Ignazio Florio jr: differenze tra le versioni
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|Attività = imprenditore
|Nazionalità = italiano
|Immagine =
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Conosciuto come Ignazio ''junior''<ref>
==Biografia==
La madre era la baronessa Giovanna d'Ondes [[Trigona (famiglia)|Trigona]]. Già due anni prima della morte del padre, avvenuta nel [[1891]], si ritrovò fra le mani a gestire un'immensa fortuna, sua e del fratello minore Vincenzo, fondata su industrie, banche, cantieri navali, attività commerciali fra le più svariate, fonderie, tonnare, saline, cantine vinicole, e soprattutto il capitale di maggioranza della [[Navigazione Generale Italiana|Società di Navigazione Italiana]], una delle più grandi flotte di navigazione d'[[Europa]].
=== Matrimonio ===
Dotato di una notevole cultura e sensibilità, a vent'anni aveva girato l'[[Europa]] intera e conosceva bene le lingue. Portano la sua firma le più importanti iniziative imprenditoriali nella [[Sicilia]] di fine [[XIX secolo|Ottocento]] ed inizio [[XX secolo|Novecento]]: dalla Società anglo-siciliana per lo [[zolfo]] al ''Consorzio agrario siciliano'', dalla ''Ceramica Florio'' all'attività del [[Teatro Massimo Vittorio Emanuele|Teatro Massimo]] di cui, finché poté fu il principale impresario, scritturando fra gli altri l'allora giovane e sconosciuto [[Enrico Caruso]], dalla costruzione di [[Villa Igiea]] all'[[Porto dell'Acquasanta|Acquasanta]] ad opera di [[Ernesto Basile]], capolavoro del [[liberty]], fino alla fondazione del [[giornale]] ''[[L'Ora]]'' di [[Palermo]] e alla costruzione del [[Cantiere navale di Palermo]].▼
[[File:Ignazio Florio Jr., Franca Florio and their first children.jpg|thumb|Ignazio Florio jr, la moglie [[Franca Florio|Franca]] e i primi due figli, Giovanna (1893-1902) e Ignazio infante (1898-1903).]]▼
Sposò [[Franca Florio
Come la sorella [[Giulia Florio|Giulia]] fu animato da un sincero slancio di umanità verso le classi più svantaggiate e lo dimostrò in più occasioni, come nel soccorso prestato in prima persona agli abitanti di [[Messina]] dopo il tragico [[terremoto di Messina del 1908|terremoto del 1908]].
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[[File:Busto di Vincenzo Florio junior - Flickr - Rino Porrovecchio.jpg|thumb|Busto di Vincenzo Florio junior di [[Rino Porrovecchio]]]]
▲[[File:Ignazio Florio Jr., Franca Florio and their first children.jpg|thumb|Ignazio Florio jr, la moglie Franca e i primi due figli, Giovanna (1893-1902) e Ignazio infante (1898-1903).]]
▲Dotato di una notevole cultura e sensibilità, a vent'anni aveva girato l'[[Europa]] intera e conosceva bene le lingue. Portano la sua firma le più importanti iniziative imprenditoriali nella [[Sicilia]] di fine [[XIX secolo|Ottocento]] ed inizio [[XX secolo|Novecento]]: dalla Società anglo-siciliana per lo [[zolfo]] al ''Consorzio agrario siciliano'', dalla ''[[Ceramica Florio]]'' all'attività del [[Teatro Massimo Vittorio Emanuele|Teatro Massimo]] di cui
▲Sposò [[Franca Florio]], nata baronessa Jacona Notarbartolo di San Giuliano, donna colta e intelligente. Insieme furono una delle coppie più in vista nella società internazionale del tempo. L'obiettivo di Ignazio Florio era europeizzare Palermo e la Sicilia, attirando capitali e investimenti stranieri nell'isola, intessendo una rete di rapporti e di amicizie autorevoli e potenti in cui giocò un ruolo di primo piano la stessa moglie Franca. Fu molto di più di un semplice sfavillio mondano: il suo sogno era modernizzare la Sicilia.
Nel [[1893]], per affrontare il problema dello [[Zolfo nativo|zolfo in Sicilia]], Florio istituì una commissione da lui presieduta, composta da esponenti di rilievo dell’epoca, tra cui il [[Luigi Tulumello|barone Luigi Tulumello di Racalmuto]], il barone Antonino Spitaleri di Catania, gli industriali Luigi Giordano di Caltanissetta e Giulio Sartorio di Palermo. Tuttavia, l’iniziativa fallì a causa del disinteresse della classe politica siciliana.<ref>[https://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k5744611w.r=Tulumello?rk=21459;2 L’Echo Des Mines et De La Metallurgie, 4/06/1893, pag. 11]</ref>
Ancora, nel [[1896]], Florio decise di fondare la ''Anglo-Sicilian Sulphur Company'', cercando soluzioni attraverso collaborazioni internazionali: l’esito, però, si rilevò altrettanto infausto.<ref>{{Cita web|lingua=it-IT|url=https://www.ilcasalediemma.it/eventi-industria-mineraria-zolfo-sicilia/sicilia-anglo-sicilian-sulphur-company-1896-1906/|titolo=L'"Anglo-Sicilian Sulphur Company" (1896-1906)|sito=Il Casale di Emma|data=2019-02-01|accesso=2024-12-15}}</ref>
Fu uno dei promotori dell
▲=== Carriera ===
▲Fu uno dei promotori dell'''[[Esposizione Nazionale]]'' a Palermo nel [[1891]] che doveva dimostrare a tutti un'immagine della Sicilia moderna e laboriosa. In quegli anni Palermo fu veramente una capitale europea: nel giro di pochissimi anni si arricchì di un grandissimo numero di ville e palazzi liberty, fiorirono le arti e anche la musica aveva trovato il suo tempio nel monumentale [[Teatro Massimo Vittorio Emanuele|Teatro Massimo]] progettato dai Basile e fortemente voluto da [[Ignazio Florio]] che volle realizzare a Palermo uno dei più grandi Teatri lirici d'Europa, secondo solo all'[[Opera di Parigi]].
Agli inizi del Novecento, allorché lo Stato italiano iniziò a tagliare le convenzioni con la [[Flotte Riunite Florio|Società di navigazione Florio]], concentrando a [[Genova]] le attività della [[Navigazione Generale Italiana|S.N.I.]], Ignazio, nel tentativo di rimodernare e ampliare i cantieri navali di Palermo, considerati fatiscenti e inadeguati, si imbarcò in un'opera di dimensioni grandiose che erose l'intero capitale dei Florio portandolo ad un progressivo disfacimento culminato nell'assorbimento da parte della [[Banca Commerciale Italiana]], maggiore creditrice, delle azioni della S.N.I..
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Dopo la prima guerra mondiale, una dopo l'altra chiusero tutte le attività della Casa Florio: anche la tonnara di [[Isola di Favignana|Favignana]], fiore all'occhiello insieme agli stabilimenti vinicoli di [[Marsala]], sarà assorbita dalla Banca Commerciale che ne chiese l'[[ipoteca]] già agli inizi del Novecento come garanzia sul credito sempre maggiore concesso ai Florio.
Ignazio tentò di reagire fino all'ultimo, creando tonnare e piantagioni di banane alle [[Canarie]] e tentando pure, nel 1925, di rifondare una nuova flotta di navigazione, ma alle prime difficoltà gli ultimi capitali Florio vennero assorbiti dalle Banche
===
Ai
Quando il dissesto economico li travolse, nel corso degli anni furono vendute numerose proprietà per pagare i debiti. I gioielli di
Gli ultimi anni di Ignazio trascorsero nella totale apatia. Rimasto sordo e totalmente solo,
Sue eredi furono
==Note==
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==Bibliografia==
*[[Salvatore Requirez]], ''Ignazio Florio - Il Leone di Palermo'', Nuova Ipsa Editore, Palermo, 2021
*[[Stefania Auci]], L'inverno dei Leoni. La saga dei Florio, Milano, Nord, 2021, ISBN 978-88-429-3154-6.
== Voci correlate ==
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*{{cita web|http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2007/09/19/ignazio-florio-tramonto-di-un-impero.html|Ignazio Florio tramonto di un impero}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|biografie}}
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