Alexander Langsdorff: differenze tra le versioni

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|GiornoMeseMorte = 15 marzo
|AnnoMorte = 1946
|Epoca = 1900
|Attività = archeologo
|Nazionalità = tedesco
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|Immagine = Bundesarchiv Bild 183-2008-0229-500, Prof. Langsdorff.jpg
|Didascalia = ''Alexander Langsdorff in una conferenza del 1935''
}}
 
{{Militare
|Unità = [[Ahnenerbe]]
|Nome = Alexander Langsdorff
|Data_di_nascita = 14 dicembre [[1898]]
|Nato_a = [[Alsfeld]]
|Data_di_morte = 15 marzo [[1946]]
|Morto_a = [[Eutin]]
|Nazione_servita = {{bandiera|DEU 1871-1918}} [[Impero tedesco]]
 
{{bandiera|DEU 1918-1933}} [[Repubblica di Weimar]]
 
{{bandiera|DEU 1933-1945|dim=21}} [[Germania nazista]]
|Grado = [[Standartenführer|SS-Standartenführer]]
|Forza_armata = {{simbolo|Flag of the Schutzstaffel.svg|21}} [[Schutzstaffel]]
 
{{simbolo|War Ensign of Germany (1921–1933).svg}}
[[Reichswehr]]
}}
 
== Biografia ==
Studiò all'università di [[MarburgMarburgo]] preistoria, archeologia e germanistica. Nel 1929 si laureò con la tesi ''Die Grabfunde mit Bronzeschnabelkannen'' sotto la guida di [[Paul Jacobsthal]] (1880-1957). Langsdorff partecipò dal 1929 al 1933 a numerose spedizioni archeologiche in [[Egitto]] e in [[Iran]]. Nel 1932 diresse assieme a [[Donald McCown]] gli scavi di [[Tall-i Bakun]] nei pressi dell'antica [[Persepoli]].
 
Langsdorff prese parte dal 27 marzo 1916 al primo conflitto mondiale con il grado di sottotenente nel 35º reggimento fucilieri del Brandeburgo. Pochi mesi dopo venne catturato dai francesi e internato fino al 12 giugno 1919. Dopo la guerra, prese parte al [[Putsch di Monaco]] nel novembre 1923. Il 1º giugno 1933 entrò nel [[Partito Nazionalsocialista dei Lavoratori]] tedesco e il 28 ottobre dello stesso anno nelle [[SS]] con il numero di matricola 185091. Nelle SS compì una rapida carriera che lo portò, dal 1934 al 1944, dal grado di caposquadra a quello di colonnello. Dal dicembre 1938 al febbraio 1944 egli venne aggregato allo Stato maggiore personale del Reichsführer-SS [[Heinrich Himmler]], con compiti presso l'[[Ahnenerbe]] (''Società di ricerca dell'eredità ancestrale''). In questo periodo gli venne assegnato anche un posto ai musei statali di Berlino. Dal febbraio 1944 al 30 aprile 1945 fu il direttore del „[[Kunstschutz]]“ per l'[[Italia]]. Egli fu responsabile nell'estate 1944 del trafugamento e trasferimento di alcuni dei maggiori capolavori dell'arte rinascimentale italiana da [[Firenze]] in [[Provincia autonoma di Bolzano|Alto Adige]]. Morì il 15 marzo 1946 nell'ospedale di [[Eutin]] in seguito ad una embolia polmonare.
Fu cugino di [[Hans Langsdorff]], comandante della corazzata tascabile [[Admiral Graf von Spee]], autoaffondata il 17 dicembre 1939 a [[Montevideo]].
 
== Matrimoni ==
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== Bibliografia ==
* M. H. Kater: ''Das „Ahnenerbe“ der SS 1935–1945. Ein Beitrag zur Kulturpolitik des Dritten Reiches''. Stuttgart 1974.
* L. Klinkhammer, “Die Abteilung ‘Kunstschutz'‘Kunstschutz’ der deutschen Militärverwaltung in Italien 1943–1945”, in "Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken", 72, 1992, pp. 483–549.
* Jonathan Petropoulos: ''Art as Politics in the Third Reich''. Chapel Hill, NC 1996.
* Uta Halle: ''„Die Externsteine sind bis auf weiteres germanisch!“. Prähistorische Archäologie im Dritten Reich''. Bielefeld 2002.
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* Bernard Mees: ''The science of the swastika''. Budapest-New York 2008.
* Ilaria Dagnini Brey: ''Salvate Venere! La storia sconosciuta dei soldati alleati che salvarono le opere d'arte italiane nella Seconda guerra mondiale''. Milano 2010.
 
== Altri progetti ==
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