Società Adriatica di Elettricità: differenze tra le versioni

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{{nota disambigua|l'opera teatrala di Carmelo Bene|S.A.D.E.|SADE}}
{{NN|aziende|settembre 2021}}
{{Azienda
|nome = Società Adriatica Di Elettricità
|logo = LogoSADE.jpg
|immagine = PalazzoBalbiSADE.JPG
|didascalia = [[Palazzo Balbi (Venezia)]], sede principale della SADE
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|causa chiusura = (incorporata in [[Montecatini (azienda)|Montecatini]])
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La '''Società Adriatica Di Elettricità''' ('''SADE''') eraè stata una [[società (diritto)|società]] elettrica privata.
 
La '''Società Adriatica Di Elettricità''' ('''SADE''') era una [[società (diritto)|società]] elettrica privata.
 
== Storia ==
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=== Dalle origini alla prima guerra mondiale ===
Le prime attività della SADE sono modeste e si limitano all'acquisto degli impianti di produzione e distribuzione di Cividale del Friuli, Palmanova e successivamente di quelli di Oderzo e Motta di Livenza, per una potenza che non raggiunge complessivamente 300 kW. Con l'aumento del capitale, portato a {{formatnum:4750000}} lire nel novembre del [[1905]], la nuova società dà l'avvio al suo programma con l'acquisto nelle provincie di Bari e Padova di alcuni gruppi di impianti di produzione e distribuzione, tra cui l'impianto idroelettrico del Caorame (affluente del Piave) della potenza di 300 kW.
 
Nello stesso anno viene nominato direttore della società [[Achille Gaggia]], che alla elettrificazione delle zone comprese tra il [[Quarnaro|Carnaro]] e il [[Marecchia]], dedica con entusiasmo passione e competenza vent'anni della sua vita. Lo sviluppo della SADE prosegue con l'acquisto degli impianti di produzione e distribuzione di [[Chioggia]], di [[Faenza]] e di alcuni centri della provincia di [[Vicenza]]. Vengono inoltre assunte partecipazioni nelle società, successivamente incorporate: Forze Motrici Cismon Brenta, concessionaria dell'impianto idroelettrico del [[Cismon]], uno dei più arditi dell'epoca (centrale di Pedesalto della potenza di {{M|6600|ul=kW}}) ed Elettrica Milani di Verona, che dispone degli impianti di produzione dell'Adige (centrali di Sorio Vecchia e Colombarolo della potenza complessiva di {{M|9000|u=kW}}).
 
La SADE, per assicurare una adeguata e regolare fornitura di energia nelle zone già servite, costruisce una rete di trasporto a {{M|30|ul=kV}} alimentata anche dagli impianti del [[Cellina]] (centrali di [[Centrale idroelettrica Antonio Pitter|Malnisio]], e[[Centrale idroelettrica di Giais|Giais]] della potenzae complessiva[[Centrale didel {{MPartidor|13000|u=kW}}Partidor]]) e del [[Lago di Santa Croce]] (centrali di Fadalto Vecchia e Nove Vecchia della potenza complessiva di {{M|15000|u=kW}}) della Società Italiana per l'Utilizzazione delle Forze Idrauliche del Veneto (S.I.U.F.I.V), nota come Società del Cellina che più tardi verrà pure incorporata dalla SADE. Il funzionamento in parallelo delle centrali di produzione, collegate tra loro e con i centri di consumo attraverso la sempre più estesa rete di trasporto, consente non soltanto una maggior utilizzazione delle disponibilità idrauliche ma anche la l'esclusione dal servizio continuo delle centrali termoelettriche di Venezia, Padova, Ferrara, Ravenna ecc., ridotte così a funzione di riserva.
 
All'inizio del [[1915]] la SADE esercita ormai la distribuzione in numerosi centri delle provincie di Udine, Belluno, Treviso, Vicenza, Venezia, Verona, Padova. Rovigo, Ferrara, Forlì, Ravenna, oltre che nelle Puglie. Con l'entrata in guerra dell'Italia nel 1915 gran parte della attività della SADE viene a svolgersi nelle zone del [[Fronte italiano (1915-1918)|Fronte]]. L'organizzazione tecnica della Società è così posta al servizio del Paese e a completa disposizione dell'Esercito per far fronte alle esigenze belliche: ciò vale alla SADE l'apprezzamento e l'elogio da parte del Sottosegretario alle Armi e Munizioni e dell'[[Vittorio Luigi Alfieri|Intendente Generale dell'Esercito]].
 
Per lo stato di guerra, la SADE non può intraprendere lavori per la realizzazione di nuovi impianti, mainfatti nelil [[1917]]primo riesceimpianto adella mettereSADE messo in esercizio dopo il conflitto fu la [[centrale del Partidor]], nel [[1919]], terzo salto degli impianti del [[Cellina]], della potenza di {{M|3500|u=kW}}, ed effettua l'aumento della tensione della rete di trasporto, passando a {{M|60|u=kV}} le linee che dalle centrali di Fadalto, Nove, Giais e Malnisio si diramano nella pianura veneto-emiliana fino a Bologna, per l'allacciamento con la Società Bolognese di Elettricità. La SADE estende il proprio campo di azione alle Marche, assicurandosi centrali di produzione e zone di distribuzione nelle provincie di [[Ancona]] e [[Macerata]] ed attuando quel collegamento tra gli impianti alpini e quelli appenninici che pochi mesi dopo si rivelerà provvidenziale. Proprio mentre più si fa feroce la lotta sul fronte di guerra, va ricordato che la SADE dà particolare impulso ad una grande opera di pace: l'elettrificazione delle bonifiche.
 
Il disastro di [[Battaglia di Caporetto (storiografia)|Caporetto]] colpisce direttamente e gravemente la SADE che tra il 5 e l'11 novembre [[1917]] perde le sue maggiori fonti di energia, situate nel territorio occupato dal nemico. Le poche centrali idroelettriche rimaste in esercizio (il cui nucleo principale è dato dagli impianti dell'Adige) ed i collegamenti per quell'epoca arditi, realizzati a tempo di primato tra le reti della Romagna e le reti marchigiane e tra gli impianti dell'Adige e gli impianti lombardi, consentono di apportare, capovolgendo in certo qual modo il sistema di produzione e di trasporto fino allora in atto, un servizio sufficiente ai principali bisogni della zona di operazioni, servizio che tra crescenti difficoltà prosegue fino alla [[battaglia di Vittorio Veneto]], nel novembre [[1918]].<ref>{{cita libro|titolo=Impianti della Società Adriatica di Elettricità 1905-1955|annooriginale=1955|città=Venezia}}</ref>
 
=== Dalla prima alla seconda guerra mondiale ===
Il lavoro di ripristino degli impianti distrutti e danneggiati dalla guerra è così intenso e rapido, così per il Natale del 1918 le centrali idroelettriche di Malnisio e di Nove possono di nuovo far convergere la loro energia a Mestre.

La ricostruzione è praticamente compiuta entro il [[1919]], nel mentre la distribuzione viene estesa alla [[Venezia Giulia]] e all'[[Istria]] e si iniziano i lavori per i nuovi impianti idroelettrici del Lago di Santa Croce. Alla realizzazione del [[Porto Marghera|Porto Industriale di Venezia-Marghera]], ideata e voluta da Giuseppe Volpi, che ha inizio nel 1919, la SADE partecipa con la costruzione di una [[Centrale termoelettrica Giuseppe Volpi|centrale termoelettrica]] (caldaie alimentate macchinalmente a carbone per la produzione di vapore, turbogruppiturbo gruppi) che dalla potenza iniziale di {{formatnum:M|30000|ul=kW}} kW si svilupperà gradualmente fino a raggiungere la potenza di 230 000 {{M|230000|u=kW}}.
 
Contemporaneamente viene sempre più estesa la rete di trasporto: i quantitativi di energia da convogliare e le distanze da superare conducono, nel [[1924]], alla costruzione della prima linea a {{M|150 |u=kV}} dalle centrali degli impianti Piave-Santa Croce a [[Portomaggiore]] (Ferrara) da una parte e a Trieste dall'altra. La zona di attività della SADE, che si sviluppa dalle [[Alpi venete|Alpi Venete]] al mare Adriatico fino alla [[Romagna]], viene ulteriormente estesa all' Emilia con l'assunzione di una partecipazione nella Società Bolognese di Elettricità, citeche distribuisce energia in Bologna e dispone degli impianti idroelettrici del [[Brasimone]] (centrali di Santa Maria e Le Piane della potenza originaria complessiva di {{formatnum:M|15400|u=kW}} kW).
 
Nel [[1930]], con l'entrata in esercizio della centrale del [[Livenza]], presso [[Sacile]] risultano completati gli impianti Piave-Santa Croce, che possono sviluppare in otto centrali una potenza di circa 190.000 {{M|190000|u=kW}}, mentre sul Basso Piave sono in funzione già dall'anno precedente le due centrali di [[Pederobba]] e Croce del Gallo, di complessivi {{formatnum:M|5000|u=kW}} kW. In un vasto programma di scambi di energia con le società limitrofe si effettua la costruzione di una linea collegamento a {{M|150 |u=kV}} fra gli impianti della SADE e quelli di Cardano della [[SIP - Società idroelettrica piemontese|SIP]] attraverso Feltre. Nel [[1933]] viene acquistato dalla Società Forze Idrauliche dell'Alto Cadore di [[Alessandro Marco Barnabò]] l'impianto Piave-Ansiei (centrale di Pelos della potenza di {{formatnum:300006600M|30000|u=kW}} kW), costruito intorno al 1930.
 
Dal [[1936]] al [[1943]], per far fronte al sempre crescente fabbisogno di energia, tenuto conto delle caratteristiche della zona di distribuzione, la SADE costruisce, gli impianti Medio Cordevole, la diga del Ghirlo con le centrali di [[Cencenighe Agordino|Cencenighe]], [[Agordo]] e [[Centrale idroelettrica di La Stanga|La Stanga]] della potenza complessiva di {{formatnum:M|90000|u=kW}} kW, gli impianti dell'Isonzo, centrali di Doblari della potenza complessiva di {{formatnum:M|48000|u=kW}} kW e la centrale di Sorio Nuova sull'Adige della potenza di {{formatnum:M|12500|u=kW}} kW, in sostituzione ed ampliamento delle vecchie centrali di Colombarolo e Sorio Vecchia. Si iniziano inoltre i lavori dell'impianto Lumiei-Alto Tagliamento e quelli preparatori dell'impianto Piave-Boite-Mae-Vajont, destinato a divenire il più importante della SADE. Ma per la seconda volta nel giro di pochi lustri la SADE si trova a subire direttamente le conseguenze di un'altra grande guerra.
 
Achille Gaggia diventa presidente. Nel [[Caduta del fascismo|luglio]] e [[Armistizio di Cassibile|settembre 1943]], gli avvenimenti politico-militari impongono variazioni e riduzioni nei programmi di lavoro tuttavia, per quanto consentito dalle eccezionali circostanze, continuano quelli dell'impianto Lumiei-Alto Tagliamento. Le operazioni belliche investono in vario modo tutte le zone della SADE, dalla [[Linea Gotica|linea gotica]] alle Alpi. Aumentano di giorno in giorno le distruzioni e i danni agli impianti di produzione e distribuzione e conseguentemente le difficoltà per assicurare un regolare e continuo servizio.
 
=== Dalla fine della seconda guerra mondiale al 1955 ===
La fine della guerra pone la SADE di fronte ai complessi e imponenti problemi della ricostruzione, aggravati dalla perdita di due fra le più importanti e moderne centrali di produzione, quelle di Doblari e [[Plava]], località sull'Isonzo del comune di [[Canale d'Isonzo]],<ref>Centrali progettate da ing. Mario Mainardis, dal Necrologio su L'elettrotecnica riv AEI, n.2-1966, p. 126.</ref>, e delle zone di distribuzione delle provincie di [[Fiume (Croazia)|Fiume]] a [[Pola]] e di parte delle provincie di Trieste e Gorizia. Il 16 novembre [[1947]], muore a Roma il conte Giuseppe Volpi fondatore della SADE. L'opera di ricostruzione viene condotta con grande velocità, tanto da poter sino dal giugno [[1945]] riprendere regolare servizio anche a sud del Po a mezzo delle stazioni di trasformazione di Ferrara, [[Codigoro]] e Bologna e successivamente di quelle di Portomaggiore, [[Forlì]] e [[Ravenna]].
Il 16 novembre [[1947]], muore a Roma il conte Giuseppe Volpi fondatore della SADE.
Vengono ripresi a pieno ritmo i lavori per l'impianto Lumiei- Alto Tagliamento, la cuicon la [[diga di Sauris]] e la centrale dedicata a Giuseppe Volpi di [[Ampezzo (Italia)|Ampezzo]], della potenza di {{formatnum:M|60000|u=kW}} kW, inaugurata nel [[1948]], e quelli per l'impianto Piave-Boite-Mae-Vajont,. mentre vieneViene iniziata la costruzione degli impianti Alto Cordevole e Cordevole-Mis-Piave. Alla fine del [[1949]] viene completata la [[diga di Pieve di Cadore]] dell'impianto Piave- Boite-Mae-Vajont, nel [[1951]] la diga di [[Val Gallina]] (con serbatoio facente funzione da vasca di carico) così da permettere l'entrata in servizio la [[Centrale idroelettrica di Soverzene|centrale di Soverzene]] nel [[1953]], dedicata ad Achille Gaggia da poco defunto, con i primi due gruppi della potenza complessiva di {{formatnum:M|110000|u=kW}} kW, che raggiungerà i {{formatnum:M|220000|u=kW}} kW, su quattro gruppi, entro il [[1955]]. Nel [[1952]] si collauda la diga di [[Valle di Cadore]], sul [[Boite]], costruita nella stretta del ponte di Pocroce.
 
Nel 1950 viene completata la Colonia estiva della Società Adriatica di Elettricità a Marebello di Rimini per ospitare i figli dei dipendenti della società.
Vengono ripresi a pieno ritmo i lavori per l'impianto Lumiei- Alto Tagliamento, la cui la [[diga di Sauris]] e la centrale Giuseppe Volpi di [[Ampezzo (Italia)|Ampezzo]], della potenza di {{formatnum:60000}} kW, inaugurata nel [[1948]], e quelli per l'impianto Piave-Boite-Mae-Vajont, mentre viene iniziata la costruzione degli impianti Alto Cordevole e Cordevole-Mis-Piave. Alla fine del [[1949]] viene completata la [[diga di Pieve di Cadore]] dell'impianto Piave- Boite-Mae-Vajont, nel [[1951]] la diga di [[Val Gallina]] (con serbatoio facente funzione da vasca di carico) così da permettere l'entrata in servizio la [[Centrale idroelettrica di Soverzene|centrale di Soverzene]] nel [[1953]], con i primi due gruppi della potenza complessiva di {{formatnum:110000}} kW, che raggiungerà i {{formatnum:220000}} kW, su quattro gruppi, entro il [[1955]]. Nel [[1952]] si collauda la diga di [[Valle di Cadore]], sul Boite costruita nella stretta del ponte di Pocroce.
 
Nel 1951 si dà inizio ai lavori per l'utilizzazione del Medio e Basso [[Cellina]]. L'[[Alluvione del Polesine del novembre 1951|alluvione del Polesine]], nel novembre dello stesso anno, colpisce gravemente una vasta zona della distribuzione e compromette la continuità, del trasporto di energia dalle centrali alpine alla pianura emiliana, tuttavia si provvede rapidamente ad assicurare le forniture nella zona allagata e il ripristino degli impianti danneggiati. Mentre si completa la linea a 220kV{{M|220|u=kV}} da [[Soverzene]] a Bologna, con le stazioni di trasformazione di [[Scorzè]] e Colunga (Bologna), viene costruita la linea a 220kV{{M|220|u=kV}} [[Lienz]]-Pelos, primo passo per gli scambi di energia tra le reti austriache e quelle della SADE.
 
Nel 1952, si dà inizio alla costruzione ladella diga de "La Stua" in [[Val Canzoi]] sul torrente [[Caorame]]. Il suo serbatoio alimenterà la centrale di "La Guarda". Nel periodo 1953-1955 entrano in servizio le centrali di Barcis, San Foca e Villa Rinaldi (impianti del Cellina) della potenza complessiva di {{formatnum:M|19200|u=kW}} kW, alimentate dal [[Lago di Barcis|serbatoio di Barcis]]. Il 18 marzo 1953, muore a Roma il presidente Achille Gaggia. Prende il suo posto il conte [[Vittorio Cini]]. Nel [[1954]], viene stipulato un accordo con il Consorzio Canale della Vittoria a fini irrigui, per la restituzione dell'acqua del [[Piave]] sottratta dalla traversa di Soverzene per alimentare il [[lago di Santa Croce]] e gli impianti del Fadalto e del Livenza.
 
Nel 1955 entra in servizio la centrale di [[Castellavazzo|Gardona]] (impianto Piave-Boite-Mae-Vajont), alimentata dalla diga provvisoria sul Maè, della potenza di 18.000 {{M|18000|u=kW}}. Degli impianti del Cordevole, viene pure portata a termine la costruzione della [[Lago di Fedaia|diga di Fedaia]] e la centrale di [[Malga Ciapela]], della potenza di {{formatnum:M|20000|u=kW}} kW con le centrali di [[Laste|Saviner]] ({{formatnum:M|13000|u=kW}} kW), [[Taibon Agordino|Taibon]], (presa torrente Tegnas) e [[Sospirolo|Camolino]] alimentata provvisoriamente dagli scarichi della centrale [[Centrale idroelettrica di La Stanga|della Stanga]] ({{formatnum:M|20000|u=kW}} kW). Viene dato nel contempo inizio alla costruzione dell'impianto idroelettrico di [[Cavazzo Carnico|Somplago]], sul Medio Tagliamento, della potenza di {{formatnum:M|275000|u=kW}} kW.
 
=== Dal 1955 alla nazionalizzazione del 1963 ===
Nel 1955, al compimento del suo cinquantesimo anno di vita, la consistenza tecnica ed organizzativa della SADE si riassume nei seguenti dati:
 
* Impianti idroelettrici, in esercizio o in corso di costruzione, per una complessiva potenza efficiente di circa 1 milione di kW ed una producibilità media annua di circa 4 miliardi di kWh.;
* Impianti termoelettrici, in esercizio o in corso di completamento, per una complessiva potenza efficiente di 230.000 {{M|230000|u=kW}} ed una producibilità annua dell'onlineordine di 1 miliardo di kWh.;
* Impianti di trasporto, comprendenti una rete A. T. (da {{formatnum:M|30000|u=V}} V a {{formatnum:M|220000|u=V}} V) con uno sviluppo di oltre {{formatnum:M|4000|ul=km}} km di terna e stazioni di trasformazione primaria per una complessiva potenza installata di 2 milioni di kVA.;
* Impianti di distribuzione, comprendenti una rete di distribuzione A.T. con uno sviluppo di 12.000 {{M|12000|ul=km}}, una rete b.t. con uno sviluppo di oltre 25.000 {{M|25000|u=km}} e circa 7.000{{formatnum:7000}} cabine di distribuzione. La rete di distribuzione serve {{formatnum:1300000}} utenti e si sviluppa su un territorio di {{formatnum:M|35000|ul=km2}} Km², con 14 provincie, 800 comuni ed una popolazione di 7 milioni di abitanti.
 
Il gruppo che fa capo alla Società Adriatica di Elettricità comprende le Aziende: Idroelettrica, Servizio Primario, di Distribuzione Cellina, Elettrica Euganea, Elettrica Padana, Elettrica Val Brenta, Elettrica Veneto Centrale e le Società Consociate: Bellunese per l'Industria Elettrica, Bolognese di Elettricità, Priulana di Elettricità, Elettrica Interprovinciale, Elettrica Romagnola, Anonima Elettrica Trevigiana, Elettrica della Venezia Giulia e Termoelettrica Veneta. La SADE è inoltre largamente interessata nelle Società ImpiantiIdroelettrica Medio Adige (SIMA), Idroelettrica del Grappa, Elettricità Ponale ed Idroelettrica dell'Alto Savio.
 
L'organizzazione della SADE comprende 7.000{{formatnum:7000}} lavoratori, dei quali, 100 dirigenti, {{formatnum:2700}} impiegati e {{formatnum:4200}} operai. Tra le molteplici istituzioni assistenziali vanno ricordate: la colonia alpina «Vena d'Oro» a [[Ponte nelle Alpi]] e le sue colonie marine al Lido di Venezia e a Marebello di Rimini, capaci complessivamente di {{formatnum:1800}} ospiti all'anno. Le provvidenze hanno consentito l'assegnazione al personale di oltre {{formatnum:1500}} abitazioni, fornite direttamente o tramite convenzioni con Enti Immobiliari (Istituti Autonomi per le Case Popolari delle varie provincie e piano [[INA-Casa]]).
 
Nel [[1956]], viene completata la [[Lago di Pontesei|diga di Pontesei]] sul Maè. Entra in funzione la centrale di [[Malga Ciapela]], alimentata dal serbatoio della [[Lago di Fedaia|diga di Fedaia]]. Nel [[1957]], si dà inizio ai lavori per la costruzione di due dighe. La [[diga del Vajont]], tra le provincie di Udine e Belluno, e la [[Lago del Mis|diga del Mis]], nel comune di Sospirolo. Nello stesso anno, la SADE, diede inizio alla costruzione di una nuova sede operativa, edificando sul [[Rio Novo (Venezia)|Rio Nuovo]] a Venezia, un palazzo in vetro e cemento, opera degli architetti milanesi [[Luigi Vietti]] e Cesare Pea.
 
Nel [[1959]] iniziano i lavori di costruzione del canale Castelletto-Nervesa. Lungo oltre 20 km, parte a valle dallo scarico della centrale di Castelletto in funzione dal [[1923]] (nei pressi di [[Cappella Maggiore]]) passando a 18.600 {{M|18600|u=kW di produzione annua}}. Il suddetto canale, per due terzi all'aperto e per il resto in galleria, e in sifone, sbocca nel Piave all'altezza di [[Nervesa della Battaglia]]. Così si è pervenuti a una più elastica e regolare alimentazione, con congruo aumento di dotazione, del Consorzio Canale della Vittoria, eliminando le gravi perdite lungo I'alveo del Piave nel percorso fra lo scarico di Soverzene e Ia presa di Nervesa. La nuova sistemazione eè inoltre collegata con l'aumento di competenze di altri Consorzi irrigui che sono stati tutti avvantaggiati dalla costruzione del Canale Castelletto-Nervesa. Si è ottenuto in tal modo un aumento di produzione per le centrali dell'impianto Piave-Santa Croce.
 
Nel [[1960]], sono terminate le dighe di [[Vodo di Cadore]], sul Boite, e del Vajont sul torrente omonimo. Viene messa in funzione la centrale di Pontesei, alimentata dal serbatoio di Vodo, andando così ad incrementare la produzione della centrale di Gardona. Sempre nello stesso anno, viene terminata la diga di [[Cesiomaggiore|Busche]], e messa in funzione la centrale di [[Quero (Quero Vas)|Quero]]. Nel [[1961]], entra in funzione in relazione al canale Castelletto-Nervesa la centrale di San Floriano Nuova, nei pressi di [[Vittorio Veneto]], dotata di un gruppo a "bulbo" composto da una [[turbina Kaplan]] e alternatore ad asse orizzontale completamente sommersi, della potenza efficiente di {{formatnum:M|9000|ul=kW}} kW. Si completa la costruzione della [[Disastro del Vajont#La galleria di "sorpasso frana"|galleria di by-pass]] sul Vajont.
 
Nel [[1962]] si termina la costruzione [[Lago del Mis|diga del Mis]], e il canale Castelletto-Nervesa. Entra in servizio la centrale del Colomber, presso la diga del Vajont. A livello operativo, la SADE era articolata in ''[[Disastro del Vajont#La gestione e il controllo degli impianti idroelettrici del Piave|servizi]]'',<ref>{{Cita libro|autore=Luigi Rivis|titolo=La storia idraulica del "Grande Vajont" rievocata da un addetto ai lavori che allora c'era, Belluno,|anno=2012|editore=Momenti Aics editore,|città=Belluno}}</ref> ciascuno con le proprie competenze e una propria ''direzione'', immediati riporti di due distinti ''direttori generali''.
 
Al termine del 1962, le linee di trasporto dell'energia erano così suddivise:
 
* Terne a 220kV220 kV: 579 km;
* Terne a 132kV132 kV: 1621 km;
* Terne a 60k60 VkV: 965 km.
 
Il trasporto, veniva disciplinato da un ''Ufficio Movimento Energia'', con un ripartitore di carico avente sede presso la stazione di trasformazione di Scorzè, il quale controllava le manovre ed i programmi di produzione e carico della rete. Per le scelte tecniche, sia di gestione del sistema idraulico, sia di produzione di energia elettrica e di distribuzione, questa società elettrica rimase sempre all'avanguardia, non solo in Italia, ma in Europa e nel mondo. La SADE diversificò i propri investimenti ed in particolare assunse il controllo di alcune società gestrici di acquedotti, come la [[Società Acque Potabili]] di Torino<ref>{{cita web|url=https://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/pagina.pl?TipoPag=prodente&Chiave=51604|titolo=Società azionaria per la condotta di Acque Potabili sul sito SIUSA|accesso=31 maggio 2020}}</ref> e la Società dell'[[Acqua Pia Antica Marcia]] di Roma<ref name="Battilossi">{{cita libro|autore1=Stefano Battilossi|titolo=Acea di Roma 1909-2000: da azienda municipale a gruppo multiservizi|volume=1|editore=FrancoAngeli|anno=2001|cid=Battilossi}}</ref>.
 
Con la legge del 6 dicembre 1962 n. 1643, tutte le imprese elettriche vennero nazionalizzate, diventando proprietà dell'[[ENELEnel]] (Ente Nazionale Energia Elettrica). La nazionalizzazione innescò un processo di differenziazione finanziaria e operativa delle varie società elettriche interessate. La SADE venne successivamente travolta dalle vicende giudiziarie conseguenti alla [[Disastro del Vajont|tragedia del Vajont]] e giunse alla fusione con la [[Montecatini (azienda)|Montecatini]].<ref>{{cita libro|autore=Maurizio Reberschak|titolo=Il grande Vajont|data=2003|editore=Cierre|città=Sommacampagna|pp=34-37}}</ref>
 
== Elenco dei presidenti ==
[[File:Giuseppe Volpi 1925.jpg|thumb|right|Il conte Giuseppe Volpi, conte di Misurata]]
[[File:Achille Gaggia datisenato.gif|thumb|right|ingegnere Achille Gaggia]]
[[File:Vittorio Cini.gif|thumb| Vittorio Cini, conte di Monselice]]
* Ruggero Revedin (1905-1910)
* Amedeo Corinaldi (1910-1912)
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* ''Impianti della Società Adriatica di Elettricità 1905-1955'', a cura dell'Ufficio studi della Società Adriatica di Elettricità, Venezia, 1955.
* Maurizio Reberschak, ''Il grande Vajont'', Sommacampagna, Cierre, 2003-2013.
* Luigi Rivis, ''La storia idraulica del "Grande Vajont" rievocata da un addetto ai lavori che allora c'era'', Belluno, Momenti Aics editore, 2012, [[{{ISBN]] [[Speciale:RicercaISBN/978-88-907546-0-9|978-88-907546-0-9]]}}.
* ENEL-Ente Nazionale per l'Energia Elettrica, ''Impianti del Piave sistema nord orientale, a cura di Direzione della Produzione e Trasmissione-Sede distaccata di Venezia'', Unità Pubbliche Relazioni e Documentazione del Compartimento di Venezia, marzo 1991.
 
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== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|url=http://www.vajont.net/|titolo=Sito ufficiale del Disastro del Vajont|accesso=14 marzo 2007|dataarchivio=15 aprile 2021|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20210415180530/http://www.vajont.net/|urlmorto=sì}}
* {{cita web|url=http://www.vajont.info/SADE/sade1.html|titolo=Storia della SADE da un sito alternativo sulla strage del Vajont}}
* {{cita web|url=http://circe.iuav.it/Venetotra2guerre/03/indiceNomi.swf|titolo=Industria idroelettrica}}
* {{cita web|url=http://dentroilvajont.focus.it/sade-societa-energia-vajont.html|titolo=SADE}}
* {{cita web|url=http://www.setificio.gov.it/wp-content/uploads/2013/archivio_materiali/biennio_archivio/vajont/def-sade.html|titolo=SADE}}
 
{{Disastro del Vajont}}
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{{Portale|aziende|energia|Venezia}}
 
[[Categoria:Aziende italiane di energia elettrica italiane del passato]]
[[Categoria:Aziende della città metropolitana di Venezia]]
[[Categoria:Montecatini (azienda)]]