Arte celtica: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m Bot: elenco puntato, come da manuale |
|||
(43 versioni intermedie di 19 utenti non mostrate) | |||
Riga 1:
{{torna a|Celti}}
{{Immagine multipla
[[File:Romano-Celtic_mirror_(Desborough).jpg|miniatura|Specchio in bronzo, isole britanniche, (50 a.C.-50 d.C.): la decorazione a spirale sul retro del manufatto richiama il motivo a tromba tipico del tardo stile "Insulare" [[Cultura di La Tène|La Tène]].]]▼
|direzione = verticale
[[File:Muiredach_s_Cross.jpg|destra|miniatura|"[[Croce di Muiredach]]", Irlanda, inizi del X secolo.]]▼
|titolo = '''Arte celtica'''
L''''arte celtica''' è associata ai popoli conosciuti come Celti, cioè parlanti [[lingue celtiche]], in Europa, dalla preistoria fino al periodo moderno, e ai popoli antichi la cui lingua è incerta ma aventi somiglianze culturali e stilistiche con i Celti.▼
|immagine1 = Romano-Celtic_mirror_(Desborough).jpg
▲
|immagine2 = Muiredach_s_Cross.jpg
▲
|immagine3 =
|larghezza totale = 299
|align = right
}}
▲L{{'}}'''arte celtica''' è associata ai popoli conosciuti come Celti, cioè parlanti [[lingue celtiche]], in Europa, dalla preistoria fino al periodo moderno, e ai popoli antichi la cui lingua è incerta ma aventi somiglianze culturali e stilistiche con i Celti.
"Arte celtica" è termine difficile da definire, poiché copre un arco temporale, oltre che geografico e culturale, molto vasto. Si ipotizza una continuità di forme e stili con l'arte [[Europa|europea]] dall'[[Età del bronzo]] e del precedente [[Neolitico]] ma gli archeologi generalmente usano "celtico" per riferirsi alla cultura dell'[[età del ferro]] europea dal [[1000 a.C.]] fino alla conquista da parte dell'Impero Romano della maggior parte del territorio interessato, mentre gli [[Storia dell'arte|storici dell'arte]] tipicamente iniziano a parlare di "arte celtica" dal periodo di [[Cultura di La Tène|La Tène]] ([[V secolo a.C.|V]]-[[I secolo a.C.]] circa) in poi.<ref name="megaw"/> Questa '''arte celtica antica''' in [[Gran Bretagna]] si protrasse fino al [[150 d.C.]] circa.<ref>{{Cita web|lingua=en|titolo=Technologies of Enchantment: Early Celtic Art in Britain|autore=Hill JD|editore=British Museum|
Entrambi gli stili assorbirono notevoli influenze da fonti non celtiche, ma conservarono una preferenza per la decorazione geometrica rispetto ai soggetti figurativi, che sono spesso estremamente stilizzati quando appaiono; le scene narrative appaiono solo sotto l'influenza esterna. Sono caratteristiche forme circolari energiche, [[triscele]] e spirali. Gran parte del materiale superstite è in metallo prezioso che senza dubbio fornisce un'immagine molto poco rappresentativa ma a parte le c.d. "[[Pietre pitte]]" e le "[[Alta croce]]" insulari, la grande scultura monumentale, anche con intagli decorativi, è molto rara. Forse le poche figure maschili in piedi trovate, come il [[Guerriero di Hirschlanden]] e il cosiddetto "[[Glauberg|Signore di Glauberg]]", erano originariamente di legno.
Riga 13 ⟶ 22:
== Contesto culturale ==
[[File:Towriepetrosphere.jpg|miniatura|sinistra|Sfera di pietra scolpita da Towie (Aberdeenshire) - 3200-2500 a.C. circa.]]
Gli antichi popoli ora chiamati "[[Celti]]" parlavano un gruppo di lingue che avevano un'origine comune nella [[lingua indoeuropea]] nota come Celtico Comune o [[Proto-Celtico]]. Questa origine linguistica condivisa era un tempo ampiamente accettata dagli studiosi per indicare i popoli con un'origine genetica comune nell'Europa sud-occidentale, che avevano diffuso la loro cultura attraverso l'emigrazione e l'invasione. Gli archeologi hanno identificato vari tratti culturali di questi popoli, inclusi stili artistici, e hanno fatto risalire la cultura alla precedente [[Cultura di Hallstatt]] (1200 a.C. - 500 a.C.) e alla [[Cultura di La Tène]] (450 - 50 a.C.). Studi genetici più recenti hanno indicato che i vari gruppi celtici non hanno tutti discendenza condivisa e hanno suggerito una diffusione della cultura senza necessariamente coinvolgere significativi movimenti di popoli<ref>{{cita libro|autore=Sykes B|titolo=Saxons, Vikings, and Celts|anno=2008|editore=W.W. Norton & Co|pp=281-284|lingua=en}}</ref>. La misura in cui la lingua, la cultura e la genetica "celtiche" hanno coinciso e interagito durante i periodi preistorici rimane molto incerta e controversa.▼
{{vedi anche|Protoindoeuropei|Protocelti}}
▲Gli antichi popoli ora chiamati "[[Celti]]" parlavano un gruppo di lingue che avevano un'origine comune nella [[Lingue indoeuropee|lingua indoeuropea]] nota come Celtico Comune o [[Proto-Celtico]]. Questa origine linguistica condivisa era un tempo ampiamente accettata dagli studiosi per indicare i popoli con un'origine genetica comune nell'Europa sud-occidentale, che avevano diffuso la loro cultura attraverso l'emigrazione e l'invasione. Gli archeologi hanno identificato vari tratti culturali di questi popoli, inclusi stili artistici, e hanno fatto risalire la cultura alla precedente [[Cultura di Hallstatt]] (1200 a.C. - 500 a.C.) e alla [[Cultura di La Tène]] (450 - 50 a.C.). Studi genetici più recenti hanno indicato che i vari gruppi celtici non hanno tutti discendenza condivisa e hanno suggerito una diffusione della cultura senza necessariamente coinvolgere significativi movimenti di popoli<ref>{{cita libro|autore=Sykes B|titolo=Saxons, Vikings, and Celts|anno=2008|editore=W.W. Norton & Co|pp=281-284|lingua=en}}</ref>. La misura in cui la lingua, la cultura e la genetica "celtiche" hanno coinciso e interagito durante i periodi preistorici rimane molto incerta e controversa.
L'arte celtica è associata ai popoli conosciuti come Celti; coloro che parlavano le [[lingue celtiche]] in Europa dalla preistoria fino al periodo moderno, così come l'arte di popoli antichi la cui lingua è incerta, ma hanno somiglianze culturali e stilistiche con i parlanti delle lingue celtiche.
Riga 20 ⟶ 33:
Il lemma "Celti" [[Lingua greca antica|(greco antico]] Κελτοι; [[Lingua latina|latino]] ''Celtae'') era usato in epoca classica come sinonimo per i [[Galli]]. La sua forma inglese moderna è attestata dal 1607. Alla fine del [[XVII secolo]], il lavoro di studiosi come [[Edward Lhuyd]] ha portato l'attenzione accademica i legami tra la lingua gallica e le lingue [[Lingue brittoniche|brittoniche]] e [[Lingue goideliche|goideliche]], allargando l'areale celtico agli antichi popoli d'Irlanda e Gran Bretagna.<ref group="N">Le [[lingue celtiche]] vengono tradizionalmente classificate in [[Lingue celtiche continentali|continentali]] e [[Lingue celtiche insulari|insulari]]; queste ultime sono a loro volta divise in [[lingue goideliche]] ([[lingua gaelica iberno-scozzese]]; [[lingua gaelica irlandese]] o ''Gaeilge''; [[lingua gaelica scozzese]] o ''Gàidhlig''; [[lingua mannese]] o ''Gaelg'') e [[lingue brittoniche]] ([[lingua brittonica]] occidentale, cioè [[lingua cumbrica]] e [[lingua gallese]]; lingua britonnica sud-occidentale, cioè [[lingua bretone]] e [[lingua cornica]]; [[lingua ivernica]]).</ref> Nel [[XVIII secolo]] l'interesse per il "[[Primitivismo (arte)|primitivismo]]", latore del mito del "[[Buon selvaggio|nobile selvaggio]]", portò un'ondata di entusiasmo per tutto ciò che era "celtico" e/o "[[Druido|druidico]]". La c.d. "Rinascita irlandese" arrivò dopo il ''Catholic Emancipation Act'' del [[1829]] come tentativo consapevole di dimostrare un'identità nazionale irlandese, e con la sua controparte in altri paesi divenne successivamente la "rinascita celtica".
== Caratteri generali
L'arte celtica è, insieme a quella iberica e a quella [[arte scitica|scitica]], una delle tre civiltà artistiche non classiche che si possono riconoscere nell'antica Europa continentale.<ref name="Duval"/><br>
Tipicamente, l'arte celtica è arte ornamentale che offre le sue opere più spettacolari nel campo della decorazione, evita le linee rette e usa solo occasionalmente la simmetria, senza l'imitazione della natura centrale nella tradizione [[Classicismo (arte)|classica]], che spesso coinvolge un simbolismo complesso. L'arte celtica ha utilizzato una varietà di stili e ha mostrato influenze di altre culture nei loro nodi, spirali, motivi chiave, lettere, zoomorfi, forme vegetali e figure umane. Come ha affermato l'archeologa Catherine Johns: "''Comune all'arte celtica in un ampio arco cronologico e geografico è uno squisito senso di equilibrio nella disposizione e nello sviluppo dei modelli. Le forme curvilinee sono disposte in modo che le aree e gli spazi pieni, positivi e negativi, formino un insieme armonioso. Il controllo e la moderazione sono stati esercitati nell'uso della ''texture'' superficiale e del rilievo. Modelli curvilinei molto complessi sono stati progettati per coprire con precisione le superfici più scomode e di forma irregolare.''"<ref>{{cita|Johns 1996|p. 24}}.</ref> Le influenze scite e mediterranee portarono i primi motivi vegetali dell'arte celtica; questi sono stati poi deformati, aumentati con motivi celtici che probabilmente assumevano un carattere sacro o spirituale (come il [[triscele]]) prima di essere fusi in composizioni ammirevoli e complesse che restituiscono un'immagine diversa a seconda che vengano osservate in dettaglio o in genere.▼
L'arte iberica non superò mai lo stadio barbarico e, dopo aver assorbito elementi fenici e greci, si esaurì nell'arte provinciale di età romana. L'[[arte scitica]] ebbe un'enorme area di diffusione, toccando a oriente l'[[arte cinese]] e quella celtica ad occidente, giungendo, nell'[[alto Medioevo]], ad influire sull'arte nordico-germanica dell'[[invasioni barbariche|età delle migrazioni]]. Gli Sciti elaborarono lo stile animalistico eurasiatico, una categoria artistico-storica a sé contro la quale la sola [[arte greca]] rimase impenetrabile, ma la loro arte fu sempre "periferica" rispetto all'Europa. L'arte celtica ebbe invece da subito una importanza storica europea, inserendosi poi nell'arte delle province romane e nell'arte "barbarica" nordico-germanica, costituendo quindi il primo grande contributo barbarico all'arte europea.<ref name="Duval"/><ref>{{cita|Jacobsthal 1944|}}.</ref>
▲Tipicamente, l'arte celtica è arte ornamentale che offre le sue opere più spettacolari nel campo della decorazione, evita le linee rette (pur presenti nella sua fase embrionale)<ref name="Duval"/> e usa solo occasionalmente la simmetria, senza l'imitazione della natura centrale nella tradizione [[Classicismo (arte)|classica]], che spesso coinvolge un simbolismo complesso. L'arte celtica ha utilizzato una varietà di stili e ha mostrato influenze di altre culture nei loro nodi, spirali, motivi chiave, lettere, zoomorfi, forme vegetali e figure umane. Come ha affermato l'archeologa Catherine Johns:
I Celti usavano separatamente o insieme [[bronzo]], [[foglia d'oro]], [[Ambra (resina)|ambra]] [[Mar Baltico|baltica]], [[corallo]] [[mediterraneo]] e [[argento]]. La [[smalto|smaltatura]] lateniana ha portato una tecnica originale: l'applicazione a caldo di vetri colorati e opachi di colore rosso sui metalli, probabilmente in sostituzione del corallo proveniente dal Mediterraneo di difficile ottenimento. Di tutte le arti praticate dagli antichi Celti, l'[[oreficeria]] rappresenta probabilmente il loro ambito di predilezione: è comunque l'area più ricca di arte celtica scoperta fino ad oggi. Motivi propriamente celtici, come il triscele, e la loro combinazione intrecciata furono rivelati da quest'arte. Tra i pezzi decorati più belli che sono stati conservati ci sono un certo numero di elmi cerimoniali, risalenti al IV-III secolo a.C., come il c.d. "[[Elmo di Agris]]".
== Storia ed evoluzione stilistica ==
===
La prima cultura archeologica convenzionalmente chiamata celtica, la Cultura di Hallstatt (da "Hallstatt C" in poi), proviene dalla prima [[Età del ferro]] europea (800-450 a.C.). Nondimeno, l'arte di questo periodo e di quelli successivi riflette una notevole continuità e alcune corrispondenze a lungo termine con l'arte precedente delle stesse regioni che riflettono l'enfasi oggi rivolta alla "celticizzazione" in opposizione a vecchie teorie di migrazioni e invasioni. L'arte megalitica in gran parte del mondo utilizza un vocabolario misterioso simile di cerchi, spirali e altre forme curve ma è sorprendente che i resti più numerosi in Europa, forse i più importanti in assoluto<ref>{{Cita libro|autore1=Ó Ríordáin SP |autore2=Glyn ED |titolo= New Grange and the Bend of the Boyne |url=https://archive.org/details/newgrangebendofb00rord |editore=F.A. Praeger |anno= 1964 |lingua=en|pp=[https://archive.org/details/newgrangebendofb00rord/page/26 26]}}</ref>, siano i grandi monumenti dai molti [[Incisioni rupestri|disegni rupestri]] della [[Neolitico|neolitica]] [[Brú na Bóinne|Cultura della valle del Boyne]] in Irlanda, a poche miglia dai grandi centri produttori dell'arte tardo-celtica altomedievale che fiorirono 4.000 anni dopo. Altri centri megalitici come la Bretagna si trovano in aree oggi definite celtiche. Altra corrispondenza è quella tra le [[Lunula d'oro|lunule d'oro]] e i grandi collari dell'Irlanda e dell'Europa dell'[[Età del bronzo]] e le ''[[torque]]'' dei Celti dell'Età del ferro, tutti ornamenti elaborati indossati al collo. Le terminazioni a forma di tromba di vari tipi di gioielli irlandesi dell'età del bronzo ricordano anche motivi popolari nella successiva decorazione celtica.
=== Età del ferro - Arte celtica primitiva (Hallstatt) ===
[[File:Stone_sculpture_of_celtic_hero.jpg|miniatura| Testa di pietra proveniente da Mšecké Žehrovice, Repubblica Ceca, che indossa un [[Torque|torc]], tarda cultura di La Tène]]
La cultura di Hallstatt, fiorita contemporaneamente all'[[arte greca arcaica]], ha prodotto arte con ornamenti geometrici a linee rette e rettangoli piuttosto che curve. Lo schema è spesso intricato e riempie tutto lo spazio disponibile, come negli stili celtici successivi. I linguisti
A differenza della cultura rurale degli abitanti dell'età del ferro delle moderne "nazioni celtiche", la cultura celtica continentale nell'età del ferro presentava molti grandi insediamenti fortificati, alcuni molto grandi, per i quali ora viene usata la parola latina ''[[Oppidum]]'' (it. "città"). Le [[élite (sociologia)|élite]] di questi ''oppida'' avevano una considerevole ricchezza e importavano oggetti grandi e costosi dalle culture vicine, alcuni dei quali sono stati recuperati dalle tombe. Un famoso esempio è il c.d. "[[Cratere di Vix]]", un enorme [[Cratere (vaso)|cratere]] di bronzo per la miscelazione del [[vino]] (capacità 1.100 litri), trovato nella "[[Tomba di Vix]]" ([[Regno di Borgogna|Borgogna]]) realizzato in [[Magna Grecia]] alcuni decenni prima del deposito, intorno al [[530 a.C.]] Un altro enorme vaso greco nella "[[Tomba di Hochdorf]]" (Germania) è decorato con tre leoni sdraiati che giacciono sul bordo: uno dei tre è di manifattura celtica, una sostituzione che emula lo stile dell'originale greco. Le forme caratteristiche della cultura di Hallstatt si possono inoltre trovare lontano dalla principale area culturale dell'Europa centrale come l'Irlanda ma mescolate con tipi e stili locali.<ref>{{cita|NMI|pp. 125-126}}.</ref> Crescendo la ricchezza della società di Hallstatt e l'estensione della sua rete commerciale, giunta fino al Mediterraneo nonostante il centro d'origine fosse completamente chiusa al mare, cominciarono ad apparire oggetti importati in stili radicalmente diversi, comprese le [[seta|sete]] [[Cina|cinesi]].
Riga 49 ⟶ 65:
=== Età del ferro - Arte celtica matura (La Tene) ===
[[File:Gold_torque_1.jpg|destra|miniatura|[[Torque]] dalla [[Tomba di Vix]], 480 a.C.]]▼
Intorno al 500 a.C. apparve, piuttosto all'improvviso, il c.d. "stile [[Cultura di La Tène|La Tène]]", dal nome del principale sito svizzero di ritrovamento, che coincise con uno sconvolgimento sociale comportante lo spostamento dei principali centri in direzione nord-ovest. L'area centrale in cui si trovano soprattutto ricchi siti è nel nord della Francia e nella Germania occidentale ma nei tre secoli successivi lo stile si diffuse molto ampiamente, fino all'Irlanda, all'Italia<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Vitali|nome=Daniele|anno=1996|titolo=Manufatti in ferro di tipo La Tène in area italiana : le potenzialità non sfruttate|rivista=Mélanges de l'École Française de Rome. Antiquité|volume=108|numero=2|pp=575-605|doi=10.3406/mefr.1996.1954}}</ref> e all'odierna Ungheria. In alcuni luoghi i Celti erano aggressivi predoni e invasori ma altrove la diffusione della cultura materiale celtica potrebbe aver coinvolto solo piccoli movimenti di persone, o nessuno. Il primo stile di La Tène adattò motivi ornamentali di culture straniere a qualcosa di decisamente nuovo; la complicata miscela di influenze tra cui l'[[Sciti#Arte|arte scita]] e quella dei Greci e degli [[Arte etrusca|Etruschi,]] tra gli altri. L'occupazione [[Impero achemenide|achemenide]] della [[Tracia]] e del [[Regno di Macedonia]] intorno al 500 a.C. è un fattore di incerta importanza.<ref>{{cita|Sandars 1968|pp. 226-233}}; {{cita|Laing 1992|pp. 34-35}}</ref> Lo stile La Tène, contemporaneo dell'[[arte greca classica]], è «''un'arte curvilinea altamente stilizzata basata principalmente su motivi vegetali e fogliame classici come forme di palmette frondose, viti, viticci e fiori di loto insieme a spirali, rotoli a S, forme di lira e tromba.''»<ref>{{cita|NMI|p. 126}}</ref> Permane quindi il geometrismo halstattiano che perde però la precedente impronta rettilinea in favore della curva e controcurva.<ref name="Duval"/>▼
Gli oggetti più sontuosi, i cui materiali imperituri tendono a significare che sono i meglio conservati oltre alla ceramica, non confutano le visioni stereotipate dei Celti che si trovano negli autori classici, dove sono rappresentati come barbari interessati solo a banchetti d'ostentato sfarzo e combattimenti. La società era dominata da un'aristocrazia guerriera il cui lascito materiale più apprezzabile furono gli equipaggiamenti militari, pur in versione cerimoniale, ed i contenitori per bevande, oltre ai gioielli.<ref>{{cita|Green 1996|cap. II e III}}</ref> Sfortunatamente per l'archeologia, le ricche sepolture principesche del periodo hallstattiano si ridussero notevolmente, in parte a causa di un cambiamento dei riti funebri dall'[[Sepoltura|inumazione]] alla [[cremazione]].<ref>{{cita|Green 1996|pp. 21-26 e 72-73}}</ref>▼
▲Intorno al 500 a.C. apparve, piuttosto all'improvviso, il c.d. "stile [[Cultura di La Tène|La Tène]]", dal nome del principale sito svizzero di ritrovamento, che coincise con uno sconvolgimento sociale comportante lo spostamento dei principali centri in direzione nord-ovest. L'area centrale in cui si trovano soprattutto ricchi siti è nel nord della Francia e nella Germania occidentale ma nei tre secoli successivi lo stile si diffuse molto ampiamente, fino all'Irlanda, all'Italia<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Vitali|nome=Daniele|anno=1996|titolo=Manufatti in ferro di tipo La Tène in area italiana : le potenzialità non sfruttate|rivista=Mélanges de l'École Française de Rome. Antiquité|volume=108|numero=2|pp=575-605|doi=10.3406/mefr.1996.1954}}</ref> e all'odierna Ungheria. In alcuni luoghi i Celti erano aggressivi predoni e invasori ma altrove la diffusione della cultura materiale celtica potrebbe aver coinvolto solo piccoli movimenti di persone, o nessuno. Il primo stile di La Tène adattò motivi ornamentali di culture straniere a qualcosa di decisamente nuovo; la complicata miscela di influenze tra cui l'[[
▲Gli oggetti più sontuosi, i cui materiali imperituri tendono a significare che sono i meglio conservati oltre alla ceramica, non confutano le visioni stereotipate dei Celti che si trovano negli autori classici, dove sono rappresentati come barbari interessati solo a banchetti d'ostentato sfarzo e combattimenti. La società era dominata da un'aristocrazia guerriera il cui lascito materiale più apprezzabile furono gli equipaggiamenti militari, pur in versione cerimoniale, ed i contenitori per bevande, oltre ai gioielli.<ref>{{cita|Green 1996|cap. II e III}}.</ref> Sfortunatamente per l'archeologia, le ricche sepolture principesche del periodo hallstattiano si ridussero notevolmente, in parte a causa di un cambiamento dei riti funebri dall'[[Sepoltura|inumazione]] alla [[cremazione]].<ref>{{cita|Green 1996|pp. 21-26 e 72-73}}.</ref>[[File:Dôme_aux_dragons_-_Bronze_gaulois_de_Roissy,_dans_le_Lieu_dit_de_La_Fosse_Cotheret_(Val_d'Oise).jpg|miniatura|Montatura in bronzo proveniente dalla Francia in stile "vegetale"]]Il ''[[Torque]]'' era evidentemente un indicatore chiave dello [[status sociale]], era ampiamente indossato e prodotto in una gamma di metalli che senza dubbio rifletteva la ricchezza del proprietario.<ref>{{cita|Green 1996|pp. 72-79}}.</ref> Anche braccialetti e bracciali erano comuni. Un'eccezione alla generale mancanza di raffigurazioni della figura umana e costituita dai numerosi resti, purtroppo rovinati causa la fattura lignea, estratti da alcuni siti coperti d'acqua: figure scolpite di parti del corpo o intere figure umane che si presume fossero offerte votive preparate dai supplici (spesso malati). Il più grande di questi siti, a Source-de-la-Roche, [[Chamalières]], in Francia, ha prodotto oltre 10.000 frammenti, per lo più ora conservati a [[Clermont-Ferrand]].
Si distinguono diverse fasi dello stile, sotto una varietà di nomi, tra cui serie numeriche (De Navarro) e alfabetiche. In generale, c'è un ampio accordo su come delimitare le fasi, ma i nomi usati differiscono e che si siano susseguiti in sequenza cronologica è ora molto meno certo. In una versione della divisione di Jacobsthal, la fase "precoce" o "rigorosa", De Navarro I, in cui i motivi importati rimangono riconoscibili, è seguita dal "vegetale", "Vegetale continuo", "stile Waldalgesheim " o De Navarro II, dove l'ornamento è "tipicamente dominato da viticci di vario tipo in continuo movimento, che si torcono e si girano con un movimento irrequieto sulla superficie"<ref name="R186"/>.
Dopo il 300 a.C. circa lo stile, oggi De Navarro III, può essere suddiviso in stili "plastico" e "a spada", quest'ultimo ritrovato principalmente su [[Fodero|foderi]] e il primo con decorazioni in [[Rilievo (scultura)|altorilievo]]. Lo studioso Vincent Megaw lo ha definito uno "stile [[The Walt Disney Company|
[[File:Britishmuseumsnettishamgreattorc.jpg|miniatura|La "Grande Torque" di Snettisham, Inghilterra, I secolo a.C.|sinistra]]
L'arte spesso spettacolare dei più ricchi celti continentali precedenti, prima che fossero conquistati dai romani, spesso adottò elementi di stili romani, greci e altri "stranieri" (e possibilmente usò artigiani importati) per decorare oggetti che erano tipicamente celtici. Quindi un ''torque'' nella ricca [[Tomba di Vix]] termina in grandi palle in un modo che si trova in molti altri ma qui le estremità dell'anello sono formate come le zampe di un leone o di una bestia simile, senza fare una connessione logica alle palle, e così via. all'esterno dell'anello due minuscoli cavalli alati siedono su placche finemente lavorate. L'effetto è impressionante ma alquanto incongruo rispetto a un altrettanto ostentato ''torque'' britannico dello Snettisham Hoard realizzato 400 anni dopo e utilizza uno stile che ha maturato e armonizzato gli elementi che lo compongono. Il [[Calderone di Gundestrup]] del I secolo a.C. è il più grande pezzo di argento europeo dell'età del ferro (diametro 69 cm, altezza 42 cm) ma sebbene gran parte della sua [[iconografia]] sembri chiaramente celtica, gran parte non lo è e il suo stile è pertanto molto dibattuto: potrebbe essere di manifattura [[Traci|trace]] e, per confondere ulteriormente le cose, è stato trovato in una palude nel nord della Danimarca!<ref>{{cita pubblicazione|lingua=en|autore1=Bergquist AK|autore2=Taylor TF|anno=1987|titolo=The origin of the Gundestrup cauldron|giornale=Antiquity|volume=61|pp=10-24}}</ref> L'Elmo di Agris in foglia d'oro su bronzo mostra chiaramente l'origine mediterranea dei suoi motivi decorativi.
Riga 88 ⟶ 103:
==== L'Irlanda e la Gran Bretagna post-romana ====
{{Vedi anche|Arte insulare}}
[[File:LindisfarneFol27rIncipitMatt.jpg|miniatura|Il foglio 27r del "[[Evangeliario di Lindisfarne]]" (VIII secolo) contiene l'incipit ''Liber generationis'' del [[Vangelo secondo Matteo]].|sinistra]]
L'arte celtica nel [[Medioevo]] fu praticata dai popoli d'Irlanda e di parti della [[Gran Bretagna]] per 700 anni, dal ritiro [[Civiltà romana|romano]] dalla Gran Bretagna nel [[V secolo]] all'istituzione dell'[[Arte romanica]] nel [[XII secolo]]. Attraverso la [[Monachesimo irlandese|missione evangelizzatrice hiberno-scozzese]], l'arte celtica influenzò lo sviluppo dell'arte di tutto il Nord Europa.
In Irlanda esisteva un'eredità celtica ininterrotta da prima della presenza romana in Gran Bretagna (mai estesasi fino alla "Verde Isola") anche se in realtà gli oggetti irlandesi in stile La Tène sono molto rari. I secoli V-VII furono una continuazione dell'arte di La Tène della tarda Età del ferro, con molti segni d'influenza romana e romano-britannica gradualmente penetrati<ref>{{cita|NMI|pp. 134 e 172-173}}.</ref>. Con l'arrivo del cristianesimo, l'arte irlandese fu influenzata sia dalla tradizione mediterranea sia da quella germanica degli [[Anglosassoni]], creando la c.d. "Arte insulare" o "Arte iberno-sassone" che ha avuto la sua età d'oro nell'VIII-IX secolo, prima che le incursioni dei [[Vichinghi]] interrompessero gravemente la vita monastica e portassero influenze [[Scandinavia|scandinave]] (sia tramite i vichinghi sia tramite i c.d. "[[Vichingo-gaelici]]") nell'arte insulare. L'invasione dei [[Normanni]] nel biennio [[1169]]-[[1170]] chiuse l'esperienza artistica celtica ed introdusse in Irlanda lo stile romanico europeo.
Nel VII-IX secolo, [[Monachesimo irlandese|missionari irlandesi]] si recarono in [[Regno di Northumbria|Northumbria]] (Gran Bretagna), portando con sé la tradizione insulare del [[manoscritto miniato]] che entrò in contatto con la conoscenza e i [[Motivo (arti figurative)|motivi]] anglosassoni della [[lavorazione dei metalli]]. Nei [[Monastero|monasteri]] della Northumbria queste competenze si fusero e da lì furono sia ritrasmesse in Scozia e in Irlanda, sia diffuse nell'[[Eptarchia anglosassone]]. Alcuni dei capolavori di lavorazione del metallo creati includono la [[Fibula di Tara]], il Calice di Ardagh e il Calice di Derrynaflan. Le nuove tecniche impiegate erano la [[filigrana (oreficeria)|filigrana]] e l'intaglio a trucioli, mentre i nuovi motivi includevano motivi intrecciati e ornamenti animali. L'[[Evangeliario di Durrow]] è il primo [[Evangeliario]] [[Scrittura insulare|miniato con scene "insulare"]] (circa 700), mentre l'[[Evangeliario di Lindisfarne]] presenta uno stile iberno-sassone completamente sviluppato con [[Pagina tappeto|pagine-tappeto]] che brillano di un'ampia tavolozza di colori. Quest'arte raggiunse il suo apice alla fine dell'VIII secolo con il [[Libro di Kells]], il manoscritto insulare più elaborato. Gli stili artistici insulari anticlassici furono portati nelle missioni irlandesi nell'Europa continentale e, nel corso del [[Medioevo]], influenzarono l'[[Arte carolingia]], il Romanico ed il [[Gotico]].[[File:King-donierts-stone.jpg|destra|miniatura|[[Pietra di re Doniert]], circa 875.]]Nel IX-XI secolo, l'[[argento]] puro divenne un bene comune nell'Eptarchia, probabilmente a causa della maggiore quantità del metallo in circolazione dovuta al commercio e alle incursioni vichinghe, e durante questo periodo furono create in Irlanda una serie di magnifiche [[Fibula celtica|fibule penanulari d'argento]]. Più o meno nello stesso periodo la produzione di manoscritti iniziò a diminuire, non solo a causa dei ''raid'' vichinghi contro i monasteri. La scultura iniziò a fiorire tramite il modello della c.d. "[[Alta croce]]" ([[lingua inglese|en]] ''High Cross''): grandi croci di pietra che contenevano scene bibliche in rilievo scolpito. Questa forma d'arte raggiunse il suo apice all'inizio del [[X secolo]] e ha lasciato molti ottimi esempi come la c.d. "[[Croce di Muiredach]]" a [[Monasterboice]] e la "[[Croce di Ahenny]]".
L'impatto dei vichinghi sull'arte irlandese non si vide fino alla fine dell'XI secolo, quando la gioielleria irlandese inizia a imitare gli [[Arte vichinga|stili scandinavi "Ringerike" "Urnes"]]: es. "Croce di Cong" e il Santuario di Manchan. Queste influenze sono state trovate non solo nel centro norreno di [[Dublino]] ma anche altrove: v.si "Croce di Doorty" a [[Kilfenora]] e le croci alla [[Rocca di Cashel]].<ref>{{cita|NMI|pp. 216-219}}.</ref>
Riga 102 ⟶ 114:
Alcuni manoscritti insulari potrebbero essere stati prodotti in Galles, inclusi il [[Libro di Lichfield]] e i Vangeli di Hereford dell'VIII secolo.<ref>{{cita libro|autore=Lord P|lingua=en|titolo=Medieval Vision : The Visual Culture of Wales|editore=University of Wales Press|anno=2003|p=25}}</ref> Il tardo Salterio Ricemarch insulare dell'XI secolo fu certamente scritto in Galles e mostra anche una forte influenza vichinga.
L'arte della [[Dumnonia]] storica, della Cornovaglia moderna, del [[Devon]], del [[Somerset]] e della Bretagna sulla [[Oceano Atlantico|costa atlantica]] è ora abbastanza scarsamente attestata e quindi meno conosciuta poiché queste aree in seguito furono incorporate in Inghilterra (e Francia) nel periodo medievale e della prima età moderna. Tuttavia studi archeologici in siti come il Castello di Cadbury (Somerset)<ref>{{cita libro|autore=Alcock L|lingua=en|anno=1995|titolo=Cadbury Castle : The Early Medieval Archaeology|editore=University of Wales}}</ref>, [[Tintagel]], e più recentemente a [[Ipplepen]] indicano una società altamente sofisticata in gran parte alfabetizzata con forte influenza e connessioni sia con il Mediterraneo [[Impero bizantino|bizantino]] che con l'Atlantico Irlandesi e britannici in Galles e nel "[[Yr Hen Ogledd|Vecchio Nord]]". Molti croci, monumenti e lapidi come la
==== Pitti (Scozia) ====
[[File:Pictish_Stones_in_the_Museum_of_ScotlandDSCF6250_(cropped).jpg|miniatura|Simboli dei Pitti e un cavaliere su una [[Pietre pitte|pietra dei Pitti]].|sinistra]]
Dal V alla metà del IX secolo, l'arte dei [[Pitti (popolo)|Pitti]] è conosciuta principalmente attraverso la scultura in pietra e un numero minore di pezzi di metallo, spesso di altissima qualità; non sono noti codici miniati. I Pitti condividevano la Scozia moderna con una zona d'influenza culturale irlandese sulla costa occidentale, compresa [[Iona]], e il regno anglosassone della Northumbria a sud. Dopo la cristianizzazione, gli stili insulari hanno fortemente influenzato l'arte dei Pitti, con intrecci prominenti sia nella lavorazione dei metalli sia nelle pietre (c.d. "[[Pietre pitte]]").
Riga 123 ⟶ 135:
== Tipi e termini dell'arte celtica ==
[[File:Hanging_bowl_DSCF6984.jpg|thumb|upright=1.4|Una ciotola sospesa di [[Sutton Hoo]].|sinistra]]
* '''[[Calendario celtico]]''' : Il calendario celtico materiale più antico è il frammentato [[Calendario di Coligny]] in [[Lingua gallica]] del I secolo a.C. o d.C.
* '''Ciotola appesa''' : Secondo la teoria tradizionale, questa tipologia di vasellame fu creata da artigiani celtici durante il periodo delle conquiste anglosassoni dell'Inghilterra. Erano basati su un ''design'' romano, solitamente in lega di rame con 3 o 4 anelli di sospensione lungo il bordo superiore, da cui erano progettati per essere appesi, forse da travi del tetto o all'interno di un treppiede. Il loro interesse storico-artistico deriva principalmente dalle placche tonde decorate, spesso con smalto, che la maggior parte ha lungo i bordi. Alcuni dei migliori esempi si trovano nel tesoro di [[Sutton Hoo]] (625) che sono smaltati. La conoscenza della loro fabbricazione si diffuse in Scozia e in Irlanda nell'VIII secolo. Tuttavia, sebbene i loro stili continuino le tradizioni popolari romano-britanniche, l'ipotesi che siano stati fatti in Irlanda è ora messa in dubbio.
* '''Triscele'''<ref name="Duval" /><ref>{{cita libro|autore= Cooper JC|titolo=Enciclopedia illustrata dei simboli|editore=Franco Muzzio|anno= 1987|isbn= 88-7021-661-6 |p=304
== Architettura ==
Le prove archeologiche in nostro possesso non permettono d'identificare particolari [[Storia dell'architettura|stili architettonici]] precipui delle popolazioni celtiche, né le fonti scritte hanno testimoniato ai posteri l'esistenza di strutture lignee e murarie particolari tipiche dei Celti. Ciò nonostante, le popolazioni celtiche, sia continentali sia insulari, contribuirono in maniera significativa all'[[urbanizzazione]] del continente europeo promuovendo la diffusione dello schema urbano basato sul c.d. "''[[oppidum]]''", vocabolo utilizzato dai Romani (Cesare anzitutto) per indicare tutte le grandi città pre-romane dell'Europa occidentale e centrale.
{{vedi anche|Dun (archeologia)}}
Molti ''oppida'' sorsero attorno a una [[fortezza di collina]], chiamata '''''[[Dun (archeologia)|dun]]''''' ([[Lingue brittoniche|brittonico]] ''din'', [[Lingue goideliche|gaelico]] ''dùn,'' reso in [[Lingua latina|latino]] con ''dūnum<ref group="N">Anch'esso di [[etimologia]] indoeuropea: connesso, per esempio, all'[[inglese antico]] ''dūn'' ("altura", "montagna"). Nei [[Toponimo|toponimi]] gallici appare spesso come suffisso (''-dun'') - {{cita|Villar 1997|}}</ref>'') dai Celti e '''''briga'''''<ref group="N">Dalla [[Radice (linguistica)|radice]] [[Lingua protoindoeuropea|indoeuropea]] ''*bhrgh'' ("alto", "elevato"); cfr. {{cita libro|autore=Villar F|wkautore=Francisco Villar|titolo=Gli Indoeuropei e le origini dell'Europa|anno=1997|editore=Il Mulino|città=Bologna|ISBN=88-15-05708-0|p=519|cid=Villar 1997}}</ref> dai Celtiberi, sebbene di per sé il termine ''oppidum'' non implichi necessariamente la presenza di fortificazioni. Gli ''oppida'' circondati da fortificazioni erano chiamati ''oppida'' fortificati, un tipo d'insediamento della tarda età del bronzo circondato da un terrapieno e da una fossa. Il muro difensivo era in terra e pietra, del tipo oggi definito ''[[murus gallicus]].'' L'''oppidum'' fortificato differisce dalle fortezze di collina in quanto non è necessariamente situato su un rilievo elevato e per il fatto di essere un insediamento permanente con una rilevante funzione economica. Oltre che come fortezze di collina rioccupate, si possono trovare anche a bordo valle e vicino ai [[fiumi]]. Prove ottenute da scavi archeologici suggeriscono che erano centri di [[commercio]], politici e religiosi, con determinate aree all'interno dedicate a ciascuna funzione. Si trovano in Germania, nel Baden Würtenberg, nella Francia settentrionale, in Belgio e nella parte meridionale della Gran Bretagna (ove il ''dun'' fu introdotto non prima del VII secolo a.C.) e coprono superfici di oltre 100.000 m².▼
▲Molti ''oppida'' sorsero attorno a una [[fortezza di collina]], chiamata '''''
Cesare racconta che ogni tribù gallica aveva numerosi ''oppida'', ciascuno di diversa importanza, ipotizzando perciò una sorta di gerarchia urbana con vere e proprie capitali. Le evidenze archeologiche supportano tali asserzioni. A titolo di esempio, l'[[Oppidum di Manching]], fondato nel III secolo a.C. ed in uso fino al [[50 a.C.|50]]-[[30 a.C.]], fu uno dei più importanti agglomerati urbani al nord delle [[Alpi]], sia dal punto di vista dell'estensione che della popolazione, probabile capitale della tribù celtica dei [[Vindelici]]. Al suo apogeo, nella seconda metà del II secolo a.C., aveva un baluardo difensivo di 7,2 km di perimetro ed un'estensione di 380 ettari, arrivando a ospitare una popolazione che si stima tra i 5.000 e i 10.000 abitanti.▼
▲Cesare racconta che ogni tribù gallica aveva numerosi ''oppida'', ciascuno di diversa importanza, ipotizzando perciò una sorta di gerarchia urbana con vere e proprie capitali. Le evidenze archeologiche supportano tali asserzioni. A titolo di esempio, l'[[Oppidum di Manching]], fondato nel III secolo a.C. ed in uso fino al [[50 a.C.|50]]-[[30 a.C.]], fu
==Scultura==
=== Statuaria ===
[[File:Buste_à_la_lyre.jpg|miniatura|Il c.d. " Bardo di Paule".]]
{{Vedi anche|Statuaria celtica}}
La statuaria è considerata come "eccezionale" nel contesto artistico celtico che è stata da sempre considerato non figurativa.<ref name="brunau1">{{cita libro|autore=Brunaux JL|titolo=Les gaulois|editore=Éditions les Belles Lettres|anno=2008|lingua=fr}}</ref> Di conseguenza, la scultura era considerata una forma d'arte poco praticata dalle popolazioni celtiche e/o fortemente influenzata dalla cultura mediterranea ([[Grecia Antica|Greci]] e [[Antica Roma|Romani]]).<ref name="megaw">{{cita|Megaw 2001|}}.</ref> La proliferazione di scoperte e nuovi studi su vecchie scoperte scuote questa osservazione. Senza che sia ancora possibile determinare un'evoluzione globale, nel tempo e nello spazio, diventa possibile definire alcune serie.<ref name="duceppe">{{cita|Duceppe-Lamarre 2002|}}.</ref>
[[Stele]] e statue-stele compaiono nelle residenze nobiliari di Hallstatt: nel Württemberg del VI secolo a.C. o a Vix in Côte-d'Or ove sono stati ritrovati dei frammenti<ref>{{cita libro|titolo=La Tombe princière de Vix|curatore= Rolley C|editore=Picard|anno=2003|lingua=fr}}</ref>. I due pezzi più significativi di questo ''corpus'' sono il c.d. "[[Guerriero di Hirschlanden]]" e il "[[Glauberg|Principe di Glauberg]]" ([[lingua tedesca|de]]. "''Keltenfürst''"), entrambi realizzati in [[arenaria]] e rinvenuti presso il [[tumulo]] di un capo/eroe che quasi sicuramente raffiguravano. Nella regione storica della [[Gallia Narbonense]] (più o meno sovrapponibile all'attuale [[Occitania (regione francese)|regione francese dell'Occitania]]) sviluppò un ''corpus'' di stele antropomorfe in un periodo più o meno sovrapponibile a quello delle statue tardo-hallstattiane tedesche. Si tratta di blocchi di sezione rettangolare o quadrata, anepigrafi, generalmente senza figurazione di arti o teste, anche se alcune stele hanno palesemente subito una decapitazione volontaria (come nel sito di Touriès)<ref name="Gruat1">{{cita pubblicazione|autore= Gruat P|titolo=Un sanctuaire héroïque au cœur des Causses|giornale=l'Archéologue|numero=128|data=dicembre 2013|lingua=fr}}</ref> ma con corazze stilizzate (ne sono addirittura riconoscibili le spalline) del tipo ''[[Kardiophylax]]'', a volte assimilate a uno [[scudo]], e la cintura. Anche queste stele, come in altre culture antiche, potrebbero essere state dipinte. Esiste poi un ''corpus'' di stele antropomorfe ispaniche denominate dallo studioso Emil Hübner i "''[[Guerreros galaicos]]''"<ref>{{cita pubblicazione|autore=Hübner E|titolo=Statuen galläkischer Krieger in Portugal und Galicien|anno=1861|città=Berlino|giornale=Archäologische Zeitung|numero=154|editore=Kaiserlich Deutsches Archäologisches Institut|lingua=de}}</ref> (trad. dallo [[Lingua spagnola|spagnolo]] in "Guerrieri [[galleci]]") molto simili al "Principe di Glauberg" ed al "Guerriero di Hirschlanden". Tale similitudine si manifesta sia a livello evolutivo (si tratta anche in questo caso di stele antropomorfe sviluppate a partire da statue-stele precursori<ref>{{cita pubblicazione|titolo=Steinerne Krieger am "Ende der Welt|giornale=Archäologie in Deutschland|anno=2002|volume=2|p=34|lingua=de}}</ref>), sia stilistico (è anche in questo caso la raffigurazione delle ''torque'' e delle spade celtiche a confermare la contiguità spazio-temporale con le culture del ferro precedenti l'occupazione romana dei territori), sia nella ripresa della "grandezza naturale" e da ultimo nell'utilizzo, essendo anche i ''Guerreros'' utilizzati a scopo sia celebrativo d'un eroe estinto sia a scopo tutelare come divinità guerriera posta in prossimità della cinta muraria dell'insediamento.[[File:Tarasque de Noves (profil - époque incertaine).png|miniatura|"Tarasca di Noves" - III-I secolo a.C. - ''Musée lapidaire'' d'Avignone.|sinistra]]Le stele iberiche e liguri, le statue-stele celtibere, narbonensi e tardo-hallstattiane della Germania manifestano dunque una serie di legami stilistici che ci permettono di supporre scambi culturali tra questi bacini di produzione d'opere d'arte sia durante l'arcaica sia durante la piena età celtica. Integrandosi su questo sostrato, l'[[arte romana]], nella sua accezione "[[arte provinciale romana|provinciale]]", portò alla produzione delle statue gallo-romane (il "Guerriero di Vachères" e il "Guerriero di Mondragon" esposti al ''Musée lapidaire'' d'[[Avignone]], entrambe datate al I secolo a.C.) erroneamente ritenute per molto tempo le uniche manifestazioni della statuaria gallica.<
Sempre nella Narbonense, nella regione di [[Nîmes]], furono rinvenuti una serie di piccoli busti di fattura abbastanza simile,
Statue di guerrieri e altri membri della ''élite'' galliche del IV-II secolo a.C.<ref name="Lescure">{{cita pubblicazione|autore1=Lescure B|autore2=Cognard F|autore3=Gantès LF| titolo=Le sanctuaire celto-ligure de Roquepertuse| giornale=Archeologia|numero=303|data=luglio-agosto 1994|pp=40-47|issn=0570-6270|lingua=fr}}</ref><ref name="Garcia">{{cita libro|autore= Garcia D| titolo=La Celtique méditerranéenne. Habitats et sociétés en Languedoc et en Provence du viiie au iie siècle av. J.-C.|città= Parigi
L'arte celtica ha poi prodotte molte opere raffiguranti soggetti zoomorfi o mostruosi: anzitutto la ricca produzione celtiberica dei ''[[Verraco]]'', grandi sculture zoomorfe di pietra, molto stilizzate, raffiguranti [[sus scrofa|cinghiali]] o [[bos taurus|tori]]<ref>{{cita libro|autore=Martín JL|titolo=La escultura segoviana|anno=1992|isbn=84-606-0909-X|città=Segovia|lingua=es}}</ref><ref>{{cita pubblicazione|autore=Álvarez-Sanchís JR|titolo=Oppida and Celtic society in western Spain|giornale=e-Keltoi: Journal of Interdisciplinary Celtic Studies| volume=6|anno=2005|pp=255-285|lingua=en}}</ref>; la [[cinghiale (arte celtica)|frequente raffigurazione del cinghiale]], simbolo dei [[Druidi]]<ref>{{cita libro|autore= Guyonvarc'h CJ|autore2= Le Roux F|titolo=Les Druides|editore=Ouest-France Université, coll. « De mémoire d’homme : l’histoire »|città=Rennes |anno=1986 | isbn=2-85882-920-9|lingua=fr|p=420}}</ref>, la classe dirigente [[sacerdote|sacerdotale]], su idoli ed insegne militari (es. il c.d. "[[Cinghiale di Soulac-sur-Mer]]"<ref>{{cita web|url=http://musees-aquitaine.com/articles/index.php?id=16&id_musee=64&type=1|titolo=Le sanglier-enseigne gaulois : notice du musée|lingua=fr|accesso=8 gennaio 2021|dataarchivio=29 novembre 2008|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20081129080207/http://musees-aquitaine.com/articles/index.php?id=16&id_musee=64&type=1|urlmorto=sì}}</ref>); la c.d. "Tarasca di Noves"<ref name="Gilles">{{cita libro|autore=Gilles I|anno=1885|titolo=Tarascon de Provence: son existence historique dans l'antiquité et aux premiers siècles du christianisme|editore=Clavel et Chastanier|pp=8-9|lingua=fr|cid=Gilles}}, cit. in {{cita|Gutch|}}</ref><ref>{{cita pubblicazione|autore=Gutch E|anno=1952|titolo=Saint Martha and the Dragon|giornale=Folklore|numero=63|pp=193-203|lingua=en|cid=Gutch }}</ref>; ecc.
Riga 163 ⟶ 175:
=== Pietre pitte ===
[[File:HiltonofCadboll01.JPG|miniatura|[[Hilton of Cadboll Stone]] (Pietra pitta di Classe II) - replica ''in situ''.|sinistra]]
{{Vedi anche|Pietre pitte}}
Le pietre dei Pitti erano lastre di roccia rettangolare con una croce scolpita in rilievo sulla faccia della lastra, con altre immagini e forme scolpite ovunque. Sono organizzate dagli studiosi in 3 Classi, in base al periodo d'origine.
Riga 184 ⟶ 196:
=== Manoscritti miniati ===
[[File:KellsFol032vChristEnthroned.jpg|miniatura|''[[Maiestas Domini]]'' dal "[[Libro di Kells]]".]]
{{main|Miniatura insulare}}
La produzione iberno-sassone di miniature era caratterizzata principalmente dall'uso d'una decorazione astratta a struttura lineare continua, con motivi decorativi, soprattutto a intreccio, inseriti in precisi schemi geometrici, e dall'uso di colori vivaci, accostati per contrasto, che costituiscono parte essenziale della composizione.
Riga 194 ⟶ 207:
Il più antico manoscritto irlandese pervenutoci (nonché secondo [[salterio (liturgia)|salterio]] latino più antico)<ref>{{Cita libro|lingua=en|autore= McNamara M | titolo=The Psalms in the Early Irish Church |url=https://archive.org/details/psalmsearlyirish00mcna| editore=Continuum International Publishing Group | anno=2000 | isbn=978-1-85075-925-6 | p=[https://archive.org/details/psalmsearlyirish00mcna/page/8 8] }}</ref> è probabilmente il "[[Cathach di san Columba]]" (VII secolo), un salterio mutilo, la cui decorazione è ridotta alle lettere iniziali ornate dell'inizio di ciascun [[salmi|salmo]].
==
===''Torque''===
Riga 204 ⟶ 217:
===Fibule===
[[File:Ireland 2010 etc 028 (2).jpg|thumb|La "[[Fibula di Tara]]", spettacolare esempio di fibula celtica.|sinistra]]
{{Vedi anche|Fibula celtica}}
Poco dopo il 700, iniziarono a essere prodotte nelle isole britanniche grandi fibule in metalli preziosi ornate di gemme: manufatti di fattura pregiatissima, espressione delle mature capacità orafe di artisti, destinate alle ''élite'' celtiche. Si ritiene <ref>{{cita pubblicazione|lingua=en|autore=Whitfield N
Si distinguono 3 tipologie di fibule:
Riga 216 ⟶ 229:
== Numismatica ==
{{Vedi anche|Monetazione celtica}}
Una monetazione celtica è attestata da coniazioni che vanno dal IV secolo a.C.<ref name="D35">{{cita|Demandt 2003|p. 35}}.</ref> fino alla fine del I secolo a.C. Il passaggio a un'economia monetaria, presso i Celti, avvenne per le relazioni e i contatti commerciali con i Greci e per la presenza dei mercenari celtici presso le comunità greche. Le monete celtiche subirono, quindi, l'influenza della monetazione mediterranea: in origine copiavano i tipi greci, soprattutto le monete del [[Regno di Macedonia]] del periodo di [[Filippo II di Macedonia|Filippo II]] e di suo figlio [[Alessandro Magno]].<ref name="Duval"/><ref name="Boardman, p.308">{{cita|Boardman 1993|p. 308}}.</ref><ref name="Koch">{{cita libro| autore=Koch JT| lingua=en| titolo=Celtic culture: a historical encyclopedia| p=461}}</ref><ref>{{Cita web |url=http://web.arch.ox.ac.uk/coins/cci8.htm| titolo=Coinage in Celtic society |editore=Celtic Coin Index |lingua=en |accesso=3 gennaio 2016 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060925042039/http://web.arch.ox.ac.uk/coins/cci8.htm |dataarchivio=25 settembre 2006 |urlmorto=sì }}</ref
{{citazione|La testa di Apollo o diviene un occhio immenso, o un insieme di riccioli sapientemente disposti [in Belgio]; il cavallo riceve una testa umana, il carro non è più che un segno in un cielo stellato, il conducente si metamorfizza in demone, in uccello, in mostro [in Armorica]; la testa del dio si stilizza fortemente conservando la bellezza lineare dei suoi tratti, il cavallo è sormontato da una specie di ala in forma di rete [a Parigi]; la testa diviene una composizione equilibrata di forme geometriche, quadrati in serie dove era la corona d'alloro, semicerchi dove era l'occhio e il profilo, globi, rettangoli e stelle dove erano le orecchie; il cavallo alato è tracciato con vigore per mezzo di bastoncini terminanti in globetti [in Aquitania]|{{cita|Duval 1959|}}}}
Riga 229 ⟶ 242:
<references group="N"/>
=== Bibliografiche ===
{{note strette}}
== Bibliografia ==
Riga 235 ⟶ 248:
=== Fonti primarie ===
*{{cita libro| autore= [[Cassio Dione]]| cid=Cassio Dione| titolo=[[Storia romana (Cassio Dione)|Storia romana]]| anno= | editore= | città= |lingua=grc}}
*{{cita libro| autore= [[Cesare]]
*{{cita libro| autore= [[Diodoro Siculo]]
*{{cita libro| autore= [[Marco Anneo Lucano]]|titolo=[[Pharsalia]]|cid=Lucano| lingua=lat}}
*{{cita libro| autore= [[Plinio il Vecchio]]| cid=Plinio il Vecchio | titolo=[[Wikisource:la:Naturalis historia|Naturalis historia]]| anno= | editore= | città= |lingua=lat}} {{simbolo|Wikisource-logo.svg|15}}
Riga 242 ⟶ 255:
=== Fonti secondarie ===
* {{cita libro|autore=Bain G|titolo=Celtic Art, The Methods of Construction, Lavishly Illustrated with Line Drawings and Photographs|url=https://archive.org/details/methodsofconstru00bain|anno=1973|lingua=en|editore=Dover Publishing|città=|isbn=0-486-22923-8|cid=Bain}}
* {{cita libro|curatore=Boltin L|titolo=Treasures of Early Irish Art, 1500 a.C. to 1500 d.C.: from the collections of the National Museum of Ireland, Royal Irish Academy, Trinity College, Dublin|anno=1977|lingua=en|editore=Metropolitan Museum of Art|città=|url=http://libmma.contentdm.oclc.org/cdm/compoundobject/collection/p15324coll10/id/113771/rec/1| cid=Boltin }}
* {{cita pubblicazione|autore=Duceppe-Lamarre A|titolo=Unité ou pluralité de la sculpture celtique hallstatienne et laténienne en pierre en Europe continentale du VIIe au Ier s. av. J.C.|giornale=Documents d'archéologie méridionale|numero=25|anno=2002|lingua=fr|cid=Duceppe-Lamarre 2002}}
* {{cita libro|curatore=Garrow D|titolo=Rethinking Celtic Art|anno=2008|lingua=en|isbn=1-84217-318-9|cid=Garrow 2008}}
* {{cita libro|autore=Green M|titolo=Celtic art, Reading the Messages|url=https://archive.org/details/celticartreading0000aldh|anno=1996|lingua=en|editore=The Everyman Art Library|città=|isbn=0-297-83365-0|cid=Green 1996}}
* {{cita libro|autore=Harding DW|titolo=Archeology of Celtic art|anno=2007|lingua=en|editore=Routledge|città=|isbn=0-415-35177-4|cid=Harding 2007}}
* {{cita pubblicazione|autore=Hawkes CFC|titolo=review of Early Celtic Art by Paul Jacobsthal|giornale=The Journal of Roman Studies| volume=37|pp=191-198| anno=1947|lingua=en|editore=e|cid=Hawkes }}
* {{cita
* {{cita
* {{cita libro|autore=
* {{cita libro|autore=
* {{cita libro|autore=
* {{cita libro|autore=
* {{cita libro|autore=
* {{cita libro|
* {{cita libro|
* {{cita libro|autore=Wilson DM|titolo=Anglo-Saxon Art: From The Seventh Century To The Norman Conquest|editore=Thames and Hudson|anno=1984|lingua=en|cid=Wilson 1984}}
===Letture integrative===
*{{cita libro|autore=[[John Boardman|Boardman J]]|lingua=en|titolo=The Diffusion of Classical Art in Antiquity|anno=1993|città=Princeton University Press|isbn=0-691-03680-2|cid=Boardman 1993}}
*{{Cita libro| autore= Demandt A| wkautore= Alexander Demandt |titolo = I Celti | anno = 2003| editore =
*{{cita libro| autore= Kruta V | wkautore=Venceslas Kruta| titolo=La grande storia dei Celti : la nascita, l'affermazione e la decadenza| anno=2004|editore=
{{div col end}}
Riga 269 ⟶ 283:
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|url=https://www.britishmuseum.org/research/research_projects/complete_projects/technologies_of_enchantment/the_celtic_art_database.aspx|titolo=The Celtic Art Database (British Museum)|lingua=en|}}
* {{cita web|url=http://www.unc.edu/celtic/|titolo=Celtic Art & Culture (University of North Carolina and Chapel Hill)|lingua=en|4=|accesso=26 aprile 2014|dataarchivio=17 gennaio 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170117190150/http://www.unc.edu/celtic/|urlmorto=sì}}
* {{cita web|url=http://www.unc.edu/celtic/catalogue/mirrors/|titolo=Mirrors & Myster: Art & Ambiguity |autore=Charms S|lingua=en|4=|accesso=26 aprile 2014|dataarchivio=2 novembre 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20181102091405/http://www.unc.edu/celtic/catalogue/mirrors/|urlmorto=sì}}
* {{treccani|arte-celtica_%28Enciclopedia-dell%27-Arte-Antica%29/|CELTICA, Arte|autore=
* {{cita web|url=http://antiquity.ac.uk/reviews/megaw323.html|autore=Megaw V|titolo=Bearing the truth about Celtic art: Kunst der Kelten in Bern|anno=2009|lingua=en|6=|accesso=26 aprile 2014|dataarchivio=17 settembre 2010|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100917105757/http://antiquity.ac.uk/reviews/megaw323.html|urlmorto=sì}}
{{Storia dell'arte occidentale}}▼
{{Controllo di autorità}}
{{portale|arte|Celti}}
▲{{Storia dell'arte occidentale}}
[[Categoria:Arte medievale]]
[[Categoria:Arte celtica| ]]
|