smallimage =
|mandatofine = 3 agosto [[1924]]
| caption =
|mandatoinizio2 = 21 novembre [[1926]]
| order =3rd & 6th
|mandatofine2 = 31 dicembre [[1927]]
| office =Prime Minister of Iraq
|mandato =
| term_start =November 22, 1923
|capo di stato = [[Faysal I d'Iraq|Faysal I]]
| term_end =August 3, 1924<br>November 21, 1926 – December 31, 1927
|capo monarchdi stato2 = =[[FaisalFaysal I of d'Iraq|FaisalFaysal I]]
|presidente =
| predecessor =[[Abd al-Muhsin as-Sa'dun]] (twice)
|vicepresidente =
| successor =[[Yasin al-Hashimi]]<br>[[Abd al-Muhsin as-Sa'dun]]
|primoministro =
| birth_date ={{Birth-date|1887}}
|viceprimoministro =
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| death_date = {{Death-date|1936}}
|predecessore = [[Abd al-Muhsin al-Sa'dun]]
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|successore = [[Yasin al-Hashimi]]
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|predecessore2 = [[Abd al-Muhsin al-Sa'dun]]
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|titolo di studio = [[Accademia militare]]
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|alma mater = Academia militare ottomana
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|professione = militare
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<-->
{{Bio
|Nome = Jaʿfar
|Cognome = al-ʿAskarī
|PreData = {{arabo|جعفر العسكري}}
|Sesso = M
|LuogoNascita = Baghdad
|GiornoMeseNascita = 15 settembre
|AnnoNascita = 18871885
|LuogoMorte = Baghdad
|GiornoMeseMorte = 29 ottobre
|AnnoMorte = 1936
|Epoca = 1900
|Attività = militare
|Attività2 = politico
|Epoca = 1900
|Nazionalità = iracheno
|PostNazionalità = , per due volte [[Lista dei Primi ministri ddell'Iraq|Primoprimo ministro iracheno]], dal [[22 novembre]] [[1923]] al [[3 agosto]] [[1924]] e dal [[21 novembre]] [[1926]] al [[31 dicembre]] del [[1927]].
}}
[[Immagine:Jafaralaskari.jpg|thumb|right|250px|Jaʿfar al-ʿAskarī]]
==Dalla vita militare a quella politica==
Jaʿfar al-ʿAskarī ({{arabo|جعفر العسكري}}) aveva servito nelle fila dell'esercito imperiale [[ottomano]] durante la [[Prima guerra mondiale]], finché non fu fatto prigioniero dalle forze [[Regno Unito|britanniche]] che avevano attaccato l'[[Impero ottomano]], muovendo dalle sue basi in [[Egitto]]. Dopo essere stato rimesso in libertà, si convertì alla causa nazionale araba e raggiunse le forze arabe poste al comando dell'[[Emiro]] [[Faysal I re d'Iraq|Faysal ibn al-Husayn]], che fruiva del valido aiuto fornito da [[T. E. Lawrence]] (Lawrence d'Arabia), assieme a suo cognato [[Nuri al-Sa'id]], anch'egli destinato a svolgere un ruolo di fondamentale importanza nella storia del Regno che sarà costituito nel [[1921]].
 
==Gioventù e carriera nell'esercito imperiale ottomano==
Al-ʿAskarī prese parte all'effimera conquista di [[Damasco]] nel [[1918]] e aiutò con convinzione l'Emiro Faysal nel suo intento di dar vita al [[Regno di Siria (1918-1920)|Regno di Siria]]. Quando Faysal fu deposto dal trono dai [[Francia|francesi]], dopo la [[battaglia di Maysalun]], egli si impegnò a sostenere Faysal nella gestione del nuovo trono concessogli da [[Londra]].
Jaʿfar Pascià al-ʿAskarī nacque il 15 settembre 1885 a [[Baghdad]], quando la città e la regione irachena (più spesso chiamata all'epoca in Europa "Mesopotamia") faceva parte integrante dell'[[impero ottomano]]. Quarto di cinque fratelli, cui si aggiungeva una sorella, egli era figlio di Muṣṭafā ʿAbd al-Raḥmān al-Mudarris, colonnello dell'esercito imperiale ottomano. Jaʿfar seguì le orme paterne ed entrò presto all'[[accademia militare di Baghdad]] prima di proseguire nel 1901 l'addestramento all'[[accademia militare ottomana]] a [[Istanbul]], dove conseguì il grado di sottotenente nel 1904. Fu inviato alla sesta armata imperiale, di stanza a Baghdad. Jaʿfar si recò in seguito a [[Berlino]], dove rimase tra il 1910 e il 1912 per perfezionare la sua preparazione e per studiare le possibili riforme da apportare alle forze armate ottomane, da lungo tempo in crisi. Al-ʿAskarī ricevette l'ordine di rientrare in Iraq per prendere parte ai combattimenti che, prima dello scoppio della prima guerra mondiale, portarono l'impero a scontrarsi con il nemico nei [[Penisola balcanica|Balcani]].<ref>{{En}}William Facey e Najdat Fathi Safwat (a cura di), ''A Soldier's Story: The Memoirs of Jafar Pasha Al-Askari'', trad. di Mustafa Tariq Al-Askaripage, Londra, Arabian Publishing, 2003, pp. 1-3</ref>
Dopo che si concluse nel 1913 la guerra nei Balcani, Jaʿfar divenne istruttore nell'accademia di addestramento per gli ufficiali di [[Aleppo]], ma otto mesi più tardi superò le selezioni per accedere all'accademia di guerra di [[Istanbul]].<ref>Ibiddem, p. 4</ref>
 
==La prima guerra mondiale e la rivolta araba==
In riconoscimento della sua lealtà, Faysal affidò ad al-ʿAskarī diversi importanti incarichi ministeriali, incluso quello di ministro della Difesa nel primo governo iracheno. Servì in qualità di Primo ministro per due volte e fu anche ministro degli Esteri. Al-ʿAskarī era ministro della Difesa nel Gabinetto guidato da [[Yasin al-Hashimi]] quando esso fu rovesciato nel [[1936]] da un ''[[putsch]]'' del [[Capo di Stato Maggiore]], il [[generale]] [[Bakr Sidqi]], in quello che sarebbe stato il primo di una lunga serie di [[colpi di Stato]] militari nella storia irachena. Al-ʿAskarī fu assassinato dagli insorti nel corso del ''putsch''.
Quando scoppiò il primo conflitto mondiale Jaʿfar combatté dapprima in Libia nei ranghi dell'[[esercito ottomano]], che faceva parte della [[Triplice alleanza (1882)|Triplice alleanza]]. La partecipazione per lui alla campagna militare avvenne però sui [[Dardanelli]], dove si guadagnò la [[Croce di ferro]] germanica e dove fu rapidamente promosso generale. Solo dopo questa promozione fu destinato al fronte [[Libia|libico]] per assumere il comando delle forze [[senussi]]te. Nella [[battaglia di Agagiya]] Jaʿfar fu preso prigioniero dai britannici e imprigionato nella cittadella di [[Il Cairo]] con il suo amico e futuro cognato [[Nuri al-Sa'id]]. Jaʿfar mise un atto un tentativo di evasione, legando insieme delle lenzuola per tentare di calarsi dalle mura della cittadella. Durante questo tentativo un lenzuolo si ruppe (Jaʿfar non era di poco peso, infatti), provocando la sua caduta che gli provocò la frattura dell'anca, sì da consentire alle guardie di catturarlo nuovamente. In base al necrologio che di lui si fece al momento della morte, Jaʿfar si offrì di pagare il lenzuolo rotto, visto che era in buone relazioni con i suoi stessi carcerieri.<ref>Ibidem, pp. 100-103, 216-217, 273</ref>
[[Immagine:Ja'afar Al-Askary.jpg|thumb|left|250px|Jaʿfar Pascià al-ʿAskarī]]
 
Qualche tempo dopo la sua fallita evasione (o mentre era ricoverato sulla sua parola d'onore), Jaʿfar venne a sapere della [[rivolta araba]] con cui i nazionalisti intendevano scrollarsi dal dominio ottomano e che alla guida aveva il leader della famiglia [[Hashemiti|hascemita]] in [[Hegiaz]], [[al-Husayn ibn Ali (sceriffo della Mecca)|al-Ḥusayn ibn ʿAlī]], sharīf di [[La Mecca]]. La rivolta era appoggiata dal Regno Unito e dall'''[[Entente cordiale]]'', per creare ulteriori difficoltà all'impero ottomano, distogliendo parte delle sue forze da altri teatri operativi. In cambio i britannici promisero ([[corrispondenza Husayn-McMahon]]) di creare una nazione araba indipendente, guidata dallo ''[[Sharif della Mecca|sharīf]]'', mentre segretamente tradivano tale impegno concordando con la [[Francia]] la spartizione a loro vantaggio dell'impero ottomano una volta che questo fosse stato sconfitto ([[accordi Sykes-Picot]]). Dopo aver letto della rivolta araba e della crescente intromissione ottomana negli affari arabi (il suo amico Sālim al-Jazāʾirī fu giustiziato con altri importanti arabi per le loro attività nazionalistiche dal generale ottomano Jamāl Pascià), Jaʿfar decise che era rispondente ai suoi ideali schierarsi con la rivolta, unitamente al cognato Nūrī al-Saʿīd. Da principio lo ''sharīf'' al-Husayn fu titubante ad accogliere Jaʿfar, già generale delle forze armate ottomane, ma infine si convinse e Jaʿfar fu invitato da suo figlio, l'[[emiro]] [[Faysal I d'Iraq|Faysal]] a unirsi allo schieramento arabo impegnato a combattere l'Impero ottomano. Jaʿfar combatté sotto il comando di Faysal per tutto il periodo che si concluse con la sconfitta dell'impero, compreso il riuscito attacco contro [[Damasco]] del 1918.<ref>Ibidem, pp. 5-6, 103-112, 217</ref>
==Gioventù e carriera nell'esercito imperiale ottomano==
Jaʿfar Pascià al-ʿAskarī nacque il [[15 settembre]] [[1885]] a [[Baghdad]], quando la città e la regione irachena (più spesso chiamata all'epoca in Europa "Mesopotamia") faceva parte integrante dell'[[Impero ottomano]]. Quarto di cinque fratelli, cui s'aggiungeva una sorella, Jaʿfar era figlio di Muṣṭafā ʿAbd al-Raḥmān al-Mudarris, un [[colonnello]] dell'esercito imperiale ottomano. Jaʿfar seguì le orme paterne ed entrò presto nell'[[Accademia Militare di Baghdad]] prima di proseguire nel [[1901]] la propria preparazione nell'[[Accademia Militare Ottomana]] a [[Istanbul]], dove conseguì il brevetto di [[sottotenente]] nel [[1904]]. Fu inviato alla [[Sesta Armata]] imperiale, di stanza a Baghdad. Jaʿfar raggiunse poi [[Berlino]] ([[Germania]]), dove rimase tra il 1910-1912 per perfezionare la sua preparazione e per studiare le possibili riforme da apportare alle forze armate ottomane, da lungo tempo in crisi. Al-ʿAskarī ricevette l'ordine di rientrare in [[Iraq]] per prender parte ai combattimenti che, prima dello scoppio della [[Prima guerra mondiale]], portarono l'Impero a scontrarsi col nemico nei [[Balcani]].<ref>(William Facey e Najdat Fathi Safwat ed.s), Jaʿfar Al-Askari, ''A Soldier’s Story: The Memoirs of Jafar Pasha Al-Askari'', trans. Mustafa Tariq Al-Askaripage. London, Arabian Publishing, 2003, pp. 1-3</ref>
Dopo che si concluse nel [[1913]] la guerra nei Balcani, Jaʿfar divenne istruttore nell'Accademia di Addestramento per gli ufficiali di [[Aleppo]], ma otto mesi più tardi superò le qualificazioni per accedere all'Accademia di Guerra di [[Istanbul]].<ref>Ibiddem, p. 4</ref>
 
==Governatore di Aleppo==
==La Prima guerra mondiale e la Rivolta Araba==
Dopo la prima guerra mondiale e il collasso dell'impero ottomano un altro dei figli dello [[sharīf]] di Mecca, al-Husayn b. 'Ali l'emiro Zayd, a nome dell'emiro Faysal chiese a Jaʿfar di diventare ispettore generale del suo esercito del recentemente istituito Regno di Siria ed egli accettò. Poco dopo Jaʿfar fu nominato governatore militare del [[vilayet]] di [[Aleppo]], in Siria. Durante il suo mandato egli interrogò numerosi iracheni circa lo stato della loro comune patria e il ruolo svolto dal Regno Unito. Jaʿfar cominciò a pensare che gli Iracheni dovessero fare conto solo sulle loro forze e che lo avrebbero senz'altro fatto meglio dei britannici che al momento controllavano il terreno. Al-'Askari era favorevole a una guida [[Hashemiti|hascemita]], con gli inevitabili legami con la Gran Bretagna. Si unì al cognato e amico Nuri al-Sa'id per entrare a far parte della società segreta ''[[al-'Ahd|al-ʿAhd]] al-ʿIrāqī'', che era favorevole a mantenere buone relazioni con Londra.<ref>Ibidem, pp. 161-162, 173-175</ref><ref>{{En}}Charles Tripp, ''A History of Iraq Cambridge'', Cambridge University Press, 2000, p. 36</ref>
Quando scoppiò il primo conflitto mondiale, Jaʿfar combatté dapprima in Libia nei ranghi dell'[[Esercito ottomano]], che faceva parte della [[Triplice Alleanza]]. La partecipazione per lui alla campagna militare avvenne però sui [[Dardanelli]], dove si guadagnò la [[Croce di ferro]] germanica e dove fu rapidamente promosso [[Generale]]. Solo dopo questa promozione fu destinato al fronte [[Libia|libico]] per assumere il comando dell'esercito [[Senussi|senusso]]. Nella [[battaglia di Agagia]] Jaʿfar fu preso prigioniero dai [[Regno Unito|britannici]] e imprigionato nella cittadella del [[Cairo]] col suo amico e futuro cognato [[Nuri al-Sa'id|Nūrī al-Saʿīd]]. Jaʿfar mise un atto un tentativo di evasione, legando insieme delle lenzuola per tentare di calarsi dalle mura della cittadella. Durante questo tentativo, un lenzuolo si ruppe (Jaʿfar non era di poco peso, infatti), provocando la sua caduta che gli provocò la frattura dell'anca, sì da consentire alle guardie di catturarlo nuovamente. In base al necrologio che di lui si fece al momento della morte, Jaʿfar si offrì di pagare il lenzuolo rotto, visto che era in buone relazioni con i suoi stessi carcerieri.<ref>Ibidem, pp. 100-103, 216-217, 273</ref>
 
==Istituzione del Regno d'Iraq e carriera politica==
Qualche tempo dopo la sua fallita evasione (o mentre era ricoverato sulla sua parola d'onore), Jaʿfar venne a sapere della [[Rivolta Araba]] con cui i nazionalisti intendevano scrollarsi dal dominio ottomano e che alla guida aveva il leader della famiglia [[Hashemiti|Hascemita]] in [[Hijaz]], [[al-Husayn ibn Ali (Sceriffo di Mecca)|al-Ḥusayn ibn ʿAlī]], [[Sharif|Sceriffo]] della [[Mecca]]. La Rivolta era sponsorizzata dal Regno Unito e dall'[[Entente Cordiale]], per creare ulteriori difficoltà all'[[Impero ottomano]], distogliendo parte delle sue forze da altri teatri operativi. In cambio i britannici promisero ([[Corrispondenza Husayn-McMahon]]) di creare una nazione araba indipendente, guidata dallo [[Sharif|Sharīf]], mentre segretamente tradivano tale impegno concordando con la [[Francia]] la suddivisione a loro vantaggio dell'[[Impero ottomano]] una volta che questo fosse stato sconfitto ([[Accordi Sykes-Picot]]).<!-- Upon reading about the Arab Revolt and due to an increasing hostile Ottoman approach to Arab affairs (his friend Salim Al-Jazairi was executed along with other prominent Arabs for nationalist activities by another Ottoman general, Jamal Pasha), Ja’far decided that this was precisely in line with beliefs he had and decided to switch sides from the Ottomans to the Hashemite Revolt forces along with his friend [[Nuri Al-Said]]. At first Sharif Husayn was hesitant to let Ja’far, a former general in the Ottoman army, join his forces, but eventually relented and Ja’far was invited by Husayn’s son, Amir Faysal, to join in the fight against the Ottoman Empire. Ja’far fought under Amir Faysal throughout this period up until the fall of the Ottoman Empire, including Faysal’s assault on Damascus in 1918.<ref>Al-Askari, Ja’far, William Facey ed., Najdat Fathi Safwat ed. A Soldier’s Story: The Memoirs of Jafar Pasha Al-Askari trans. Mustafa Tariq Al-Askaripage. London: Arabian Publishing, 2003 pages 5-6, 103-112, 217</ref>
Nel 1921 il Regno Unito decise che sarebbe stato maggiormente rispondente ai suoi interessi economici e strategici creare una monarchia in Iraq e insediarvi l'amica famiglia [[Hashemiti|hascemita]] che era stata determinante per staccare i nazionalisti arabi dall'[[Impero ottomano]]. Scelsero [[Faysal I d'Iraq|Faysa ibn al-Husayn]], figlio dello [[Sharīf]] di La Mecca, al-Husayn ibn 'Ali. Questo risolveva due problemi: il primo quello di compensare il responsabile della [[rivolta araba]] per i suoi sforzi in favore degli Alleati; il secondo quello di indennizzare in qualche modo il mondo nazionalista arabo e lo stesso emiro hascemita, costretto ad abbandonare dopo un'impari [[Battaglia di Maysalun|battaglia]] il [[Regno di Siria (1918-1920)|trono siriano]] dall'esercito francese, a ciò autorizzato dagli [[accordi Sykes-Picot]] con cui Francia e Regno Unito si erano divise anzitempo le spoglie dell'Impero ottomano: accordo tenuto accuratamente segreto per non rischiare la fine prematura dell'alleanza da parte degli arabi, e rivelato solo dai [[bolscevichi]] una volta giunti al potere.
 
Faysal non conosceva peraltro l'[[Iraq]] (nel quale non era mai stato) e pertanto prescelse per il suo compito di governo una serie di persone di origine irachena, che gli garantivano fedeltà e competenza. Tra costoro vi era, per l'appunto, Jaʿfar Pascià al-ʿAskarī, che fu nominato ministro della Difesa irachena. Durante quel periodo una delle principali realizzazioni del nuovo ministro fu quella di organizzare il rientro di 600 militari ottomani oriundi dell'Iraq, per formare in tal modo un corpo adeguato di ufficiali per le nuove forze armate irachene. Suo cognato Nūrī al-Saʿīd divenne [[capo di stato maggiore]] dell'esercito nel febbraio 1921.<ref>{{En}}Charles Tripp, ''A History of Iraq'', Cambridge University Press, 2000, p. 47</ref><ref>{{En}}Stephen H. Longrigg, ''Iraq, 1900-1950 - A Political, Social, and Economic History'', Oxford University Press, 1953, pp. 128-129</ref>
==Governor of Aleppo and Iraqi Nationalism==
After World War I and the collapse of the Ottoman Empire, another of Husayn’s sons, Amir Zaid, on behalf of Amir Faysal, asked Ja’far to be the Inspector General of the Army of the newly established Arab state of [[Syria]], which he accepted. Shortly thereafter, Ja’far was appointed the military Governor of the [[Aleppo Vilayet]] in Syria. During his time as Governor in Syria, Ja’far listened to many Iraqis about the status of their homeland and British rule. Ja’far advocated the idea that Iraqis could take charge of Iraq themselves and would do better than the British officials currently controlling the territory. Al-Askari was in favor of a Hashemite ruler with ties to Britain taking over Iraq; he joined his friend Nuri al-Sa’id in being part of the faction of the al-‘Ahd al-‘Iraqi group that was in favor of British ties.<ref>Al-Askari, Ja’far, William Facey ed., Najdat Fathi Safwat ed. A Soldier’s Story: The Memoirs of Jafar Pasha Al-Askari trans. Mustafa Tariq Al-Askaripage. London: Arabian Publishing, 2003 pages 161-162, 173-175 and Tripp, Charles A History of Iraq Cambridge: Cambridge University Press, 2000 page 36</ref>
 
Nel novembre del 1923 il re Faysal nominò al-ʿAskarī [[Primi ministri dell'Iraq|primo ministro d'Iraq]]. Il sovrano cercava un forte e convinto sostegno per il suo primo ministro, in un momento-chiave in cui l'Assemblea costituente irachena avesse aperto i suoi previsti lavori nel marzo del 1924. Il tema dominante durante i lavori dell'assemblea fu il [[Trattato anglo-iracheno del 1922|trattato anglo-iracheno]] che i britannici volevano a tutti i costi per legittimare il loro [[Mandato britannico della Mesopotamia|mandato]], assegnato loro dalla Società delle Nazioni. Numerosi iracheni si opponevano a un trattato che considerava l'Iraq come "non preparato" a un'ordinata vita "democratica" e intendevano opporsi a quel testo con ogni forza. Quando però l'[[Alto commissario (diplomazia)|alto commissario]] britannico, Sir [[Percy Zachariah Cox]] minacciò di realizzare comunque il mandato, a condizioni anche peggiori di quelle su cui si discuteva, il re e l'opposizione dovettero rassegnarsi a questa moderna forma di neocolonialismo da parte di una potenza vincitrice nel [[Prima guerra mondiale|primo conflitto mondiale]].
==Establishment of Iraq and Political Career==
In 1921 the British decided that it would be prudent to set up an Arab government in Iraq and chose [[Faysal ibn Husayn]], the son of Sharif Husayn, to be King. Faysal had never even been to Iraq and so chose certain commanders that were from the area to fulfill his various posts, including Ja’far Pasha al-Askari who was appointed minister of defense. During this period one of the important things Ja’far al-Askari did was arrange for the return of 600 Ottoman soldiers who were originally from Iraq in order to form the Officer Corps of the new Iraqi army. His brother-in-law Nuri al-Sa’id became Chief of the General Staff of the army in February 1921.<ref>Tripp, Charles A History of Iraq Cambridge: Cambridge University Press, 2000 page 47 and Longrigg, Stephen H. Iraq, 1900-1950: A Political, Social, and Economic History New York: Oxford University Press, 1953 page 128-129</ref>
In November 1923, King Faysal appointed al-Askari to be prime minister of Iraq. Faysal wanted a strong supporter of the king to be prime minister during this key time when the [[Constituent Assembly]] opened in March 1924. The dominant issue during this assembly was the [[Anglo-Iraqi Treaty]] the British were pushing to help legitimize their League of Nations-appointed Mandate of Iraq. Many Iraqis were opposed to the treaty and it did not look like it would pass. But then High Commersioner [[Percy Cox]] threatened to fulfill the [[British Mandate for Palestine|British Mandate]] in a different way unless it was passed. After the passing of the treaty in the Constituent Assembly, al-Askari resigned as prime minister as he did not really enjoy the job and felt he had accomplished what he needed to.<ref>Tripp, Charles A History of Iraq Cambridge: Cambridge University Press, 2000 page 57 and Longrigg, Stephen H. Iraq, 1900-1950: A Political, Social, and Economic History New York: Oxford University Press, 1953 pages 148-151</ref>
 
Dopo che fu approvato quell'umiliante trattato da parte dell'Assemblea costituente, Jaʿfar al-ʿAskarī rassegnò immediatamente le proprie dimissioni.<ref>{{En}}Charles Tripp, ''A History of Iraq'', Cambridge University Press, 2000, p. 57</ref><ref>{{En}}Stephen H. Longrigg, ''Iraq, 1900-1950: A Political, Social, and Economic History'', Oxford University Press, 1953, pp. 148-151</ref>
In November 1926, Faysal again appointed Ja’far al-Askari (who at the time was acting as Iraqi minister in London) prime minister of Iraq. Two main issues dominated his term in office: conscription and Shi’i discontent. Conscription was a controversial issue with one side believing that they needed it to encourage a strong Iraq by creating a strong army and the [[Sharifians]] (former Ottoman soldiers who had fought in the Arab revolt) seeing it as a holy duty; those in power also saw it as a way to create national unity and an Iraqi identity. On the other side, Shi’is found it repugnant and the various tribes who wished to be autonomous found it threatening. The British were not in favor of conscription as they thought it could lead to issues in Iraq that they would then have to intervene in and they also wanted to keep the country weaker so as to have better control over the country. Further complicating al-Askari’s term was the growing Shi’i discontent in Iraq with massive protests occurring across the country in response to a book written by a Sunni official criticizing the Shi’i majority as well as the promotion of the commanding officer of an army unit that opened fire on [[Shiite]] demonstrators during a rally. Also at this time, the British wanted a new Anglo-Iraqi Treaty signed. Among the numbers powers the British retained, the treaty said they would support Iraq’s entry into the [[League of Nations]] in 1932 (not 1928 as previously promised) as long as it kept itself progressing in a manner consistent with British supervision. Al-Askari resigned as prime minister in December 1927 as a result of the cool reception the draft treaty received among the Iraqi people and the growing discontent in the Shi’i majority.<ref>Tripp, Charles A History of Iraq Cambridge: Cambridge University Press, 2000 pages 61-63 and Longrigg, Stephen H. Iraq, 1900-1950: A Political, Social, and Economic History New York: Oxford University Press, 1953 pages 177-178</ref>
 
Nel novembre del 1926 Faysal nominò ancora una volta primo ministro Jaʿfar al-ʿAskarī (che all'epoca era ambasciatore a [[Londra]]). Due fondamentali compiti dominavano la sua scaletta politica: la coscrizione militare e lo scontento della maggioranza [[sciita]] nel Paese. La coscrizione obbligatoria era un argomento complesso: da un lato la volontà di gettare solide fondamenta alla costruzione dello Stato moderno dell'Iraq, considerato un sacro dovere per chi fosse stato chiamato sotto le armi, ma un intollerabile violazione delle proprie libertà individuali e dell'autonomia delle tribù per gli sciiti, riottosi ad assoggettarsi a quello che si prefigurava come uno Stato a decisa maggioranza sciita, assoggettato però a un'élite sunnita spesso prepotente. Inoltre sembrava abbastanza chiaro che l'esercito era supervisionato con decisa iattanza dalle autorità mandatarie, viste con crescente insofferenza dagli spiriti liberi iracheni, irritati tra l'altro dal procrastinarsi delle ingerenze britanniche, denunciate dal mancato ingresso dell'Iraq nella [[Società delle Nazioni]], inizialmente previsto nel 1928 e rinviato da Londra al 1932.
In addition to his important period as prime minister, , Ja’far also served as minister for foreign affairs, diplomatic minister in London multiple times, and minister of defense four other times.<ref>Al-Askari, Ja’far, William Facey ed., Najdat Fathi Safwat ed. A Soldier’s Story: The Memoirs of Jafar Pasha Al-Askari trans. Mustafa Tariq Al-Askaripage. London: Arabian Publishing, 2003 pages 273-274</ref>
 
Jaʿfar al-ʿAskarī si dimise ancora una volta nel dicembre del 1927, come conseguenza della freddezza con cui era stato accolta dall'opinione pubblica la bozza del nuovo trattato con il [[Regno Unito]].<ref>{{En}}Charles Tripp, ''op. cit.'', pp. 61-63</ref><ref>{{En}}Stephen H. Longrigg, ''op. cit.'', pp. 177-178</ref>
==Assassination and Aftermath==
During the 1936 military coup led by Bakr Sidqi against the government of [[Yasin al-Hashimi]], Ja’far, who was serving as minister of defense, was sent to talk to Bakr Sidqi in an attempt to stop the violence and inform Sidqi of the new change in government, that of Hashimi resigning and [[Hikmat Sulaiman]] (who Sidqi supported) being made prime minister. Sidqi was suscpicious of this move and ordered his men to intercept and murder al-Askari. His body was hastily buried along the roadside as Sidqi’s supporters triumphantly invaded Baghdad, effectively finalizing Sidqi’s power over the government. However, al-Askari’s assassination proved to be detrimental to Sidqi. Many of Sidqi’s supporters in the army no longer supported the coup as they had been brought in and trained under al-Askari and he was well loved. His death helped to undermine the legitimacy of Sidqi’s government. The British, the Iraqis, and many of Sidqi’s own supporters were horrified by the act. The new government only lasted 10 months before Sidqi was assassinated through a plot in the officers corps of the Iraqi army. After his assassination, the government he created fell apart and Sulaiman stepped down as prime minister. Ja’far al-Asakari’s brother-in-law was not content in just seeing Sidqi die and sought revenge against those he found responsible for Ja’far’s death. He claimed Sulaiman and others were plotting to assassinate [[King Ghazi]]. The evidence was speculative and in all likeliehood false, yet they were found guilty and sentenced to death (but their terms were commuted to life).<ref>Tripp, Charles A History of Iraq Cambridge: Cambridge University Press, 2000 pages 88-89, 98 and Longrigg, Stephen H. Iraq, 1900-1950: A Political, Social, and Economic History New York: Oxford University Press, 1953 pages 249-250</ref>
 
Oltre ai suoi importanti incarichi di primo ministro al-ʿAskarī era stato anche ministro degli Esteri, ambasciatore iracheno a Londra più volte e ministro della Difesa per quattro volte.<ref>[[Claudio Lo Jacono]], ''Partiti politici e governi in ʿIrāq (1920-1975'', Torino-Roma, [[Fondazione Giovanni Agnelli]], 1975, pp. 47-48.</ref>
==References==
 
{{Reflist}}
==Assassinio e conseguenze==
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Durante il ''Colpo di Stato'' militare del 1936, condotto dal generale [[curdi|curdo]] [[Bakr Sidqi]] contro il governo di [[Yasin al-Hashimi|Yāsīn al-Hāshimī]], Jaʿfar, che era ministro della Difesa, fu inviato a colloquio con Bakr Ṣidqī, nel tentativo di mettere fine alle violenze e informare Ṣidqī della disponibilità ad apportare mutamenti nella compagine ministeriale, che cioè al-Hāshimī si sarebbe dimesso in favore di [[Hikmet Suleyman]] (che Ṣidqī sosteneva). Ṣidqī era sospettoso di quella manovra e ordinò ai suoi uomini di intercettare e uccidere al-ʿAskarī. Il suo cadavere fu frettolosamente inumato lungo la stessa strada che egli aveva percorso e i sostenitori del generale golpista entrarono trionfalmente a Baghdad, portando a completo compimento il [[colpo di Stato]] anti-governativo.
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Tuttavia l'omicidio di al-ʿAskarī diventò un elemento assai negativo per Ṣidqī. Molti dei suoi sostenitori nell'esercito si disgustarono per i metodi violenti messi in atto contro un loro esponente, che aveva combattuto nei momenti in cui il regno si era formato, senza dimenticare che molti si erano formati sotto di lui e ne conservavano un ottimo ricordo.
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title=[[Prime Minister of Iraq]] |
Il nuovo governo sopravvisse per solo dieci mesi, prima che anche Ṣidqī cadesse assassinato da un complotto ordito tra ufficiali delle forze armate irachene. Il governo di Suleyman non poté più restare al potere e il cognato di al-ʿAskarī non si accontentò della morte di Ṣidqī, provando a coinvolgere anche il Primo ministro nell'accusa di avere complottato per assassinare il re [[Ghazi I d'Iraq|Ghazi]]. Il tutto era platealmente falso ma ciò non servì a Suleyman a sfuggire alla condanna a morte: pena poi commutata nell'[[ergastolo]].<ref>{{En}}Charles Tripp, ''op. cit.'', pp. 88-89 e 98</ref><ref>{{En}}Stephen H. Longrigg, ''op. cit.'', pp. 249-250</ref>
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==Note==
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==Altri progetti==
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== Collegamenti esterni ==
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