Object Modeling Technique: differenze tra le versioni
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'''Object Modeling Technique''' ('''OMT''') è un [[linguaggio di modellazione]] ''[[Programmazione orientata agli oggetti|object-oriented]]'' sviluppato all'inizio degli [[anni 1990|anni novanta]] da [[James Rumbaugh]] (all'epoca impiegato presso la [[General Electric]]). Fu una notazione di grande successo, che divenne (nella versione OMT-2) uno [[standard de facto|standard ''de facto'']] utilizzato da una buona parte dell'[[industria del software|industria]] per la [[progettazione]] di sistemi [[software]] a oggetti. In seguito al successo di OMT, Rumbaugh venne in seguito convocato per far parte del progetto di unificazione delle notazioni di modellazione ''object-oriented'' che avrebbe portato alla definizione di [[Unified Modeling Language]] (UML), che eredita molte delle caratteristiche di OMT.
== Caratteristiche di OMT ==
Il nucleo concettuale di OMT era, per ammissione dello stesso Rumbaugh, un'estensione al [[paradigma di programmazione|paradigma]] ''object-oriented'' del modello [[modello E-R|Entity-Relationship (ER)]] tradizionalmente usato nella [[progettazione di basi di dati|progettazione di database]]. OMT faceva proprie e adattava, in modo analogo, anche strumenti provenienti da altre tradizioni, come gli [[automa a stati finiti|automi a stati finiti]] e i ''[[Data Flow Diagram]]''.
Come il successivo UML, OMT prevedeva la descrizione di un sistema attraverso un insieme di ''viste'' complementari, dette ''modelli'' nella terminologia OMT. Erano previsti tre modelli: il ''modello degli oggetti'', il ''modello dinamico'' e il ''modello funzionale''. I [[diagramma|diagrammi]] relativi a ciascuno di questi modelli potevano includere elementi comuni (come in UML).
Il ''modello degli oggetti'' era il modello principale di OMT e corrispondeva a quelli che in UML si chiamano ''diagramma delle classi'' e ''diagramma degli oggetti''. Il ''modello dinamico'' descriveva l'evoluzione degli stati degli oggetti con un modello basato su [[automa a stati finiti|macchine a stati finiti]]) simile al ''diagramma della macchina a stati'' di UML. Era inoltre descrivere ''scenari'' (cioè particolari ''istanze'' o ''esempi'' di interazione fra oggetti); in UML questo obiettivo è raggiunto con i ''diagrammi di sequenza''. Infine, il ''modello funzionale'' era una notazione derivata dai tradizionali diagrammi di flusso dei dati, con scopi analoghi.
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