Tor Fiscale: differenze tra le versioni
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'''Tor Fiscale''' è la [[Zone urbanistiche di Roma|zona urbanistica]] '''9C''' (zona "O" 22)<ref>{{Cita web|url=http://www.urbanistica.comune.roma.it/zoneo/zoneo-elenco/zoneo-mun-x/zoneo-22-torfiscale.html|titolo=Piano particolareggiato di Zona "O" n. 22 - "Tor Fiscale"|sito=Roma Capitale - Urbanistica}}</ref> del [[Municipio Roma VII]] di [[Roma Capitale]]. Si estende sul quartiere Q. VIII [[Tuscolano]].
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== Storia ==
[[File:Tor Fiscale Rome 2.jpg|thumb|La torre da cui la zona urbanistica di Tor Fiscale prende il nome|sinistra]]
La Torre del fiscale fu edificata tra il XII e XIII secolo<ref>{{Cita web | url=https://www.prolocoroma.it/parco-di-tor-fiscale/ | titolo=Parco di Tor Fiscale - Proloco Roma |accesso=17 marzo 2024}}</ref>, e fu costruita per il controllo dei possedimenti di una ricca famiglia dell'epoca
Il monumento rappresenta uno degli esempi meglio conservati tra le tante torri e casali che segnano tuttora il paesaggio dell’Agro romano. Un tempo si riteneva che facessero parte di un articolato sistema di vedetta e segnalazione a difesa della città .
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Alla fine degli anni Sessanta e nei primi Settanta, fra il quartiere Appio Claudio, San Giovanni e Cinecittà, sviluppato con intenti speculativi attorno all’asse della via Tuscolana si venne a formare la baraccopoli dell'Acquedotto Felice dove vivevano gli immigrati del Meridione che cercavano lavoro dei baraccati. Tra il 1936 e il 1973 circa 650 famiglie immigrate dal sud Italia vissero all’interno di baracche di fortuna costruite tra un arco e l’altro dell’Acquedotto Felice nel quartiere Appio Claudio a Sud-Est di Roma.
Nel 1968 al sacerdote Roberto Sardelli venne affidato l'incarico di collaboratore nella parrocchia di San Policarpo, dove cominciò attivamente il suo impegno a favore degli abitanti della baraccopoli.<ref>{{Cita web | url=https://www.internazionale.it/bloc-notes/annalisa-camilli/2019/02/20/roberto-sardelli-morto | titolo=Il prete dei baraccati che credeva nelle parole - Annalisa Camilli - Internazionale |accesso=17 marzo 2024}}</ref>
Nel 1969 acquistò una delle baracche da una prostituta e si trasferì nell'insediamento. Lì fondò la celebre "Scuola 725", dal nome della baracca che la ospitava, definita dagli stessi ragazzi "la scuola del riscatto". Era il tentativo di recuperare chi veniva emarginato anche dalla scuola, consentendo loro di proseguire gli studi e conoscere testi e autori come Gandhi o Malcolm X un’opportunità educativa e di crescita. Lo sgombero delle baraccopoli avvenne nel 1973.<ref>{{Cita web|url=https://www.avvenire.it/attualita/pagine/roma-morto-don-roberto-sardelli-il-prete-dei-baraccati-dell-acquedotto-felice|titolo=Roma. Morto don Roberto Sardelli, il prete dei baraccati dell'acquedotto Felice|sito=Avvenire.it}}</ref>
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