Gilbert Romme: differenze tra le versioni

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{{Carica pubblica
|nome = Gilbert Romme
|immagine = Charles-Gilbert Romme.jpgpng
|didascalia = Gilbert Romme.
|carica = [[Presidente]] della [[Convenzione nazionale]] della [[Prima Repubblica francese]]
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|predecessore3 =
|successore3 =
|partito = Società degli amici della legge <small>(1790)</small><br>[[Club dei Giacobini]] <small>(1790-1794)</small><br>[[Montagnardi dell'anno III]] <small>(1794-1795)</small>
|coalizione = [[Montagnardi]]
|coalizione2 = [[Marais (Rivoluzione francese)|Pianura]], [[Montagnardi]]
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Il 14 novembre 1793 fece decretare il trasferimento dei resti di Marat al [[Pantheon (Parigi)|Panthéon]] ed appoggiò il [[culto della dea Ragione]] voluto da [[Pierre Gaspard Chaumette|Chaumette]]. Presidente della Convenzione Nazionale dal 21 novembre al 6 dicembre 1793, Romme partecipò al ''Comité de l'instruction publique'' (Comitato per la Pubblica Istruzione), dove presiedette la commissione scientifica, alla quale parteciparono [[Joseph-Louis Lagrange]], [[Gaspard Monge]], [[Jérôme Lalande|Joseph Jerôme de Lalande]], [[Pierre Simon Laplace]] ed altri, per la progettazione e lo sviluppo del nuovo calendario repubblicano che fu approvato il 5 ottobre 1793.<ref>A. Galante Garrone, ''Op. cit.'' p. 405.</ref> All'[[abbé Grégoire]] che gli chiedeva a cosa servisse il nuovo calendario, Romme rispose: «A sopprimere la domenica».<ref name="J.-R. Suratteau, cit., p. 934"/> Romme dichiarò che il tempo nuovo determinato dalla Rivoluzione doveva «incidere con un nuovo bulino gli annali della Francia rigenerata», rinnegando «l'[[era volgare]], era della crudeltà, della menzogna, della perfidia, della schiavitù; essa è finita con la monarchia, fonte di tutti i nostri mali».<ref>E. Liris, ''Calendrier révolutionnaire'', 2006, pp. 179-180: «L'Era Volgare fu l'Era della crudeltà, della menzogna, della perfidia e della schiavitù; essa è finita con la monarchia, sorgente di tutti i nostri mali (…) la nomenclatura (antica) è un monumento di servitù e d'ignoranza alla quale i popoli hanno successivamente aggiunto il segno del loro avvilimento (…) così l'uguaglianza del giorno e della notte era segnata nel cielo nello stesso momento in cui l'uguaglianza civile e morale viene proclamata dai rappresentanti del popolo francese come il fondamento consacrato del suo nuovo giorno».</ref>
 
L'estremizzazione della repressione [[Giacobini|giacobina]] durante il [[Regime del Terrore|Terrore]]<ref>Del periodo del Terrore, rimase vittima anche [[Fabre d'Églantine]], il letterato ideatore dei nomi dei mesi e dei giorni del nuovo calendario che sopravvisse sino all'inizio del [[1806]] quando venne soppresso da [[Napoleone Bonaparte|Napoleone]], che ripristinò il [[Calendario gregoriano]]. Il calendario rivoluzionario tornò temporaneamente ad essere adottato durante la [[Comune di Parigi (1871)|Comune di Parigi]] per datare i decreti emanati a partire dal 5 maggio/15 florile.</ref>, segnata dall'approvazione della maggioranza dei membri del [[Comitato di salute pubblica]] e della [[Convenzione nazionale]] della [[legge del 22 pratile anno II]] (10 giugno [[1794]]) che sanciva la privazione per gli accusati del diritto di difesa e di ricorso in appello nel [[Tribunale rivoluzionario]], fu all'origine del [[Reazione termidoriana|colpo di stato del 9 termidoro dell'anno II]] (27 luglio [[1794]]), che portò alla [[caduta di Robespierre]] e al ritornoall'ascesa dei Girondini[[Termidoriani]], omogeneo di gruppo di moderati, di ex fautori accaniti del Terrore timorosi di essere puniti da Robespierre stesso per i loro eccessi, e anche di "terroristi" che temevano paradossalmente una svolta moderata del gruppo robespierrista.
 
[[File:Bonneville Jean-Marie Goujon.jpg|thumb|left|upright=0.6|François Bonneville, ''Jean-Marie Goujon'']]
Romme si oppose alla legge del 22 pratile ed era assente da Parigi il 9 termidoro, essendo dal 23 febbraio al 25 settembre del 1794 [[Rappresentante in missione|in missione]] nel Sud-Ovest della Francia. Fu probabilmente favorevole al colpo di Stato, ma guardò con preoccupazione alla reazione moderata che ne seguì, e si oppose alla legge del 3 ventoso dell'anno III (21 febbraio [[1795]]) che stabiliva la separazione tra Stato e Chiesa, vedendovi, in assenza di un controllo dello Stato, la possibilità di un ritorno dell'influenza del cattolicesimo nella vita pubblica francese.<ref name="J.-R. Suratteau, cit., p. 934"/> Si avvicinò quindi ai Giacobini più irriducibili, che pure avevano contribuito al Termidoro, quali [[Bertrand Barère]], [[Collot d'Herbois]] e [[Jacques Nicolas Billaud-Varenne]]. Nel novembre [[1794]] i capi Termidoriani [[Paul Barras]] e [[Louis-Marie-Stanislas Fréron]] chiusero a forza il Club dei Giacobini.
===Processo e suicidio===
Il 18 ventoso (8 marzo [[1795]]) sposò la vedova di un patriota con la quale conviveva da tempo e che attendeva un figlio da lui. Quando i [[sanculotti]], già ribellatisi il [[Insurrezione del 12 germinale anno III|12 germinale]] (1º aprile 1795) chiedendo pane e il ripristino della [[Costituzione francese del 1793|costituzione giacobina]], occuparono con la forza la [[Convenzione nazionale]] [[Convenzione termidoriana|termidoriana]] [[Insurrezione del 1º pratile anno III|il 1° pratile dell'anno III]] (20 maggio 1795), decapitando il deputato Féraud, Romme si schierò a favore delle loro richieste e per questo fu arrestato, assieme ad altri dodici [[montagnardi]], su mozione di [[François Louis Bourdon|Bourdon de l'Oise]] e di [[Jean-Lambert Tallien|Tallien]], due ex [[giacobini]] termidoriani.<ref>J.-R. Suratteau, cit., p. 935.</ref>
[[File:Charles Ronot - Les derniers Montagnards.png|thumb|200px|Charles Ronot, ''Gli ultimi montagnardi'', dipinto raffigurante Romme e i suoi compagni.]]
I tredici imputati furono processati il 20 pratile (8 giugno). Nella sua difesa, Romme dichiarò: «Il mio ultimo respiro sarà per la Repubblica una, indivisibile, fondata sull'eguaglianza e la libertà [...] verserò io il mio sangue per la Repubblica ma non darò ai miei nemici la soddisfazione di spargerlo». Così aveva giurato di fare con gli altri imputati. Infatti, il 29 pratile dell'anno III (17 giugno [[1795]]), condannato con [[Jean-Marie Goujon|Goujon]], [[Ernest Dominique Duquesnoy|Duquesnoy]], [[Pierre Bourbotte|Bourbotte]], [[Jean-Michel Duroy|Duroy]] e [[Pierre Aimable Soubrany|Soubrany]] alla [[ghigliottina]], Romme prese il coltello con il quale Goujon si era già colpito e si pugnalò ripetutamente al collo e al petto, lasciando con un ultimo sforzo l'arma a Duquesnoy. Bourbotte, Duroy e Soubrany non ebbero il tempo di uccidersi e furono immediatamente ghigliottinati.<ref>J.-R. Suratteau, cit., p. 935; M. De Paulis, ''Gilbert: nascita e morte di un rivoluzionario'', 1993, p. 246.</ref> «Furono gli ''[[Ultimus Romanorum|Ultimi Romanorum]]''», scrisse [[Thomas Carlyle]].<ref>T. Carlyle, ''The French Revolution: A History'', 1837, p. 310.</ref>
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== Bibliografia ==
* [[Alessandro Galante Garrone]], ''Gilbert Romme'', Torino, Einaudi, 1959
* Mara De Paulis, ''Gilbert: nascita e morte di un rivoluzionario'', Firenze, Shakespeare Florentina, 1993 ISBN 88-8105-062-5
* Jean-René Suratteau, ''Gilbert Romme'', in Albert Soboul, ''Dictionnaire historique de la Révolution française'', Paris, PUF, 2005, pp.&nbsp;933–935 ISBN 2-13-053605-0
 
==Voci correlate==
* [[Terrore bianco#Il Terrore bianco del 1795|Terrore bianco del 1795]]
* [[Calendario rivoluzionario francese]]
 
== Altri progetti ==
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{{Portale|biografie|Rivoluzionerivoluzione francese}}
 
[[Categoria:Sepolti nel cimitero degli Errancis]]