Roberto Sanseverino: differenze tra le versioni

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{{nd|l'omonimo marchesecondottiero di Castelnuovo Scrivia(1418-1487)|Roberto Sanseverino d'Aragona}}
{{nd|l'omonimo nipote, III principe di Salerno (1485-1508)|Roberto II Sanseverino}}
 
{{Aristocratico
|prefisso onorifico =
|nome = Roberto I Sanseverino, I principe di Salerno
|stemma = Blason defamille la Casait Sanseverino.pngsvg
|titolo = [[Principato di Salerno|Principe di Salerno]]
|periodo = [[1463]] –<br />2 dicembre [[1474]]
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== Biografia ==
Era il figlio di Giovanni, 9º [[conte]] di [[Marsico Nuovo|Marsico]], e Giovanna, entrambi appartenenti alla famiglia [[Sanseverino (famiglia)|Sanseverino]]. Alla morte del padre, Roberto ne ereditò i feudi.
Era il figlio di Giovanni, 9º [[conte]] di [[Marsico Nuovo|Marsico]], e Giovanna, entrambi appartenenti alla famiglia [[Sanseverino (famiglia)|Sanseverino]]. Alla morte del padre, Roberto ne ereditò i feudi. Nella guerra tra [[Angioini]] e [[Corona d'Aragona|Aragonesi]] per il trono del [[Regno di Napoli]], Roberto partecipò a fianco del Re [[Ferdinando I di Napoli|Ferrante d'Aragona]] nella [[battaglia di Sarno]]: nella notte tra il 6 e 7 luglio [[1460]], guidato da villani pratici del luogo, salì verso i monti che sovrastano [[Sarno]] e con indicibile ferocia aggredì il nemico, piegando i soldati di [[Giovanni II di Lorena|Giovanni d'Angiò-Valois]]. Ma, attaccato sui fianchi, fu costretto a ritirarsi. Roberto, favorito dalla fortuna, benché coperto di ferite e ferito alla bocca, riuscì a riprendere la via del monte, tornò indietro, discese con i fanti verso la porta di Foce Sarno e marciò sollecito sulle tracce del Re. La battaglia fu persa ed il Re Ferrante fu costretto a fuggire, mentre Roberto scese a patti con gli Angioini. Ma, dopo il 9 dicembre, ritornò dagli Aragonesi e si recò in [[Calabria]] per contrastare gli Angioini che avevano assediato [[Cosenza]]. Dopo il successo ottenuto, ritornò in [[Campania]] e cinse d'assedio [[Salerno]], che capitolò poco dopo la metà del mese di settembre del [[1462]]. La città, ormai senza speranza di ricevere soccorso dagli Angioini, si arrese a Roberto che ottenne dal sovrano un indulto per la cittadinanza: il 30 gennaio del [[1463]] fu investito del titolo di [[Principato di Salerno|principe di Salerno]], con in più il privilegio di battere moneta, ricevuto il 27 novembre. Fu poi nominato [[grande ammiraglio]] del Regno di Napoli e, il 7 luglio [[1465]], al comando della flotta aragonese, fu con [[Alessandro Sforza]] uno dei vincitori della battaglia di [[Isola d'Ischia|Ischia]] contro Giovanni d'Angiò-Valois che aveva occupato l'isola. Nel [[1470]] intraprese la ricostruzione del [[Chiesa del Gesù Nuovo|Palazzo Sanseverino]] in stile [[Architettura rinascimentale|rinascimentale]]. L'edificio era in passato appartenuto alle famiglie [[Caldora]] ed [[Orsini]]. Morì il 2 dicembre [[1474]].
 
Nella guerra tra [[Angioini]] e [[Corona d'Aragona|Aragonesi]] per il trono del [[Regno di Napoli]], Roberto partecipò a fianco del Re [[Ferdinando I di Napoli|Ferrante d'Aragona]] nella [[battaglia di Sarno]]: nella notte tra il 6 e 7 luglio [[1460]], guidato da villani pratici del luogo, salì verso i monti che sovrastano [[Sarno]] e con indicibile ferocia aggredì il nemico, piegando i soldati di [[Giovanni II di Lorena|Giovanni d'Angiò-Valois]]. Ma, attaccato sui fianchi, fu costretto a ritirarsi. Roberto, favorito dalla fortuna, benché coperto di ferite e ferito alla bocca, riuscì a riprendere la via del monte, tornò indietro, discese con i fanti verso la porta di Foce Sarno e marciò sollecito sulle tracce del Re. La battaglia fu persa ed il Re Ferrante fu costretto a fuggire, mentre Roberto scese a patti con gli Angioini.
 
Ma, dopo il 9 dicembre, ritornò dagli Aragonesi e si recò in [[Calabria]] per contrastare gli Angioini che avevano assediato [[Cosenza]].
 
Dopo il successo ottenuto, ritornò in [[Campania]] e cinse d'assedio [[Salerno]], che capitolò poco dopo la metà del mese di settembre del [[1462]]. La città, ormai senza speranza di ricevere soccorso dagli Angioini, si arrese a Roberto che ottenne dal sovrano un indulto per la cittadinanza: il 30 gennaio del [[1463]] fu investito del titolo di [[Principato di Salerno|principe di Salerno]], con in più il privilegio di battere moneta, ricevuto il 27 novembre.
 
Fu poi nominato [[grande ammiraglio]] del Regno di Napoli e, il 7 luglio [[1465]], al comando della flotta aragonese, fu con [[Alessandro Sforza]] uno dei vincitori della battaglia di [[Isola d'Ischia|Ischia]] contro Giovanni d'Angiò-Valois che aveva occupato l'isola.
 
Nel [[1470]] intraprese la ricostruzione del [[Chiesa del Gesù Nuovo|Palazzo Sanseverino]] in stile [[Architettura rinascimentale|rinascimentale]]. L'edificio era in passato appartenuto alle famiglie [[Caldora]] ed [[Orsini]].
 
Morì il 2 dicembre [[1474]].
[[File:Chiesa del Gesu Nuovo.jpg|thumb|Palazzo Sanseverino a [[Napoli]], oggi [[Chiesa del Gesù Nuovo]]]]
 
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|successivo = [[Antonello Sanseverino]]
}}
 
{{Portale|biografie|medioevo}}