Coryphaena hippurus: differenze tra le versioni

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Secondo "Animali commestibili dei mari d'Italia" di Palombi e Santarelli la Coryphena e simile alla Lampuga facenti parte della stessa famiglia, i Bramidi. La foto soprastante ritrae una Lampuga, quella sottostante una Coryphena
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{{Tassobox
|nome = Corifena della stessa famiglia dellao Lampuga ovvero Bramidi
|statocons_ref = <ref>{{IUCN|summ=154712}}</ref>
|statocons_versione = iucn3.1
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|infraordine =
|superfamiglia =
|famiglia = Bramidi[[Coryphaenidae]]
|sottofamiglia = CoryphaenidaeCoryphaeninae
|tribù =
|sottotribù =
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|specie = '''C. hippurus'''
|sottospecie = <!-- ALTRO -->
|sinonimi = ''Scomber pelagicus''<br/><span style="font-variant: small-caps">({{zoo|[[Linneo|Linnaeus]]</span>, [[|1758]]}})<br/>
''Corypaena hippurua''<br/>
''Coryphaena hipporus''<br/>
''Coryphaena hyppurus''<br/>
'' Coryphaena argyrurus''<br/><span style="font-variant: small-caps">{{zoo|[[Achille Valenciennes|Valenciennes]]</span>, [[|1833]]}}<br/>
''Coryphaena chrysurus''<br/>(<span style="font-variant: small-caps">{{zoo|[[Bernard Germain de Lacépède|Lacepède]]</span>, [[|1801]]}})<br/>
''Coryphaena dolfyn''<br/><span style="font-variant: small-caps">{{zoo|Valenciennes</span>, |1833}}<br/>
''Coryphaena dorado''<br/><span style="font-variant: small-caps">{{zoo|Valenciennes</span>, |1833}}<br/>
''Coryphaena fasciolata''<br/>(<span style="font-variant: small-caps">{{zoo|[[Peter Simon Pallas|Pallas]]</span>, [[|1770]]}})<br/>
''Coryphaena immaculata''<br/><span style="font-variant: small-caps">{{zoo|[[Louis Agassiz|Agassiz]]</span>, [[|1831]]}}<br/>
''Coryphaena imperialis''<br/>(<span style="font-variant: small-caps">{{zoo|[[Rafinesque]]</span>, [[|1810]]}})<br/>
''Coryphaena japonica''<br/><span style="font-variant: small-caps">{{zoo|[[Coenraad Jacob Temminck|Temminck]] & [[Hermann Schlegel|Schlegel]]</span>, [[|1845]]}}<br/>
''Coryphaena margravii''<br/><span style="font-variant: small-caps">{{zoo|Valenciennes</span>, |1833}}<br/>
''Coryphaena nortoniana''<br/><span style="font-variant: small-caps">{{zoo|[[Richard Thomas Lowe|Lowe]]</span>, [[|1839]]}}<br/>
''Coryphaena scomberoides''<br/><span style="font-variant: small-caps">{{zoo|Valenciennes</span>, |1833}}<br/>
''Coryphaena suerii''<br/><span style="font-variant: small-caps">{{zoo|Valenciennes</span>, |1833}}<br/>
''Coryphaena virgata''<br/><span style="font-variant: small-caps">{{zoo|Valenciennes</span>, |1833}}<br/>
''Coryphaena vlamingii''<br/><span style="font-variant: small-caps">{{zoo|Valenciennes</span>, |1833}}<br/>
''Lampugus siculus''<br/><span style="font-variant: small-caps">{{zoo|Valenciennes</span>, |1833}}<br/>
''Lepimphis hippuroides''(<span style="font-variant: small-caps">{{zoo|Rafinesque</span>, |1810}})
|nomicomuni = Capuni (Sicilia, Calabria), Capone (Puglia), Cavaglia (Sardegna), Cantaluzzo (Lazio)
|suddivisione =
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}}
 
La '''corifena'''<ref>{{Treccani|corifena|corifèna|v=1|accesso=26 gennaio 2016}}</ref> o '''lampuga'''<ref>{{Cita web|url=https://www.politicheagricole.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/11953|titolo=Mipaaf - Decreto Ministeriale n°19105 del 22 settembre 2017 - Denominazioni in lingua italiana delle specie ittiche di interesse commerciale|sito=www.politicheagricole.it|lingua=it|accesso=2018-03-16}}</ref> (''Coryphaena hippurus'' <span style="font-variant: small-caps">({{zoo|[[Linneo|Linnaeus]]</span>, [[|1758]]}})) conosciuta anche come '''corifena cavallina''', '''pesce capone''' o '''pesce settembrino''' è un [[pesci ossei|pesce osseo]] [[pelagico]] appartenente alla [[famiglia (tassonomia)|famiglia]] dei [[Coryphaenidae]]. Nel mondo è conosciuta anche con il nome di '''Dorado''' o '''Mahi-Mahi'''.
 
== Distribuzione e habitat ==
La lampuga è una specie migratoria diffusa nelle acque tropicali e subtropicali di [[Oceano Atlantico|Atlantico]], [[Oceano Pacifico|Pacifico]] e [[Oceano Indiano|Indiano]]. È presente anche nel [[Mar Mediterraneo]]. Appare sulle coste soltanto al tempo della deposizione delle uova (in [[estate]]), per poi andare in acque più calde all'inizio dell'autunno. Si trova in grandi popolazioni soprattutto in alcune località come le [[Azzorre]], [[Madagascar]] e [[Galapagos]].
 
== Descrizione ==
Presenta un corpo lungo, compresso ai fianchi, con profilo frontale arrotondato e sporgente. Il corpo si riduce al peduncolo caudale. La [[pinna dorsale]] è lunga, alta all'inizio, diminuisce in altezza verso la fine. Le pettorali sono lunghe e appuntite, così come le ventrali. L'La pinna anale è poco sviluppata in altezza, ma copre 1/3 del ventre del pesce. La coda è fortemente forcuta. <br>
La livrea è grigio azzurra, tendente al blu sul dorso e al giallo su fianchi e ventre. Il suo colore varia a seconda della luce: magnifico azzurro o porporino, con riflessi metallici di ogni sorta, o giallo-oro.<br>
Raggiunge una lunghezza massima di circa 2 metri ed un peso di circa 20 chilogrammi. Nei mari italiani il peso medio delle catture varia da 3-4 etti a 8 chilogrammi, ma sono stati pescati anche esemplari più grandi soprattutto nel mar Ligure.
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[[File:Fresco_of_a_fisherman,_Akrotiri,_Greece.jpg|thumb|sinistra |Lampughe in un affresco d'epoca [[civiltà minoica|minoica]] ([[Akrotiri (Santorini)|Akrotiri]])]]
[[File:Lampuga.jpg|thumb|sinistra |Lampuga, [[Levanto]] (SP)]]
{{Sf|La sua carne è molto apprezzata e ben pagata: questo pesce è oggetto di pesca commerciale e ambita preda di pesca sportiva. <br>
È uno dei pesci da [[traina costiera]] per eccellenza, apprezzato soprattutto a causa della forte reazione che oppone alla cattura, effettuando numerosi salti fuor d'acqua. Al contrario di [[Euthynnus alletteratus|tonnetti]] e [[Sarda sarda|palamite]], raramente si manifesta.
In [[Sicilia]], specialmente nella zona di Porto Palo di [[Capo Passero]], e sull'isola d'Ischia ({{Cita web|url=https://www.prontoischia.it/articoli/isola-ischia/enogastronomia/la-pesca-alle-lampughe-sull-isola-d-ischia|titolo=A pesca di lampughe sull'isola d'Ischia|accesso=27 settembre 2023}}) i pescatori usano piazzare al largo delle coste, gruppi di foglie di palma legate tra loro in modo da creare una zona d'ombra in superficie; una zavorra a fondo fa sì che le suddette foglie non vengano trasportate dalla corrente, le lampughe si radunano sotto la zona d'ombra, dove poi vengono catturate con [[reti da circuizione]]. Si può insidiare con la canna da pesca effettuando traina costiera con piccoli octopus oppure da riva utilizzando l'aguglia viva, piccoli cefali o pezzi di salame flotterati.}}
 
==Curiosità==
{{curiosità}}
Nell'[[inglese americano]], un nome comune per questa specie è ''dolphinfish'', spesso abbreviato dai pescatori semplicemente in ''dolphin'', termine che genera facilmente confusione con i [[Delphinidae|delfini]], i noti mammiferi marini, anch'essi chiamati appunto ''dolphins''. Inganno in cui è stata tratta anche la pur eccellente traduttrice [[Fernanda Pivano]], che nella versione italiana de ''[[Il vecchio e il mare]]'' descrive appunto il protagonista che, in breve tempo, issa a bordo un "delfino" e lo mangia completamente, impresa in cui assai difficilmente un solo uomo anziano riuscirebbe con un vero delfino. <br>
In Sicilia, anticamente, il pesce Capone si preparava in cucina con cipolla, sedano, olive, capperi e aceto: il piatto prendeva il nome di “[[Caponata|Caponatina]]”; oggigiorno al posto del pesce si usano le melanzane, ma il nome è rimasto immutato.
 
Il pesce è il simbolo del [[Club Social y Deportivo Dorados de Sinaloa]].
 
Il pesce è simbolo della costellazione del [[Dorado (costellazione)|Dorado]], nel cielo australe.
 
Nell'estate del [[1972]], le corifene hanno contribuito alla salvezza della famiglia Robertson che, a seguito dell'affondamento della loro [[goletta]] ''Lucette'' da parte di un gruppo di [[Orcinus orca|orche]], ha trascorso trentasette giorni nelle acque equatoriali dell'[[Oceano Pacifico]]. I naufraghi, infatti, come descritto dallo stesso [[Dougal Robertson]] nel diario/racconto ''[[Naufraghi nel deserto blu]]'', sono riusciti a sopravvivere soprattutto grazie alla cattura di molte [[Chelonioidea|tartarughe]] di mare e di squali, ma anche in seguito alla pesca di numerose corifene, abbondanti nelle zone in cui è avvenuto il naufragio. Questi pesci, inoltre, hanno accompagnato la famiglia Robertson lungo tutto il tragitto in mare fino alla salvezza, nuotando costantemente sotto il gommone prima e la barca di salvataggio poi, ripetutamente descritte da Dougal nei loro salti fuor d'acqua per inseguire [[Exocoetidae|pesci volanti]] o scappare dagli squali, e riflettendo la luce solare con le loro scaglie variopinte, contribuendo ad arricchire di fascino la drammatica esperienza della famiglia nella lotta alla sopravvivenza.<ref>{{Cita libro|autore=Dougal Robertson|traduttore=Dora Di Marco|titolo=Naufraghi nel deserto blu|titolooriginale=Survive the Savage Sea|annooriginale=1973|anno=2010|editore=Nutrimenti|ISBN=978-88-95842-67-7}}</ref>
 
==Note==