L'Italia libera: differenze tra le versioni
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{{Testata giornalistica
|nome = L'Italia libera
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|paese = {{ITA}}
|lingua = [[lingua italiana|Italiano]]
|periodicità = mensile,
|genere = politico
|formato = [[broadsheet|lenzuolo]]
|tiratura = 300.000
|data-tiratura = 1945
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|fondazione = gennaio [[1943]]
|chiusura = giugno [[1947]]<ref>Ha proseguito le pubblicazioni, come sottotitolo de "L'Italia Socialista", sino al 7 agosto [[1947]]</ref>
|direttore = [[Leone Ginzburg]], [[Carlo Levi]]
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}}
'''''L'Italia
▲'''''L'Italia Libera''''' fu il giornale ufficiale del [[Partito d'Azione]], nato per diffondere il programma - inizialmente condensato in ‘Sette Punti' - che i dirigenti della nuova formazione politica (costituitasi a [[Roma]] il 4 giugno [[1942]]) consideravano come possibile base comune di una larga concentrazione di forze democratiche e antifasciste.
== Storia ==
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Un supplemento, in due sole facciate, fu pubblicato a marzo e venne dedicato “''ai compagni di lotta del Partito d'Azione''”, cioè agli operai protagonisti degli scioperi a [[Torino]] e a Milano, che venivano additati ad esempio in vista di una prossima auspicabile mobilitazione popolare.
Seguì, a fine aprile, la terza uscita, dopo un incontro avvenuto in casa di [[Piero Calamandrei]], a [[Firenze]], dove gli esponenti ‘''liberalsocialisti''’ ([[Guido Calogero]], [[Carlo Ludovico Ragghianti]]) – una delle componenti del Partito d'Azione, insieme a ‘''Giustizia e Libertà''’ ([[Emilio Lussu]], [[Riccardo Lombardi (politico)|Riccardo Lombardi]]) e ai ‘''liberal-democratici''’(Ugo La Malfa, Adolfo Tino) – avevano posto l'esigenza di un maggior approfondimento ideologico.
Rivolgendosi ai lettori l'
Alla pubblicazione del terzo numero de '''L'Italia Libera''' seguì un'ondata di arresti: a Milano furono arrestati Mario Vinciguerra con la figlia e Antonio Zanotti; a Firenze, Carlo Furno; a Bologna, Carlo Ludovico Ragghianti, Cesare Gnudi e altri; a Roma, [[Federico Comandini]] e Sergio Fenoaltea; a Bari, Guido Calogero, Guido De Ruggiero e Tommaso Fiore. Il quarto numero non poté uscire subito per l'arresto di Bruno Visentini, incaricato di provvedere alla stampa<ref>Giuliano Pischel, ''Che cos'è il Partito d'Azione'', Tarantola editore, Milano 1945, pp. 80-85</ref>.
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Se ne ebbero diverse edizioni (a Roma, Milano, in Piemonte). L'edizione romana fu curata specialmente da Francesco Fancello, [[Manlio Rossi Doria]], Carlo Muscetta e [[Leone Ginzburg]], che ne fu direttore fino al suo arresto, a [[Roma]], il 20 novembre [[1943]]. L'edizione piemontese fu diretta, tra gli altri, da [[Paolo Battino Vittorelli|Paolo Vittorelli]].
Fu con l'edizione milanese, all'indomani della [[Caduta della Repubblica Sociale Italiana|Liberazione]] che il giornale divenne quotidiano, edito da [[Gianni Mazzocchi]], il quale affidò la direzione a [[Leo Valiani]], sino alla caduta del [[Governo Parri]] (dicembre 1945) e, in seguito a [[Carlo Levi]]. Il quotidiano arrivò a vendere
La testata fu ceduta nel giugno [[1947]] ad [[Aldo Garosci]], al prezzo simbolico di una [[Lira italiana|lira]], con l'intesa che il nome originario ("L'Italia libera") sarebbe rimasto solo come sottotitolo di una nuova testata denominata
=== Supplementi ===
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* Elena Savino, ''La diaspora azionista. Dalla Resistenza alla nascita del Partito radicale'', Franco Angeli, Milano, 2010
==Voci correlate==
* [[Italia libera]]
== Collegamenti esterni ==
; Raccolte digitalizzate
* [http://digiteca.bsmc.it/?l=periodici&t=Italia%20libera%28L%60%29 «L'Italia libera»: Biblioteca di Storia Moderna e Contemporanea] (da 1943 al 1947)
{{portale|editoria|politica}}
[[Categoria:Partito d'Azione]]
[[Categoria:Resistenza italiana nella cultura|I]]
[[Categoria:Quotidiani italiani
[[Categoria:Mensili italiani del passato|I]]
[[Categoria:Periodici fondati nel 1943|I]]
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