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== Pesci epipelagici ==
{{Doppia immagine verticale|destra|Bluefin-big.jpg|Herring2.jpg|220|I grandi pesci predatori epipelagici, come questo [[Thunnus thynnus|tonno rosso]], hanno una coda profondamente biforcuta e un corpo liscio affusolato a entrambe le estremità, con una colorazione controombreggiata e tonalità argentate.|I piccoli [[Pesce azzurro|pesci azzurri]] epipelagici, come questa [[Clupea harengus|aringa]], condividono caratteristiche corporee simili a quelle dei pesci predatori descritti sopra.}}
I pesci epipelagici abitano la [[Zona eufotica|zona epipelagica]], lo strato più superficiale della [[colonna d'acqua]], che va dal [[livello del mare]] fino a 200 metri di profondità. Questa zona, conosciuta anche come «zona superficiale» o «zona illuminata», include la [[Zona eufotica|zona fotica]]. La zona fotica è definita come lo strato d'acqua in cui la luce solare [[Attenuazione|si riduce]] fino all'1% rispetto alla sua intensità superficiale. La profondità di questa zona varia a seconda della [[Turbidimetria|torbidità]] dell'acqua, ma in acque limpide può raggiungere i 200 metri, coincidenti con la zona epipelagica. La luce presente in questa zona permette al [[fitoplancton]] di svolgere la [[Fotosintesi clorofilliana|fotosintesi]].<ref name="Moyle571"/>
La zona epipelagica costituisce un vasto habitat per la maggior parte dei pesci pelagici. È ben illuminata, favorendo i predatori che fanno affidamento sulla vista, ed è generalmente ben mescolata e ossigenata grazie al movimento delle onde, oltre a offrire un ambiente ideale per la crescita delle [[Alga|alghe]]. Tuttavia, questa zona presenta una scarsa varietà di habitat, il che si traduce in una limitata diversità di specie, supportando meno del 2% delle specie ittiche conosciute nel mondo. Inoltre, molte aree di questa zona sono povere di nutrienti necessari per sostenere la vita dei pesci. Per questo motivo, i pesci epipelagici tendono a concentrarsi nelle acque costiere sopra le [[Piattaforma continentale|piattaforme continentali]], dove i nutrienti arrivano tramite il [[ruscellamento]], o nelle zone oceaniche in cui i movimenti di [[Upwelling|risalita]] portano nutrienti in superficie.<ref name="Moyle571">{{cid|Moyle e Cech, 2004|p. 571}}.</ref>
I pesci epipelagici si dividono principalmente in piccoli [[Pesce azzurro|pesci azzurri]] e grandi predatori che si nutrono di essi. I pesci azzurri si riuniscono in [[Banco (pesci)|banchi]] e filtrano il [[plancton]]. La maggior parte dei pesci epipelagici ha corpi idrodinamici, progettati per sostenere lunghe [[Migrazione ittica|migrazioni]]. Predatori e pesci azzurri condividono spesso caratteristiche [[Morfologia (biologia)|morfologiche]] simili. I predatori, di solito fusiformi, possiedono grandi bocche, corpi lisci e code profondamente biforcute. Molti usano la vista per cacciare zooplancton o pesci più piccoli, mentre altri filtrano il plancton dall'acqua.
[[File:Herring Silvering.svg|thumb|160px|left|Le scaglie riflettenti dell'[[Clupeidae|aringa]] sono quasi verticali per garantire un mimetismo laterale.]]
La maggior parte dei pesci predatori epipelagici e delle loro prede più piccole presentano una colorazione controombreggiante, con toni argentei che riducono la visibilità [[Riflessione diffusa|disperdendo]] la luce incidente.<ref name="Moyle571"/> Questo effetto argentato è dovuto a delle [[Scaglia|scaglie]] riflettenti che agiscono come piccoli specchi, creando un effetto di trasparenza. A profondità intermedie, dove la luce proviene dall'alto, questi «specchi» orientati verticalmente rendono i pesci invisibili se visti di lato.<ref name=Herring2002>{{cita libro | autore=Peter Herring | anno=2002 | titolo=The Biology of the Deep Ocean | pp=192-95 | editore=[[Oxford University Press]] | isbn=978-0-19-854956-7}}</ref>
Nelle acque più superficiali, le scaglie devono riflettere una gamma diversa di lunghezze d'onda, e per raggiungere questo scopo sono dotate di cristalli distanziati variabilmente. Nei pesci dal corpo arrotondato, le scaglie riflettenti sono costituite da molteplici piccoli riflettori orientati verticalmente per mantenere l'effetto specchio.<ref name=Herring2002/>
Nonostante il numero limitato di specie, i pesci epipelagici sono estremamente abbondanti. Ciò che manca in diversità è compensato dalla quantità. I pesci azzurri formano banchi enormi, e i grandi predatori che se ne nutrono sono spesso molto ricercati nell'[[Pesce (alimento)|industria alimentare]]. Nell'insieme, i pesci epipelagici rappresentano la risorsa ittica più importante del mondo.<ref name="Moyle571"/>
Molti pesci azzurri sono predatori facoltativi, in grado di catturare singoli [[Copepoda|copepodi]] o avannotti dalla colonna d'acqua, ma anche di passare a un'alimentazione per filtrazione di [[fitoplancton]] quando ciò risulta più vantaggioso in termini energetici. I pesci che si nutrono filtrando utilizzano spesso branchiospine lunghe e sottili per trattenere piccoli organismi dall'acqua. Alcuni dei più grandi pesci epipelagici, come lo [[Cetorhinus maximus|squalo elefante]] e lo [[Rhincodon typus|squalo balena]], sono filtratori, così come alcuni dei più piccoli, come gli [[Sprattus|spratti]] adulti e le [[Engraulidae|acciughe]].<ref name="Moyle572">{{cid|Moyle e Cech, 2004|p. 572}}.</ref>
Le acque oceaniche particolarmente limpide contengono poco cibo. Le aree ad alta produttività tendono a essere leggermente torbide a causa delle [[Fioritura algale|fioriture di plancton]], che attirano i pesci filtratori, seguiti dai predatori più grandi. La pesca del tonno è spesso ottimale in acque con una torbidità tale che un [[disco di Secchi]] sia visibile tra 15 e 35 metri di profondità durante una giornata di sole.<ref>{{cita pubblicazione | autore=Blackburn | anno=1965 | titolo=Oceanography and the ecology of tunas | rivista=Oceanography and Marine Biology: An Annual Review | volume=3 | pp=299-322}}</ref>
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