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{{F|esposizioni artistiche|Settembre 2013}}
[[File:Edouard Dantan Un Coin du Salon en 1880.jpg|thumb|Edouard Dantan, ''Un angolo del salone'' (1880).]]
[[File:This Year Venuses Again (Daumier).jpg|thumb|Un'incisione satirica eseguita nel [[1864]] da [[Honoré Daumier]] sui [[borghesia|borghesi]] scandalizzati dalle pitture raffiguranti [[Venere (divinità)|Venere]] nuda.]]
Il '''Salon''' fuè stata un'esposizione periodica di [[pittura]] e [[scultura]], che si svolsesvolgeva al [[Louvre]] di [[Parigi]], con cadenza biennale fino al 18631831 ede annuale in seguito (decreto imperiale del 13 novembre 18631831), dal [[XVII secolo|XVII]] al [[XIX secolo]]. I Salon furono proprio coloro che decidevano se un quadro potesse essere messo o meno in esposizione alla stessa stregua.
 
== Descrizione ==
Il Salon nasce nel [[1667]] con la prima esposizione organizzata dall'Accademia reale, riservata solamente ai membri dell'Accademia stessa. Dopo questa data, le esposizioni successive ebbero cadenza biennale sino al [[1675]], quando, a causa dell'elevato costo, si svolsero solo nel 1699, nel 1704 e nel 1706, quest'ultima della durata di un solo giorno. Fino al 1791 tutte le esposizioni furono inaugurate il giorno di san Luigi, onomastico del re. Allestite prima nella galleria del [[1699Palais-Royal]] e nel cortile dell'hôtel Richelieu, quelle del 1699 e del 1704 si svolsero nella Grande Galerie del Louvre e dal 1725 presero definitivamente posto nel [[1704Salon Carré]], da rigidocui rifiutandoil moltinome candidatiSalon, eoccupando qualsiasitalvolta operaanche nonla conformegalleria aidetta gusti accademicidell'Apollo.
[[File:This Year Venuses Again (Daumier).jpg|thumb|left|Un'incisione satirica eseguita nel [[1864]] da [[Honoré Daumier]] sui [[borghesia|borghesi]] scandalizzati dalle pitture raffiguranti [[Venere (divinità)|Venere]] nuda.]]
Dal 1737 al 1748, ad eccezione del 1744, la mostra ebbe cadenza annuale, poi nuovamente biennale dal 1748 al 1791. Nel 1748 venne istituita una commissione incaricata di salvaguardare la tradizione della “grande pittura” ed esercitare un controllo sulla moralità delle opere proposte.
Sin dall'origine l'allestimento venne affidato a un artista detto ''le Tapissier'' o ''le Décorateur''; tale incarico, dal 1761 al 1773, assunto da [[Jean-Baptiste-Siméon Chardin]] a cui subentrò [[Joseph-Marie Vien]], [[Louis-Jean-François Lagrenée il Vecchio]], [[Louis-Michel van Loo]] nel 1783 e 1785, e [[Louis Jean-Jacques Durameau|Louis Durameau]].
 
Con la [[Rivoluzione francese|Rivoluzione]] vennero apportate una serie di modifiche radicali al regolamento del Salon: nel 1791 l'esposizione divenne libera e accessibile a tutti e dal 1798 venne istituita una giuria di ammissione eletta a suffragio universale. La giuria assunse presto però una veste di conformistica ufficialità e sotto l'[[Primo Impero francese|Impero]] fu composta da tre artisti e due amatori presieduti da [[Vivant Denon|Denon]]. Soppressa nel 1848, ma reintrodotta l'anno seguente, la giuria mostrò un indirizzo sempre più rigido rifiutando molti candidati e qualsiasi opera non conforme ai gusti accademici.
Nel [[1863]] la giuria diede dei verdetti particolarmente rigidi escludendo di fatto quasi 3000 quadri. Il clamore suscitato da tale scelta fece decidere allo stesso Imperatore [[Napoleone III di Francia|Napoleone III]] di organizzare una libera esposizione dei dipinti esclusi, chiamato poi [[Salon des Refusés]]. Successivamente la struttura organizzativa del Salon viene riformata, consentendo l'ingresso in giuria anche da parte di alcuni artisti già premiati con medaglia. In questo modo avviene una progressiva apertura dell'esposizione alle nuove tendenze dell'[[impressionismo|arte impressionista]].
 
Nel [[1863]] la giuria diede dei verdetti particolarmente rigidi escludendo di fatto quasi 3000 quadri. Il clamore suscitato da tale scelta fece decidere allo stesso Imperatore [[Napoleone III di Francia|Napoleone III]] di organizzare una libera esposizione dei dipinti esclusi, chiamato poi [[Salon des Refusés]]. Successivamente la struttura organizzativa del Salon viene riformata, consentendo l'ingresso in giuria anche da parte di alcuni artisti già premiati con medaglia. In questo modo avviene una progressiva apertura dell'esposizione alle nuove tendenze dell'[[impressionismo|arte impressionista]].
 
== La Secessione ==
Nel dicembre 1890 il leader della [[Société des Artistes Français]] che gestiva il Salon, [[William-Adolphe Bouguereau]] espose l'idea che il ''Salon'' potesse diventare un'esposizione senza premi, che sponsorizzasse i giovani. [[Ernest Meissonier]], [[Pierre Puvis de Chavannes]], [[Auguste Rodin]] e altri artisti rigettarono la proposta facendo sorgere una secessione. Essi crearono la [[Société Nationale des Beaux-Arts]] nel [[1891]], esponendo in un altro ''Salon'' chiamato ''Salon de la Société Nationale des Beaux–Arts'', in breve ''Salon du Champs de Mars''.
 
Nel [[1903]], in risposta a ciò, da molti artisti tra cui [[Pierre-Auguste Renoir]] e [[Auguste Rodin]], venne ideato il [[Salon d'Automne]].
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Vue du Salon du Louvre en l'annee 1753 LACMA AC1998.27.1.jpg|Veduta del Salone di Parigi al [[Museo del Louvre]] nel 1753.
Salon 1767.jpg|Salone di Parigi nel 1767.
This Year Venuses Again (Daumier).jpg|''Bourgeoises'' scandalizza il Salone di Parigi, 1864.
Salon des artistes français 1932.jpg|Salone di 1932, Grand Palais, Parigi.
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== I premiati ==
Tra i vari premiati si ricordaricordano nel 1866 [[Federico Faruffini]]<ref>{{Cita libro|curatore=Benedetto Gugliotta|titolo=Dante e Faruffini. Il fascino del Poeta su un pittore dell'800|annooriginale=2021|editore=Istituzione Biblioteca Classense|città=Ravenna|p=12}}</ref>, nel 1878 [[Antonio Rotta]] e nel 1900 [[Giovanni De Martino]] che vinse il premio speciale del "Salon de Paris" al [[Museo del Louvre]], con l'opera di una scultura in bronzo intitolata ''Le Pêcheur de criquets'' ("Il pescatore di locuste")<ref>{{cita libro|autore= Mariantonietta Picone Petrusa |anno= 2000|url= https://books.google.it/books?id=sX5OAAAAYAAJ |titolo= Arte a Napoli dal 1920 al 1945: gli anni difficili |città= Napoli|editore= Electa Napoli|ISBN= 978-88-435-8529-8 |p= 325}}</ref>.
 
== Note ==
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{{Controllo di autorità}}
{{portale|parigiarte|musei|Parigi}}
 
[[Categoria:Esposizioni artistiche]]