Carica di Poloj: differenze tra le versioni

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{{F|battaglie|giugno 2013|arg2=seconda guerra mondiale|utilizzati siti che lasciano il tempo che trovano (trapaninostra.it, Historicaleye) e nessuna seria bibliografia.}}
{{Infobox conflitto
|Tipo=Battaglia
|Nome del conflitto = Carica di Poloj
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|Effettivi1 = 760 uomini
|Effettivi2 = Sconosciuto
|Perdite1 = 12968 morti, (9fra [[Ufficialecui (forze4 armate)|ufficiali]],; 461 [[sottufficiali]]feriti, 116fra [[Cavalleria|Cavalieri]],cui 1605 [[Cavallo|cavalli]])<brufficiali; />170 cavalli
70 feriti circa
|Perdite2 = Sconosciuto
}}{{Campagnabox Fronte jugoslavo (1941-1945)}}
 
La '''Caricacarica di Poloj''' è un episodio bellico consumatosi durante il [[Secondosecondo conflitto mondiale]] nel [[Fronte jugoslavo (1941-1945)|Fronte jugoslavo]] il 17 ottobre 1942, passato alla storia come ultima [[carica di cavalleria|carica]] posta in essere da truppe militari regolari [[Regio Esercito|italiane]]. Prende il nome da una località della [[Croazia]], oggi insediamento del comune di [[Slunj]].
L'episodio ha visto come protagonisti da una parte il [[Regio Esercito]], con il [[Reggimento "Cavalleggeri di Alessandria" (14º)|14º Reggimento "Cavalleggeri Alessandria"]] e dall'altra l'[[Esercito popolare di liberazione della Jugoslavia]].
Fu l'ultima carica di cavalleria italiana<ref>[http://www.trapaninostra.it/libri/Antonino_Poma/L_ultima_carica_della_cavalleria_italiana/L_ultima_carica_della_cavalleria_italiana.htm Antonino Poma, ''L'ultima carica di cavalleria italiana'']</ref>.
 
==Antefatto==
Dopo l'[[invasione della Jugoslavia]] nel [[1941]] e la conseguente spartizione dei territori occupati concordata con la [[Terzo Reich|Germania]], il [[Italia|Regno d'Italia]] aveva ingrandito la [[Provinciaprovincia di Zara]] (città sotto sovranità italiana dal [[Trattato di Rapallo (1920)|Trattatotrattato di Rapallo del 1920]]), annettendosi altresì una parte della [[Slovenia]] ([[Provinciaprovincia italiana di Lubiana]]), la parte nord-occidentale della [[Banovina di Croazia]] (congiunta alla Provincia[[provincia di Fiume]]), più un'ampia parte della [[Dalmazia]] centrale ([[Provinciaprovincia di Spalato]]) e meridionale ([[Provinciaprovincia di Cattaro]]<ref>Per governare le parti della [[Dalmazia]] annesse venne istituito il [[Governatoratogovernatorato di Dalmazia]].</ref>.
L'Italia assicurava i propri confini con diverse divisioni, stanziate in basi nel [[Friuli]], nella [[Venezia Giulia]], in [[Istria]], a [[Zara]] eed in [[Protettorato Italiano del Regno d'Albania (1939-1943)|Albania]].
 
Nelle zone già appartenenti al [[Regno di Jugoslavia]] sorse una prima forma di resistenza armata, fedele al re di Jugoslavia e legata al movimento dei [[cetnici]] capeggiati da [[Draža Mihailović]]. I cetnici nel tempo assunsero localmente un atteggiamento alle volte ambiguo o di aperta collaborazione con gli eserciti occupatori. Nell'estate del 1941 - dopo l'[[Operazione Barbarossa|aggressione dalle forze dell'Asse all'Unione Sovietica]] - sorse infine un movimento resistenziale d'impronta comunista capeggiato da [[Josip Broz Tito]], che proponeva contestualmente un progetto di liberazione nazionale e una radicale rivoluzione sociale di stampo sovietico. Questo movimento si organizzò nell'[[Esercito Popolare di Liberazione della Jugoslavia]] e col tempo assunse una forza decisiva, prendendo verso la fine della guerra il completo controllo dei territori jugoslavi.
 
Il 14º Cavalleggeri di Alessandria era uno dei reparti italiani presenti nei territori occupati le cui truppe erano prevalentemente a cavallo: il reggimento con la più alta mobilità tra tutti quelli nella zona. Inquadrato nella [[1ª Divisione Celere "Eugenio di Savoia"]], compiva azioni di pattugliamento e controllo del territorio. Gli incontri con i partigiani erano frequenti.
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Nel frattempo il terzo squadrone, sfoderate le sciabole, si lanciò alla carica sui partigiani che scendevano dalle alture a sinistra, mentre il secondo faceva lo stesso dal lato opposto; in retro guardia il quarto squadrone del capitano Vinaccia caricò ripetutamente per coprire la ritirata dell'artiglieria e degli automezzi: il capitano cadde nello scontro, ma le perdite partigiane furono nettamente superiori. I pochi partigiani rimasti, a questo punto, decisero di organizzare un terzo sbarramento, ma una poderosa carica di sciabole riuscì a spezzare l'accerchiamento formatosi e a metterli in fuga.
 
A fine battaglia, in tarda serata, il 14º Cavalleggeri contava 12968 cadutimorti, efra unacui settantina4 diufficiali; 61 feriti, mafra cui 5 ufficiali; 170 cavalli persi. Ma le perdite partigiane erano abbastanza alte da determinare per l'Italia non solo una vittoria strategica, ma anche una vittoria tattica.
I cavalleggeri rientrarono vittoriosi la mattina del 18 ottobre a Perjasica, accolti dagli alti comandi con tutte le glorie.
Lo stendardo venne perso la notte della battaglia, ma fu ritovatoritrovato il mattino dopo, impigliato a un albero, e recuperato, dal capitano Fabio Martucci, comandante dello squadrone mitraglieri, uscito con il suo attendente Morgan Ferrari a ispezionare i luoghi dello scontro.<ref>{{Cita web|url=https://www.historicaleye.it/lultima-carica-storia-del-14o-reggimento-cavalleggeri-alessandria/|titolo=L'ultima carica. Storia del 14º reggimento Cavalleggeri di Alessandria|autore=Il Duca|sito=Historicaleye|data=27 maggio 2017-05-27|lingua=it-IT|accesso=25 agosto 2020-08-25}}</ref>
 
== Conseguenze e critiche ==
La carica di Poloj fu un'azione di grande importanza, in tutti gli aspetti, pur non essendo scaturita dalla autonoma decisione del suo comandante ma quasi imposta dall'alto, per eseguire un ordine; eseguita in maniera esemplare dai soldati italiani, con diversi atti di eroismo individuali, che valsero loro 12 Medaglie d'Argento al Valor Militare, altre di Bronzo e Croci di Guerra ad ognuno.
 
Il 14º reggimento Alessandria rientrò come gli era stato ordinato ma pagando un alto prezzo in vite umane: 12968 morti e una settantina di61 feriti che, secondo analisti militari e strateghi, avrebbero potuto essere evitate o quantomeno ridotte se il combattimento fosse stato condotto liberamente dal comandante sul campo. Difatti su questa carica, dopo un galvanizzamento generale, venne quasi immediatamente steso un velo di imbarazzato silenzio. Divulgare completamente le circostanze in cui avvenne avrebbe forse messo in luce le manchevolezze dei comandi e la leggerezza con cui venivano impartiti gli ordini.
 
==Note==
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{{Seconda guerra mondiale}}
 
{{portale|Guerra|Secondaseconda guerra mondiale}}
 
[[Categoria:Guerra nel 1942]]