Paolo Lamberto D'Allègre: differenze tra le versioni

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{{Vescovo
|tipo = Arcivescovo
|nome = Paolo Lamberto D'Allègre
|chiesa = cattolica
|immagine =
|stemma = Template-BishopMetropolitan Archbishop.svg
|motto =
|ruoliricoperti =
*[[Vescovo]] di [[Diocesi di Pavia|Pavia]] <small>(1807-1821)</small>
*[[Arcivescovo titolare]] di [[Sede titolare di Amasea|Amasea]] <small>(1807-1819)</small>
|nato = 17 ottobre [[1751]] a [[Torino]]
|diacordinato = 24 settembre [[1774]]
|ordinato = 11 marzo [[1775]]
|nomvescovonomarcivescovo = 18 settembre [[1807]] da [[papa Pio VII]]
|consacratoarcconsacrato = 1º novembre [[1807]] dall'[[arcivescovo]] [[Antonio Codronchi]]
|deceduto = {{Calcola età3|1821|10|6|1751|10|17}} a [[Pavia]]
}}
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|AnnoMorte = 1821
|Epoca = 1800
|Attività = vescovoarcivescovo cattolico
|Nazionalità = italiano
}}
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Destinato alla [[diocesi di Novara]], venne nominato canonico della cattedrale e dal 1797 [[vicario generale]].
 
Il 18 settembre fu nominato [[Diocesi di Pavia|vescovo di Pavia]]. Il 1º novembre [[1807]], nel [[Duomo di Milano]], fu consacrato vescovo dall'arcivescovo di [[Arcidiocesi di Ravenna-Cervia|Ravenna]], [[Antonio Codronchi]], che aveva la carica di [[Chiesa palatina|Grande elemosiniere di Italia]]. A Pavia venne accolto con una certa diffidenza sia dall'aristocrazia locale sia dal clero, in quanto persona particolarmente gradita al governo napoleonico della Lombardia. Divenendo vescovo, iniziò ad occuparsi attivamente della diocesi che ritrovò in condizioni pessime: negli anni della rivoluzione, la diocesi di Pavia aveva perso oltre quaranta parrocchie, e quelle rimanenti avevano notevoli problemi pastorali e soprattutto di ordine sociale. Napoleone lo nominò consigliere di stato per il culto a Milano nel [[Regno napoleonico d'Italia]], presenziando al matrimonio dell'imperatore con l'arciduchessa [[Maria Luisa d'Asburgo-Lorena]]. Per volere di [[Napoleone]], fece parte di una delegazione che propose a [[papa Pio VII]], in esilio a [[Savona]], ladi possibilitàcontinuare a riconoscere il diritto di far proporre le nomine dei vescovi dal governo napoleonico, previsto già dal [[Concordato del 1801]] per la Francia e da quello del 1802 per l'Italia ma di fatto interrotto dopo l'arresto del pontefice, proponendo altresì la riorganizzazione territoriale delle diocesi lombarde.
 
Tra le sue prime opere vi fu il ripristino del seminario diocesano che era stato chiuso all'arrivo dei francesi nel 1796 e che venne ricostituito a partire dal 1808, radunando i primi nuovi trenta alunni dell'istituto. Subito dopo intraprende una lunga visita pastorale nelle parrocchie della sua diocesi, nelle quali ribadì la necessità da parte del clero pavese di sostenere il governo di Napoleone, ma evitando nel contempo che i laici locali prendesse il sopravvento nell'amministrazione delle chiese. Per questo suo impegno, Napoleone gli concesse la Legion d'Onore, ma venne anche criticato per aver sostenuto diversi provvedimenti impopolari del governo, tra cui il servizio militare obbligatorio.
 
Con la restaurazione, si schierò con gli austriaci e venne visto con altrettanto sospetto sia dagli ex bonapartisti sia dai sostenitori del nuovo regime. Nel 1817, le parrocchie dell'Oltrepò erano cedute alla [[diocesi di Tortona]] e sessanta parrocchie della [[Lomellina]] passarono a quella di [[Vigevano]], privandolo così dei due terzi delle entrate economiche della diocesi; a livello personale, la Santa Sede lo privò del titolo onorifico di arcivescovo di Amasea. Inoltre la diocesi di Pavia, che era direttamente dipendente dalla Santa Sede, divenne nel 1820 suffraganea di Milano.
 
Morì a [[Pavia]] il 6 ottobre 1821.
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* Arcivescovo [[Antonio Codronchi]]
* Vescovo Paolo Lamberto D'Allègre
 
==Stemma==
{{Citazione|Inquartato: al primo franco, di verde, alla croce patente d'oro [che è dei [[Araldica napoleonica#Conti dell'Impero|conti arcivescovi]]]: al secondo, d'azzurro con tre stelle d'argento: al terzo di porpora, con una [[Torcia (araldica)|torcia]] d'argento, accesa di rosso, posta in palo: al quarto, di rosso con una fascia d'argento. Ornati esteriori: di conte arcivescovo. Livree: celeste, oliva e violetto.<ref>{{Cita libro|autore=Giacomo C. Bascapè|autore2=Marcello Del Piazzo|altri=con la cooperazione di Luigi Borgia|titolo=Insegne e simboli. Araldica pubblica e privata medievale e moderna|url=https://dgagaeta.cultura.gov.it/public/uploads/documents/FuoriCollana/651a46aa8080e.pdf|anno=1983|editore=Ministero per i Beni Culturali e Ambientali|città=Roma|p=818}}</ref>|LL.PP. 11 ottobre 1810}}
 
==Onorificenze==
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}}
 
==BibliografiaNote==
<references/>
* R. Colapietra, ''La Chiesa tra Lamennais e Metternich'', Brescia, 1963
 
==Altri progettiBibliografia==
* R.{{cita libro|autore= Raffaele Colapietra, ''|titolo= La Chiesa tra Lamennais e Metternich'', |città= Brescia, |editore= Morcelliana |anno= 1963 }}
{{interprogetto}}
 
== Collegamenti esterni ==
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{{Box successione
|tipologia=episcopale
|carica=[[ArcidiocesiSede titolare di Amasea|Arcivescovo titolare di Amasea]]
|periodo=18 settembre [[1807]] - [[1819]]
|precedente=[[Giuseppe Bertieri]]
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|immagine=Archbishop CoA PioM.svg
}}
 
{{portale|biografie|Cattolicesimo}}