Vent'anni dopo (romanzo): differenze tra le versioni
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|titolo = Vent'anni dopo
|titoloorig = Vingt ans après
|immagine=
▲|immagine=Undated portrait of La Grande Mademoiselle (Anne Marie Louise d'Orléans, Duchess of Montpensier) by a member of the School of Pierre Mignard.jpg
|didascalia= La Grand Mademoiselle
|annoorig = 1845
|annoita = 1847
|lingua = fr
|genere = [[romanzo]]
|sottogenere = [[romanzo storico|storico]]
|protagonista = [[I tre moschettieri]]
|antagonista = [[Giulio Mazzarino]]
|serie = I tre moschettieri
|preceduto = [[I tre moschettieri (romanzo)|I tre moschettieri]]
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== Trama ==
Il romanzo ricomincia vent'anni dopo le vicende raccontate ne ''I tre moschettieri''.
Il [[Armand-Jean du Plessis de Richelieu|cardinale Richelieu]] è morto nel [[1642]] ed è stato sostituito dal cardinale italiano [[Giulio
Per primo, ritrova Aramis, o meglio il cavaliere d'Herblay, fattosi abate, che non gli nasconde di appoggiare la Fronda.
La vicenda che fa da motore alla storia è quella che riguarda [[Francesco di Borbone-Vendôme (1616-1669)|Francesco di Vendôme]], duca di Beaufort, figlio di [[Cesare di Borbone-Vendôme|Cesare di Vendôme]] - figlio illegittimo (poi legittimato nel 1595) del re [[Enrico IV di Francia|Enrico IV il Grande]] e di [[Gabrielle d'Estrées]], genitori di Luigi XIII. Egli quindi è lo zio di Luigi XIV. Affinché non accampasse diritti sulla corona durante la reggenza di Anna d'Austria, il duca di Beaufort era stato rinchiuso nella prigione di Vincennes. Durante la prigionia, si divertiva a escogitare modi di evadere e a fare disegni satirici contro Mazzarino. Accattivandosi anche la simpatia di alcuni suoi carcerieri, riesce alla fine a fuggire grazie ai frondisti: nel libro si narra come Grimaud, servo di Athos, venga assunto tra le guardie, si guadagni la fiducia del duca di Beaufort e del responsabile della prigione e favorisca l'evasione del duca di Beaufort. D'Artagnan e Porthos cercano di ricatturare il progioniero, ma vengono fermati dai frondisti, fra cui anche Athos e Aramis.
Raoul, in servizio presso l'esercito francese, va verso [[Béthune]], presso l'esercito di Luigi principe di Condé. Durante il viaggio Raoul dà soccorso a un uomo morente e fa chiamare un monaco per prendere la sua ultima confessione. Il monaco promette di aiutare il moribondo ma poi - una volta ascoltata la confessione dell'uomo - lo pugnala a morte. Il moribondo viene riconosciuto da Grimaud come il boia di Béthune, che venti anni prima aveva giustiziato la perfida Milady. Si scopre anche che il falso monaco è il figlio di Milady, di nome Mordaunt, venuto in Francia per vendicarsi dello zio lord de Winter e dei quattro moschettieri che avevano deciso l'uccisione della madre. Grimaud avverte il suo padrone - e per suo tramite gli altri - di stare in guardia.
Athos e Aramis, fedeli a [[Enrichetta Maria di Borbone-Francia|Enrichetta Maria]], sorella di [[Luigi XIII]] e moglie del re d'Inghilterra Scozia e Irlanda [[Carlo I d'Inghilterra|Carlo I]], vanno in Inghilterra per aiutare Carlo I durante la guerra civile. Salpando, scorgono Mordaunt, di cui de Winter rivela l'identità, su uno scoglio. Aramis prova ad ucciderlo, ma Athos per paura glielo impedisce.
D'Artagnan, Athos, Porthos, Aramis e i loro valletti si recano a Londra, da un oste amico di Athos, che gli dà le sue migliori stanze. Il re viene condotto a Londra e processato dal parlamento: è condannato a morte. I “moschettieri” corrompono il boia per riuscire ad avere più tempo per salvare il re e infatti la fuga è fissata per il giorno dopo alle quattro, inoltre l'aiutante del boia si rompe una gamba e manda una lettera a un suo amico per farsi mandare quattro uomini ad aiutarlo; i quattro amici intercettano la lettera e si presentano loro a costruire il patibolo: lo costruiscono in modo che il re possa fuggire. Il boia sarebbe dovuto arrivare il giorno dopo, ma una persona sconosciuta si era offerta di fare il carnefice: l'esecuzione quindi è fissata per le dieci di mattina. Lo sa solo Aramis che è nella cella del re quando una guardia porta la notizia, i quattro amici, quindi, non riescono a salvare il re che viene condannato e giustiziato pubblicamente. Il boia si rivela essere Mordaunt.▼
Nel frattempo a Parigi scoppia l'ennesima rivolta e d'Artagnan, su ordine di Mazzarino, aiuta la Corte a fuggire. Mazzarino incarica d'Artagnan e Porthos di seguire l'emissario di Cromwell - ossia Mordaunt - in Inghilterra e di portare una missiva a [[Oliver Cromwell]]. Prima di partire d'Artagnan riceve una lettera da Athos e Aramis, i quali gli consigliano di non fidarsi di Mordaunt. In Inghilterra, Athos, Aramis e de Winter combattono al fianco di Carlo I al confine con la Scozia; vengono nominati dal sovrano cavalieri e gli giurano fedeltà. Nella battaglia decisiva, gli scozzesi vendono il re a Cromwell e disertano. Lord de Winter scambia i suoi vestiti con quelli del re e si mette alla testa di un plotone, cercando con un diversivo di dare una possibilità di fuga a Carlo I. Tuttavia anche questo battaglione fa ammutinamento, Mordaunt riconosce de Winter (suo zio) e lo uccide. Il Re Carlo I viene catturato da Cromwell; D'Artagnan e Porthos fanno prigionieri Athos e Aramis per salvarli dal generale.
I quattro fuggono dall'Inghilterra su una barca su cui c'è anche Mordaunt che tende loro una trappola: imbottisce l'imbarcazione di polvere da sparo per farli esplodere, mentre lui e i suoi complici sarebbero fuggiti con una scialuppa. Ma i “moschettieri” scoprono il trucco grazie a Mousqueton che vuole bere il vino perché ha notato i fiaschi: Trova la polvere da sparo, avverte i suoi amici e scappano sulla scialuppa. Mordaunt intanto accende la miccia, ma si accorge, troppo tardi, che manca la scialuppa, allora si getta in mare mentre la nave esplode. Sopravvissuto, chiede aiuto ai suoi nemici; solo Athos vuole salvarlo, perché ha dei rimorsi per l'uccisione di Milady e gli porge la mano. Ma Mordaunt, nel suo desiderio di vendetta, lo butta in mare e lo trascina giù con sé. Però Athos lo pugnala e riesce a tornare in superficie.▼
Carlo I viene condotto a Londra per il processo. D'Artagnan e Porthos, avendo consegnato la missiva a Cromwell, vorrebbero tornare in Francia insieme a Athos e Aramis, ma questi hanno giurato di proteggere Carlo I fino alla fine e sperano di liberarlo. D'Artagnan escogita un diversivo per liberare Athos e Aramis; il quartetto si unisce al resto dell'esercito e - sulla strada di Londra - d'Artagnan escogita un piano per liberare Carlo I. Tuttavia Mordaunt che ha capito chi sono i quattro amici, si mette alla caccia dei fuggitivi e li raggiunge a Tirsk proprio la sera in cui d'Artagnan aveva approntato tutto per fare fuggire Carlo I. Mordaunt irrompe nella casa, interrompendo la partita di lanzichenecco che doveva fungere da pretesto, costringendo i quattro amici alla fuga.
▲D'Artagnan, Athos, Porthos, Aramis e i loro
La Corte ritorna a Parigi, con il popolo che fa sommossa per le strade: D'Artagnan, che scorta la carrozza ove vi sono Mazarino, il re e la regina, per difenderli uccide un uomo che poi riconosce come il conte di Rochefort; Porthos, invece, uccide un mendicante frondista, il signor Bonacieux. Alla fine, Athos, Porthos, Aramis e D'Artagnan si ridividono: i primi tre tornano rispettivamente a Bragelonne, a Pierrefonds, a Herblay, mentre D'Artagnan resta a Parigi come capitano delle guardie.▼
▲I quattro fuggono dall'Inghilterra su una barca.
Tornati in Francia, D'Artagnan e Porthos sono arrestati dal cardinale Mazarino, per essere venuti meno al loro incarico. Athos cerca di ottenere la loro liberazione dalla regina, ma viene catturato e fatto rinchiudere da Mazzarino nella sua tenuta di Rueil in cui - in un'altra ala - sono "ospitati" anche D'Artagnan e Porthos. Venuti a conoscenza grazie alle confidenze di Comminges di trovarsi nello stesso luogo, d'Artagnan e Portos riescono a fuggire, a liberare Athos e a rapire Mazzarino. Riunitisi con Aramis, che autonomamente aveva preparato un piano per favorire la fuga dei suoi amici all'esterno della tenuta confidando nella scaltrezza di d'Artagnan e Athos, i quattro amici mettono alle strette Mazzarino minacciando di rivelare l'ubicazione del tesoro segreto del Ministro. Mazzarino accetta i patti della Fronda. D'Artagnan parte per Parigi per far ratificare il patto dalla regina che, dopo numerosi tentennamenti, firma. La regina concede - sotto dettatura di d'Artagnan - alcuni benefici ai quattro amici: D'Artagnan ottiene il grado di capitano dei moschettieri (lasciato vacante da de Treville), Porthos il titolo di Barone, Aramis ottiene che il re faccia da padrino del figlio della sua amante madame de Longueville, Raoul il comando di un piccolo reggimento. Per intercessione di Porthos e di d'Artagnan, Athos ottiene un cavalierato.
▲La Corte ritorna a Parigi, con il popolo che fa sommossa per le strade: D'Artagnan, che scorta la carrozza ove vi sono
Alla fine, Athos, Porthos, Aramis e D'Artagnan si ridividono: i primi tre tornano rispettivamente a Bragelonne, a Pierrefonds, a Herblay, mentre D'Artagnan resta a Parigi in procinto di diventare capitano dei moschettieri. Nel successivo libro della trilogia sarà infatti spiegato che il titolo di capitano dei moschettieri fu poi bloccato dal cardinale. Prima di partire, Porthos collega il defunto mendicante a capo dei frondisti al signor Bonacieux e lo confida a d'Artagnan. Il signor Bonacieux era stato per lungo tempo "ospite" di Richelieu dopo la conclusione dei fatti del primo libro.
==Ambientazione storica==
Come le altre opere della trilogia, Vent'anni dopo è un modello di romanzo storico per come il racconto si intrecci nelle vicende storica dell'Europa del Seicento, in particolare tra Francia e Inghilterra. Tra i principali episodi narrati nel romanzo, realmente accaduti, spiccano la [[Fronda parlamentare]] (con l'arresto e la liberazione del consigliere [[Pierre Broussel|Broussel]]), la liberazione del duca di Beaufort, la [[battaglia di Lens]] e la decapitazione di re [[Carlo I d'Inghilterra|Carlo I]].
Mentre i protagonisti del romanzo, ad eccezione di [[Charles de Batz de Castelmore d'Artagnan|D'Artagnan]], sono tratti dalla fantasia dell'autore, altri personaggi sono realmente esistiti. Tra questi ricordiamo: il [[Giulio Mazzarino|cardinale Mazzarino]], [[Anna d'Asburgo (1601-1666)|Anna d'Austria]], re [[Carlo I d'Inghilterra|Carlo I]], [[Oliver Cromwell]], il [[Luigi II di Borbone-Condé|principe di Condè]], il [[Francesco di Borbone-Vendôme (1616-1669)|duca di Beaufort]], la [[Marie de Rohan-Montbazon|duchessa di Chevreuse]] ed il [[Jean-François Paul de Gondi|coadiutore]].
==Filmografia==
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== Edizioni in italiano ==
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*trad. anonima, Nanni, Livorno 1847
*trad. di Francesco Gandini, Borroni e Scotti, Milano 1849
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*trad. anonima, [[Edizioni Madella]], Milano 1931
*trad. di [[Giacomo di Belsito]], Barion, Sesto S. Giovanni 1932; a cura di Renato Prinz, Mursia, Milano 1969 (ed. integrale)
*trad. di [[Giuseppe Aventi]], Rizzoli, Milano 1935; 2009 (con introduzione di [[Emanuele Trevi]]) ISBN 9788817029001
*trad. anonima, Aurora, Milano 1937
*trad. di [[Gian Dàuli]], Lucchi, Milano 1946
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*trad. anonima, Le edizioni del Gabbiano, Roma 1966
*trad. di Aldo Lualdi, Editrice Europa, Milano 1966
*trad. di Sara Di Gioacchino-Corcos, prefazione di Silvio Locatelli, De Agostini, Novara 1968 (ed. integrale)
*trad. di Federico Landi, Piccoli, Milano 1969
*trad. di Leonardo Zardi, Paoline, Roma 1970
*trad. di Berto Minozzi, Accademia, Milano 1977 (illustrazioni di Carlo Jacono)
*trad. di [[Albertina Palau]], Mondadori, Milano 1984 ISBN 8804412755 ISBN 8804488018 (con un saggio di [[Giovanni Macchia]])
*trad. Camilla Diez, Roma, Donzelli, 2015; Milano, Feltrinelli, 2020
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== Romanzi apocrifi ==
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== Altri progetti ==
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