Il monaco e l'abate: differenze tra le versioni

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Chichibio
 
 
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== Chichibio ==
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Chichibio è un cuoco veneziano, personaggio immaginario che appare nella novella Chichibio e la gru, IV novella della quarta giornata del Decamerone di Giovanni Boccaccio. Il tema di questa giornata (la cui regina è Elissa) sono le risposte argute e la loro efficacia, e la narratrice di questa novella è Neifile.
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"'''Il monaco e l’abate'''" è la IV novella della I giornata del [[Decameron]], scritto da [[Giovanni Boccaccio]]. Il narratore della novella è Dioneo. Il tema è libero.
 
== Personaggi della novella ==
'''Il monaco'''
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'''Chichibio'''
È un giovane monaco che è entrato da poco in convento e non è ancora stato segnato da digiuni e veglie. Al monaco non sono ancora state spiegate le particolarità della regola che vieta ai religiosi di giacere con le donne. Durante il corso della novella, spinto dal desiderio carnale, si macchia di peccato giacendo con una ragazza.
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Protagonista della storia, Chichibio è il cuoco di Currado Gianfigliazzi, ed è innamorato di Brunetta.
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'''BrunettaL’abate'''
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È il superiore dell’abbazia ed è un anziano che segue da molti anni le regole della [[Chiesa cattolica|Chiesa]]. Provando pietà per la donna che ha giaciuto col monaco, la conforta macchiandosi dello stesso peccato del monaco.
Ragazza di cui Chichibio è innamorato e che lo persuade furbamente affinchè lui le dia una coscia della gru di Currado.
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'''CurradoLa Gianfigliazziragazza'''
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È probabilmente figlia di un contadino della Lunigiana; incontra il monaco mentre raccoglie delle erbe e lo segue nel convento. Si concederà anche all’abate, che cerca di consolarla dopo che la giovane ha provato vergogna per il peccato commesso.
Ricco banchiere fiorentino che durante una battuta di caccia nei pressi di Peretola trova una gru grassa e fresca e la porta con sè per farla cucinare al suo cuoco di fiducia, Chichibio.
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'''Ospiti'''
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Ospiti presenti la sera della cena durante la quale Currado nota la mancanza di una coscia della gru.
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== Trama della novella ==
Un [[monachesimo|monaco]] da poco entrato in [[monastero]], passeggiando mentre gli altri monaci dormono, incontra una ragazza, figlia di contadini del posto, intenta a raccogliere erbe in un campo. Il ragazzo, preso improvvisamente da ardente desiderio carnale, convince la giovane a seguirlo fino in convento e giace con lei commettendo peccato. L’[[abate]], sentendo dei rumori provenire dalla cella del monaco, si sveglia e comprende che questi sta commettendo peccato. Il monaco sente i passi dell’abate e sapendo di essere stato scoperto mette a punto un piano.
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Esce dalla cella chiudendola; consegnando la chiave all’abate gli dice che sarebbe andato a cogliere la legna. L’abate, non pensando che il monaco avesse capito di essere stato scoperto, acconsente e appena il monaco si allontana pensa a come punirlo: mettendolo in cattiva luce davanti ai confratelli. Credendo però che sia la ragazza sia il padre di lei avrebbero ricevuto molta vergogna dalla vicenda, pensa che prima avrebbe voluto incontrare la ragazza per sapere cosa era successo.
Currado Gianfigliazzi, nobile fiorentino molto magnanimo, durante una battuta di caccia trova una gru grassa e fresca e la porta con sé per farla cucinare dal suo cuoco di fiducia, il veneziano Chichibìo, un uomo piuttosto vanesio e chiacchierone, che si mette subito a lavoro. La gru viene cucinata perfettamente, e il suo profumo attira Brunetta, la ragazza di cui Chichibio è innamorato. La fanciulla, affamata, chiede di mangiare una coscia della gru e insiste fino ad averla vinta, minacciandolo di non poter mai avere le sue grazie se non avrà la coscia della gru. Inizialmente Chichibio deve rifiutare, e lo fa cantando, ma poi cede.
La giovane, vedendo entrare l’abate, comincia a piangere per la vergogna ma l’abate, anch’egli colto da desideri peccaminosi nei confronti della donna, giace con lei consolandola con abbracci e baci.
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Nel mentre il monaco si è nascosto nel dormitorio (non andando in verità a cogliere la legna) e vede l’abate giacere con la donna nella propria cella.
L’abate, dopo essere rientrato nelle sue stanze, fa chiamare il monaco e cerca di farlo incarcerare ma questi risponde che nessuno gli ha spiegato le regole del monastero, per cui sarebbe vietato giacere con le donne. Gli rivela inoltre di averlo visto commettere peccato e perciò il monaco viene perdonato. La giovane viene fatta uscire dall’abbazia ed entrambi i monaci continueranno nel tempo a concedersi con lei i consueti piaceri.
 
== Voci correlate ==
* [[Decameron]]
* [[La badessa e le brache del prete]]
 
== Altri progetti ==
E così, il giorno della cena, Currado si vede servire la gru con una sola coscia, e chiede spiegazioni a Chichibio, il quale gli risponde prontamente che le gru hanno una gamba sola. Currado, ben sapendo che le gru hanno due zampe, ordina a Chichibìo di andar con lui il giorno successivo alla ricerca dei volatili, allo scopo di verificare l’affermazione del cuoco, lasciando cadere la cosa per non discutere davanti ai suoi ospiti. L'indomani, sul tragitto, Chichibio e’ spaventato dalla punizione che gli spetterà una volta trovato davanti alla verità e alla smascheramento della sua bugia, ma arrivati al fiume, i due vedono dodici gru che dormono, ritte su una zampa sola: all'apparente trionfo di Chichibìo, Currado corre verso le gru facendo chiasso. Le gru, spaventate, fuggono, tirando fuori l'altra zampa.
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{{portale|Letteratura}}
Chichibìo risponde, non sapendo più come salvarsi, che se Currado avesse urlato allo stesso modo alla precedente gru (quella cucinata il giorno prima), anch'essa avrebbe tirato fuori la seconda zampa. Questa risposta diverte così tanto Currado che la sua ira si converte in risate e i due si riappacificano.
[[Categoria:Racconti del Decameron]]