Archibugiere: differenze tra le versioni

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[[File:Arquebusier (1585).jpg|thumb|Archibugiere - [[acquaforte]] di [[Hendrick Goltzius]], [[1585]].]]
Per '''archibugiere''' (''Arquebusier'' in [[lingua inglese]]) s'intende una [[Unità militari terrestri|unità militare]] di [[fanteria]] (un soldato) armato di [[archibugio]].
 
In [[Europa]], il termine non indicò mai un corpo specifico dell'esercito di riferimento: archibugiere era quindi qualsiasi soldato capace di fare fuoco con un archibugio presentatosi all'arruolamento con la sua arma da fuoco.
 
==Storia==
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[[File:Lacquered boxes against rain.jpg|thumb|Archibugieri-[[Samurai]] equipaggiati per azioni anfibie.]]
 
Forme rudimentali di [[archibugio]] erano già in uso nell'[[Impero cinese]] al tempo della [[Dinastia Ming]] (tardo [[XIV secolo]]). Già in questo periodo, i generali [[cinesi]] compresero l'importanza di un uso plurale e non singolo dell'arma da fuoco portatile, spingendo per la creazione di apposito corpi dell'esercito destinati al maneggio degli archibugi prima e dei [[Moschetto|moschetti]] poi. Queste speciali forze di [[fanteria]], inquadrate nella "[[Divisione del Divino Ingegno]]" (''Shen-chi ying''), vennero combinate alla [[cavalleria]] nelle operazioni militari volte a ricacciare i [[mongoli]] fuori dai confini imperiali. Nel [[1387]], uno schieramento di archibugieri su tre file permise ai cinesi di vanificare la carica degli [[elefanti da guerra]] presso [[Burma]]: nonostante la scarsa precisione delle armi, il volume di fuoco costante prodotto dallo schieramento (mentre una fila sparava, le altre due ricaricavano) sortì un effetto devastante sulle filafile nemiche.
 
Più interessante fu invece la risposta dei corpi di cavalleria all'introduzione in pianta stabile delle armi da fuoco portatili nell'armamentario. Sin dal XVI secolo la [[cavalleria pesante]], pur mantenendo la [[spada]] e le armi bianche d'arcione ([[mazza d'arme]], [[scure d'arcione]] etc.) abbandonò la [[lancia da giostra]] in favore della [[pistola]] o del più potente [[petrinale]] (sorta di pistola con canna molto lunga). Al fianco di queste unità di cavalleria dedite all'uso della pistola ([[corazzieri]] e [[pistolieri]], gli ''Schwarze Reiter'' tedeschi) sorsero anche unità armetearmate di archibugio. Il '''[[dragone]]''' era in buona sostanza un archibugiere di fanteria riqualificato a cavallo in modo da guadagnare rapidità. Si diffusero inoltre veri e propri corpi di archibugieri a cavallo, gli '''''[[harquebusier]]''''', destinati a supportare con la loro maggiore potenza di fuoco i pistolieri durante il [[caracollo]], la manovra d'avanzamento studiata per permettere ai cavalieri di scaricare le loro armi da fuoco sul quadrato di fanteria prima della carica risolutiva alla spada.
 
Già all'aprirsi del Cinquecento, un apposito corpo di archibugieri a cavallo, i '''''pishchalpiščal'niki''''', iniziò a militare per lo [[Tzarzar]] della [[Moscovia]]<ref>Paul, Michael C. (2004), ''The Military Revolution in Russia, 1550-1682'', in ''The Journal of Military History'', v. 68, a. 2004, n. 1, pp. 24-25</ref>. Utilizzati durante la presa di Pskov ([[1510]]), [[Smolensk]] ([[1512]]) ede ancora nel [[1545]], i ''pishchalpiščal'niki'' vennero fatti oggetto di grandi attenzioni da parte dello Tzarzar che tentò di incentivarne il reclutamento garantendo a questo tipo di soldati donazioni fondiarie ed un regime fiscale sgravato.
 
L'uso dell'archibugio da parte degli [[Ussari alati]] della [[Confederazione Polacco-Lituana]], il corpo di cavalleria più potente d'Europa tra Cinquecento e Seicento, fu invece un fenomeno tardo. Fermo restando l'uso delle pistole e, forse, dei petrinali da parte dei cavalieri, dai ranghi degli ''husaria'' non filiòdiede mai origine a un corpo simile ai ''pishchalpiščal'niki'' russi, né l'uso dell'archibugio fu cosa consueta fino all'imposizione da parte della corona della [[carabina]] d'ordinanza nel [[1680]]. È comunque possibile che corpi di ''harquebusier'' abbiano militato come mercenari per i polacco-lituani all'interno dei non ben precisati battaglioni di ''reiter'' (''rajtaria'' in [[lingua polacca]]) assoldati dalla Confederazione.
 
L'[[impero ottomano]], impegnato in una guerra costante contro gli [[Asburgo]] si dal [[trattato di OradeaGran Varadino]] ([[1538]]), armò di archibugio i suoi migliori fantaccini, i '''[[giannizzeri]]''': al tempo del sultano [[Solimano il Magnifico]] ([[1520]]-[[1566]]), i giannizzeri erano rigorosamente armati di archibugio (all'[[Assedio di Malta (1565)|Assedio di Malta]], nel [[1565]], i turchi usavano archibugi tedeschi a canna lunga). Archibugi vennero utilizzati anche nella [[Battaglia di Tondibi]] ([[1590]]) che decretò la sconfitta dell'[[Impero Songhai]] da parte dei [[Saadi]] del [[Marocco]].
 
Nel [[1543]] circa, l'archibugio venne introdotto per la prima volta in [[Giappone]] da [[Fernão Mendes Pinto]] e alcuni suoi compagni, naufragati accidentalmente sull'isola di [[Tanegashima]], isola a sud di [[Kyūshū]], terra del [[clan]] [[Shimazu]]. Entro il [[1550]], numerose copie degli archibugi portoghesi, note come ''[[Tanegashima-teppō]]'' (lett. "Bastone di legno di Tanegashima") erano già state prodotte e si erano diffuse sui campi di battaglia giapponesi. Nella [[Battaglia di Nagashino]] ([[1575]]), [[Oda Nobunaga]] ricorse in modo massiccio agli archibugieri: divise la truppa in tiratori e caricatori ed affidò ad ogni coppia tre archibugi.<br />
Una volta affermatosi il regime dello [[Shogunato Tokugawa|Shogun]] [[Tokugawa]], la produzione e l'uso delle armi da fuoco vennero fatti oggetto di un rigoroso controllo statale ma certamente non di un bando, come invece aveva inizialmente portato a supporre la visione spesso troppo romantica dell’etàdell'età dei [[samurai]]. Proprio in quegli anni si sviluppò in Giappone un'[[arte marziale]] precipua per le armi da fuoco, lo '''''[[hojutsuhōjutsu]]'''''.<ref>Ratti, Oscar (1997) [e] Adele Westbrook, ''I segreti dei samurai : le antiche arti marziali'', Milano, pp. </ref>
 
==Note==
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* Baumgartner, Frederic J. (2005), ''The French Reluctance to Adopt Firearms Technology in the Early Modern Period'', in ''The Heirs of Archimedes: Science and the Art of War Through the Age of Enlightenment'', Cambridge.
* Jorgensen, Christer [et al.] (2006), ''Fighting Techniques of the Early Modern World: Equipment, Combat Skills, and Tactics'', New York.
* Kovács Péter, E. (2008), ''Mátyás Idegen Zsoldosserege(A „Fekete Sereg”)'', in ''Mátyás, a reneszánsz király'', Budapest, ISBN 9789639705432 {{collegamento interrotto|1=[http://static.polc.hu/previews/pdf/00/10/51/105111.pdf. ] |data=novembre 2017 |bot=InternetArchiveBot }}
* Lewis Taylor, Frederick (1973), ''The Art of War in Italy, 1494–1529'', Westport, ISBN 0-8371-5025-6.
* Oman, Charles (1937), ''A History of the Art of War in the Sixteenth Century'', Londra.
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*[[Harquebusier]]
*[[Moschettiere]]
*[[Pergamena bianca]]
 
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