Roland Dorgelès: differenze tra le versioni
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Allievo dell'École des Arts Décoratifs, Dorgelès frequentò sin da giovanissimo gli ambienti [[bohème]]s e [[Scapigliatura|scapigliati]] di [[Montmartre]],<ref name =sap>{{Cita web | url=https://www.sapere.it/enciclopedia/Dorgel%C3%A8s%2C+Roland.html| titolo=Dorgelès, Roland | accesso=10 maggio 2021}}</ref> dove strinse le sue prime amicizie, tra gli altri con [[Max Jacob]] e [[Pablo Picasso]].<ref name="le muse" />
Esordì nel giornalismo lavorando come corrispondente del ''Journal'' e successivamente collaborò a ''Fantasio'',
Durante la [[prima guerra mondiale]] si arruolò nella fanteria e ottenne due citazioni al merito; trasferitosi all'aviazione e gravemente ferito, durante la convalescenza lavorò a due libri di guerra.<ref name="le muse" />
Il suo primo libro dedicato alla guerra risultò ''La machine à finir la guerre'' ([[1917]]), seguito nel [[1919]] da ''Le cabaret de la belle femme'',<ref name =TrecE>{{Treccani |roland-dorgeles_(Enciclopedia-Italiana)| accesso=12 maggio 2021}}</ref> e dal secondo libro inerente al conflitto, intitolato ''[[Les croix de bois]]'', che venne dato alle stampe nel 1919, riscosse un grande successo e consenso e vinse il premio Femina, dopo aver ottenuto al Gouncourt 4 voti contro i 6 dati a [[Marcel Proust]].<ref name="le muse" />
Il libro evidenziò notevoli qualità di misura e di [[stile]] che lo fanno considerare tra i più apprezzabili libri della letteratura della prima guerra mondiale.<ref name="le muse">{{cita libro | capitolo=Dorgelès, Roland | titolo=le muse | editore=De Agostini | città=Novara | anno=1965 | volume=IV | p=249}}</ref>
Dorgelès partecipò alla raccolta intitolata ''Les veillées du "Lapin-Agile"'' ([[1920]]), ma l'anno seguente con il volume ''Saint Magloire l'Africain'' il suo stile
Dopo aver effettuato un viaggio nell'[[Indocina]] francese ricevette l'ispirazione per due libri intitolati ''Sur la route mandarine'' ([[1925]]), racconti di viaggio, nelle quali l'autore scopre e diffonde la notizia dell'avvento d'un nuovo esotismo, e ''Partir...'' ([[1926]]), [[romanzo]] che sfrutta il materiale esotico delle note giornalistiche e sostiene che il fatto piacevole consiste nella partenza e non nell'arrivo.<ref name =TrecE />
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