Problema dei neutrini solari: differenze tra le versioni
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[[File:Kép1-it.png|thumb|Schema sul numero di neutrini prodotti dal Sole: la colonna sinistra rappresenta il numero di neutrini attesi dalla teoria; la colonna destra (blu) i risultati sperimentali. I colori del numero di neutrini attesi indica il meccanismo di produzione nel Sole.|300px]]
Il '''problema dei neutrini solari''' riguarda una grossa discrepanza tra il numero osservato di [[Neutrino elettronico|neutrini elettronici]] che giungono sulla [[Terra]] provenienti dal [[Sole]] e il numero predetto da modelli teorici, in particolare il [[modello solare standard]] (SSM), utilizzato per spiegare la produzione di energia all'interno del Sole.
Il problema è stato risolto grazie a una nuova comprensione della fisica dei neutrini, che ha richiesto una modifica del [[modello standard]] della [[fisica delle particelle]], in modo che fossero permesse le [[oscillazione del neutrino|oscillazioni di neutrino]]. In sintesi, se il neutrino possiede una massa, può cambiare [[sapore (fisica)|sapore]] dal momento in cui è generato all'interno del Sole lungo il suo percorso per giungere al nostro pianeta e quindi non venire rilevato dagli esperimenti concepiti all'epoca per determinare solo una data tipologia di neutrini (quelli elettronici appunto).
== Premessa ==
Il [[Sole]] è un reattore a [[fusione nucleare]] naturale, che fonde l'[[idrogeno]] in [[elio]]. I meccanismi principali di produzione di energia sono la [[catena PP]] (che ha alcune diramazioni, dette catene PPI, PPII e PPIII) ed il [[Ciclo del carbonio-azoto|ciclo CNO]]. L'energia in eccesso è rilasciata sotto forma di [[raggio gamma|raggi gamma]] e di particelle sotto forma di [[energia cinetica]]; fra queste vi è anche il [[neutrino]], in particolare la reazione nucleare produce neutrini elettronici, che viaggiano dal nucleo del Sole fino alla Terra senza apprezzabili assorbimenti da parte degli strati superiori del Sole. Da questo ci si aspettava che il numero di neutrini elettronici prodotti nel Sole, con una data energia, venissero rilevati senza apprezzabili modifiche sulla Terra, con una diminuzione dovuta soltanto alla distanza che separa il nostro pianeta dalla sua stella.
Man mano che gli esperimenti diventavano sensibili a porzioni sempre più grandi di energie dei neutrini incidenti apparve evidente che il numero di neutrini rilevati era inferiore al numero previsto dalla teoria. In vari esperimenti il numero di questo tipo di neutrini osservato era fra un terzo e la metà di quanto predetto, creando così quello che è stato definito il ''problema dei neutrini solari''.
== Flusso di neutrini stimato teoricamente ==
Il calcolo del flusso di neutrini atteso sulla superficie terrestre viene riportato di seguito. La [[luminosità (astronomia)|luminosità]] del Sole è proporzionale all'energia che si produce al suo interno, nel [[Nucleo solare|nucleo]], per cui dividendo questo valore per l'energia prodotta da una [[reazione nucleare]] – che è un valore conosciuto – si ottiene il numero di reazioni di fusione necessarie a creare quel flusso luminoso, e moltiplicando questo valore per 2 si ottiene una stima per il numero di neutrini espulsi:
:<math>n_\nu = 2 \frac{L}{Q - \langle q_\nu \rangle}</math>
dove ''L'' è la luminosità, ''Q'' è l'energia sviluppata dalla reazione e <math>\langle q_\nu \rangle</math> è l'energia media che ha ogni neutrino emesso dalla reazione.
Poiché <math>L = 3,864 \cdot 10^{26} W</math>, <math>Q = 26,7 \ MeV</math> e <math>\langle q_\nu \rangle = 0,6 \ MeV</math>, si trova che:
:<math>n_\nu = 1,851 \cdot 10^{38} \ \frac{neutrini}{s}</math>
Il numero dei neutrini che vengono ricevuti ogni secondo (''s''), supponendo che essi siano emessi uniformemente in tutte le direzioni (propagazione sferica), è:
:<math>
dove ''R'' è la distanza dal centro di emissione (o raggio della sfera di propagazione). Sostituendo a ''R'' il valore della distanza Terra–Sole si ottiene il flusso teorico di neutrini che raggiunge la Terra:
:<math>\Phi_\nu = 6,588 \cdot 10^{10} \ \frac{neutrini}{s \; \times \; cm^2}</math>
ovvero circa 65 miliardi di neutrini al secondo per ogni centimetro quadrato di superficie.
== Esperimenti ==
Per trattare questo problema, conviene definire una unità di misura che spesso è usata per la presentazione dei risultati: la ''SNU'', definita come il numero di neutrini catturati in un secondo da un rivelatore di <math>10^{36}</math> atomi:
:<math>\
dove ''i'' indica il tipo di reazione che produce neutrini, ''x'' il tipo di rivelatore, <math>\sigma</math> la [[sezione d'urto]] del processo e <math>\phi</math> il flusso di neutrini.
Questa unità di misura è valida per gli esperimenti che usano metodi radiochimici, per quelli che usano lo [[scattering]] i risultati vengono dati in numero di neutrini per unità di tempo e di superficie, rapportati, normalmente, al modello solare standard.
Molti esperimenti per la rilevazione dei neutrini sono realizzati nel sottosuolo, ad esempio in miniere abbandonate o in strutture apposite, allo scopo di schermare i rivelatori dai [[raggi cosmici]] e da altre fonti di radiazione.
=== Esperimento Homestake ===
{{Vedi anche|Esperimento Homestake}}
La prima evidenza del problema dei neutrini solari si ebbe intorno alla fine degli anni '60, quando [[Raymond Davis Jr.|R. Davis]] realizzò l'[[esperimento Homestake]], il primo volto alla rilevazione dei neutrini solari, nella [[miniera di Homestake]], nel [[Dakota del Sud]], [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]].
Il rivelatore usato nell'esperimento fu il [[cloro]]-37: esso è presente con una abbondanza di circa il 25% in natura, è un elemento facilmente reperibile, assorbe neutrini ad energie non troppo alte (si possono rivelare i neutrini del ramo del [[boro]]-8), e inoltre si ha una buona [[sezione d'urto]] per assorbimento. La reazione usata è il [[decadimento beta]] inverso (<math>p+e^-\rightarrow \nu_e+n </math>):
:<math>\nu_e + \; ^
L'[[energia di soglia]] per la reazione è di circa {{M|0,8|ul=MeV}}, ciò permette di rivelare la maggior parte dei neutrini che arrivano sulla Terra, salvo quelli della reazione ''pp''.
Il tempo di raccolta dei dati era sufficientemente lungo (da uno a circa tre mesi) da ottenere una certa stabilità (si noti che l'[[argon]] viene prodotto dal cloro, ma esso decade, con vita media di 35 giorni, in cloro).
Al termine del tempo di rilevamento dei dati l'argon veniva estratto dalla soluzione, con efficienze di raccolta superiore al 95%.
Dalla configurazione dell'apparato sperimentale si otteneva che, ad un atomo di argon ottenuto, corrispondeva un tasso di cattura di 5,26 SNU; il valore di fondo atteso per l'esperimento era di <math>0,4 \pm 0,16 \ SNU</math> per ogni ciclo di raccolta dati.
Questo esperimento durò fino al 1994, ed il risultato totale ottenuto dai dati raccolti fu:
:<math>\
contro un valore atteso (calcolato sulla base del modello {{Chiarire|BP(05)}}) di:
:<math>\Phi_\nu = 8,1 \pm 1,3 \ SNU</math>
Il risultato, quindi, mette in evidenza il fatto (conosciuto già negli anni '60 al tempo delle prime raccolte di dati), che si ha un deficit di circa il 2/3 nel numero totale di neutrini rivelati ed è proprio questo deficit a determinare il ''problema dei neutrini solari''.
=== GALLEX / GNO ===
Questo esperimento usa come rivelatore il [[Gallio (elemento chimico)|gallio]], al posto del cloro, sfruttando la reazione:
:<math>\nu_e + \; ^{71}Ga \rightarrow e^- + \; ^{71}Ge</math>
la cui energia di soglia è di 0,233 MeV, ciò che permette di rivelare anche i neutrini della reazione ''pp''.
I risultati complessivi di questi due
:<math>\Phi_\nu = 77,5 \pm 6,2 ^{+ 4,3} _{- 4,7} \ SNU</math>
per l'esperimento
:<math>\Phi_\nu = 62,9 ^{+ 5,5} _{- 5,3} \pm 2,5 \ SNU</math>
per l'esperimento
:<math>\Phi_\nu = 126 \pm 10 \ SNU</math>
=== SAGE ===
Le principali differenza rispetto al precedente esperimento sono nel tipo di rivelatore (Gallio metallico, invece che liquido)
Il risultato per questo esperimento è stato di:
:<math>\Phi_\nu = 70,8 ^{+ 5,3} _{- 5,2} \; ^{+3,7} _{-3,2} \ SNU</math>
contro un flusso
:<math>\Phi_\nu = 126 \pm 10 \ SNU</math>
===
{{Vedi anche|Kamiokande|Super-Kamiokande}}
Questo esperimento, realizzato in [[Giappone]], fu pensato originariamente per rivelare il [[decadimento del protone]] (Kamiokande I) e solo in un secondo momento fu usato, dopo alcune modifiche, per misurare il flusso di neutrini solari (Kamiokande II).
Il processo usato per rivelare i neutrini si basa sullo [[scattering]] su elettroni e non su un metodo radiochimico, per cui semplice acqua purificata è sufficiente come rivelatore.
La reazione su cui si basa è:
:<math>\nu_e + e^- \rightarrow \nu_e + e^-</math>
in cui lo stato finale delle due particelle è differente da quello iniziale.
L'elettrone scatterato viene rilevato tramite emissione di [[Effetto Čerenkov|radiazione Čerenkov]].
L'apparato, situato ad una profondità di {{M|1000|ul=m}}, nella miniera di Kamioka, è stato posto in un contenitore cilindrico di [[acciaio]], di capacità di circa {{M|1200|ul=t}} di acqua ma come rivelatore furono usate solo le {{M|680|u=t}} più interne per problemi di schermaggio da [[raggio cosmico|raggi cosmici]] e sorgenti radioattive naturali.
L'intero apparato era circondato da circa 950 [[fotomoltiplicatori]] che raccoglievano i [[Fotone|fotoni]] emessi, trasformando questo debole segnale in un segnale elettrico misurabile.
L'energia di soglia originaria di questo esperimento era di 9 MeV, abbassata a 7,5 MeV, dopo alcune modifiche (Kamiokande III). Questo lo rende sensibile solo ad una frazione del flusso totale di neutrini provenienti dal Sole.
Il rivelatore Super - Kamiokande consiste, in effetti in un miglioramento del rivelatore Kamiokande, messo in funzione nel [[1996]].
Innanzitutto, il volume d'acqua era molto più grande di quello della prima versione e pari a 50000 tonnellate, il volume ''di fiducia'' aumentato, quindi, a 22500 tonnellate ed il numero di fotomoltiplicatori è stato aumentato a 13000 (S-K I).
Sfortunatamente il 21 novembre 2001 un incidente fece implodere circa la metà dei fotomoltiplicatori a causa dell'elevata pressione, e fu rimesso in funzione ridistribuendo i tubi rimasti intatti sulla superficie totale del rivelatore (S-K II).
Nel 2005 fu intrapreso il lavoro di riportare l'apparato alla sua forma originale, lavoro che dovrebbe essere finito nel 2006 (S-K III).
I risultati di questi esperimenti e di quelli basati su questo tipo di configurazione sono raccolti in tempo reale, contrariamente agli esperimenti basati su metodi radiochimici.
I risultati totali (per il S-K riporto i dati più aggiornati) ottenuti da questi due esperimenti e basati sulla rivelazione di
:<math>K: \; \; \Phi_\nu = (2,80 \; \pm \; 0,19 \; \pm \; 0,33) \times 10^{6} \; cm^{-2} \; s^{-1}</math>
:<math>S</math> -<math>K: \; \; \Phi_\nu = (2,35 \; \pm \; 0,02 \; \pm \; 0,08) \times 10^{6} \; cm^{-2} \; s^{-1}</math>
Contro un flusso stimato di:
:<math>\Phi_\nu = (5,69 \; \pm \; 0,91) \times 10^{6} \; cm^{-2} \; s^{-1}</math>
====
Si noti che questo esperimento, grazie alla forte correlazione della luce emessa con la direzione della particella incidente, fu il primo esperimento in assoluto a confermare l'emissione di neutrini da parte del
Inoltre, in questi due esperimenti
I risultati ottenuti dall'esperimento S - K sono stati:
:<math>A_{DN} = \frac{D - N}{0,5 \; (D + N)} = -0,021 \; \pm \; 0,020 \; ^{+0,013}_{-0,012}</math>
Inoltre, la reazione usata per la rivelazione dei neutrini non è sensibile solo ai neutrini di tipo elettronico (contrariamente ai metodi radiochimici), ma a tutte le tre specie di neutrini
=== SNO ===
In questo esperimento
Questo tipo di esperimento usa le seguenti interazioni per rivelare i neutrini; lo scattering elastico:
:<math>\nu_e + e^- \rightarrow \nu_e + e^-</math>
l'interazione di corrente neutra:
:<math>\nu_e + d \rightarrow \nu_e + p + n</math>
:<math>\nu_x + d \rightarrow \nu_x + p + n</math>
e l'interazione di corrente carica:
:<math>\nu_e + d \rightarrow p + p + e^-</math>
Si noti che sia lo scattering elastico che la reazione di corrente neutra sono sensibili ai tre tipi di neutrino, mentre l'interazione di corrente carica è sensibile solo ai neutrini elettronici.
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In una prima fase il neutrone era catturato dal deuterio, ma con bassa efficienza, per aumentare questo valore 2 tonnellate di sale (NaCl) sono state sciolte nell'acqua in una seconda fase dell'esperimento.
I
:<math>ES: \; \; \Phi_\nu = (2,39 \; ^{+0,24}_{-0,23} \; \pm 0,12) \times 10^6 \; cm^{-2} s^{-1}</math>
:<math>CC: \; \; \Phi_\nu = (1,76 \; ^{+0,06}_{-0,05} \; \pm 0,09) \times 10^6 \; cm^{-2} s^{-1}</math>
:<math>NC: \; \; \Phi_\nu = (5,09 \; ^{+0,44}_{-0,43} \; ^{+0,46}_{-0,43}) \times 10^6 \; cm^{-2} s^{-1}</math>
mentre per la fase con il sale disciolto in acqua i risultati sono:
:<math>ES: \; \; \Phi_\nu = (2,35 \; \pm 0,22 \; \pm 0,15) \times 10^6 \; cm^{-2} s^{-1}</math>
:<math>CC: \; \; \Phi_\nu = (1,68 \; \pm 0,06 \; ^{+0,08}_{-0,09}) \times 10^6 \; cm^{-2} s^{-1}</math>
:<math>NC: \; \; \Phi_\nu = (4,94 \; \pm 0,21 \; ^{+0,38}_{-0,34}) \times 10^6 \; cm^{-2} s^{-1}</math>
contro un flusso
:<math>\Phi_\nu = (5,69 \; \pm \; 0,91) \times 10^{6} \; cm^{-2} \; s^{-1}</math>
=== Altri esperimenti ===
Altri esperimenti sono in corso di costruzione e di progettazione per trovare una soluzione
* '''[[Borexino]]''':
*'''Icarus''': ha preso dati ai Laboratori nazionali del Gran Sasso dell'INFN: questo esperimento si basa sulla rivelazione di un evento tramite una camera a proiezione temporale (il materiale all'interno della camera è dell'Argon liquido), e la rivelazione è rivolta sia ai neutrini solari che a quelli atmosferici; esistono regole di selezione per distinguere i due tipi di eventi. Dal 2010 al 2012 il rivelatore è stato inoltre attivo nella rivelazione del fascio di neutrini prodotto all'acceleratore [[Super Proton Synchrotron|SPS]] del [[CERN]] a Ginevra<ref>{{Cita web|url=http://www.media.inaf.it/2014/12/10/il-gigante-icarus-muove-dal-gran-sasso/|titolo=Il gigante ICARUS muove dal Gran Sasso|autore=Antonella Varaschin|sito=MEDIA INAF|accesso=2017-03-02}}</ref>.
*'''Heron''': anche questo esperimento si basa sulla rivelazione di scattering elastico di un neutrino ed un elettrone, e si propone di misurare principalmente i neutrini della reazione pp e del boro-7 (i più difficili a rivelare perché di bassa energia).
Molti altri esperimenti rimangono, per ora, solo alla fase di progetto e di studio, in attesa di finanziamenti<ref>{{Cita web|url=http://cupp.oulu.fi/neutrino/index.html|titolo=The Ultimate Neutrino Page|sito=cupp.oulu.fi|accesso=2022-11-21}}</ref>.
Di seguito sono riportati i dati degli esperimenti, dove l'energia di soglia indica su che porzione di spettro energetico dei neutrini l'esperimento è sensibile.<ref>{{cita libro|cognome=Giunti |nome=Carlo|coautori=Chung W. Kim|titolo=Fundamentals of Neutrino Physics and Astrophysics|anno=2007|editore=Oxford University Press|città=New York|lingua=inglese|isbn=978-0-19-850871-7|pagine=369}}</ref>
{|class="wikitable" style="text-align:center;"
!Esperimento!!Anni!!Reazione<ref><math>\alpha = e,\mu,\tau</math></ref>!!Energia di soglia (MeV)!!<math>\frac{R^{esp}}{R^{\mathrm{BP04}}_{\mathrm{bf}}}</math><ref>Il rapporto <math>\frac{R^{esp}}{R^{\mathrm{BP04}}_{\mathrm{bf}}}</math> è il rapporto tra il flusso di neutrini misurato e quello calcolato teoricamente.</ref>
|-
|[[GALLEX/GNO]]
|1991-1996/1998-2003
|rowspan=2|<math>\nu_e+{}^{71}\mathrm{Ga}\to{}^{71}\mathrm{Ge}+e^-</math>
|rowspan=2|0.233
|0.529±0.042
|-
|[[Soviet-American Gallium Experiment|SAGE]]
|1990-2006
|0.540±0.040
|-
|[[Homestake]]
|1970-1995
|<math>\nu_e+{}^{37}\mathrm{Cl}\to{}^{37}\mathrm{Ar}+e^-</math>
|0.814
|0.301±0.027
|-
|[[Kamiokande]]
| -1995
|rowspan=2|<math>\nu_\alpha+e^-\to\nu_\alpha+e^-</math>
|6.7
|0.484±0.066
|-
|[[Super-Kamiokande]]
|1996-2001
|4.7
|0.406±0.014
|-
|rowspan=3|[[Sudbury Neutrino Observatory|SNO]] - D<sub>2</sub>O
|rowspan=3|1999-2001
|<math>\nu_\alpha+d\to p+p+e^-</math>
|6.9
|0.304±0.019
|-
|<math>\nu_\alpha+d\to p+n+\nu_\alpha</math>
|2.224
|0.879±0.111
|-
|<math>\nu_\alpha+e^-\to\nu_\alpha+e^-</math>
|5.7
|0.413±0.047
|-
|rowspan=3|[[Sudbury Neutrino Observatory|SNO]] - NaCl
|rowspan=3|2001-2003
|<math>\nu_e+d\to p+p+e^-</math>
|6.9
|0.290±0.017
|-
|<math>\nu_\alpha+d\to p+n+\nu_\alpha</math>
|2.224
|0.853±0.075
|-
|<math>\nu_\alpha+e^-\to\nu_\alpha+e^-</math>
|5.7
|0.406±0.046
|}
== Soluzioni ==
Il problema dei neutrini solari nacque con la prima pubblicazione negli anni '70 dei primi risultati dell'esperimento di Homestake. Da allora molte soluzioni furono proposte per risolverlo, da alcune modificazioni dei modelli solari ad altre ipotesi come la trasformazione di neutrini in neutrini sterili, che non reagiscono, o al decadimento del neutrino.
La prima spiegazione per interpretare il difetto di neutrini solari era che il modello solare fosse errato, per esempio si riteneva che fossero erronee le stime della [[temperatura]] e della [[pressione]] all'interno del Sole. In altre parole, poiché il flusso di neutrini è una misura del tasso di reazioni nucleari, venne ipotizzato che queste reazioni si fossero temporaneamente interrotte. Poiché occorrono migliaia di anni affinché il calore generato all'interno del Sole emerga sulla superficie della nostra stella per poi essere emesso come radiazione e giungere alla Terra, rispetto ai neutrini che praticamente non interagiscono e arrivano sul nostro pianeta alla [[velocità della luce]] sin dal momento dell'emissione, l'effetto non sarebbe immediatamente verificabile.
Queste ipotesi vennero confutate grazie agli studi di [[eliosismologia]], lo studio di come le [[Onda di pressione|onde di pressione]] (l'equivalente delle [[onde sismiche]] terrestri) si generano e propagano nel Sole, che hanno condotto ad esperimenti con cui è stato possibile misurare le temperature all'interno del Sole, e queste sono risultate in accordo con il modello solare standard.
In seguito, vennero realizzate osservazioni dettagliate dello spettro dei neutrini incidenti con esperimenti più avanzati i cui risultati non potevano essere interpretati con modifiche al modello solare standard, come confermano i risultati sperimentali di SNO: il flusso misurato delle interazioni in corrente neutra, che è sensibile ai tre tipi di neutrino, è sostanzialmente in accordo con il flusso totale teorico atteso.
Attualmente si ritiene, quindi, che il problema dei neutrini solari risulti da una inadeguata comprensione delle proprietà di queste particelle. Esperimenti recenti suggeriscono, infatti, che i neutrini possiedono una massa e che possono trasformarsi da un tipo all'altro "in volo", un fenomeno definito [[oscillazione del neutrino|oscillazione]]. I neutrini solari mancanti sarebbero quindi dei neutrini elettronici che si sono trasformati in uno degli altri due tipi lungo il tragitto, sfuggendo così ai rivelatori più datati.
== Note ==
<references />
== Voci correlate ==
*[[Oscillazione del neutrino]]
*[[Neutrino]]
*[[Modello standard]]
*[[Problema dei neutrini atmosferici]]
== Collegamenti esterni ==
*{{cita web|http://cupp.oulu.fi/neutrino/index.html|The Ultimate Neutrino Page}}
*{{cita web|http://pdg.lbl.gov/|The review of Particle Physics}}
{{
{{Portale|fisica|sistema solare}}
[[Categoria:Neutrini]]
[[Categoria:Raggi cosmici]]
[[Categoria:Sole]]
|