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ILLUSTRE INGEGNERE IDRAULICO
 
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{{Bio
Cristoforo Sabbadino è nato a Chioggia nel 1489 (detto anche "il Moretto") è stato il primo Consultore della Repubblica Serenissima in materia di sicurezza del regime lagunare.
|Nome = Cristoforo
Considerato il primo ed illustre ingegnere idraulico dei suoi tempi deviando il percorso dei fiumi nella laguna veneta.
|Cognome = Sabbadino
Noto per il suo "Trattato della acque" che analizzò, storicamente ed idrograficamente con dettagliati rilevamenti tipografici, la laguna veneta.
|PostCognome = soprannominato "il Moretto"
|Sesso = M
|LuogoNascita = Chioggia
|GiornoMeseNascita =
|AnnoNascita = 1489
|LuogoMorte = Venezia
|GiornoMeseMorte = 3 marzo
|AnnoMorte = 1560
|Epoca = 1500
|Attività = ingegnere
|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità = della [[Repubblica di Venezia]]
}}
[[File:Cristoforo_sabbadino_-_progetto_per_venezia_del_1557.jpg|thumb|Pianta del progetto del Proto Sabbadino del 1557 per l'ampliamento delle Fondamenta di margine veneziane. Le aree di ampliamento sono segnate in colore verde.]]
 
È stato il primo Consultore della Repubblica Serenissima in materia di sicurezza del regime lagunare, e proto (primo tecnico) al servizio della [[Magistrato alle Acque|Magistratura alle Acque]]. Considerato il primo e illustre [[ingegnere idraulico]] dei suoi tempi deviando il percorso dei fiumi nella laguna veneta, è rimasto noto per il suo ''Trattato delle acque'' che analizzò, storicamente ed idrograficamente con dettagliati rilevamenti tipografici, la [[laguna veneta]].
 
== Biografia ==
{{...|arg=biografie|arg2=ingegneria}}
 
== Disputa con Alvise Cornaro per l'espansione urbana di Venezia ==
Il suo ''Piano di sviluppo e di sistemazione idraulica di Venezia'', redatto dopo la sua morte in un documento del [[1557]], è un esempio ''ante litteram'' di [[piano regolatore]] del territorio. Si tratta della risposta al progetto proposto da [[Alvise Corner (scrittore)|Alvise Cornaro]] di deviare il corso del [[Brenta (fiume)|Brenta]] per scongiurare il pericolo di interramento della [[laguna di Venezia]], nonché di chiuderla in sé stessa separandola dal mare, con una sola bocca di porto verso l'[[Adriatico]]<ref>{{Cita pubblicazione|autore=|anno=1994-1995|titolo=Gran porto fa gran laguna|rivista=Atti. Classe di scienze fisiche, matematiche e naturali|editore=Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti|città=Venezia|volume=Tomo 153|numero=Fascicolo 1|url=https://gutenberg.beic.it/webclient/DeliveryManager?pid=9206263&search_terms=DTL8}}</ref>.
 
Sabbadino avalla la deviazione del fiume, opponendosi però alla chiusura della laguna; intuendo che il reale problema fosse lo scavo della laguna e dei canali, propone di riutilizzare i fanghi estratti per l'ampliamento urbano di [[Venezia]] (le aree interessate sarebbero nel retro della [[Giudecca]], Santa Marta, tra San Francesco della Vigna e San Giovanni e Paolo); il finanziamento necessario all'opera si ricaverebbe con la vendita dei nuovi terreni; in tal modo la città si espanderebbe, anziché rinchiudersi in sé stessa.
 
Alvise Cornaro risponde proponendo una cinta muraria costruita nell'acqua, con dei [[bastione|bastioni]] ed un [[terrapieno]] tutto attorno creato con i fanghi scavati, su cui potrebbe sorgere un parco: egli vuole spingere l'ampliamento urbano verso la terraferma, andando contro a dei [[topos|topoi]] tipici veneziani di città unica al mondo senza mura, o meglio che ha per mura l'acqua e per tetto il cielo. Nel [[1560]] proporrà un altro progetto per il bacino marciano ([[Piazza San Marco]]), costruendo su due [[Velma (geografia)|velme]], con i fanghi scavati, un [[teatro]] all'antica ed a scena fissa, una collinetta sormontata da una loggia aperta sui lati, che domini sul paesaggio (simile per concezione alla futura [[Villa Capra detta la Rotonda]] di [[Andrea Palladio|Palladio]]); ed infine una fontana tra le [[Colonne di San Marco e San Todaro]]. Tale triangolo visivo sposterebbe il punto di vista dall'acqua (verso la piazza) a una visione ''verso'' l'acqua, interpretando così simbolicamente l'esortazione di Cornaro affinché la Serenissima attui una politica agricolo-imprenditoriale verso la terraferma al posto dell'attuale interesse verso quella marittimo-commerciale. Tale proposta utopistica però non ha seguito, mentre si realizza l'espansione urbana voluta da Sabbadino.
 
A Cristoforo Sabbadino è intitolata la Biblioteca civica della città di Chioggia<ref>[https://bibchioggia.comperio.it bibchioggia.comperio.it]</ref>.
 
==Note==
<references/>
 
==Bibliografia==
*Manfredo Tafuri, ''Venezia e il rinascimento'', Einaudi, Torino, 1985, cap. VI.
*Vincenzo Fontana, ''Modelli per la laguna di Venezia nel Cinquecento'', in "Il Paesaggio" a cura di Ludovico Zorzi, Fondazione G. Cini, Marsilio, Venezia 1999, pp.&nbsp;179–192, tavv. 1-9.
*Malvina Borgherini, ''La rappresentazione del paesaggio. Arte e politica in Toscana e nella Serenissima Repubblica Veneta tra XIV e XVI secolo'', in ''Frames. Frammenti di architettura e paesaggio'', Libreria Internazionale Cortina, Padova, 2006.
 
==Collegamenti esterni==
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