Gruppi di Combattimento: differenze tra le versioni

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Creati il 23 luglio 1944 su autorizzazione allo Stato Maggiore generale da parte delle forze armate alleate, erano costituiti per lo più da soldati provenienti da varie Divisioni dell'Esercito Regio (ma anche da partigiani e da volontari) equipaggiati, armati e addestrati dall'[[British Army|esercito britannico]].<ref>Filippo Cappellano, Nicola Pignato "''L'Esercito Italiano dall'armistizio al trattato di pace''", Storia Militare n.91 e n.91, Albertelli Edizioni Speciali, Parma maggio 2001 ed aprile 2001.</ref>
Inizialmente formati a partire dalle [[44ª Divisione fanteria "Cremona"|Divisioni "Cremona"]] e [[20ª Divisione fanteria "Friuli"|"Friuli"]] - ognuna delle quali era composta da circa 10.000 uomini ordinati su due reggimenti di fanteria, uno di artiglieria e unità minori - dopo poche settimane si aggiunsero i gruppi "Folgore", "Piceno", "Legnano" e "Mantova".<ref>[http://books.google.com/books?id=4XqXnuKJphsC&pg=PA85&lpg=PA85&dq=%22Gruppi+di+Combattimento%22&source=web&ots=XEkMBhMBAl&sig=BEk3k1JRBX6g-NuC1FV6Pq6m1Sw&hl=it&sa=X&oi=book_result&resnum=8&ct=result#PPA85,M1{{Cita|Di Capua|Resistenzialismo versus Resistenza, pagp. 85] Visto 5 dicembre 2008.}}</ref><ref>{{Cita|Esercito Italiano|Gruppi di Combattimento}}.</ref>
 
== L'origine dei gruppiStoria ==
Subito dopo l'[[Proclama Badoglio dell'8 settembre 1943|annuncio dell'8 settembre]] dell'[[armistizio di Cassibile]] nell'Italia Meridionale e in Sardegna erano presenti 7 divisioni di fanteria del [[Regio Esercito]], oltre a 8 divisioni costiere e al corpo d'armata d'occupazione della Corsica<ref>Pignato, Cappellano, art. cit. parte 1 p. 45</ref>. Inizialmente queste divisioni furono disarmate dagli Alleati, e solo il [[Primo Raggruppamento Motorizzato|1º Raggruppamento Motorizzato]] fu utilizzato in combattimento. Intanto venivano costituite unità "ausiliarie" per il supporto logistico e i lavori campali, che furono inquadrate a fine dicembre 1943 nell'"Ispettorato della Manovalanza", successivamente dal 1º luglio 1944 "Ispettorato delle Truppe Ausiliarie"<ref>Pignato, Cappellano, art. cit., parte 1 nota 8</ref>. Il 22 marzo [[1944]] il Raggruppamento Motorizzato veniva trasformato in [[Corpo Italiano di Liberazione]] (CIL), con gli organici di una divisione rinforzata<ref>Pignato, Cappellano, art. cit. parte 1 p. 46</ref>.
 
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I Gruppi di combattimento avrebbero dovuto avere equipaggiamento britannico, dato che gran parte dell'equipaggiamento del Regio Esercito che era stato salvato al sud era stato trasferito ai partigiani jugoslavi<ref>Vedi tabelle su Pignato, Cappellano, art. cit., parte 1 pp. 48-49</ref>, mentre le divisioni che avevano respinto i tedeschi dalla Corsica erano state costrette a lasciare il loro equipaggiamento alle forze francesi<ref name=GDC86 />.
 
L'entrata in linea dei gruppi era prevista appena superata la fase di addestramento, quindi entro la fine ottobre 1944 ("Friuli"), entro la prima metà di novembre ("Cremona"), entro la prima metà di dicembre ("Legnano" e "Folgore") ed entro la prima metà di gennaio ("Mantova" e "Piceno")<ref name="GDC86" />; in realtà i tempi furono sensibilmente più lunghi, tanto che i primi gruppi entrarono in linea solo nel gennaio 1945, il "Mantova" rimase in riserva all'[[Eighth Army (UnitedBritish KingdomArmy)|VIII armata britannica]] e il "Piceno" fu trasformato in unità di addestramento.
 
== L'organico dei gruppiOrganico ==
[[File:Gruppi di Combattimento.png|thumb|Organigramma teorico dei Gruppi di Combattimento, come previsto nel luglio 1944]]
 
Nel settembre 1944 l'Ufficio ordinamento e mobilitazione dello Stato maggiore del Regio esercito pubblicò le tabelle organiche relative al Gruppo di combattimento, che era ordinato nel seguente modo:
Nel luglio 1944, quando fu decisa la costituzione dei gruppi, l'organico doveva essere il seguente<ref>Pignato, Cappellano, art. cit., parte 1 p. 50 e ''I Gruppi di Combattimento'', citata in bibliografia, Mario Montanari "Le operazioni dei reparti regolari italiani: I Gruppi di Combattimento" p. 88</ref>:
* Comando di gruppo
* 2 reggimenti di fanteria su
** 3 battaglioni di fanteria su
*** 3 compagnie fucilieri
*** compagnia armi d'accompagnamento
** compagnia mortai (mortai 3 [[Pollice (unità di misura)|in]] britannici)
** compagnia controcarri (cannoni anticarro da [[Ordnance QF 6 lb|6 lb]])
* reggimento artiglieria su
** 4 gruppi artiglieria campale (cannoni obici da [[Ordnance QF 25 lb|88/25]])
** gruppo artiglieria controcarri (cannoni anticarro [[Ordnance QF 17 lb|17 lb]])
** gruppo artiglieria contraerei (cannoni [[Bofors 40 mm|Bofors 40/56]])
* battaglione del genio
** 2 compagnie artieri
** compagnia teleradio
* compagnia trasporti e rifornimenti
* servizio sanitario
* deposito mobile materiali di artiglieria e del genio
* officina meccanica
* sezione carabinieri<ref>Successivamente portate a due</ref>
* una sezione di collegamento (British Liaison Unit - BLU)
 
* Comando di Gruppo (quartier generale, 2 sezioni miste Carabinieri reali, nucleo inglese di collegamento, officina media)
Come si vede i gruppi di combattimento erano strutturati come divisioni di fanteria binarie (cioè su due reggimenti di fanteria e uno di artiglieria), come quelle con cui l'Italia aveva combattuto nella prima parte della guerra ma, rispetto alla divisione Pariani, avevano un quantitativo di armi di appoggio superiore sia numericamente sia qualitativamente<ref name=GDC88>''I Gruppi di Combattimento'', citata in bibliografia, Mario Montanari "Le operazioni dei reparti regolari italiani: I Gruppi di Combattimento" p. 88</ref>. Tuttavia, di fronte a queste situazioni sulla carta, i Gruppi in realtà ebbero un organico ridotto, soprattutto nella componente di artiglieria campale (su due Gruppi anziché i quattro previsti), e in realtà neppure questo organico fu sempre raggiunto<ref name=PC56>Pignato, Cappellano, art. cit., parte 1 p. 56</ref>.
* 2 reggimenti di fanteria, ognuno su:
** Compagnia comando di reggimento (plotone comando, plotone servizi, autocarreggio)
** Compagnia mortai da 76 (2 plotoni mortai; totale: 8 mortai da 76)
** Compagnia cannoni controcarri da 57/50 (plotone comando, 4 plotoni cannoni; totale: 12 pezzi da 57/50)
** 3 battaglioni di fanteria, ognuno su:
*** Compagnia comando di battaglione (plotone comando, plotone collegamenti, plotone esploratori-guastatori)
*** 3 compagnie fucilieri (ognuna su plotone comando, 3 plotoni fucilieri; totale: 3 mortai da 50)
*** Compagnia armi di accompagnamento (plotone comando, plotone pionieri, plotone carrette cingolate, plotone mortai, plotone cannoni; totale: 4 mortai da 76, 14 mortai da 50, 2 pezzi da 57/50)
** Officina leggera
* reggimentoReggimento artiglieriadi suartiglieria
** Reparto comando di reggimento (sezione comando, autocarreggio)
** 4 gruppi cannoni da 88/27 (ognuno su 2 batterie cannoni; totale: 8 pezzi da 88/27)
** Gruppo controcarri da 76/55 (2 batterie controcarri; totale: 8 pezzi da 76/55)
** Gruppo controaerei leggeri da 40/56 (2 batterie controaerei; totale: 12 pezzi da 40/56)
** 2 officine leggere
* Battaglione misto genio (2 mortai da 50)
** 2 compagnie artieri (ognuna su plotone operai, 2 plotoni artieri, plotone artieri d'arresto)
** compagnia teleradio (plotone teleradio per comando gruppo, 2 plotoni teleradio per reggimento fanteria, plotone teleradio per reggimento artiglieria)
** 2 officine leggere
* Sezione sanità (2 reparti autocarreggiati, reparto portaferiti, plotone disinfezione e difesa antimalarica)
* 2 ospedali da campo
* Compagnia trasporti e rifornimenti (3 plotoni trasporti, 3 nuclei autieri di riserva, 2 plotoni misti)
* depositoDeposito mobile materiali di artiglieria e del genio
 
Come si vede i gruppi di combattimento erano strutturati come divisioni di fanteria binarie (cioè su due reggimenti di fanteria e uno di artiglieria), come quelle con cui l'Italia aveva combattuto nella prima parte della guerra ma, rispetto alla divisione Pariani, avevano un quantitativo di armi di appoggio superiore sia numericamente sia qualitativamente<ref name=GDC88>''I Gruppi di Combattimento'', citata in bibliografia, Mario Montanari "Le operazioni dei reparti regolari italiani: I Gruppi di Combattimento" p. 88</ref>. Tuttavia, di fronte a queste situazioni sulla carta, i Gruppi inebbero realtà ebberospesso un organico ridotto, soprattutto nella componente di artiglieria campale (su due/tre Gruppi anziché i quattro previsti), e in realtà neppure questo organico fu sempre raggiunto<ref name=PC56>Pignato, Cappellano, art. cit., parte 1 p. 56</ref>.
Le tabelle organiche del Gruppo di Combattimento assommavano quindi a un totale di 432 ufficiali italiani e 7 ufficiali britannici, 8.758 sottufficiali e truppa, 2.513 [[mitra (arma)|mitra]] [[Thompson (mitra)|Thompson]], 502 fucili mitragliatori [[Bren (mitragliatrice)|Bren]], 201 lanciabombe controcarro [[PIAT]], 40 [[Ordnance ML 3-inch Mortar|mortai da 76 mm]]<ref>Secondo la terminologia britannica, [[Ordnance ML 3-inch Mortar]].</ref>, 140 mortai leggeri da 50&nbsp;mm<ref>Secondo la terminologia britannica, Ordnance SBML 2-inch mortar.</ref>, 36 cannoni controcarro da [[Ordnance QF 6 lb|57/50]]<ref>Secondo la terminologia britannica, [[Ordnance QF 6 lb|Ordnance Quick-Firing 6-pounder 7 cwt]].</ref> e 8 da [[Ordnance QF 17 lb|76/54]]<ref>Secondo la terminologia britannica, [[Ordnance QF 17 lb|Ordnance Quick-Firing 17 pounder]].</ref>, 32 obici-cannoni da [[Ordnance QF 25 lb|88/27 mm]]<ref>Secondo la terminologia britannica, [[Ordnance QF 25 lb|Ordnance Quick-Firing 25-pounder]].</ref> e 12 cannoni contraerei da [[Bofors 40 mm|40/56]]<ref name=PC56 /><ref>Secondo la terminologia britannica, [[Bofors 40 mm|Ordnance Quick-Firing 40-mm Mk.III]].</ref>. L'equipaggiamento quindi era britannico e così le uniformi, che tuttavia conservavano [[Mostrina|mostrine]], [[stellette militari]] e distintivi di grado del Regio Esercito e portavano una fascetta tricolore sulla manica sinistra<ref>Inizialmente doveva essere una sottile fascetta tricolore infilata sull'estremità esterna della controspallina sinistra, ma fu sempre invece usato il rettangolino illustrato di seguito, cucito appunto sulla manica sinistra (a imitazione dei [[Tactical recognition flash|flash britannici]]).</ref>.
 
Le tabelle organiche del Gruppo di Combattimento assommavano quindi a un totale di 432 ufficiali italiani e 7 ufficiali britannici, 8.758 sottufficiali e truppa, 2.513 [[mitra (arma)|mitra]] [[Thompson (mitra)|Thompson]], 502 fucili mitragliatori [[Bren (mitragliatrice)|Bren]], 201 lanciabombe controcarro [[PIAT]], 40 [[Ordnance ML 3-inch Mortar|mortai da 76 mm]]<ref>Secondo la terminologia britannica, [[Ordnance ML 3-inch Mortar]].</ref>, 140 mortai leggeri da 50&nbsp;mm<ref>Secondo la terminologia britannica, Ordnance SBML 2-inch mortar.</ref>, 36 cannoni controcarro da [[Ordnance QF 6 lb|57/50]]<ref>Secondo la terminologia britannica, [[Ordnance QF 6 lb|Ordnance Quick-Firing 6-pounder 7 cwt]].</ref> e 8 da [[Ordnance QF 17 lb|76/5455]]<ref>Secondo la terminologia britannica, [[Ordnance QF 17 lb|Ordnance Quick-Firing 17 pounder]].</ref>, 32 obici-cannoni da [[Ordnance QF 25 lb|88/27 mm]]<ref>Secondo la terminologia britannica, [[Ordnance QF 25 lb|Ordnance Quick-Firing 25-pounder]].</ref> e 12 cannoni contraerei da [[Bofors 40 mm|40/56]]<ref name=PC56 /><ref>Secondo la terminologia britannica, [[Bofors 40 mm|Ordnance Quick-Firing 40-mm Mk.III]].</ref>. L'equipaggiamento quindi era britannico e così le uniformi, che tuttavia conservavano [[Mostrina|mostrine]], [[stellette militari]] e distintivi di grado del Regio Esercito e portavano una fascetta tricolore sulla manica sinistra<ref>Inizialmente doveva essere una sottile fascetta tricolore infilata sull'estremità esterna della controspallina sinistra, ma fu sempre invece usato il rettangolino illustrato di seguito, cucito appunto sulla manica sinistra (a imitazione dei [[Tactical recognition flash|flash britannici]]).</ref>.
 
Volutamente i Gruppi di Combattimento erano privi di una componente corazzata, tuttavia in alcune occasioni furono appoggiati da componenti corazzate britanniche<ref name=PC54>Pignato, Cappellano, art. cit., parte 1 p. 54</ref>.
 
== Il reclutamento ==
Il reclutamento nei gruppi di combattimento fu effettuato principalmente tra il personale delle Forze Armate ([[Regio Esercito]] e [[Regia Marina]]) inquadrato nelle unità rimaste organizzate dopo l'8 settembre o da personale sbandato proveniente dai centri di raccolta. Questo comportò problemi non indifferenti sia dal punto di vista organizzativo sia addestrativo, dovendo riunire personale già con esperienza in combattimento ("Cremona", "Friuli"), a volte anche considerevole (gli elementi già del Corpo Italiano di Liberazione confluiti dei gruppi Legnano e Folgore), con personale proveniente da unità mai prima impegnate in azione o addirittura del tutto privo di addestramento al combattimento terrestre (come larga parte del personale di marina del gruppo Folgore). Consistente fu anche l'afflusso di personale volontario o proveniente da unità partigiane.
 
Consistente fu anche l'afflusso di personale volontario o proveniente da unità partigiane.
 
Tra le unità partigiane, l'unico inserimento organico a livello ufficiale nei gruppi di combattimento fu quello della "Brigata Gordini" (XXVIII Brigata Garibaldi) nel gruppo "Cremona" a partire dal 19 febbraio fino al 19 maggio [[1945]]<ref>Nicola Lablanca, op. citata in bibliografia, Arianna Franceschini, ''Le fonti dell'Archivio dell'Ufficio storico dello Stato maggiore dell'esercito'', p. 171</ref>, ma non mancarono aggregazioni "non ufficiali" di altre formazioni, quali gli elementi della "Brigata Bianconcini" (XXVI Brigata Garibaldi)<ref>Elementi della XXVI Brigata avevano già combattuto a [[Monte Battaglia#I combattimenti del 1944|Monte Battaglia]] alla fine del settembre 1944 a fianco del 350º reggimento della 88ª divisione fanteria statunitense. Vedi Amedeo Montemaggi, ''Clausewitz sulla Linea Gotica'', Angelini Editore, ISBN 978-88-87930-37-5, "Monte Battaglia - la vittoria rifiutata" pp. 168-177</ref> inquadrati nella Prima compagnia partigiani Folgore Alessandro Bianconcini del "Reggimento Nembo"<ref>Nicola Lablanca, op. citata in bibliografia, Arianna Franceschini, ''Le fonti dell'Archivio dell'Ufficio storico dello Stato maggiore dell'esercito'', p. 205</ref>, parte del gruppo di combattimento "Folgore".
 
Numerosi altri ex-partigiani (molti dei quali militari del regio esercito) erano già affluiti nelle filafile del Corpo Italiano di Liberazione (quali i circa 2.000 volontari e partigiani dell'Italia centrale, che in larga parte confluirono nel [[9º Reggimento alpini|Battaglione alpini "Abruzzi"]], (poi "L'Aquila", successivamente inquadrato nel gruppo di combattimento "Legnano") o gli oltre 1.000 partigiani toscani ed emiliani delle [[Brigata partigiana|divisioni partigiane]] [[Divisione Garibaldi "Arno"|Garibaldi "Arno"]] e "Modena" che confluirono nel Regio Esercito nella primavera del 1945, praticamente a guerra finita.<ref>F.Cappellano, S.Orlando, L'Esercito Italiano dall'armistizio alla Guerra di Liberazione, pp. 173-174</ref>
 
Altri volontari affluirono costantemente nei gruppi di combattimento; in particolare nel "Cremona" fra l'11 e il 20 ottobre 1944 arrivarono 144 volontari (insieme con elementi richiamati dal distretto militare di Frosinone), altri 180 giunsero il 24 gennaio [[1945]]<ref>Nicola Lablanca, op. citata in bibliografia, Arianna Franceschini, ''Le fonti dell'Archivio dell'Ufficio storico dello Stato maggiore dell'esercito'', pp. 168-169</ref>.
 
Altri volontari affluirono costantemente nei gruppi di combattimento; in particolare nel "Cremona" fra l'11 e il 20 ottobre 1944 arrivarono 144 volontari (insieme con elementi richiamati dal distretto militare di Frosinone), altri 180 giunsero il 24 gennaio [[1945]].<ref>Nicola Lablanca, op. citata in bibliografia, Arianna Franceschini, ''Le fonti dell'Archivio dell'Ufficio storico dello Stato maggiore dell'esercito'', pp. 168-169</ref> L'amalgama fra i volontari, gli ex-partigiani e il personale dei gruppi inquadrato in precedenza non fu sempre facile<ref>Nicola Lablanca, op. citata in bibliografia, Arianna Franceschini, ''Le fonti dell'Archivio dell'Ufficio storico dello Stato maggiore dell'esercito'', p. 170</ref>, tuttavia qualche diffidenza iniziale fu superata dopo l'inserimento deinei gruppi in linea.
 
== Operatività dei gruppi ==
=== Gruppo di Combattimento "Cremona" ===
: [[File:Regio Esercito - Gruppo Combattimento Cremona.svg|150px]]
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Entrò in linea nel gennaio 1945, con organici ancora incompleti, alle dipendenze del I Corpo d'armata canadese, che fornì alcune unità d'artiglieria di supporto. Schierato tra la ferrovia Ravenna-Alfonsine e il mare, fin dai primi giorni il gruppo fu sottoposto a numerosi attacchi di disturbo da parte delle forze tedesche.
 
Passato a fine febbraio alle dipendenze del V Corpo d'armata britannico, inquadrando i partigiani della [[28ª Brigata "Mario Gordini"|28ª Brigata Garibaldi "Mario Gordini"]] comandata da ''Bulow'' ([[Arrigo Boldrini]] che all'epoca dell'armistizio era ufficiale del 120º Fanteria Emilia), unica unità [[partigiano|partigiana]] aggregata organicamente ai Gruppi di Combattimento<ref>Fonogramma del 51º British Liason Unit al Comando del Gruppo di Combattimento "Cremona" del 19 febbraio 1945, in A.ISR.RA., C.CX.b.11., cit. in G. F. Casadio - R. Cantarelli, ''La Resistenza nel ravennate'', Ravenna, 1980.</ref>, il "Cremona" partecipò alla sua prima operazione offensiva il 2 marzo con due battaglioni di fanteria supportati da carri pesanti [[Mk IV Churchill|Churchill]] britannici, con l'obiettivo di sbloccare il Passo del Primaro. Inizialmente respinto dalla difesa avversaria, sostenuta da estesi campi minati, il "Cremona" ritentò l'assalto il giorno successivo, con pieno successo.
 
Tra il 10 e il 13 aprile il Gruppo prese parte all'operazione Sonia, ruppe la linea difensiva tedesca sul fiume [[Senio]] e avanzò per liberare [[Fusignano]] e [[Alfonsine]], superando il [[Santerno]].
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Il 29 aprile alcune avanguardie motorizzate del reparto raggiunsero Dolo, Mira, Mestre e le porte di Venezia, che però venne raggiunta per prima dai NP (Nuotatori Paracadutisti) del [[Reggimento San Marco]] che alle ore 8:00 del 28 aprile erano già sbarcati a [[Chioggia]] acclamati dalla popolazione; il 30 gli incursori arrivano a Venezia seguiti poi dal ''Cremona''.
 
Alla fine della campagna si contarono 208 cadutiuccisi e oltre 400 feriti<ref name="ReferenceA">Filippo Cappellano, Salvatore Orlando "L'Esercito Italiano dall'armistizio alla Guerra di Liberazione", Ufficio Storico dello Stato Maggiore Esercito, Roma 2005</ref><ref>[http://www.esercito.difesa.it/Storia/storia_esercito/19431945/LaGuerradiLiberazione/GruppidiCombattimento/GruppodiCombattimentoCremona/Pagine/default.aspx Esercito Italiano - Gruppo di Combattimento "Cremona"] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20111020001348/http://www.esercito.difesa.it/Storia/storia_esercito/19431945/LaGuerradiLiberazione/GruppidiCombattimento/GruppodiCombattimentoCremona/Pagine/default.aspx |data=20 ottobre 2011 }}</ref>:. tra iI caduti dell'offensiva sul Senio e sul Santerno riposano nel cimitero militare di Camerlona (7&nbsp;km ad nord-ovest di [[Ravenna]]), uno dei pochi cimiteri ufficiali delle Forze Armate italiane impegnate nel conflitto<ref>Nel cimitero riposa anche il Comandante del Gruppo, generale [[Clemente Primieri]] (1894-1981).</ref>. Il capitano [[Luigi Giorgi (militare)|Luigi Giorgi]], caduto a Ferrara, è l'unico combattente a essere stato insignito di due [[valor militare|Medaglie d'oro al Valor Militare]] nel corso della 2ª Guerra Mondiale, oltre che della [[Silver Star]] statunitense.
 
Tra il 28 aprile e la metà di giugno del 1945 elementi del "Cremona" e delle formazioni partigiane in esso inquadrate risultarono coinvolti nel cosiddetto [[Eccidio di Codevigo]], nel padovano.
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{{vedi anche|20ª Divisione fanteria "Friuli"}}
[[File:Targa ricordo Friuli Quota 92 - 1948.jpg|thumb|Targa posta dal popolo riolese nel 1948 a ricordo della conquista di Quota 92]]
Costituito il 20 settembre 1944 a [[San Giorgio del Sannio]] a partire dalla [[20ª Divisione fanteria "Friuli"]], che al momento dell'armistizio si trovava di stanza in [[Corsica]] dove, unitamente ad altre unità italiane, sostenne con successo duri scontri controcon unità tedesche ([[16. SS-Panzergrenadier-Division "Reichsführer-SS"]], [[90. leichte Afrika-Division|90. Panzergrenadier-Division]]) cacciandole dall'isola. Successivamente la "Friuli" venne trasferita in [[Sardegna]].
 
Entrò in linea l'8 febbraio [[1945]] presso Zattaglia<ref>Nella località si erano incontrati il principe [[Umberto II di Savoia|Umberto]], il presidente del Consiglio [[Ivanoe Bonomi]], il Comandante Supremo per le armate del Mediterraneo, generale Alexander per decidere l'offensiva.</ref> ([[Appennino faentino]]), in sostituzione della 5ª Divisione di fanteria polacca "Kresowa"<ref>5 Kresowa Dywizja Piechoty.</ref>, con compiti difensivi. Il Gruppo di Combattimento "Friuli" respinse un attacco tedesco il 12 febbraio, e nei giorni immediatamente successivi occupò [[monte Mauro]], un'altura da cui si domina la vallata del [[Senio]], riconquistata dai tedeschi il 14 marzo e ripresa dal "Friuli" il 16 marzo. L'11 aprile 1945, dopo un tentativo fallito il giorno precedente, occupò Riolo dei Bagni (oggi [[Riolo Terme]]) e la frazione [[Borgo Rivola|Rivola]], forzò il Senio e costituì sulla sponda sinistra (ovvero in territorio nemico) una testa di ponte. Proseguendo l'avanzata in direzione ovest parallelamente alla [[Via Emilia]] - a copertura del fianco sinistro delle truppe polacche che liberavano [[Imola]] - il Gruppo oltrepassò il [[Sillaro]] il 16 aprile e, dopo una dura battaglia contro i tedeschi tra il 18 e il 19 aprile, occupò l'altura di Casalecchio dei Conti, nel comune di [[Castel San Pietro Terme]]. Superati poi l'[[Idice]] e il [[Savena]], la mattina del 21 aprile entrò con altre unità Alleate a [[Bologna]].
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* Gruppo di Combattimento "Friuli" (Gen. [[Arturo Scattini]])
** [[87º Reggimento Fanteriafanteria "Friuli"]], su:
*** I Battaglione Fanteria
*** II Battaglione Fanteria
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*** Compagnia Mortai da 76
*** Compagnia Cannoni Controcarro da 57/50
** [[88º Reggimento Fanteriafanteria "Friuli"]], su:
*** I Battaglione Fanteria
*** II Battaglione Fanteria
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*** Compagnia Mortai da 76
*** Compagnia Cannoni Controcarro da 57/50
** [[35º° Reggimento Artiglieriaartiglieria da Campagnacampagna "Friuli"]], su:
*** I Gruppo Cannoni Obici Campali da 88/27
*** II Gruppo Cannoni Obici Campali da 88/27
*** III Gruppo Cannoni Obici Campali da 88/27
*** IV Gruppo Cannoni Obici Campali da 88/27
*** V Gruppo Cannoni Controcarro da [[Ordnance QF 17 lb|76/5455]]
*** VI Gruppo Contraereo da [[Bofors 40 mm|40/56]]
** CXX Battaglione Misto Genio, su:
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=== Gruppo di Combattimento "Folgore" ===
: [[File:Regio Esercito - Gruppo Combattimento Folgore.svg|150px]]
 
{{vedi anche|184ª Divisione paracadutisti "Nembo"|Divisione meccanizzata "Folgore"}}
[[File:Giorgio Morigi.jpg|thumb|Il generale Giorgio Morigi, comandante della "Folgore" (febbraio 1945).]]
Costituito il 24 settembre 1944 a [[San Potito Sannitico]] a partire dalla II Brigata del [[Corpo Italiano di Liberazione]] (CIL), che inquadrava il [[183º Reggimento paracadutisti "Nembo"]] già della [[184ª Divisione paracadutisti "Nembo"|Divisione "Nembo"]] (che al momento dell'Armistizio si trovava in Sardegna) e dal [[Reggimento "San Marco"|Reggimento Marina "San Marco"]], che era stato ricostituito dopo l'Armistizio nella Puglia con personale di provenienza varia della Regia Marina<ref>L.Fulvi, T.Marcon, O.Miozzi, ''Le fanterie di marina italiane'', Ufficio Storico della Marina Militare, Roma 1988.</ref>.
 
L'unità entrò in linea solo il 1º marzo 1945 nella zona tra il Senio e il Santerno, schierato alla sinistra del Gruppo di Combattimento "Friuli" in sostituzione della 6ª divisione corazzata britannica.<ref>{{Cita|Di name = dicapua>Capua|Resistenzialismo versus Resistenza, Giovanni Di Capua, Rubettino Editore, 2005, paggpp. 80-87.}}</ref>.
 
La zona costituiva la cerniera tra la zona appenninica e la [[Val Padana]] e si presentava molto accidentata, il che rendeva difficile l'osservazione e il movimento. Dopo una fase iniziale difensiva caratterizzata solo da attività di pattugliamento e scontri limitati, il "Folgore" prese parte come gli altri Gruppi di Combattimento all'offensiva incominciata il 10 aprile 1945. Superati i campi minati che ostruivano il transito sulle poche rotabili disponibili nell'area di operazioni, il Gruppo agganciò le retroguardie tedesche nella zona di [[Tossignano]], occupata il giorno successivo. L'avanzata proseguì verso la Via Emilia, per proseguire verso Bologna tra la 10ª Divisione indiana a sud e il "Friuli" a nord, occupando il 19 aprile 1945 [[Grizzano]] dopo aspri combattimenti contro unità di paracadutisti tedeschi (in cui perse la vita, fra gli altri, [[Carlo Reddi]], poi insignito con medaglia d'oro al valor militare).<ref name="ReferenceA"/><ref>[http://www.esercito.difesa.it/Storia/storia_esercito/19431945/LaGuerradiLiberazione/GruppidiCombattimento/GruppodiCombattimentoFolgore/Pagine/default.aspx Esercito Italiano - Gruppo di Combattimento "Folgore"] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20111020001400/http://www.esercito.difesa.it/Storia/storia_esercito/19431945/LaGuerradiLiberazione/GruppidiCombattimento/GruppodiCombattimentoFolgore/Pagine/default.aspx |data=20 ottobre 2011 }}</ref>. Il giorno successivo la "Centuria Paracadutisti Nembo", un reparto distaccato formato da personale volontario dal III Battaglione "Nembo"<ref>Nel III battaglione "Nembo" era confluito il disciolto 185º Reparto Autonomo Arditi Paracadutisti Nembo, già riaddestrato alle procedure di aviolancio britanniche presso la Training Battle School di [[San Vito dei Normanni]] nel luglio 1944 in previsione della poi abortita operazione Batepiste</ref>, prese parte assieme al [[1º Squadrone da ricognizione "FFolgore"]] all'[[operazione Herring]], l'ultima operazione aviotrasportata della Seconda guerra mondiale. Le perdite subite dal Gruppo di Combattimento in questi due mesi di operazioni ammontarono a 164 caduti, 244 feriti e 13 dispersi.
[[File:Paracadutisti italiani verso la zona di lancio dell'operazione Herring.jpg|thumb|Parà della centuria Nembo nel 1945 durante l'[[operazione Herring]]]]
La composizione dell'unità era la seguente:
 
La composizione dell'unità era la seguente:
[[File:Giorgio Morigi.jpg|thumb|Il generale Giorgio Morigi, comandante della "Folgore" (febbraio 1945).]]
* Gruppo di Combattimento "Folgore" (Gen. [[Giorgio Morigi]])
** [[183º Reggimento paracadutisti "Nembo"|Reggimento Fanteria Paracadutisti "Nembo"]], su:
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*** I Battaglione Fanteria
*** II Battaglione Fanteria
*** [[9º Reggimento d'assalto paracadutisti "Col Moschin"#Guerra di Liberazione|IIIIX BattaglioneReparto d'assalto "Col Moschin"]]
*** Compagnia Mortai da 76
*** Compagnia Cannoni Controcarro da 57/50
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La composizione dell'unità era la seguente:
* Gruppo di Combattimento "Mantova" (Gen. [[Guido Bologna]])
** [[76º Reggimento fanteria "Napoli"]], su
*** I Battaglione Fanteria
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*** 1 compagnia genio collegamenti
** Servizi Divisionali
 
== Eredità ==
Nonostante i molti cambiamenti organizzativi e la drastica riduzione nel numero dei suoi reparti, l'Esercito italiano ha voluto comunque onorare la memoria delle sue unità che presero parte alla [[guerra di liberazione italiana|Guerra di Liberazione]], mantenendone vivi i nomi e le tradizioni.
* '''Gruppo di combattimento "Cremona"''': trasformato nella [[Brigata motorizzata "Cremona"#Divisione fanteria .22Cremona.22|Divisione di Fanteria "Cremona"]] il 15 ottobre 1945, poi [[Brigata motorizzata "Cremona"]] (30 ottobre 1975), disciolta il 15 novembre 1996. Il nome e le tradizioni del reparto sopravvissero nel [[7º Reggimento difesa NBC "Cremona"#7.C2.BA Reggimento artiglieria da campagna .22Cremona.22|7º Reggimento Artiglieria da campagna "Cremona"]], riconfigurato dal 31 dicembre 1998 nell'attuale [[7º Reggimento difesa NBC "Cremona"]].
* '''Gruppo di combattimento "Friuli"''': trasformato nella [[Divisione "Friuli"|Divisione fanteria "Friuli"]] il 15 ottobre 1945, poi [[Divisione "Friuli"#Brigata fanteria .22Friuli.22|Brigata fanteria "Friuli"]] dal 15 aprile 1960, [[Divisione "Friuli"#Brigata motorizzata .22Friuli.22|Brigata motorizzata "Friuli"]] dal 23 settembre 1975, [[Divisione "Friuli"#Brigata aeromobile .22Friuli.22|Brigata aeromobile "Friuli"]] dal 1º maggio 2000. Dal 15 luglio 2013 al 1º luglio 2019 veniva ricostituita la [[Divisione "Friuli"]].
* '''Gruppo di combattimento "Folgore"''': trasformato nella [[Divisione meccanizzata "Folgore"#Divisione fanteria .22Folgore.22|Divisione di Fanteria "Folgore"]] il 15 ottobre 1945, poi [[Divisione meccanizzata "Folgore"]] dal 23 ottobre 1975, sciolta il 31 ottobre 1986. Le tradizioni del reparto vennero affidate al 183º Battaglione fanteria meccanizzata "Nembo" fino al 1991, quando passarono al [[183º Reggimento paracadutisti "Nembo"|183º battaglione paracadutisti "Nembo"]], elevato a Reggimento il 23 aprile 1993, riunendo le tradizionetradizioni del Gruppo di Combattimento a quelle della [[185ª Divisione paracadutisti "Folgore"]].
* '''Gruppo di combattimento "Legnano"''': trasformato nella [[Brigata meccanizzata "Legnano"#Divisione fanteria .22Legnano.22|Divisione fanteria "Legnano"]] il 15 ottobre 1945, poi [[Brigata meccanizzata "Legnano"]] dal 1975 e sciolta il 14 settembre 1996 affidando le tradizioni ed il nome dell'unità fino al 31 dicembre 1997 al "Comando Unità di Supporto "Legnano". Dal 13 settembre 2004 il "Legnano" tornava a comparire nei ruoli dell'Esercito Italiano, quale battaglione operativo del 232º Reggimento Trasmissioni.
* '''Gruppo di combattimento "Mantova"''': trasformato nella [[Divisione meccanizzata "Mantova"#Storia|Divisione Fanteria "Mantova"]] il 15 ottobre 1945, poi [[Divisione meccanizzata "Mantova"#Divisione fanteria da montagna .22Mantova.22|Divisione di fanteria da montagna "Mantova"]] negli anni 1960, [[Divisione meccanizzata "Mantova"#Divisione meccanizzata .22Mantova.22|Divisione mecanizzata "Mantova"]] dal 1975 e [[Divisione meccanizzata "Mantova"#Brigata meccanizzata .22Mantova.22|Brigata meccanizzata "Mantova"]] dal 1º ottobre 1986, sciolta infine il 30 agosto 1997. Ricostituita come [[Divisione meccanizzata "Mantova"#Comando Divisione .22Mantova.22|Comando Divisione "Mantova"]] ildal 1º gennaio 2002 al settembre 2006, quando assumeva il nome di [[Divisione "Friuli"]], unendo le tradizioni dei due Gruppi di Combattimento.
* '''Gruppo di combattimento "Piceno"''': trasformato nel 1º Reggimento Raccolta e Smistamento per gestire il personale di ritorno dai Balcani, venne soppresso il 31 gennaio 1946. Ricostituito come 235º Battaglione fanteria "Piceno" il 1 gennaio 1976, con funzioni addestrative, entrò a far parte dell'attuale [[235º Reggimento addestramento volontari "Piceno"]] dal 10 febbraio [[1994]].
 
== Onorificenze alle Bandiere di Guerra ==
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|luogo = Guerra di Liberazione, 6 dicembre 1943 - 30 aprile 1945
}}
 
== Eredità ==
Nonostante i molti cambiamenti organizzativi e la drastica riduzione nel numero dei suoi reparti, l'Esercito italiano ha voluto comunque onorare la memoria delle sue unità che presero parte alla [[guerra di liberazione italiana|Guerra di Liberazione]], mantenendone vivi i nomi e le tradizioni.
* '''Gruppo di combattimento "Cremona"''': trasformato nella [[Brigata motorizzata "Cremona"#Divisione fanteria .22Cremona.22|Divisione di Fanteria "Cremona"]] il 15 ottobre 1945, poi [[Brigata motorizzata "Cremona"]] (30 ottobre 1975), disciolta il 15 novembre 1996. Il nome e le tradizioni del reparto sopravvissero nel [[7º Reggimento difesa NBC "Cremona"#7.C2.BA Reggimento artiglieria da campagna .22Cremona.22|7º Reggimento Artiglieria da campagna "Cremona"]], riconfigurato dal 31 dicembre 1998 nell'attuale [[7º Reggimento difesa NBC "Cremona"]].
* '''Gruppo di combattimento "Friuli"''': trasformato nella [[Divisione "Friuli"|Divisione fanteria "Friuli"]] il 15 ottobre 1945, poi [[Divisione "Friuli"#Brigata fanteria .22Friuli.22|Brigata fanteria "Friuli"]] dal 15 aprile 1960, [[Divisione "Friuli"#Brigata motorizzata .22Friuli.22|Brigata motorizzata "Friuli"]] dal 23 settembre 1975, [[Divisione "Friuli"#Brigata aeromobile .22Friuli.22|Brigata aeromobile "Friuli"]] dal 1 maggio 2000. Dal 15 luglio 2013 veniva ricostituita la [[Divisione "Friuli"]].
* '''Gruppo di combattimento "Folgore"''': trasformato nella [[Divisione meccanizzata "Folgore"#Divisione fanteria .22Folgore.22|Divisione di Fanteria "Folgore"]] il 15 ottobre 1945, poi [[Divisione meccanizzata "Folgore"]] dal 23 ottobre 1975, sciolta il 31 ottobre 1986. Le tradizioni del reparto vennero affidate al 183º Battaglione fanteria meccanizzata "Nembo" fino al 1991, quando passarono al [[183º Reggimento paracadutisti "Nembo"|183º battaglione paracadutisti "Nembo"]], elevato a Reggimento il 23 aprile 1993, riunendo le tradizione del Gruppo di Combattimento a quelle della [[185ª Divisione paracadutisti "Folgore"]].
* '''Gruppo di combattimento "Legnano"''': trasformato nella [[Brigata meccanizzata "Legnano"#Divisione fanteria .22Legnano.22|Divisione fanteria "Legnano"]] il 15 ottobre 1945, poi [[Brigata meccanizzata "Legnano"]] dal 1975 e sciolta il 14 settembre 1996 affidando le tradizioni ed il nome dell'unità fino al 31 dicembre 1997 al "Comando Unità di Supporto "Legnano". Dal 13 settembre 2004 il "Legnano" tornava a comparire nei ruoli dell'Esercito Italiano, quale battaglione operativo del 232º Reggimento Trasmissioni.
* '''Gruppo di combattimento "Mantova"''': trasformato nella [[Divisione meccanizzata "Mantova"#Storia|Divisione Fanteria "Mantova"]] il 15 ottobre 1945, poi [[Divisione meccanizzata "Mantova"#Divisione fanteria da montagna .22Mantova.22|Divisione di fanteria da montagna "Mantova"]] negli anni 1960, [[Divisione meccanizzata "Mantova"#Divisione meccanizzata .22Mantova.22|Divisione mecanizzata "Mantova"]] dal 1975 e [[Divisione meccanizzata "Mantova"#Brigata meccanizzata .22Mantova.22|Brigata meccanizzata "Mantova"]] dal 1 ottobre 1986, sciolta infine il 30 agosto 1997. Ricostituita come [[Divisione meccanizzata "Mantova"#Comando Divisione .22Mantova.22|Comando Divisione "Mantova"]] il 1 gennaio 2002 assumeva il nome di [[Divisione "Friuli"]], unendo le tradizioni dei due Gruppi di Combattimento.
* '''Gruppo di combattimento "Piceno"''': trasformato nel 1º Reggimento Raccolta e Smistamento per gestire il personale di ritorno dai Balcani, venne soppresso il 31 gennaio 1946. Ricostituito come 235º Battaglione fanteria "Piceno" il 1 gennaio 1976, con funzioni addestrative, entrò a far parte dell'attuale [[235º Reggimento addestramento volontari "Piceno"]] dal 10 febbraio [[1994]].
 
== Note ==
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== Bibliografia ==
* {{citaCita libro|titolo=Cronaca e storia del corpo dei Bersaglieri 1836-1986|autore=AA.VV.|editore=Daniela Piazza Editore|città=Torino|anno=1986}}
* {{citaCita libro|titolo=La guerra in casa settembre 1943 - aprile 1945|autore=Alberto Bongiovanni|editore=Mursia|città=Milano|anno=1967}}
* {{citaCita libro|titolo=L'Esercito italiano dall'armistizio alla guerra di Liberazione|autore=Filippo Cappellano|autore2=Salvatore Orlando|editore=Ufficio Storico dello Stato Maggiore Esercito|città=Roma|anno=2005}}
* {{citaCita libro|titolo=Diario storico militare del Gruppo di Combattimento Cremona|autore=Circolo Filatelico «Vincenzo Monti» di Alfonsine|editore=Bacchilega Editore|città=Imola|anno=2009|ISBN=978-88-88775-86-9}}
* {{citaCita libro|titolo=Resistenzialismo versus Resistenza|autore=Giovanni Di Capua|url=http://books.google.com/books?id=4XqXnuKJphsC&pg=PA85&lpg=PA85&dq=%22Gruppi+di+Combattimento%22&source=web&ots=XEkMBhMBAl&sig=BEk3k1JRBX6g-NuC1FV6Pq6m1Sw&hl=it&sa=X&oi=book_result&resnum=8&ct=result#PPA85,M1|editore=Rubbettino Editore|città=Soveria Mannelli|anno=2005|ISBN=978-88-498-1197-1|cid=Di Capua}}
* {{citaCita libro|titolo=Le fanterie di marina italiane|autore=L. Fulvi|autore2=T. Marcon|autore3=O. Miozzi|editore=Ufficio Storico della Marina Militare|città=Roma|anno=1988}}
* {{citaCita libro|titolo=I Gruppi di combattimento. Studi, fonti, memorie (1944-1945)|curatore=Nicola Labanca|editore=Carocci Editore|città=Roma|anno=2006|ISBN=978-88-430-3972-2}}
* {{citaCita libro|titolo=I Paracadutisti italiani 1937/45|autore=Giuseppe Lunardi|autore2=Pietro Compagni|editore=Editrice Militare Italiana|città=Milano|anno=1989}}
* {{Cita pubblicazione|titolo=L'Esercito Italiano dall'armistizio al trattato di pace|autore=Nicola Pignato|autore2=Filippo Cappellano|rivista=Storia Militare|numero=91|data=aprile 2001|pp=45-57}}
* {{Cita pubblicazione|titolo=L'Esercito Italiano dall'armistizio al trattato di pace|autore=Nicola Pignato|autore2=Filippo Cappellano|rivista=Storia Militare|numero=92|data=maggio 2001|pp=43-52}}
* {{citaCita libro|titolo=Oneri e onori. Le verità militari e politiche della guerra di liberazione in Italia|autore=Roberto Roggero|url=http://books.google.it/books?id=BIVzVZoh8moC&lpg=PA4&hl=it&pg=PA4#v=onepage&q&f=false
|editore=GRECO & GRECO Editori|città=Milano|anno=2006|ISBN=88-7980-417-0|accesso=7 agosto 2014}}
* {{citaCita libro|titolo=Il Gruppo di Combattimento "Friuli" 1944 - 1945|curatore=Romano Rossi|editore=Bacchilega Editore|città=Imola|anno=2009|ISBN=978-88-88775-85-2}}
* {{citaCita libro|titolo=Gruppo di Combattimento Friuli nella guerra di liberazione|autore=Ten. Col. [[Guido Vedovato]]|autore2=Ten. [[Mario Attilio Levi]]|autore3=S. Ten. Attilio Vassallo|editore=Istituto Italiano Arti Grafiche|città=Bergamo|anno=1945}}
* {{citaCita libro|titolo=Il gruppo di combattimento "Cremona" 1943 - 1945|autore=Roberta Zoli|editore=Bacchilega Editore|città=Imola|anno=2008|ISBN=978-88-88775-67-8}}
 
== Voci correlate ==
* [[Augusto De Cobelli]]
* [[Primo Raggruppamento Motorizzato]]
* [[Esercito cobelligerante italiano]]
* [[Corpo Italiano di Liberazione]]
* [[Augusto De Cobelli]]
* [[Luigi Giorgi (militare)]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
 
== Collegamenti esterni ==
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* {{Cita web|url=http://digilander.libero.it/mlodi/index.htm|titolo=Gruppo di Combattimento FRIULI nella Guerra di Liberazione 1944 - 1945}}
* {{Cita web|url=http://www.combattentiliberazione.it/|titolo=ANCFARGL Sezione di Roma Capitale MOVM "Salvo D'Acquisto-Gastone Giacomini"}}
* {{Thesaurus BNCF}}
 
{{Forze armate italiane cobelligeranti}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|Guerra|Italia}}
 
[[Categoria:Esercito italianoCobelligerante Italiano]]
[[Categoria:Corpo italiano di liberazione]]