Jan Prosper Witkiewicz: differenze tra le versioni

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{{Bio
|Nome = Jan Prosper
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|Attività2 = esploratore
|Attività3 = diplomatico
|Nazionalità = lituanorusso
|Immagine = Witkewich.jpg
}} Di origini polacco-lituane<ref>{{Cita|Historical Dictionary of Afghanistan|2012, p. 441}}.</ref><ref name=BeM_1999_84-85>{{Cita|Meyer e Brysac|1999, pp. 84–85}}.</ref>, fu al servizio dell'[[Impero russo]]<ref>{{Cita|The Cambridge History of Russia|2006, p. 175}}.</ref>, di cui fu agente a Kabul subito prima dello scoppio della [[prima guerra anglo-afghana]].
 
== Gioventù ==
Nacque da un'antica e illustre famiglia della nobiltà polacco-lituana della [[Samogizia]]<ref name=Lituanistika>{{Cita|Lituanistika Database}}.</ref> nel villaggio lituano di [[Pašiaušė]], ai tempi parte dell'Impero russo. Suo padre, Wiktoryn Witkiewicz, era vicemaresciallo della [[Contea di Šiauliai]], nominato da [[Napoleone]] durante l'[[Campagna di Russia|invasione francese della Russia]]<ref name=Lituanistika /><ref>{{Cita|Nawrot|2008, p. 243}}.</ref>, e sua madre era Justyna Aniela, nata Mikucka. EraFu lo zio paterno di [[Stanisław Witkiewicz]], a sua volta padre di [[Stanisław Ignacy Witkiewicz]].
 
Nacque da un'antica e illustre famiglia della nobiltà polacco-lituana della [[Samogizia]]<ref name=Lituanistika>{{Cita|Lituanistika Database}}.</ref> nel villaggio lituano di [[Pašiaušė]], ai tempi parte dell'Impero russo. Suo padre, Wiktoryn Witkiewicz, era vicemaresciallo della [[Contea di Šiauliai]], nominato da [[Napoleone]] durante l'[[Campagna di Russia|invasione francese della Russia]]<ref name=Lituanistika /><ref>{{Cita|Nawrot|2008, p. 243}}.</ref>, e sua madre era Justyna Aniela, nata Mikucka. Era lo zio paterno di [[Stanisław Witkiewicz]], a sua volta padre di [[Stanisław Ignacy Witkiewicz]].
 
== Prigionia ed esilio ==
Nel 1817 Witkiewicz iniziòintraprese i suoi studi al collegio gesuita di Kražiai. Mentre era ancora al collegio, avevadove contribuitocontribuì a fondare una società segreta chiamata ''Czarni Bracia'' ("Fratelli Neri"), un movimento clandestino di resistenza rivoluzionaria e nazionale che si opponeva all'occupazione russa dell'ex [[Granducato di Lituania|Stato lituano]].
 
Nel 1817 Witkiewicz iniziò i suoi studi al collegio gesuita di Kražiai. Mentre era ancora al collegio, aveva contribuito a fondare una società segreta chiamata ''Czarni Bracia'' ("Fratelli Neri"), un movimento clandestino di resistenza rivoluzionaria e nazionale che si opponeva all'occupazione russa dell'ex [[Granducato di Lituania|Stato lituano]].
 
Nel 1823 il movimento dei "Fratelli Neri" fu smascherato dalle autorità russe quando i suoi appartenenti iniziarono ad affiggere slogan rivoluzionari su alcuni edifici pubblici e a inviare messaggi antitzaristi, poesie e appelli al patriottismo indirizzati al preside e agli studenti dell'Università di [[Vilnius]]. All'inizio del 1824 Witkiewicz, insieme ad altri cinque giovani, fu arrestato, portato nella prigione dell'ex monastero della Santa Trinità di Vilnius e interrogato. Nel tentativo di prevenire qualsiasi potenziale insurrezione tra gli altri studenti, tre dei sei prigionieri furono condannati alla pena capitale, mentre i restanti tre sarebbero stati fustigati e poi esiliati negli [[Urali meridionali]]<ref name=Dalrymple_2012_82>{{Cita|Dalrymple|2012, p.82}}.</ref>.
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== Riferimenti culturali ==
 
[[Julian Semënovič Semënov]] ha basato il suo libro ''Diplomatičeskij agent'' ({{russo|Дипломатический агент}}, "L'agente diplomatico") sulla storia della vita di Witkiewicz.
 
Witkiewicz è protagonista di ''Duel' w Kabule'' ({{russo|Дуэль в Кабуле}}, "Un duello a Kabul") di Mikhail Semënovič Gus e di ''Opasnaja doroga w Kabul'' ({{russo|Опасная дорога в Кабул}}, "La pericolosa via per Kabul") di [[Valentin Pikul'|Valentin Savvič Pikul']]; è citato nella novella di ispirazione simbolista ''Nietota. Księga tajemna Tatr'' ("Il libro segreto dei Monti Tatra") di [[Tadeusz Miciński]] e ha ispirato lo scrittore lituano Regimantas Dima nello scrivere il suo libro ''Vilniaus Plovas'' ("Il pilaf di Vilnius").
 
AAlla quellesua di Witkiewiczvita sono ispirate le vicende dell'ufficiale russo Aleksej Nalymov nel lungometraggio ''Služa otečestvu'' ({{russo|Служа отечеству}}, "Servendo la patria") del regista uzbeko Latif ObidovichObidovič Fayziyev .
 
== Note ==
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* {{Cita testo|lingua=en|autore=Ben Macintyre|titolo=The Man Who Would Be King|editore=Farrar, Straus, Giroux|data=2002|cid=Macintyre}}
 
=== Ulteriori letture ===
* {{Cita testo|lingua=en|autore=Peter Hopkirk|titolo=The Great Game|data=1990}}
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
 
{{Controllo di autorità}}
{{portale|biografie}}