Santuario di Nostra Signora della Vittoria (Mignanego): differenze tra le versioni

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Storia
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{{Edificio religioso
{{coord|44|32|39.53|N|8|57|20.55|E|display=title}}
|NomeEdificioNome= Santuario di Nostra Signora della Vittoria
{{Infobox edifici religiosi
|NomeEdificio= Santuario di Nostra Signora della Vittoria
|Immagine= Mignanego-santuario ns della vittoria-complesso.jpg
|Didascalia=
|Larghezza = 300px
|NomeFrazione = Passo del Pertuso
|CittàNomeComune = [[Mignanego]]
|Regione= [[Liguria]]
|SiglaStato= ITA
|Stato= [[Italia]]
|Religione= [[Chiesa cattolica romana|cattolica]]
|Diocesi= [[Arcidiocesi di Genova]]
|AnnoConsacr=
|StileArchitett=
|InizioCostr=
|FineCostr= [[1751]]
|WebsiteSito=
}}
Il '''santuario di Nostra Signora della Vittoria''' è un edificio[[Chiesa religioso(architettura)|luogo sitodi in via al Santuario a [[Mignanegoculto]], nella [[valChiesa Polceveracattolica|cattolico]] insituato [[provincianel comune di Genova[[Mignanego]]., Distain circavia 25 kmalla daVittoria 46, nella [[città metropolitana di Genova]].
 
Il santuario sorge sul passo del Pertuso, in posizione dominante sulla [[Val Polcevera]], ad un'altitudine di 650 m, nei pressi del luogo dove il [[10 maggio]] [[1625]] pochi soldati della [[Repubblica di Genova]], affiancati da volontari della Valpolcevera, guidati dal parroco di Montanesi, sconfissero un forte esercito [[Regno di Francia|franco]]-[[Ducato di Savoia|savoiardo]] comandato dal Duca [[Carlo Emanuele I di Savoia]] e composto, si dice, da oltre 8.000 uomini. A causa di questa sconfitta, il Duca dovette rinunciare alle sue mire sulla città di Genova.
 
Sul luogo della battaglia (passo del Pertuso), in segno di ringraziamento per l'intercessione della [[Maria, (madre di Gesù)|Madonna]], fu eretto questo santuario, e la città di Genova fu consacrata alla "Madonna Regina della Vittoria".
 
Dal piazzale si ha un'ampia vista sulla Valpolcevera, dal [[passo dei Giovi]] fino al mare.
 
Il santuario è oggi raggiungibile dalla [[Strada statale 35 dei Giovi|strada provinciale 35 dei Giovi]], seguendo una deviazione proprio al culmine del passo, ma sono ancora percorribili le antiche strade, quella che sale dal paese di Montanesi e quella del passo del Pertuso, valico tra la Valpolcevera e la [[Scrivia|Valle Scrivia]] (oggi strada provinciale 47 del Santuario della Vittoria).
 
Attraverso il passo del Pertuso (posto allora sul confine tra la [[Repubblica di Genova]] e i [[Feudi Imperialiimperiali]], governati dalla nobile famiglia genovese dei [[Fieschi]]) passava una delle antiche vie di comunicazione tra Genova e la [[Pianura Padana]]. Questa via, che scendeva in valle Scrivia a Vallecalda (frazione di [[Savignone]]), in [[Medioevo|epoca medioevale]] superò per importanza la [[via Postumia]] (antica [[Strade romane|strada romana]] che collegava Genova a [[Libarna]] passando per [[Pontedecimo]] e il [[passo della Bocchetta]]), e dal XIII secolo ai primi decenni dell'Ottocento divenne la principale via di comunicazione tra Genova e la Pianura Padana. Per questa via transitarono nel 722 le ceneri di [[Agostino d'Ippona|sant'Agostino]], che il re longobardo [[Liutprando]] fece trasportare, transitando per il [[porto di Genova]], dall'[[Africa]] a [[Pavia]] (dove sono tuttora conservate, nella [[basilica di San Pietro in Ciel d'Oro]]).
Questa via, che scendeva in Valle Scrivia a Vallecalda (frazione di [[Savignone]]), in [[Medioevo|epoca medioevale]] superò per importanza la [[via Postumia]] (antica [[Strade romane|strada romana]] che collegava Genova a [[Libarna]] passando per [[Pontedecimo]] e il [[passo della Bocchetta]]), e dal [[XIII secolo]] ai primi decenni dell'[[XIX secolo|Ottocento]] divenne la principale via di comunicazione tra Genova e la Pianura Padana. Per questa via transitarono nel [[722]] le ceneri di [[Sant'Agostino]], che il re longobardo [[Liutprando]] fece trasportare, transitando per il [[porto di Genova]], dall'[[Africa]] a [[Pavia]] (dove sono tuttora conservate, nella chiesa di [[San Pietro in Ciel d'Oro]]).
 
== Storia ==
[[ImmagineFile:Mignanego-santuario ns della vittoria1.jpg|thumb|Il santuario e le case circostanti visti dalla strada del passo del Pertuso]]
=== La battaglia del Passo del Pertuso ===
==== Il contesto storico ====
Gli avvenimenti che portarono alla costruzione del santuario si inquadrano nella complessa vicenda storica della prima metà del [[XVII secolo]], che vide numerosi conflitti tra le principali potenze europee dell'epoca. I primi decenni del secolo videro la lotta tra [[Francia]] e [[Spagna]] per la supremazia nel [[Italia settentrionale|nord Italia]].
 
Il duca di Savoia [[Carlo Emanuele I di Savoia|Carlo Emanuele I]], desideroso di ampliare i confini del proprio stato e di conquistare uno sbocco sul mare, nel [[1622]] si era accordato con i francesi per invadere e spartirsi il territorio della [[Repubblica di Genova]], a quel tempo alleata con la Spagna.
 
Nel [[1625]] il duca, sceso in [[Liguria]] con un esercito franco-savoiardo di oltre 10.000 uomini, dopo aver occupato con relativa facilità parte della [[Riviera ligure di ponentePonente|rivieraRiviera di ponente]] e diverse località dell'[[Oltregiogo]] ([[Acqui Terme|Acqui]], [[Novi Ligure|Novi]], [[Ovada]], [[Rossiglione (Italia)|Rossiglione]], [[Gavi Ligure|Gavi]] e [[Voltaggio (Italia)|Voltaggio]]), arrivando fino a [[Savignone]], nei [[Feudi Imperialiimperiali]] della famiglia [[Fieschi]], ritenne di poter facilmente invadere [[Genova]], a quei tempi sprovvista di fortificazioni a monte. Il primo tentativo fu attraverso la Valle Stura, gli avamposti franco-savoiardi oltrepassarono [[Masone]] accampandosi oltre il valico verso [[Voltri]], lungo la strada della Cannellona in località ancor oggi detta "piano dei francesi", poco oltre la [[Santuario di Nostra Signora del Santissimo Nome di Maria|Cappelletta]] di Masone ove sorge il Santuario di Nostra Signora del Santissimo Nome di Maria (un tempo anch'esso dedicato a N.S.della Vittoria). Le artiglierie pesanti trovarono difficoltà a superare le strade impervie già a [[Rossiglione (Italia)|Rossiglione]], causando un cambio di strategia ed un ripiego dapprima verso [[Voltaggio (Italia)|Voltaggio]] e poi penetrando nella [[val Polcevera]] attraverso il passo del Pertuso.
 
==== La battaglia ====
Il [[10 maggio]] 1625 l'esercito franco-sabaudo mosse a sorpresa verso il passo. Ma la mossa non sfuggì a Stefano Spinola, Commissario d'Armi della Valpolcevera, che vi si portò con un drappello di soldati, affiancati da volontari polceveraschi guidati dal parroco di Montanesi Giovanni Maria Lucchini e da alcuni banditi arruolatisi nelle file dei difensori della [[Repubblica di Genova]] con la promessa della grazia al termine del conflitto, capeggiati da un certo Giambattista Marigliano.
 
Inaspettatamente questo esercito raccogliticcio, combattendo valorosamente con la forza della disperazione e favorito dall'asprezza del luogo, costrinse le truppe franco-savoiarde a ritirarsi. Nel corso dei combattimenti lo stesso duca fu sfiorato da un colpo di [[archibugio]], che uccise un suo segretario. Questa vittoria, che aveva dello straordinario, fu subito attribuita dai genovesi all'intervento miracoloso della Madonna, che sarebbe apparsa in sogno a don Lucchini, incoraggiandolo a resistere ed avrebbe compiuto diversi prodigi in favore dei resistenti polceveraschi.
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=== La costruzione del primo santuario ===
Sull'onda emotiva che fece seguito alla vittoria fu immediatamente decisa la costruzione di una [[cappella]], subito divenuta meta di pellegrinaggi.
 
Nelil 25 marzo [[1637]]<ref>{{Cita libro|autore=Fabio Mazzari|titolo=Viaggio in Val Polcevera. Itinerari culturali e naturalistici a Ceranesi, Campomorone, Mignanego, Serra Riccò, Sant'Olcese|anno=2018|editore=Erga|p=55}}</ref> il governo della [[Repubblica di Genova]], anche per accrescere il proprio prestigio in campo internazionale, incoronò la Madonna Regina della città, donando al santuario una [[Pala (arte)|pala d'altare]] che raffigurava la Vergine in trono tra i Santi protettori della Repubblica, oggi sostituita da una [[statua]] attribuita a [[Tommaso Orsolino]] ([[1587]]-[[1675]]).
 
La cappella originaria fu ingrandita, divenendo una chiesa vera e propria, che fu inaugurata nel [[1654]], nonostante ritardi e problemi tecnici che interessarono i lavori.
 
=== Dal Settecento ai nostri giorni ===
[[ImmagineFile:Mignanego-santuario ns della vittoria-cannone.jpg|thumb|Pezzo d'artiglieria tedesco della seconda guerra mondiale]]
Durante la [[guerra di successione austriaca]], tra il [[1746]] e il [[1747]] tutta la [[Valpolceveraval Polcevera]] subì l'occupazione delle truppe austriache che assediavano [[Genova]], seminando morte e distruzione.
 
Particolarmente colpiti furono gli edifici religiosi, ed anche il santuario fu quasi completamente distrutto (secondo alcuni dagli austriaci, secondo altre fonti dagli stessi valligiani perché non servisse come base per le scorribande degli invasori). Si salvarono solo il campanile, costruito nel 1723, l'altare maggiore e la sagrestia, oltre agli arredi sacri, che il parroco di Montanesi aveva portato al sicuro a Pedemonte ([[Serra Riccò]]).
Si salvarono solo il [[campanile]], costruito nel [[1723]], l'[[altare]] maggiore e la [[sacrestia]], oltre agli arredi sacri, che il parroco di Montanesi aveva portato al sicuro a Pedemonte ([[Serra Riccò]]).
 
Il santuario fu ricostruito nel [[1751]]. La chiesa, più piccola di quella secentesca, ha pianta rettangolare a [[navata]] unica e due cappelle laterali, dedicate a [[Santi Anna e Gioacchino|Sant'Anna]] e al [[Sacro Cuore]]. Sopra l'altare maggiore si trova la statua dell'Orsolino, raffigurante la Madonna con la palma della vittoria nella mano sinistra, mentre con la destra sorregge il Bambino che sventola la bandiera di Genova. Un'altra statua in legno della Madonna, scolpita negli [[anni 1930|anni trenta del Novecento]] da un artigiano di [[Ortisei]], si trova nell'atrio della chiesa.
 
Il santuario della Vittoria divenne una delle principali mete domenicali degli abitanti della Valpolcevera, tradizione che, a motivo della sua origine, si consolidò con l'instaurarsi del clima patriottico che caratterizzò il periodo tra la fine dell'[[XIX secolo|Ottocento]] e la [[prima guerra mondiale]] ([[1915]]-[[1918]]), quando divenne un importante punto di riferimento per gli ex combattenti, che vi hanno portato cimeli di guerra ed [[ex voto]] in segno di ringraziamento.
 
Sul piazzale sono conservati i resti di un [[obice]] austriaco della [[prima guerra mondiale]], donato al santuario nel [[1919]] dal generale [[Armando Diaz]] e un pezzo d'artiglieria della [[seconda guerra mondiale]], strappato ai tedeschi dalle [[PartigianiPartigiano|brigate partigiane]] che operarono nella zona durante la [[Resistenza italiana|lotta di liberazione]] ([[1943]]-1945). Si tratta di un [[19457,5 cm PaK 40|cannone anticarro tipo 7.5 cm PaK 40]]) prodotto dalla Rehinmetall-Börsig.
 
In occasione della consegna dell'obice (si tratta di un [[c:Category:8cm M.75 field gun in the Belgrade Military Museum|8 cm M.75]]) donato dal generale Diaz fu anche collocata sul muro del campanile la targa, tuttora esistente, con il testo del ''[[Bollettino della Vittoria]]'' dello stesso generale Diaz (novembre [[1918]]).
 
== Note ==
<references />
 
== Bibliografia ==
{{Vedi anche|Bibliografia su Genova}}
* {{cita libro|M.|Lamponi|Valpolcevera, come eravamo|G. Mondani, Genova|1983|}}
* {{cita libro|G.|Meriana|La Liguria dei santuari|CARIGE, Genova|1993|}}
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== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons=Category:Nostra Signora della Vittoria (Mignanego)}}
 
== Collegamenti esterni ==
*[{{cita web | 1 = http://www.gruppocarige.it/grp/carige/html/ita/banca/arte_cultura/2006_3/pdf/20_27.pdf | 2 = Pagine sul Santuario della Vittoria tratte dal libro “La Liguria dei santuari” citato in bibliografia] | urlmorto = sì }}
*[{{cita web|http://www.comunedimignanegocomune.mignanego.ge.it/ |Comune di Mignanego]}}
*[{{cita web | 1 = http://ww1.zenazone.it/mignanego/index.html | 2 = Il Santuario della Vittoria sul sito ww1.zenazone.it] | accesso = 14 dicembre 2008 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20081220222656/http://ww1.zenazone.it/mignanego/index.html | dataarchivio = 20 dicembre 2008 | urlmorto = sì }}
* [{{cita web|url=http://books.google.it/books?id=t5QLAAAAYAAJ&pg=PP9&dq=%22Storia+della+Repubblica+di+Genova%22+varese+sesto&as_brr=1 |titolo=Link al libro " Storia della Repubblica di Genova" sul sito books.google]}}
* [{{cita web|url=http://books.google.it/books?id=DtIFAAAAQAAJ&printsec=frontcover&dq=Genova+bargellini&as_brr=0#PPA3,M1 |titolo=Link al libro " Storia popolare di Genova " sul sito books.google]}}
 
 
{{Polcevera}}
{{Portale|Liguria}}
 
[[Categoria:Santuari cattolici della provinciacittà metropolitana di Genova|Nostra Signora della Vittoria (Mignanego)]]
[[Categoria:Chiese di Mignanego|Nostra Signora della Vittoria]]
[[Categoria:Chiese dedicate a santa Maria della Vittoria|Mignanego]]
[[Categoria:Chiese dell'arcidiocesi di Genova|Nostra Signora della Vittoria]]