Monologo: differenze tra le versioni
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Monologo, dal greco Monològos (Monos = "uno solo" & Logos = "discorso") Il '''monologo''' è una [[scena|composizione scenica]], o parte di una composizione scenica, teatrale o di altro tipo, pensata per essere recitata da un solo [[attore (spettacolo)|attore]], che è da solo in scena nel momento in cui parla. Spesso il termine è utilizzato anche per lunghe battute teatrali in cui l'attore - a differenza del monologo puro - si rivolge a interlocutori presenti sulla scena o collocati immediatamente fuori di essa: tali lunghe battute sono più correttamente dette ''soliloqui''.▼
Un '''monologo''', dal greco ''monológos'' (composto di μόνος, ''mónos'', "solo", "unico", e λόγος, ''lógos'', "discorso"), è un discorso, espresso a voce, o narrato nella mente, di una singola persona e diretto a un'altra persona o a un pubblico<ref>[http://amsdottorato.unibo.it/8292/ Il monologo contemporaneo: scritture solistico-performative tra poesia, romanzo e teatro, Tesi di dottorato, Università di Bologna]</ref>. Il monologo si differenzia dal [[soliloquio]] perché, in quest'ultimo, colui che parla indirizza le sue parole a sé stesso (o, in ambito teatrale, a un pubblico), senza la presenza di un destinatario a cui rivolgere direttamente le parole.
Il monologo<ref>[http://www.treccani.it/enciclopedia/monologo/ Monologo, Enciclopedia Treccani]</ref>, quindi non [[dialogo]], è un discorso compiuto da una sola persona che interpreta più personaggi (nel modo di fare, nelle voci, ...).
Il celebre ''[[Essere o non essere]]'' nell'[[Amleto]] di [[William Shakespeare]] è un monologo, mentre i dialoghi di [[Eduardo De Filippo]] con il professore sul set di ''Questi fantasmi'' sono soliloqui. Lunghi monologhi possono costituire composizioni sceniche complete, che prevedono diversi gradi di partecipazione del pubblico, come ''[[Novecento (Baricco)|Novecento]]'' di [[Alessandro Baricco]], o il ''[[Mistero Buffo]]'' di [[Dario Fo]].▼
==Nel teatro==
Talvolta un monologo può essere un [[prologo]] o un [[epilogo]], quando l'attore si ritrova da solo a recitare, all'apertura o alla conclusione della messa in scena, con intento esplicativo. In alcuni casi la funzione introduttiva o conclusiva di tali monologhi è esplicitata, come nel caso in cui l'attore impersona direttamente un personaggio che ha funzione narrativa, chiamato direttamente ''Prologo'', come nelle commedie di [[Pietro Aretino]]. In altri casi la funzione è implicita alla scena, ad esempio quando, nel ''[[Riccardo III (Shakespeare)|Riccardo III]]'', è egli stesso un personaggio della storia, che introduce lo spettatore nelle vicende, con esplicazione degli antecedenti e dichiarazione degli intenti futuri. ▼
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▲Il celebre ''[[Essere o non essere]]'' nell'[[Amleto]] di [[William Shakespeare]] è un
In altri casi un testo recitato da un solo attore ha diverse valenze, come nel caso del soliloquio finale di [[Puck (Shakespeare)|Puck]] nel ''[[Sogno di una notte di mezza estate (Shakespeare)|Sogno di una notte di mezza estate]]'', che chiama in causa sia il suo personaggio di [[folletto]], sia la figura dell'attore, che dà corpo all'ombra del personaggio, sia la visione del teatro come [[sogno]].▼
===Funzioni===
▲Talvolta un monologo può essere un [[prologo]] o un [[epilogo]], quando l'attore si ritrova da solo a recitare, all'apertura o alla conclusione della messa in scena, con intento esplicativo. In alcuni casi la funzione introduttiva o conclusiva di tali monologhi è esplicitata, come nel caso in cui l'attore impersona direttamente un personaggio che ha funzione narrativa, chiamato direttamente ''Prologo'', come nelle commedie di [[Pietro Aretino]]. In altri casi la funzione è implicita alla scena, ad esempio quando, nel ''[[Riccardo III (Shakespeare)|Riccardo III]]'', è egli stesso un personaggio della storia, che introduce lo spettatore nelle vicende, con esplicazione degli antecedenti e dichiarazione degli intenti futuri.
▲In altri casi un testo recitato da un solo attore ha diverse valenze, come nel caso del soliloquio finale di [[Puck (
Il monologo rientra nella categoria delle convenzioni teatrali, ossia dei "trucchi" realizzati dal [[drammaturgo]] per rendere partecipe lo [[spettatore]] di un evento che non ha visto rappresentato (ad esempio un episodio avvenuto nel passato di uno dei personaggi o il resoconto di una morte avvenuta fuori scena) o ancora per esplicitare i pensieri interiori di un personaggio (riflessioni su un avvenimento): in molti casi, quindi, ha funzione didascalico-narrativa o illustrativa di [[extradiegetica|episodi extradiegetici]]. Ciò che lo rende un artificio scenico è dunque il carattere di estraneità alle convenzioni dialogiche della realtà sensibile, dove difficilmente si potrebbe esporre un argomento interiore a voce alta, se fossimo sicuri di non essere ascoltati.
Proprio per il suo carattere di
Sempre l'
==Nel cinema==
Nel [[cinema]] il monologo può avere funzioni differenti: se la [[voce recitante]] agisce [[fuori campo (cinema)|fuori campo]] può essere da supporto all'immagine filmica, alla quale spesso detrae la sua funzione narrativa. Al contrario, può
== Note ==
<references/>
==Voci correlate==
[[Categoria:Generi teatrali]]▼
*[[Retorica]]
*[[Oratoria]]
*[[Dialogo]]
*[[Melologo]]
*[[Attore]]
*[[Stand up comedy]]
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== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
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▲[[eo:Monologo]]
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