Erminio Juvalta: differenze tra le versioni
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{{Bio
|Nome = Erminio
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|Sesso = M
|LuogoNascita = Chiavenna
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|AnnoNascita =
|LuogoMorte = Torino
|GiornoMeseMorte = 5 ottobre
|AnnoMorte = 1934
|Attività = filosofo ▼
|Epoca = 1800
|Epoca2 = 1900
|Nazionalità = italiano
|Immagine = Erminio_Juvalta.jpg
}}
==
Erminio Volfango Francesco Juvalta nacque a Chiavenna, in provincia di [[Sondrio]], il 6 aprile 1863. I genitori erano il barone Corrado, cancelliere della locale pretura originario di [[Villa di Tirano]], e Teresa Zanetti di [[Tirano]]<ref>{{Cita libro|autore=Guido Scaramellini|titolo=Chiavennaschi nella Storia|anno=1976|editore=|città=Chiavenna|p=|pp=|ISBN=}}</ref>. Dopo gli studi liceali trascorsi tra [[Como]] e Sondrio, si iscrisse all'[[università di Pavia]] dove si laureò nel 1886 con una tesi su [[Baruch Spinoza|Spinoza]], sotto la guida del professor [[Carlo Cantoni]], eminente rappresentante della corrente del [[neokantismo]] italiano. Successivamente Juvalta insegnò per molti anni materie filosofiche in vari licei della penisola, quali [[Caltanissetta]], [[Potenza (Italia)|Potenza]], [[Spoleto]], arrivando altresì a svolgere per alcuni anni la carica di provveditore agli studi e ispettore scolastico.
Dopo aver conseguito la libera docenza universitaria nel 1892, Juvalta vinse il concorso per la cattedra di filosofia morale alla Facoltà di Lettere dell'[[Università degli Studi di Torino|Università di Torino]] nel 1915: i suoi corsi furono incentrati prevalentemente su [[Herbert Spencer|Spencer]], Spinoza e [[Immanuel Kant|Kant]]. Le tematiche accademiche prevalentemente trattate riguardarono soprattutto i valori di “libertà” e di “giustizia” con ampie riflessioni etiche. Juvalta, convinto della loro generalità e universalità, arrivò ad auspicarne una loro applicazione anche nello studio delle moderne categorie politiche ed economiche.
Juvalta morì il 5 ottobre 1934 a Torino, rimanendo sostanzialmente ignorato dai colleghi filosofi suoi contemporanei: solo ''post mortem'', infatti, le sue opere divennero oggetto di studio, grazie anche all'allievo [[Ludovico Geymonat]] <nowiki/>che curò la pubblicazione degli scritti del suo maestro.
==Pensiero==▼
===Il positivismo e la presa di distanza da Spencer===▼
La filosofia di E. Juvalta è una profonda riflessione sull’etica filosofica portata avanti con il metodo dell’analisi critica. Anche se, come risulta dalla sua bibliografia, non troviamo nei suoi scritti importanti contributi sul piano gnoseologico ed epistemologico, dal momento che il suo principale campo d’indagine fu prevalentemente lo studio dei sistemi morali, possiamo affermare senza dubbio che sia il Neokantismo che il Positivismo di fine ottocento costituirono il nucleo di fondo della sua posizione teoretica, da cui sviluppò la sua impostazione metodologica e filosofica.▼
▲== Pensiero ==
Il positivismo, in particolare, è stato il primo grande sistema filosofico con cui si è misurato nella prima fase della sua elaborazione concettuale, ed ha costituito per molto tempo la sua principale fonte di riflessione. Tuttavia a partire da uno studio critico del pensiero del filosofo inglese H. Spencer, molto ammirato dai positivisti dell’epoca per la sua impostazione metodologica, Juvalta sarà costretto a prendere presto le distanze da una siffatta visione della morale. I motivi di questa rottura sono da imputare principalmente al suo fermo rifiuto di accogliere come sostenibile la pretesa positivistica di fondare l’etica su basi e presupposti scientifici, ampiamente auspicata invece dal filosofo inglese negli scritti aventi per argomento l’etica.▼
▲=== Il positivismo e la presa di distanza da Spencer ===
▲La filosofia di E. Juvalta è una profonda riflessione
▲Il positivismo, in particolare, è stato il primo grande sistema filosofico con cui si è misurato nella prima fase della sua elaborazione concettuale,
“Il giudizio con il quale si afferma il valore di un oggetto è diverso e non deducibile dal giudizio col quale ne afferma l’esistenza o la possibilità o la connessione modale o condizionale con altri soggetti. Apprendere come le cose sono, è tutt'altra cosa dal valutarle”.▼
▲“Il giudizio con il quale si afferma il valore di un oggetto è diverso e non deducibile dal giudizio col quale ne afferma
Secondo Juvalta, dal momento che la finalità
=== Avvicinamento al neokantismo ===
Una volta prese le distanze dai positivisti di fine ottocento, Juvalta si avvicinerà successivamente al Kantismo; in particolare accoglierà, anche se con alcune riserve, molte delle posizioni assunte dal cosiddetto Neokantismo, il movimento di pensiero di inizio novecento che aveva come obiettivo la rivalutazione piena del filosofo di Konisberg riadattando i contenuti del suo pensiero ad esigenze e problematiche tipiche della contemporaneità. Juvalta vede in Kant il più grande filosofo della modernità, colui che meglio di qualsiasi altro pensatore ha saputo cogliere il vero senso
=== L'autonomia dell'etica ===
Kant ha avuto il grande merito, secondo Juvalta, di consegnare alla morale uno speciale statuto di autonomia e di indipendenza. Per Juvalta la morale deve necessariamente esprimere questo suo carattere di autonomia e di “autoassiomaticità” per poter continuare ad essere coerente e allo stesso tempo attendibile sotto il profilo puramente teorico. Abbracciare
Una volta riconosciuto il contenuto di quel postulato morale e pensato come un valore che può essere vissuto ed accettato da un soggetto agente e concreto, allora si creano i presupposti di base perché una coscienza riconosca in esso
===
Assumere come principi della ricerca etica
=== Il vecchio e il nuovo problema della morale ===
La modernità ha definito un passaggio epocale e pieno di tensione nel campo della filosofia morale ed ha segnato il tramonto di
=== La scelta del fine supremo e i limiti del razionalismo etico ===
Juvalta vede nel momento della determinazione della scelta del fine supremo, il cui contenuto costituisce la base per il postulato di valore primario, il principale limite del razionalismo etico. La razionalità può solamente giustificare, cioè portare ragionamenti a favore di una tesi, o stabilire relazioni e deduzioni tra elementi di un sistema
{{sf|“la ragione per quanto si faccia non dà valori; la ragione esige la coerenza; teorica: dei giudizi fra di loro e con i principi e i dati su cui si fondano; pratica: delle valutazioni derivate e mediate con le valutazioni direttamente o postulate, e delle azioni con le valutazioni.”
“…le valutazioni sono, come espressioni di una esperienza interiore sui generis, valide di per sé…”}}
=== I valori ultimi di Libertà e Giustizia ===
Tuttavia il messaggio di Juvalta contiene anche un aspetto propositivo, non secondario. Anche se esiste una pluralità di valori che la coscienza può scegliere come fini, i quali si costituiscono come le linee guida della nostra condotta individuale, una volta adottato il criterio razionale di universalizzazione dei valori è possibile intuire che le scelte si riducono rispetto a quelle che la ragione può immaginare come possibili e, soprattutto, viene meno la completa arbitrarietà della scelta originaria. Juvalta è convinto che due valori su tutti debbano essere visti come i fini supremi su cui improntare la nostra vita e organizzare le nostre società, vale a dire i valori di libertà e giustizia. Libertà e giustizia costituiscono le precondizioni della vita morale e gli unici valori, tra quelli possibili, che risultano universalizzabili; essi sono le sole precondizioni che permettono ad ogni essere umano di realizzare il proprio fine e di raggiungere i propri beni (valori), in vista di una totale e piena realizzazione della natura umana, senza limitare la ricerca della moralità degli altri membri della società. Libertà e giustizia rappresentano per così dire i cardini di ogni sistema morale con i quali poter impostare se non un vero e proprio ripensamento di ogni pratica umana almeno una profonda critica ai modelli di società dominanti quali
{{sf|“La libertà esprime
== Opere ==
Juvalta non fu un pensatore sistematico e non cercò mai di definire un sistema filosofico che rendesse ragione
E.
Il volume raccoglie i seguenti saggi:
* ''Prolegomeni a una morale distinta dalla filosofia'', Tip. Bizzoni, Pavia 1901.
* ''Le dottrine delle due etiche di Herbert Spencer'', in «Rivista filosofica», VI (1904)
* ''Per una scienza normativa morale'', in «Rivista filosofica», VII (1905)
* ''Il fondamento intrinseco del diritto secondo il Vanni'', in E. JUVALTA ''Su la possibilità e i limiti della morale come scienza'', Bocca, Torino 1905.
* ''Il metodo
* ''Postulati etici e postulati metafisici'', in «Rivista di filosofia», II (1910).
* ''Postulati etici e imperativo categorico'', «Atti IV congresso internazionale di filosofia» (Bologna 1911) vol. III, Formiggini, Genova 1991.
* ''Su la pluralità dei postulati di valutazione morale'', in «Atti del IV congresso della società filosofica» (Genova 1912), Formiggini, Genova 1912.
* ''Il vecchio e il nuovo problema della morale'', Zanichelli, Bologna 1914.
* ''In cerca di chiarezza. Questioni di morale. I. I limiti del razionalismo etico'', Lattes, Torino 1919.
* ''Per uno studio dei conflitti morali'', in «Rivista di filosofia», XIX (1927).
* ''Osservazioni sulla dottrina morale di Spinoza'', in «Rivista di filosofia», XXI (1929).
== Scritti su Erminio Juvalta ==▼
* D. Basciani, ''Erminio Juvalta e
* F. Picardi, ''Morale e filosofia della morale in Erminio Juvalta'', (pubblicazioni
* [[Maurizio Viroli]], ''
* AA.VV., ''Sul pensiero di Erminio juvalta'', fascicolo monografico della «Rivista di storia della filosofia», XLI (1986), Milano, Franco Angeli
* [[Piergiorgio Donatelli]], «[http://www.treccani.it/
== Note ==
<references />
== Altri progetti ==▼
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
{{Controllo di autorità}}
▲==Scritti su Erminio Juvalta==
{{Portale|Biografie|Filosofia}}
▲*D. Basciani, ''Erminio Juvalta e l’etica della giustizia'', Desclèe, Roma 1966.
▲*F. Picardi, ''Morale e filosofia della morale in Erminio Juvalta'', (pubblicazioni dell’istituto di filosofia. Facoltà di magistero dell’università di Genova, 24), Marzorati, Milano 1978.
▲*[[Maurizio Viroli]], ''L’etica laica di Erminio Juvalta'', [[FrancoAngeli]], Milano 1987.
▲*AA.VV., ''Sul pensiero di Erminio juvalta'', fascicolo monografico della «Rivista di storia della filosofia», XLI (1986), Franco Angeli, Milano, pp. 416-664.
▲* Piergiorgio Donatelli, «[http://www.treccani.it/Portale/elements/categoriesItems.jsp?pathFile=/sites/default/BancaDati/Dizionario_Biografico_degli_Italiani/VOL62/DIZIONARIO_BIOGRAFICO_DEGLI_ITALIANI_Vol62_017595.xml {{Maiuscoletto|JUVALTA, Erminio}}»], in ''[[Dizionario Biografico degli Italiani]]'', vol. LXII, [[Istituto dell'Enciclopedia italiana|Istituto dell'Enciclopedia italiana Treccani]] (on line)
[[Categoria:Studenti dell'Università degli Studi di Pavia]]
▲==Altri progetti==
[[Categoria:Professori dell'Università degli Studi di Torino]]
▲{{ip|q|s=Autore:Erminio Juvalta}}
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