Valiano: differenze tra le versioni

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{{C|è la voce di una frazione ma sembra che vi sia stata riversata la storia dell'intero territorio comunale|Toscana|ottobre 2014}}
'''Valiano''', [[frazione]] del comune di [[Montepulciano]] a confine del territorio umbro-toscano, fu antico castello feudale che per la sua posizione strategica e per il ruolo esercitato dalla famiglia residente dei [[Del Pecora]], (la famiglia dei Cavalieri), fu avamposto della [[Val di Chiana]] di grande rilevanza storica dal secolo XIII fino alla costituzione del [[Granducato di Toscana]].
{{Divisione amministrativa
|Nome=Valiano
|Nome ufficiale=
|Panorama=Valiano di Montepulciano.JPG
|Didascalia=
|Stemma=
|Stato=ITA
|Grado amministrativo=4
|Divisione amm grado 1=Toscana
|Divisione amm grado 2=Siena
|Divisione amm grado 3=Montepulciano
|Superficie=
|Note superficie=
|Abitanti=328
|Note abitanti=
|Aggiornamento abitanti=2001
|Codice catastale=
|Nome abitanti=valianese, valianesi<ref>Teresa Cappello, Carlo Tagliavini, ''Dizionario degli etnici e dei toponimi italiani'', Bologna, Pàtron Editore, 1981, p.&nbsp;600.</ref>
|Patrono=[[san Lorenzo Martire]]
|Festivo=10 agosto
}}
'''Valiano''' è una [[Frazione (geografia)|frazione]] del [[comune italiano]] di [[Montepulciano]], nella [[provincia di Siena]], in [[Toscana]].
 
Fu un antico castello feudale che, per la sua posizione strategica sul confine tosco-umbro e per il ruolo esercitato dalla famiglia residente dei [[Del Pecora]] (la famiglia dei Cavalieri)<ref name="S. Benci, 1892, p. 45">S. Benci, ''Storia di Montepulciano'', 1892, p. 45.</ref>, fu avamposto della [[Val di Chiana]] di grande rilevanza storica dal [[XIII secolo]] fino alla costituzione del [[Granducato di Toscana]].
== Il castello di Valiano ==
 
Il comune di [[Perugia]] dopo aver concluso la pace tra le città di [[Arezzo]] e [[Cortona]], iniziò la penetrazione stabile nel cortonese con le famiglie dei conti [[Oddi]] in [[Pierle]] e [[Castelnovo]]; con la famiglia [[Montemelini]] nei castelli di [[Montegualandro]] e [[Montalera]]. L'espansione di Perugia proseguì in Val di Chiana con l'acquisto del terziere di Valiano. Il 24 novembre [[1238]], [[Guido ed Uguccione del Colle]] " marchesi di Valiana", nella casa di "Pecorello" [[Del Pecora]], vendono ad Andrea (di Giacomo) Montemelini, la terza parte del castello di Valiana con i confini descritti nell' atto di vendita che includevano la comproprietà del terreno dal portcciolo di Valiano per via Terrarossa,al molino di [[Gabbiano]].
==Storia==
I castelli di Montalera-Montegualandro-Valiano- in posizione dominante, mediante un ingegnoso sistema di torri comunicanti, permettevano segnalazioni diurne a mezzo di specchi riflettenti e fumate; di notte, con l'accensione di fuochi e torce. In questo modo consentivano la difesa preventiva del territorio perugino con visibilità estensibile dal lago [[Trasimeno]] e dalla Val di Chiana, fino alla pendici del [[Cetona]] e del [[Monte Amiata]].
===Il castello di Valiano===
Così i castelli di Montalera-Montegualando.Valiano, ultimi baluardi del sistema difensivo perugino erano in grado di comunicare informazioni ai castelli di [[Agello]] e [[Monteruffiano]] situati a poche miglia dalla città di Perugia.
Il [[Comune medievale|Comune]] di [[Perugia]], dopo aver concluso la pace tra le città di [[Arezzo]] e [[Cortona]], iniziò la penetrazione stabile nel Cortonese: con le famiglie dei conti [[degli Oddi]] in [[Cortona|Pierle]] e [[Tuoro sul Trasimeno|Castelnovo]] e con la famiglia [[Montemelini]] nei castelli di [[Tuoro|Montegualandro]] e [[Castello di Montalera|Montalera]]. L'espansione di Perugia proseguì in [[Val di Chiana]] con l'acquisto del terziere di Valiano.<ref>R. Serafini, ''Castiglione del Lago e Paciano'', p. 384.</ref> Il 24 novembre [[1238]], [[Guido del Colle|Guido]] ed [[Uguccione del Colle]], "marchesi di Valiana", nella casa di [[Arsenio Del Pecora]], detto "Pecorello", della "Famiglia dei cavalieri"<ref name="S. Benci, 1892, p. 45"/>, vendono ad Andrea Montemelini di Giacomo la terza parte del castello di Valiana, con i confini descritti nell'atto di vendita e che includevano la comproprietà del terreno dal porticciolo di Valiano, per via Terrarossa, al molino di [[Gabbiano]].<ref>V. Ansidei-I. Giannantoni, ''Cod. sottomissioni al comune di Perugia'', 1896, pp. 136-137.</ref>
===Margherita e Raniero ===
 
Nel [[1263]], a pochi anni di distanza della vendita del terziere di Valiano, si manifestò l' evento che attirò l' attenzione della religiosità popolare, la vicenda di [[Margherita]] da [[ Castiglione del Lago |Laviano]], evento capace d'incidere grandemente nella cultura e nell' arte di vaste aree regionali dell'[[Umbria]] e della [[Toscana]]: [[Santa Margherita da Cortona]], canonizzata il 16 maggio [[1728]], sotto il pontificato di [[Benedetto XIII]]. Nella vicenda margheritiana rimase sempre vivo l' interesse intorno all' identità del seduttore e sulle circostanze della sua tragica uccisione. Non essendovi certezze storiche, l' identità del seduttore può essere soltanto supposta e la descrizione della vicenda resta affidata all' indagine degli studiosi sulla base della ''Leggenda'', scritta a posteriori dal confessore di Margherita, frate [[Giunta Bevignati]], che per la riservatezza del ruolo, evita di fare nomi e di riferire circostanze. La storiografia margheritiana passata e soprattutto recente, sembra ormai concorde nell'individuazione dell' amante di Margherita nella persona di [[Raniero Del Pecora]]. Nella campagna di Laviano, piccolo borgo al confine del territorio perugino, dopo aver incontrato Raniero, Margherita, sedicenne di umili origini, fugge di notte dal borgo nativo rischiando la vita attraverso le acque agitate del lago di [[Montepulciano]] per andare a convivere con l'amante. In Montepulciano la bella Margherita, "ragazza madre medioevale", inizia una nuova vita nel lusso e nei privilegi di una famiglia ricca e potente come lascia intuire la ''Leggenda'' nello struggente colloquio di Margherita con il [[Crocefisso]]. L' uccisione di Raniero avvenuta nel [[1272]] in una battuta di caccia durante il soggiorno estivo nelle sue proprietà tra Valiano e la casa [[Giorgi]] di [[Castiglione del Lago|Petrignano]], segnò un profondo cambiamento di vita di Margherita che, penitente sulla via di Cortona con il figlio Jacopo, tenuto permano, percorse un nuovo ''Itinerarium'' spirituale nella ricerca della santità e della pace interiore.
I castelli di Montalera, Montegualandro e Valiano erano in posizione dominante e, mediante un ingegnoso sistema di torri comunicanti, permettevano segnalazioni diurne a mezzo di specchi riflettenti e fumate; di notte, con l'accensione di fuochi e torce.<ref>N.D. Vinciarelli, ''Atti del Conv. Acc. Masoliniana'', 1998, p. 58.</ref> In questo modo consentivano la difesa preventiva del territorio perugino, con una visibilità che si apriva dal lago [[Trasimeno]] e dalla Val di Chiana fino alla pendici del [[monte Cetona]] e del [[monte Amiata]]. Così i castelli di Montalera, Montegualando e Valiano, ultimi baluardi del sistema difensivo perugino, erano in grado di comunicare informazioni ai castelli di [[Agello]] e [[Passignano sul Trasimeno|Monteruffiano]], situati a poche miglia dalla città di Perugia.
[[Categorie: Storia di Perugia|Storia di Siena|Storia di Firenze]]
 
===Margherita e Raniero===
{{vedi anche|Margherita da Cortona}}
[[File:G. Traversi - Margherita da Cortona.JPG|thumb|[[Gaspare Traversi]], ''Santa Margherita da Cortona'']]
Nel [[1263]], a pochi anni di distanza della vendita del terziere di Valiano, si manifestò l'evento che attirò l'attenzione della religiosità popolare della regione: la vicenda di Margherita da Cortona, canonizzata il 16 maggio [[1728]] sotto il pontificato di [[Benedetto XIII]]. Nella vicenda margheritiana, evento capace d'incidere grandemente nella cultura e nell'arte di vaste aree regionali dell'[[Umbria]] e della [[Toscana]], rimase sempre vivo l'interesse intorno all'identità del seduttore e alle circostanze della sua tragica uccisione. Non essendovi certezze storiche, l'identità del seduttore può essere soltanto supposta e la descrizione della vicenda resta affidata all'indagine degli studiosi sulla base della ''Leggenda'', scritta a posteriori dal confessore di Margherita, frate [[Giunta Bevignati]],<ref>G. Bevignati, ''Leggenda della vita e dei miracoli di Santa Margherita'', 1978.</ref> che - a causa della riservatezza del suo ruolo - evita di fare nomi e di riferire circostanze.
 
La storiografia margheritiana, passata e soprattutto recente, sembra ormai concorde nell'individuazione dell'amante di Margherita nella persona di [[Raniero Del Pecora]]. Dopo aver incontrato Raniero nella campagna di [[Castiglione del Lago|Laviano]], piccolo borgo al confine del territorio perugino, Margherita, sedicenne di umili origini, fugge di notte dal borgo nativo rischiando la vita attraverso le acque agitate del [[lago di Montepulciano]] per andare a convivere con l'amante. In Montepulciano la bella Margherita, la "Signora", inizia una nuova vita nel lusso e nei privilegi di una famiglia ricca e potente, come lascia intuire la ''Leggenda'' nello struggente colloquio di Margherita con il [[Crocefisso]].<ref>Bevignati, pp. 2-6.</ref> L'uccisione di Raniero, avvenuta nel [[1272]] in una battuta di caccia durante il soggiorno estivo nelle sue proprietà tra Valiano e la località [[Petrignano del Lago|Giorgi di Petrignano]], segnò un profondo cambiamento di vita di Margherita che, penitente sulla via di Cortona con il figlio Jacopo tenuto per mano, percorse un nuovo ''itinerarium'' spirituale nella ricerca della santità e della pace interiore.
 
====L'uccisione di Raniero====
[[File:BitvauColle 1269.png|thumb|left|Un fante porta sull’asta la testa di [[Provenzano Salvani]] in una [[miniatura]] del [[XIV secolo]]. [[Roma]], [[Biblioteca Chigiana]]]]
La sanguinosa [[battaglia di Montaperti]] ([[1260]]) segnò la vittoria dei [[ghibellini]] [[Siena|senesi]] contro i [[guelfi]] [[Firenze|fiorentini]], ma nel [[1269]] la [[battaglia di Colle|battaglia di Colle di Val d'Elsa]] determinò un rovesciamento politico a favore dei guelfi. In quella battaglia rimase ucciso il capitano ghibellino [[Provenzano Salvani]], ex [[podestà (medioevo)|podestà]] [[Montepulciano|poliziano]], e nella città di Siena salì al governo la fazione guelfa dei Trentasei. Intanto nella signoria di Montepulciano, dopo la partenza del Salvani, la fazione guelfa, a cui apparteneva la famiglia di Raniero, cominciò lentamente a riemergere. Nella signoria, personaggio di spicco era [[Guglielmo Del Pecora]], zio di Raniero, aspirante ad un ruolo di primo piano politico, persona molto stimata dai nuovi governanti senesi, dedito a lucrosi traffici commerciali nell'area attraversata da tortuosi itinerari che, risalendo dal ponte di Valiano, conducevano in [[Val d'Orcia]].<ref name=boscherini>L. Boscherini, ''Valiano: storia di un feudo conteso'', 1997, p. 2.</ref>
 
Già nel [[1268]] i guelfi fuoriusciti da Montepulciano, dopo pochi giorni di assedio, avevano ripreso con l'aiuto di [[Carlo I d'Angiò]] la fortezza ed il governo della signoria. Raniero partecipò all'impresa guadagnandosi una posizione di prestigio. La persecuzione contro i ghibellini provocò il fenomeno del fuoriuscitismo e molto ghibellini, come il figlio di Provenzano, si rifugiarono in Cortona, che godeva fama di città ghibellina.<ref>G. Mancini, ''Cortona nel Medio Evo'', 1897, p. 71.</ref> Nel [[1271]], per contrastare le rappresaglie dei ghibellini, il governo senese ordinò la distruzione di [[Farnetella]] e [[Scrofiano]], possedimenti di [[Ildebrandino Cacciaconti]], conte di [[Trequanda]] e capo ghibellino del territorio. Un grave assalto dei ghibellini cortonesi, aggravato da omicidio, si verificò presso la [[dogana]] dell'[[Cortona|Ossaia]], dove fu incendiato un carico di velluti fiorentini, merce di grande valore acquistata da mercanti perugini. Un episodio analogo dovette verificarsi per un carico di merci di proprietà di Guglielmo Del Pecora, assalito tra Trequanda e [[Trequanda|Montelifré]], luogo dove andavano convergendo gli interessi economici dei Del Pecora con la presenza di alcune loro proprietà.<ref>E. Repetti, ''Dizionario geografico, fisico, storico della Toscana'', 1843, vol. III, voce "Trequanda".</ref> Guglielmo, che godeva di appoggi nel governo senese, riuscì ad esigere il risarcimento del danno dai [[Cacciconti]]. Nel clima di [[faida]] tra le due famiglie, nel [[1272]] Raniero Del Pecora, dimorante con Margherita ed il figlio Jacopo nel soggiorno estivo nelle proprietà di Valiano e [[Petrignano del Lago|Petrignano]], rimase vittima di un agguato nemico ed ucciso a colpi di pugnale nei boschi di Petrignano. Pochi mesi dopo l'uccisione di Raniero fu trovato morto Ranuccio, figlio di Ildebrandino Cacciaconti.<ref name=boscherini />
 
===La posta di Valiano===
{{vedi anche|Battaglia di Torrita}}
Dopo la battaglia di Torrita (9 aprile [[1358]]), combattuta tra perugini e senesi, [[Giovanni Del Pecora|Giovanni]] e [[Gherardo Del Pecora]], con i nipoti Bertoldo e Corradino, furono insigniti del titolo di "cavaliere" dai vincitori perugini per aver combattuto valorosamente dalla loro parte e vennero remunerati con la rendita vitalizia della posta di Valiano. Nelle [[Villa|ville]] medievali, attraversate da importanti vie di comunicazione, le "poste", appaltate dai comuni delle città a privati fiduciari, costituivano un sistema organizzato di stazioni intermedie, necessarie per il traffico di merci con città più lontane. Il servizio postale delle merci veniva svolto da corrieri: "mercanti a cavallo" che, con i loro carichi, potevano sostare nelle poste per effettuare il cambio dei cavalli ed assolvere al pagamento dei dazi doganali.
 
===La posta del Chiugi===
[[File:Val di Chiana.jpg|thumb|left|[[Leonardo da Vinci]], ''Mappa della Val di Chiana'', [[1502]]-[[1503|03]]. [[Windsor (Regno Unito)|Windsor]], Royal Library]]
La posta di Valiano, «propinqua alla Chiana, luogo forte ed abbondante»<ref>S. Benci, ''Op. cit.'', p. 54.</ref>, oltre alla stazione doganale all'interno del castello sulla [[Via Lauretana (Toscana)|via Lauretana]], esercitava il controllo delle merci sul porticciolo della [[Chiana]], godendo dei diritti di transito delle merci trasportate sulle "navi" (barconi) che praticavano la navigazione del fiume con carichi di grano, sale, stoffe e soprattutto pesce, pescato nei laghi di Montepulciano e nel [[Chiusi|Chiaro di Chiusi]]. Nel [[1379]] Perugia, dopo aver perso tutti i castelli già posseduti in Val di Chiana - [[Monte San Savino]], [[Castiglion Fiorentino|Castiglion Aretino]], [[Lucignano]] e [[Foiano della Chiana|Foiano]] -, riuscì a difendere il castello di Valiano detto "Zeppa", che venne appaltato a [[Giovanni Del Pecora]] con l'obbligo di tenervi una guardia di soldati perugini e d'impedire danni nel [[Poste del Chiugi|Chiugi]].<ref>G. Mancini, ''Op. cit.'', p. 226.</ref> Il Chiugi era una vasta area che, dalla sponda occidentale del [[Trasimeno]] all'altezza delle due torri chiusine di "Beccati questo" e "Beccati quello", lambiva la contea pozzuolese fino al ponte di Valiano, per poi risalire il castello fino al culmine dell'antica chiesa di San Procolo e ridiscendere infine per la via di Terrarossa, fino a raggiungere la sorgente della [[Tuoro sul Trasimeno|Venella]] (località Puntabella) ai piedi del castello di Montegualandro.
 
La posta chiugina di Valiano fu subito oggetto di controversie. Nel [[1397]] il signore di Cortona [[Uguccio Casali]], dopo aver compiuto azioni di sabotaggio contro la "nave" di Valiano, s'impadronì della posta. Dopo la morte del Casali ([[Firenze]], [[1400]]), Perugia, passata sotto il dominio dello [[Stato Pontificio]] di [[Bonifacio IX]], pretese il monopolio della vendita del sale, ritenendo Valiano posta perugina del [[Poste del Chiugi|Chiugi]].<ref name=mancini>G. Mancini, ''Op. cit.'', pp. 258-259.</ref> All'istituzione del monopolio pontificio in Valiano si opposero i fiorentini, dichiarando che Valiano «non è, né fu mai luogo di chiesa, anzi è imperiale, et fu de' Marchesi del Monte s. Maria, e nella guerra che avemmo col duca di Milano, col quale tenevano i Perugini, fu acquistato».
 
La disputa tra perugini e fiorentini si protrasse ancora nel tempo. Nel [[1407]], il podestà di Montepulciano ebbe ordine dai fiorentini di controllare che Perugia non togliesse il castello di Valiano a Giovanni Del Pecora.<ref name=mancini />
 
===Le campagne di Ladislao ed Alfonso di Napoli===
[[File:Ladislao d'Angiò re di Napoli.jpg|thumb|Ladislao d'Angiò, re di Napoli]]
Nel marzo del [[1409]] re [[Ladislao di Napoli]], lasciata [[Roma]], dopo la sottomissione di Perugia con un poderoso esercito di alcune migliaia di armati si diresse in Toscana, con l'intento di sconfiggere la lega tra Firenze e Siena che si opponeva al suo disegno di espansione nel territorio italiano. Una parte di quell'esercito si accampò tra [[Terontola]] ed [[Cortona|Ossaia]]; l'altra parte, dopo aver espugnato il castello, stabilì in Valiano, seconda base d'appoggio per le successive operazioni militari. I soldati di Ladislao, rimasti per più di un anno nel territorio della Val di Chiana senza riuscire ad ottenere una conquista significativa, si distinsero unicamente per devastare i campi ricchi di messi e pronti per la mietitura. Le popolazioni oppresse per lungo tempo maledissero quell'esercito vandalico e ricordarono Ladislao come «re Guastagrano».<ref>G.B. Del Corto, ''Storia della Val di Chiana'', 1898, p.78.</ref> Negli accampamenti ebbe luogo una trattativa segreta che permise a Ladislao di occupare Cortona e di imprigionare [[Luigi Casali]], ultimo signore di Cortona.
 
La lunga permanenza in territorio nemico cominciò a produrre lo scontento anche nell'esercito di occupazione di Ladislao, nel quale, non appena giunsero a scadenza le [[condottiero|condotte]] delle [[Compagnia di ventura|compagnie di ventura]], cominciarono a verificarsi numerose diserzioni. In data 8 agosto [[1410]] i fiorentini riuscirono a riconquistare il castello di Valiano e, insieme ai rappresentanti delle città di Siena e di Perugia, intrapresero con Ladislao una laboriosa trattativa di pace. Cortona fu venduta dal re di Napoli ai fiorentini, che nel trattato finale riuscirono ad evitare la distruzione del castello di Valiano richiesta pressantemente dai perugini. La questione di quel possedimento non risultò chiaramente definita.<ref name=mancini />
 
Dopo la morte di Ladislao, nel [[1414]], cominciò ad emergere nella storia la figura del condottiero [[Braccio da Montone]], signore di Perugia, sostenuto dai fiorentini ma in contrasto con il [[papa Martino V]], ospite fiorentino in attesa di rientrare nella sede pontificia romana dopo il periodo della [[Cattività avignonese|vacanza avignonese]]. Nel febbraio del [[1420]], con un seguito principesco, Braccio giunse in Firenze per incontrarsi con il pontefice. La fama del condottiero perugino fece tanto effetto in città che lo scrittore fiorentino [[Leonardo Bruni]] ricordava il ritornello che i ragazzi andarono cantando per le strade di Firenze:<ref>F. Cardini, ''Atti del Conv. intern. le Studi'', 1993, p. 8.</ref>: «Papa Martino non vale un quattrino / Braccio valente vince ogni gente». Nel periodo della signoria perugina di Braccio da Montone, la famiglia di [[Bindaccio Ricasoli]], plenipotenziario di Braccio, risultò in possesso di vaste proprietà immobiliari nel castello di Valiano, in [[Valdilupino]] e Laviano<ref name=mancini /> fino al 26 marzo [[1427]], quando gli abitanti di Valiano si sottomisero direttamente alla signoria di Firenze.<ref>S. Ammirato, ''Historie fiorentine del suo tempo'', L.XIX, 1996, p. 2.</ref>
[[File:Kwidzyn bombarda.jpg|thumb|left|Bombarda- sec. XV]]
Durante una notte del mese di luglio [[1452]] le scolte predisposte alla sorveglianza del [[Foiano della Chiana|Castello di Foiano]] avvistarono in lontananza una linea di fuochi provenienti dal Castello di Valiano. L'indagine successiva degli esploratori inviati da Foiano rivelò con stupore l'occupazione di Valiano da parte di un poderoso esercito di [[Alfonso V d'Aragona]], [[Regno di Napoli|re di Napoli]], forte di 16.000 soldati e 600 cavalieri, munito di [[Bombarda (arma)|bombarde]] (per la prima volta comparse nel territorio), portatosi in [[Toscana]] per punire il tradimento della Repubblica fiorentina dominata da [[Cosimo de' Medici]] alleatosi con l'acerrima e comune avversaria: la [[Milano]] dei [[Visconti]] ora passata sotto l'ambita signoria di [[Francesco Sforza]].<ref>F. Palmerini, ''Op, Cit'' pp. 59-63</ref> Il 2 settembre [[1452]], l'esercito napoletano comandato da [[Ferdinando I di Napoli|Ferdinando duca di Calabria]], con a fianco i più famosi capitani dell'epoca come [[Federico da Montefeltro]], [[Jacopo Caldora]], [[Orsini|Orso Orsini]], dopo la presa di Valiano, che senza successo offrì una disperata resistenza, espugnò il Castello di Foiano, difeso strenuamente dalla popolazione ed in particolare dalle donne che provvedevano alla bollitura dell'acqua e dell'olio per rovesciarli sugli assalitori che penetravano dalle fenditure delle mura provocate dalle bombarde.<ref>Palmerini, p.64.</ref>
 
===Il conflitto tra le repubbliche di Siena e Firenze===
 
[[File:Agnolo Bronzino - Piero il Fatuo.jpg|thumb|[[Agnolo Bronzino]], ''Ritratto di Piero de' Medici detto il Fatuo'']]
Sul finire del [[Medioevo]] e sul principio del [[XVI secolo]], la Val di Chiana si presentava divisa in due parti. Dalla parte nord-orientale i comuni di [[Arezzo]], [[Castiglion Fiorentino]], [[Cortona]], Valiano, [[Civitella in Val di Chiana|Civitella]], [[Monte San Savino]], [[Marciano della Chiana|Marciano]] e [[Foiano della Chiana|Foiano]] erano soggetti al dominio fiorentino; dalla parte sud-occidentale, [[Lucignano]], [[Sinalunga]], [[Torrita di Siena|Torrita]], [[Chianciano]] e [[Chiusi]] erano soggetti alla [[Repubblica di Siena]]. Nel centro di questi ultimi comuni si insinuava quello più conteso di [[Montepulciano]] appartenente alla repubblica di Firenze:
 
{{citazione|Alla sicurtà di Montepulciano era necessario il ponte di Valiano, pel quale solamente potevasi, stante l'interposto padule, da Castiglioni e da Cortona passare alla terra di Montepulciano, che senza il vantaggio di tal ponte male avrebbe potuto difendersi da chi teneva le vicine terre de' Senesi; e perciò nel tempo di nimistà fra le due Repubbliche fu mestieri tener guarnito l' un capo e l'altro di detto ponte con fortilizi e soldati|[[Giovan Battista Adriani]], ''[[Istoria del suo tempo]]''}}
 
La divisione politica esistente nel territorio della Chiana fu il movente delle discordie fra le due repubbliche dominanti che nell'ultimo periodo medievale cominciarono a farsi guerra con l'utilizzo delle moderne armature da sparo: [[bombarda (arma)|bombarde]] e [[archibugio|archibugi]], che furono causa di irreparabili danni nelle eleganti ma fragili strutture del castello di Valiano. Nel [[1496]], i fuoriusciti fiorentini guidati da [[Piero il Fatuo|Piero de' Medici]] detto il Fatuo, messo al bando dal partito popolare del [[Savonarola]], furono accolti in Montepulciano da [[Orsini|Paolo Orsini]] e, oltre a numerosi fanti, ricevettero artiglierie ed archibugi con il proposito di facilitare il suo rientro in Firenze. Piero, con l'appoggio dei senesi, assediò il bastione e la torre di Valiano custodita dai nemici fiorentini e cominciò a bombardare le strutture con colpi di artiglieria. La [[Repubblica fiorentina]] reagì organizzando la resistenza con il conte [[Ranuccio da Marciano]], che venne in soccorso di Valiano con sei squadre di cavalli e duemila fanti. Successivamente, Firenze venne coinvolta nella guerra contro Pisa e per assicurarsi la neutralità di Siena il 26 aprile [[1506]] stabilì una tregua di cinque anni ed acconsentì alla demolizione del baluardo di Valiano.<ref>F. Guicciardini, ''Storia d'Italia'', 1583, tomo II, pp. 17-18.</ref>
 
====Il presidio di Valiano====
{{ vedi anche| Battaglia di Scannagallo|}}
Nel [[1537]], il duca [[Cosimo I de' Medici]] salì al governo di Firenze con il progetto di estendere il suo dominio in tutta la [[Toscana]]. L'ultimo ostacolo alla realizzazione del progetto rimaneva l'eliminazione della [[Repubblica di Siena]], per la conquista della quale fin dal [[1553]] era in atto un conflitto combattuto dagli eserciti contrapposti di [[Francia]] e [[Spagna]]. Nella primavera del [[1554]] si aprì in Val di Chiana la fase finale dello scontro, per la quale il duca Cosimo predispose il rafforzamento dei pochi castelli in suo potere. Montepulciano fu affidata al reparto di cavalleria condotto dal capitano perugino [[Ridolfo Baglioni]], mentre il ponte di Valiano venne presidiato dall'architetto militare [[Ascanio della Corgna]], parente di Ridolfo; entrambi furono ingaggiati con un'onerosa condotta a spese del duca Cosimo. Il Della Corgna per opporsi all'esercito nemico dei franco-senesi di [[Piero Strozzi]], a metà del ponte di Valiano, fece costruire un bastione in mattoni costoso ma necessario alla sicurezza del ponte: «guarnito di scoppiettieri che archibugiavano i Franzesi se accostati si fossero»<ref>S. Benci,''Op. cit.'', p. 124.</ref>.
 
[[File:UNICEF Innocenti Research Centre.jpg|thumb|Firenze, [[Spedale degli Innocenti]]]]
Presso quel ponte trovarono scampo i condottieri [[Bartolomeo Greco]] ed i conte [[Del Bagno]], dopo aver subito una grave sconfitta nel tentativo di conquistare la fortezza di Chiusi. La [[battaglia di Scannagallo]] del 2 agosto [[1555]] segnò la fine del conflitto e la resa definitiva della Repubblica senese. Già nel [[1545]]) Valiano, entrato a far parte della nuova confinazione voluta dal duca Cosimo I, fu inserito nello ''Stato Vecchio'' della [[Repubblica di Firenze]] e descritto come antica proprietà della famiglia cortonese dei [[Jacopo Vagnucci|Vagnucci]] e dello [[Spedale degli Innocenti]] di Firenze aventi causa da [[Giovanni Del Pecora]], a cui la Repubblica aveva donato detto castello.<ref>G.B. Del Corto, ''Op. cit.'', p. 127. Cfr. F. Marozzi, ''Dallo Stato antico e moderno del fiume Arno'', 1746.</ref> Infatti fin dal [[1450]], la famiglia cortonese del vescovo di Perugia [[Jacopo Vagnucci]], commendatario dell'[[abbazia di Farneta]], aveva aggiunto al feudo pontificio di [[Petrignano del Lago|Petrignano]] l'acquisto della casa-torre situata nel borgo Palazzi di Valiano, proveniente dall'eredità di Giovanni Del Pecora, una delle residenze estive di santa Margherita e Raniero Del Pecora. A poca distanza dalla casa-torre il Vagnucci fece costruire la villa che conserva lo stemma di famiglia: l'orso con tre fiori rosso, verde e giallo.<ref name=boscherini /> Con provvedimento [[Granducato di Toscana|granducale]] del [[1744]], i comuni più piccoli della Val di Chiana vennero assorbiti da quelli più importanti e l'uffizialiato di Valiano fu riunito al vicariato maggiore di Montepulciano.<ref>G.B. Del Corto, ''Op. cit.'', p. 190.</ref>
 
Lo splendido manufatto dello Spedale degli Innocenti in piazza Santa Annunziata di Firenze, sede attuale della facoltà di Architettura, occupa alcuni uffici di ricerca [[UNICEF]] e l'istituzione è divenuta Centro nazionale di documentazione ed analisi sull'infanzia e l'adolescenza.
 
== Architetture religiose ==
===Pieve di San Lorenzo Martire===
La pieve di [[San Lorenzo Martire]] è situata all'interno del centro storico del castello di Valiano ed oltre alla reliquie del santo patrono custodisce pregevoli opere di arte cristiana: un quadro di ''[[Santa Margherita da Cortona]]'' recentemente restaurato, statue lignee dell{{'}}''[[Maria Addolorata|Addolorata]]'' e di ''San Giovanni'', un ''[[Crocefisso]]'' ligneo del [[1500]] di scuola cortonese, posto dietro l'altare maggiore, ritenuto miracoloso dai valianesi in quanto protagonista di due eventi storici straordinari: la calata di una fitta nebbia in Val di Chiana nel periodo estivo durante il suo trasferimento a Valiano, prima di giungerci , fu ospitato nella Chiesa della Maestà del Ponte ed è qui che ogni 25 anni viene riportato in Processione; e nel XIX° sec. durante la riapposizione dopo una Processione, un uomo dicendo “picchia , picchia che tanto è di legno” fu irrorato sul volto da alcune gocce di sangue, queste furono asciugate con un fazzoletto ancora oggi conservato da una famiglia di Valiano. Il Crocefisso viene festeggiato solennemente con ricorrenze venticinquennali, oltre che ogni anno la quarta Domenica di Settembre.<ref name=boschi>F. Boschi, ''Valiano: duemila anni di storia'', 2000, p. 2.</ref>
 
Pregiatissimi frammenti di [[Andrea della Robbia]] si trovano all'interno ed all'esterno del [[fonte battesimale]].
 
Nel fondo della parete semicircolare sono murati alcuni pezzi raffiguranti il [[Dio Padre]] benedicente con il libro della vita che mostra le [[Alfabeto greco|lettere greche]] [[alfa (lettera)|alfa]] e [[omega]]; al di sotto dell'[[iconografia]] principale figurano due angeli [[cherubino|cherubini]] rappresentati nei tradizionali colori robbiani: bianco su fondo azzurro. All'esterno della cappella figurano ancora immagini di angeli librati in volo che reggono il cartiglio celebrativo del rito eucaristico.<ref name=boschi />
 
===Chiesa del Santo Rosario===
La chiesina del [[Santo Rosario]], antica pieve di [[San Procolo]], appartenne ai monaci della [[congregazione dei Camaldolesi]] dell'[[eremo del Vivo]]. Più volte nominata nelle ''Rationes Decimarum'', la pieve corrispondeva le decime registrata come "chiesa di San Procolo di Valiana" fino alla scomparsa dell'eremo, avvenuta ai primi del [[XIV secolo]].<ref>R. Serafini, ''Op. cit.'', pp. 390-391.</ref>
 
==Manifestazioni==
===La Fiera di Valiano===
Approvata dal granduca [[Leopoldo II d'Asburgo-Lorena|Leopoldo]] fin dal [[1782]], la Fiera di Valiano ricorre il 10 agosto di ogni anno, in occasione della festività di San Lorenzo. Lo spirito della manifestazione è quello di divulgare la valorizzazione dell'allevamento del bestiame ed il consumo delle carni di qualità certificata della razza [[Chianina]], razza autoctona nei territori di [[Umbria]], [[Marche]] e [[Toscana]]. La fiera viene accompagnata da festeggiamenti popolari, incontri ricreativi ed appuntamenti culturali.
 
===Il Palio dei carretti===
Il Palio dei Carretti è un atteso appuntamento agonistico che si svolge nella quarta domenica di settembre per la conquista del [[palio]], un drappo dipinto in onore del S.S. Crocefisso. Vi partecipano sei contrade: Castello, Chiesina, Fonte, Dogana, Padule e Ponte. Partendo dalla zona più alta del Paese, in prossimità della Chiesa del Santo Rosario (Chiesina), i piloti salgono a bordo di carretti costruiti su quattro assi di legno, sostenuti da due coppie di cuscinetti a sfera. Dopo la partenza, i partecipanti prendono velocità nel tratto rettilineo della ripida discesa che attraversa l'abitato, per affrontare con audaci manovre le tre curve che immettono nel tratto finale, fino a raggiungere il traguardo nello storico ponte.
 
====Contrade====
*Castello (giallo-verde)
*Chiesina (nero-rosso)
*Dogana (bianco-azzurro)
*Fonte (bianco-rosso)
*Padule (giallo-rosso)
*Ponte (rosso-blu)
 
===Albo d'Oro===
{| class="wikitable sortable"
|-
|''1975''|| Fonte ||''1996''|| Padule ||''2017''|| Fonte
|-
|''1976''|| Padule ||''1997''|| Padule ||''2018''|| Padule
|-
|''1977''|| Dogana ||''1998''|| Fonte ||''2019''|| Ponte
|-
|''1978''|| Fonte ||''1999''|| Ponte || ''2020''|| N.D. (*)
|-
|''1979''|| Ponte ||''2000''|| Ponte || ''2021''|| Padule
|-
|''1980''|| Dogana ||''2001''|| Chiesina || 2022|| Dogana
|-
|''1981''|| Fonte ||''2002''|| Dogana || 2023|| Castello
|-
|''1982''|| Fonte ||''2003''|| Dogana || 2024|| Dogana
|-
|''1983''|| Castello ||''2004''|| Ponte || ||
|-
|''1984''|| Castello ||''2005''|| Castello || ||
|-
|''1985''|| Castello ||''2006''|| Ponte || ||
|-
|''1986''
|Fonte
|''2007''
|Chiesina
|
|
|-
|''1987''
|Padule
|''2008''
|Dogana
|
|
|-
|''1988''
|Castello
|''2009''
|Ponte
|
|
|-
|''1989''
|Padule
|''2010''
|Castello
|
|
|-
|''1990''
|Ponte
|''2011''
|Padule
|
|
|-
|''1991''
|Dogana
|''2012''
|Ponte
|
|
|-
|''1992''
|Ponte
|''2013''
|Chiesina
|
|
|-
|''1993''
|Chiesina
|''2014''
|Chiesina
|
|
|-
|''1994''
|Dogana
|''2015''
|Padule
|
|
|-
|''1995''
|Chiesina
|''2016''
|Chiesina
|
|
|}
(*) Edizione non disputata causa Covid - Panno donato alla Pieve di San Lorenzo Martire in Valiano
* Contrada vincitrice dell'ultimo palio: Dogana [22 Settembre 2024]
* Contrada Nonna: Chiesina [manca dalla vittoria da 8 edizioni]
* Contrada con più vittorie: Ponte [10 edizioni]
 
==Note==
<references/>
 
==Bibliografia==
===Fonti primarie===
*[[Niccolò Machiavelli]], ''[[Istorie Fiorentine]]'' Lib. VI (1520-1525)
*[[Francesco Guicciardini]], ''[[Storia d'Italia (Guicciardini)|Storia d'Italia]]'', [[Firenze]], [[1561]].
*[[Giovan Battista Adriani]], ''[[Istorie del suo tempo]]'', Firenze, [[1583]].
*[[Scipione Ammirato]], ''[[Istorie fiorentine (Ammirato)|Istorie fiorentine]]'', Firenze 1600.
*[[Ferdinando Morozzi]], ''[[Dallo stato antico al moderno del fiume Arno]]'', Firenze, 1766.
 
===Letteratura storiografica===
*{{cita libro|Benci | Spinello| Storia di Montepulciano| 1892| | Montepulciano }}
*{{cita libro|Vincenzo| Ansidei | coautori=Luigi Giannantoni| I Codici delle Sommissioni al Comune di Perugia| 1896| | Perugia }}
*{{cita libro|Girolamo| Mancini | Cortona nel Medio Evo| 1897| | Pisa }}
*{{cita libro|Giovan Battista| Del Corto| Storia della Val di Chiana| 1898| | Arezzo }}
*{{cita libro|Giunta| Bevignati | Leggenda della vita e dei miracoli di S. Margherita da Cortona| 1978| | Vicenza }} Trad. dall'originale latino di Eliodoro Mariani.
*{{cita libro|Remo| Serafini | Storia di Valiano| 1985| | Assisi }}
*{{cita libro|Remo| Serafini | Castiglione del Lago e Paciano| 1989| | Montepulciano }}
*{{cita libro|Federico| Valacchi | Siena| 1994| | Milano |ISBN=88-8017-008-2}}
*{{cita libro|Leopoldo| Boscherini | Margherita la Santa, da Laviano a Cortona| 1995| | Cortona }}
*{{cita libro|Leopoldo| Boscherini | Valiano: storia di un feudo conteso| 1997| | Valiano }}
*{{cita libro|Franco| Boschi | Valiano: duemila anni di storia| 2000| | Valiano }}
 
===Atti===
*{{cita libro| Franco | Cardini|wkautore=Franco Cardini| Atti del Conv.intern.le studi| 1990| | Montone | capitolo=Braccio da Montone }}
*{{cita libro| Noè Domenico| Vinciarelli| Atti del conv. Studi Acc. Masoliniana| 1998| | Perugia}}
 
==Voci correlate==
*[[Santa Margherita da Cortona]]
*[[Poste del Chiugi]]
*[[Diocesi di Montepulciano-Chiusi-Pienza]]
*[[Montepulciano]]
*[[Ospedali riuniti della Valdichiana]]
*[[Storia della Toscana]]
*[[Via Lauretana (Toscana)]]
 
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
 
==Collegamenti esterni==
 
*{{cita web|url=http://www.valdichiana.it/valiano/index.php|titolo=Sito su Valiano a cura della pro loco Montepulciano|accesso=26 febbraio 2009|dataarchivio=19 aprile 2009|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090419183800/http://www.valdichiana.it/valiano/index.php|urlmorto=sì}}
 
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|storia|Toscana}}
 
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[[Categoria:Storia di Perugia]]
[[Categoria:Storia di Siena]]