Agnese di Poitou: differenze tra le versioni
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|fine regno = 8 ottobre [[1056]]
|incoronazione = [[Roma]], 25 dicembre [[1046]]
|titolo1 = [[Consorti dei sovrani del
|inizio regno1 = 20 novembre [[1043]]
|fine regno1 = 8 ottobre [[1056]]
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|titolo2 = [[Reggenza|Reggente]] del [[Sacro Romano Impero]]
|inizio regno2 = 8 ottobre [[1056]]
|fine regno2 = aprile [[1062]]<br/>(''per il figlio [[Enrico IV di Franconia|Enrico IV]]'')
|data di nascita = [[1025]] circa
|data di morte = 14 dicembre [[1077]]
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|Nazionalità =
|Categorie = no
|FineIncipit = è stata [[Reggenza|reggente]] del [[Sacro Romano Impero]] dal 1056 al 1062 e [[consorti dei sovrani d'Italia#Salii (1026 – 1125)|
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Agnese è un personaggio molto controverso nella ricerca storica, sia perché per dieci anni resse una delle maggiori potenze del tempo, nonostante fosse una donna, sia perché proprio il periodo della sua reggenza fu uno snodo determinante nella riforma della Chiesa e nell'emancipazione del papato dall'Impero.
Agnese fu
=== Il matrimonio con Enrico III ===
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=== Morte di Enrico III e reggenza ===
Alla morte di Enrico III, il 5 ottobre 1056 Agnese assunse la reggenza per il figlio Enrico IV, minorenne, ma già incoronato [[Re dei Romani]]. Inizialmente proseguì la politica del marito, aiutata soprattutto da [[Ugo di Cluny]] e da [[papa Vittore II]]. Quest'ultimo fece tutto quanto in suo potere per sostenere la [[dinastia salica]]. Come Enrico III, anche l'imperatrice sosteneva la [[riforma cluniacense]] e praticava una politica volta al compromesso e al mantenimento della pace. Vittore II, la cui elezione al soglio di Pietro era stata decisa da Enrico III, mediava tra corona, nobili e episcopato. Il risultato fu che la reggenza di Agnese, una donna politicamente inesperta, venne accettata, anche se non vi fu mai lealtà completa da parte dei grandi dell'Impero. Ciononostante, la reggenza pareva sicura. Ma il potere centrale sfuggì via via al controllo della casa salica, perché Agnese non riusciva ad affermarsi politicamente. La cessioni di beni e diritti dalle mani della nobiltà a quelle della Chiesa imperiale e l'indebolimento che ne risultava, soprattutto per alcune potenti famiglie sassoni, creò seri problemi.
L'imperatrice doveva agire. E poiché la sua autorità non era grande come quella di Enrico, cominciò ben presto cercare l'appoggio della nobiltà, procedendo alla investitura di ducati, cosa che comportava la rinuncia all'autorità diretta. Già nel 1056 cedette alla famiglia degli Ezzoni il [[ducato di Carinzia]], che era rimasto infeudato per un anno. L'anno successivo [[Rodolfo di Svevia|Rodolfo di Rheinfelden]] divenne [[duca di Svevia]], oltre ad essere incaricato dell'amministrazione della [[Borgogna]]. [[Berthold I di Zähringen]], che riteneva di avere la precedenza all'investitura a duca, si ritenne svantaggiato e, alla morte del duca di Carinzia, nel 1061, ne ricevette il ducato.
Il conflitto con il [[regno d'Ungheria (1000-1538)|regno d'Ungheria]] costrinse l'imperatrice a cedere, nel 1061, anche la [[Baviera]], l'ultimo importante ducato nella Germania meridionale. Nominò duca il conte sassone [[Ottone di Nordheim|Ottone II di Nordheim]], un esperto guerriero, dal quale dipendeva la difesa del fianco sudorientale dell'impero.
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Ma questo non avvenne, perché Enrico d'Augusta, il subreggente designato, non venne accettato dalla maggioranza dei principi (che non avevano dato il loro consenso alla nomina): i tentativi di Agnese di limitare i danni precipitarono l'impero nella crisi. Agli inizi di aprile del 1062 un gruppo di principi, sia laici che ecclesiastici, guidati dal vescovo [[Annone II di Colonia]], sottrasse il giovane re Enrico IV alla tutela materna e lo condusse a [[Kaiserswerth]]. Questo avvenimento passò alla storia come il "[[colpo di Stato di Kaiserswerth]]".
Non vi è ancora chiarezza sui motivi di questo gesto. Le fonti sono estremamente contraddittorie. Alcuni contemporanei sostengono che il rapimento avvenne per sottrarre il figlio all'influenza della madre. Altri sostengono che Annone agì per desiderio di potere. Altri sostengono che il "colpo di Stato" era necessario, perché non era opportuno che l'Impero fosse governato da una donna. Oggi si è propensi a credere che i motivi principali del rapimento fossero il desiderio di potere dei congiurati (in particolare Annone) e le preoccupazioni per l'
Con il rapimento di Enrico venivano meno i fondamenti della reggenza di Agnese, che fu di fatto spodestata. Gli arcivescovi Annone di Colonia e Adalberto da Brema si divisero il potere; anche se il giovane re era ufficialmente in carica, i due, per il momento, lo tenevano lontano dagli affari di stato.
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