Nicolò Mignogna: differenze tra le versioni
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{{Bio
|Nome = Nicolò Cataldo
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|GiornoMeseMorte = 31 gennaio
|AnnoMorte = 1870
|Attività = patriota▼
|Epoca = 1800
▲|Attività = patriota
|Attività2 = politico
|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità = , fu uno dei 1089 componenti della [[Spedizione dei Mille]] guidata da [[Giuseppe Garibaldi]]▼
|Immagine = NicolòMignogna.PNG
}}
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==Biografia==
Nacque a Taranto il 28 dicembre 1808 da Anna Rosa Troncone e dal patriota Cataldantonio. Intraprese i suoi studi assieme a [[Cataldo Nitti]] nel [[Seminario arcivescovile di Taranto]], passando poi nel [[1828]] agli studi di giurisprudenza a [[Napoli]] dove fece amicizia con [[Benedetto Musolino]] e [[Luigi Settembrini]].
Nel [[1836]] si iscrisse alla [[Giovine Italia]] e partecipò ai [[Primavera dei popoli|moti del 1848]]. Poiché era stata trovata una corrispondenza cifrata nella sua abitazione, nel [[1855]] fu processato e condannato all'[[esilio]] perpetuo dal [[Regno delle Due Sicilie]]. Si recò allora a [[Genova]], dove conobbe [[Giuseppe Garibaldi]] che lo nominò tesoriere della [[spedizione dei Mille]]. A [[Talamone]] fu aggregato alla III Compagnia di [[Giuseppe La Masa]] e si imbarcò sul ''Lombardo''. Fece amicizia con Emilio Petruccelli, con cui il 5 agosto convocò il comitato d'azione.
Il 15 agosto il comitato emise un comunicato che invitava tutti i liberali a convergere a [[Potenza (Italia)|Potenza]] dove, grazie ad una rivolta civile, fu costituito il governo prodittatoriale nelle persone di [[Giacinto Albini]] e di Mignogna. Il 4 settembre [[1860]] Garibaldi giunse a [[Fortino (Casaletto Spartano)|Fortino]] di [[Lagonegro]] dove fu accolto da Mignogna e da [[Pietro Lacava]], i quali posero gli omaggi del governo lucano e gli consegnarono a nome del popolo seimila ducati, devoluti ai soldati borbonici disertori. Nel [[1862]] Mignogna seguì Garibaldi in [[Giornata dell'Aspromonte|Aspromonte]] divenendo tesoriere dei Mille nella campagna comandata da [[Benedetto Cairoli]].
== Fonti e Bibliografia ==▼
Visse la vecchiaia sostenuto da cittadini tarantini anonimi. Rifiutò la candidatura alla [[Camera dei deputati del Regno d'Italia|Camera dei deputati]], ma accettò di far parte del Consiglio Comunale di Napoli dove venne eletto nel 1862 e riconfermato nel 1865. Si ritirò poi dalla vita politica e si trasferì a [[Giugliano in Campania|Giugliano]], dove prese in affitto una porzione del [[lago di Patria]] per sfruttarlo per la pesca.
Morì il 31 gennaio 1870 a Giugliano.
== Onorificenze ==
{{Onorificenze
|immagine=1000diMarsala.png
|nome_onorificenza=Medaglia commemorativa dei 1000 di Marsala
|collegamento_onorificenza=Medaglia commemorativa dei 1000 di Marsala
|motivazione=
}}
*[[Michele Lacava]], ''[[Cronistoria documentata della rivoluzione in Basilicata del 1860 e delle cospirazioni che la precedettero]]'' 1890
*S. La Sorsa, Il Centenario dell'Unità d'Italia a Taranto, in Rassegna Mensile della città di Taranto, edita dal Comune di Taranto, Anno XXX – Gennaio-Dicembre 1961, Numero 1-12, Locorotondo (1961);
*G. Pupino-Carbonelli, Nicola Mignogna nella storia dell'unità d'Italia, Napoli (1889);
*[[Tommaso Pedio]], ''Dizionario dei patrioti lucani: artefici e oppositori, (1700-1870)'', Bari: Grafica Bigiemme, 1969-1990.
* Valerio Lisi, L'Unità e il Meridione. Nicola Mignogna (1807-1870), Copertino (Le): Lupo Editore, 2011.
*Alessandro Criscuolo, Nicola Mignogna. «L'uomo puro» di Garibaldi. Attraverso gli scritti di Alessandro Criscuolo, a cura di D. Sellitti, Edita Casa Editrice & Libraria, 2012, ISBN 8897216358.
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== Collegamenti esterni ==
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