Capo Alga: differenze tra le versioni

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== Storia ==
 
Completato nel 1918 nei [[cantiere navale|cantieri]] Delaware River Iron Shipbuilding & Engine Works di [[Chester (Pennsylvania)|Chester]] (come [[scafo]] numero 340) per l'United States Shipping Board, che poi lo cedette alla Shawmut Steam Ship Company Inc. di [[Boston]], il mercantile era un piroscafo da carico da 5075 (o 4380, successivamente ridotte a 4327<ref name="nmp"/>) tonnellate di stazza lorda, e portava in origine il nome di ''Sudbury''<ref name="shipbuildinghistory">[http://www.shipbuildinghistory.com/history/shipyards/2large/inactive/merchant.htm Shipbuilding History] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20141023050721/http://www.shipbuildinghistory.com/history/shipyards/2large/inactive/merchant.htm |data=23 ottobre 2014 }}</ref><ref name="ellisisland">{{collegamentoCita interrottoweb|1url=[http://www.ellisisland.org/shipping/Formatship.asp?shipid=4327 |titolo=Ellis Island] |datalingua=febbraioen|accesso=24 2018marzo 2021|boturlarchivio=InternetArchiveBothttps://archive.is/20130415013329/http://www.ellisisland.org/shipping/Formatship.asp?shipid=4327|dataarchivio=15 aprile 2013}}</ref>. Il piroscafo, che poteva raggiungere una [[velocità]] di undici nodi, venne impiegato, dal 1919 al 1923, sulla [[rotta navale|rotta]] che univa [[Amburgo]] e [[Plymouth]] a [[Rosario]] e [[New York]]<ref name="ellisisland"/>. Nel 1927 la nave venne [[acquisto|acquistata]] dalla Munson Line, un'altra compagnia statunitense, e fu ribattezzata ''Munbeaver''<ref name="ellisisland"/><ref name="shipbuildinghistory"/>.
 
La Munson Line fallì nel 1937: nel 1938<ref name="shipbuildinghistory"/><ref name="ellisisland"/> il piroscafo venne acquistato dalla [[Società anonima]] Compagnia Generale di [[Navigazione]] a [[Vapore]], con [[sede legale|sede]] a [[Genova]], che lo ribattezzò ''Capo Alga'' e lo iscrisse, con matricola 2213, al [[Compartimento marittimo]] di Genova<ref name="nmp"/>.
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All'ingresso dell'[[Italia]] nel [[secondo conflitto mondiale]], il 10 giugno 1940, il ''Capo Alga'', al comando del [[capitano]] Bozza, si trovava a [[Santa Cruz de Tenerife]], nell'[[Isole Canarie|arcipelago delle Canarie]], territorio [[Spagna|spagnolo]] e [[neutralità|neutrale]]<ref name="nmp"/>, dove venne [[internamento militare|internato]]<ref name="dupuis"/><ref name="nmp">Rolando Notarangelo, Gian Paolo Pagano, ''Navi mercantili perdute'', p. 97</ref>. Nei successivi mesi la nave stazionò inattiva in tale [[porto]].
 
Nel frattempo lo [[Stato Maggiore]] della [[Regia Marina]] aveva proposto ed ottenuto di mettere a punto un piano per far forzare il [[blocco navale|blocco]] [[Alleati della seconda guerra mondiale|alleato]] da parte dei [[nave cargo|mercantili]] rifugiati nelle nazioni neutrali più benevole nei confronti dell'[[Italia]] ([[Spagna]], [[Brasile]] e [[Giappone]]) e farli giungere a [[Bordeaux]], [[base navale|base]] atlantica italiana ([[Betasom]]) nella [[Francia]] occupata (o, in altri casi, a Saint Nazaire): le navi sarebbero passate sotto il controllo delle [[Wehrmacht|forze tedesche]], mentre i carichi (ancora a bordo da quando, dopo la [[dichiarazione di guerra]], si erano rifugiate nei porti neutrali) sarebbero stati trasferiti in Italia via terra<ref name="dupuis">Dobrillo Dupuis, ''Forzate il blocco! L'odissea delle navi italiane rimaste fuori degli stretti allo scoppio della guerra'', pp. da 50 a 56 e 59</ref>. Dopo la trasmissione delle istruzioni da seguire per la partenza ed il [[viaggio]], venne organizzata la partenza dei vari mercantili, iniziando dalla [[Spagna]] continentale, dalla quale, tra il febbraio ed il giugno 1941, si trasferirono a [[Bordeaux]] i mercantili ''[[Clizia (nave mercantile)|Clizia]]'', ''[[Capo Lena (nave mercantile)|Capo Lena]]'' ed ''[[Eugenio C. (piroscafo 1928)|Eugenio C.]]''<ref name="dupuis"/>. Venne quindi organizzato il trasferimento delle navi che si trovavano nelle [[Canarie]], 17 in tutto<ref name="dupuis"/>. Dato che tuttavia, dopo un anno di inattività, molte unità non erano in condizioni adatte ad affrontare una difficile traversata atlantica in tempo di guerra (le [[carena|carene]] erano ricoperte di [[denteErythronium di canedens-canis|denti di cane]] ed alcune navi non erano entrate in [[bacino di carenaggio]] da oltre due anni), venne disposto l'invio alle Canarie del [[capitano di corvetta]] Eugenio Normand, che ispezionò tutti i mercantili là internati e compilò un dettagliato rapporto in cui individuò in nove le navi che avrebbero potuto prendere il mare: tra di esse vi era il ''Capo Alga'', che fu destinato ad essere la prima nave a partire, lo stesso giorno del piroscafo ''[[Burano (nave mercantile)|Burano]]'', che sarebbe invece salpato da [[Santa Cruz de la Palma]] (le due navi sarebbero partite a distanza di alcune ore, prima il ''Capo Alga'' e poi il ''Burano'')<ref name="dupuis"/>.
 
Il ''Capo Alga'' lasciò Santa Cruz de Tenerife, con a bordo il carico che aveva nelle [[stiva|stive]] sin dal giugno 1940, il 1º aprile 1941<ref name="nmp"/><ref>''Navi mercantili perdute'' parla del 1° e del 18 giugno 1941 come date di partenza ed arrivo, ma si tratta probabilmente di un errore.</ref>. Raggiunto il mare aperto, il piroscafo compì varie [[manovra (nautica)|manovre]] ed evoluzioni per confondere le idee allo [[spionaggio]] inglese ed ai [[peschereccio|pescherecci]] che incrociavano poco fuori del [[porto]], in modo che non fosse possibile comprendere quale rotta avrebbe seguito, poi assunse rotta verso ovest, allontanandosi coperto dal buio della notte<ref name="dupuis"/>. La nave seguì rotte lontane da quelle usuali, per evitare di incontrare navi nemiche, procedendo ad una velocità di circa 15 nodi<ref name="dupuis"/>. Seguendo le disposizioni impartite da [[Supermarina]], il mercantile navigò per diversi giorni senza problemi od incontri, grazie all'assenza di luna, ma una notte la nave venne sorvolata da un quadrimotore nemico, proprio mentre dal [[fumaiolo]], per un problema in [[sala macchine]], aveva iniziato ad emettere un fumo particolarmente denso<ref name="dupuis"/>. Il [[velivolo]], tuttavia, si allontanò senza accorgersi della presenza della nave italiana<ref name="dupuis"/>. L'indomani, all'[[alba]], venne avvistata a proravia la colonna di fumo prodotta da una nave, che venne evitata accostando prontamente in fuori<ref name="dupuis"/>. Procedendo alla massima velocità, alcuni giorni più tardi il ''Capo Alga'' oltrepassò [[CapoCabo FinisterreFisterra]] e giunse nel [[golfo di Biscaglia]], arrivando, al [[tramonto]] del 15 aprile, a 95 miglia dalla [[costa]] della [[Francia]]<ref name="dupuis"/>. La nave iniziò quindi a costeggiare il [[litorale]], e nel [[pomeriggio]] del 16 aprile avvistò a proravia due [[dragamine]] [[Kriegsmarine|tedeschi]], che procedevano alla massima velocità verso il piroscafo italiano<ref name="dupuis"/>. Vennero effettuati i segnali di riconoscimento (e, come frequente, anche un saluto), dopo di che il ''Capo Alga'' si pose nella [[scia]] delle due unità tedesche, che lo scortarono a Saint-Nazaire (per altra fonte a [[Nantes]]<ref name="nmp"/>), ove il piroscafo giunse nelle prime ore della notte del 17 aprile<ref name="dupuis"/>.
 
Sbarcato il carico, l'[[equipaggio]] del ''Capo Alga'' venne rimpatriato, mentre il piroscafo venne utilizzato dalla Kriegsmarine quale nave [[magazzino|deposito]]<ref name="dupuis"/>.