Deformità: differenze tra le versioni

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Il termine '''deformità''' ({{latino|deformitas}}) si riferisce a un difetto fisico, congenito o intervenuto patologicamente, che causa un'alterazione nell'aspetto abituale di parti o dell'intero corpo umano o animale. La deformità non è necessariamente connessa alla [[disabilità]] ma questa può causare disfunzioni e deviazioni dalla normalità anatomica tali da determinare una diversità corporea percepita come esteticamente spiacevole alla vista.<ref>''Enciclopedia Italiana Treccani'' alla voce corrispondente</ref>
 
==Cultura greca==
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{{citazione|Romolo ordinò agli abitanti della città di allevare tutti i figli maschi e la primogenita delle femmine e di non uccidere alcun bimbo al di sotto dei tre anni di età, a meno che non fosse deforme o mostruoso (παιδίον ἀνάπηρον ἢ τέρας)<ref>[[Dionigi di Alicarnasso]], 2, 15, 1-2)</ref>.}}
 
[[File:Seneca-berlinantikensammlung-1.jpg|upright=0.7|thumb|Busto di Seneca (''[[Antikensammlung (Berlino)|Antikensammlung]]'' di [[Berlino]], da un'[[Erma (scultura)|erma]] di Seneca e [[Socrate]])]]
 
Come nel mondo greco anche per i Romani il deforme è il segno profetico di sventure dovute alla violazione della pax deorum. Mentalità che prosegue con diverse motivazioni nell'età imperiale come in [[Lucio Anneo Seneca]] che vede nella soppressione dei deformi un principio di igiene sociale per la salvaguardia della sanità dello Stato:
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==Medioevo==
[[File:Bernhard von Clairvaux (Initiale-B).jpg|thumb|[[Bernardo da ChiravalleChiaravalle]] raffigurato in un codice miniato]]
 
Il concetto di deformità viene elaborato in epoca medioevale da [[San Bernardo da Chiaravalle]] verso il 1125 nella sua ''Apologia all'abate Guglielmo'', sintetizzato nella formula «''formosa deformitas''» per significare che accanto ai casi di deformità ripugnante vi sono esempi meravigliosi di anomalie anatomiche, che destano meraviglia per la loro singolarità.
 
La «''vitiosa deformitas''» invece per Bernardo è qualcosa che ha deviato dalla formosità, dalla bellezza e quindi dalla bontà poiché, come insegnava la kalokagathia greca, ciò che è bello è anche buono e il bene non può che provenire da Dio; al contrario la bruttezza, la malvagità è tipica del deforme marchiato dal demonio, lui stesso essere deforme per definizione.<ref>[[Gian Maria Varanini]], ''Deformità fisica e identità della persona tra medioevo ed età moderna: atti del XIV Convegno di studi organizzato dal Centro di studi sulla civiltà del tardo medioevo'': san Miniato 21-23 settembre 2012, Firenze University Press, 2016 pp. 316-324.</ref>
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*M. Mazzocut-Mmis, ''Mostro. L'anomalia e il deforme nella natura e nell'arte'', Milano, Guerini, 1992.
*Rosenkranz, ''Aesthetik des Hässlichen'', Königsberg, Bornträger, 1853 (trad. it. Palermo, Aesthetica, 1994).
 
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