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{{Nota disambigua|l'antica città romana|Doclea (città)}}{{Stato storico
|nomeCorrente = Dioclea
|nomeCompleto =
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|motto =
|lingua ufficiale =
|lingua = [[Lingue slave meridionali|slavo meridionale antico]], [[Lingua slava ecclesiastica antica|slavo ecclesiastico antico]], [[Lingua greca bizantina|greco bizantino]], [[Lingua illirica|illirico]]-[[Lingua albanese|albanese]]?
|capitale principale = [[Podgorica|Ribnica]] (più tardi anche [[Antivari]] e [[Scutari]])
|altre capitali =
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|ultimo capo di stato =
|stato successivo = [[Rascia|Gran principato di Rascia]]
|evento finale = [[Stefano Prvovenčani|Stefano II]] assume il titolo di re[[Sovrani di Serbia|Re dei Serbi]]
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|produzioni =
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|classi sociali =
}}
La '''Doclea''' (in [[Lingua montenegrinaserbo-croata|montenegrinoserbo-croato]]: Дукља, ''/Duklja'') era uno stato medievale[[Slavi|slavo]] montenegrinomedievale, localizzato tra l'attuale [[Montenegro]] e l'[[Albania]]. Comprendeva territori lungo il corso del [[Zeta (fiume)|fiume Zeta]], intorno al [[Lago di Scutari]] e alle [[Bocche di Cattaro]], e si estendeva in parte dell'attuale [[Erzegovina]].
 
Il suo nome deriva da una antica [[Doclea (città)|città omonima]], i cui resti si trovano vicino a [[Podgorica]], nella [[Provincia (storia romana)|provincia romana]] ''Praevalitana'', abitata dalla popolazione [[illiri]]ca dei ''Docleatae''.
La Doclea verso il XIII secolo venne rinominata in [[principato di Zeta]], poco prima della sua unione con il gran principato di [[Rascia]].
 
== Le origini ==
Nel [[IV secolo a.C.]] le popolazioni [[illiri]]che che vivevano nei [[Penisola balcanica|Balcani]] costituirono un regno con capitale nella città di [[Scutari]]. Tra i villaggi che costruirono, alla confluenza tra i fiumi Zeta e [[Morača]], fondarono ''[[Doclea (città)|Dioclea]]'', nei pressi dell'attuale [[Podgorica]]. Nel [[168 a.C.]], [[Repubblica Romana|Roma]] portò a termine la campagna di conquista dell'[[Illiria]] e pose fine alla sua indipendenza. Con la conquista romana iniziò una campagna di latinizzazione delle popolazioni autoctone. Dopo il crollo dell'[[Impero Romano d'Occidente]], l'area, che dal [[395]] era divisa tra [[Roma]] e [[Costantinopoli]], rientrò tutta nei possedimenti dell'[[Impero bizantino]].
 
Nel [[VI secolo]], alcune [[tribù]] [[Slavi|slave]] si spostarono nei Balcani:, tribùtra slavei diterritori originecostieri dell'[[BielorussiaMare Adriatico|bielorussaAdriatico]] sie stanziaronol'entroterra. neiLa territoriDoclea costierivenne invasa dalle tribù slave, sia dell'[[MareCroati|croate]] Adriaticoche [[Serbi|Adriaticoserbe]], mentrele tribùquali disi stirpeandarono montenegrinaa provenientimescolare dallacon zona del[[illiri]], [[ElbaCiviltà (fiume)romana|fiumeromani]], Elba[[albanesi]] sie stabilirono nell'entroterra[[valacchi]].<ref>[{{Cita web|lingua=cnr|url=http://www.newmontenegro.eu/cultura/etnogenesi.aspx|titolo=New http://Montenegro.eu - Arte e Cultura - Storia e Mitopoiesi - Etnogenesi|sito=www.newmontenegro.eu/cultura/etnogenesi.aspx]|accesso=2025-02-09}}</ref>
 
Il ''[[De administrando imperio]]'' riporta che l'[[Illiria]] (provincia [[Praevalitana]]) fu invasa dagli [[Avari]]. L'imperatore [[Eraclio I]] chiese aiuto contro di loro ai [[Serbia bianca|Serbi bianchi]] della [[Lusazia]] che, guidati dall'"[[arconteArconte sconosciuto]] conosciuto'".<ref name="Serbi bianchi" >[[Constantino VII Porfirogenito]], ''[[De Administrando Imperio]]'', Cap. XXXII</ref> Attorno al 629-630 gli slavi occuparono le terre invase dagli Avari, liberandole e l'imperatore come ricompensa concesse l'autorizzazione formale a insediarsi nella [[Tessaglia]], per poi migrare più a nord.<ref name="Curta">{{Cita libro|cognome=Curta|nome=Florin|linkautorecognome=Florin Curta|titolo=The Making of the Slavs: History and Archaeology of the Lower Danube Region, c. 500–700|anno=2001|editore=Cambridge University Press|url=https://books.google.it/books?redir_esc=y&id=Y0NBxG9Id58C&pg=PA43#v=onepage&q&f=false|anno=2001|editore=Cambridge University Press|lingua=eng|linkautore=Florin Curta}}</ref>.
 
Tuttavia già in precedenza, nel 615, tutti i Balcani erano considerati ''Sklavinia'' – abitati o sotto il controllo degli slavi<ref>{{Cita libro|cognome=Jenkins|nome=Romilly James Heald|cognome=Jenkins|titolo=Byzantium: The Imperial Centuries, AD 610-1071|url=https://books.google.com/books?id=O5JqH_NXQBsC&pg=PA45|data=1987|editore=University of Toronto Press|lingua=eng|p=45|isbn=978-0-8020-6667-1|p=45}}</ref> e l'imperatore [[Eraclio I]] nel 622 aveva già costituito una confederazione di [[protettorato|protettorati]], tra cui la Doclea, quali [[Stato cuscinetto|stati-cuscinetto]] da contrapporre alle scorrerie delle popolazioni più a nord in territorio bizantino.
Questo tipo di entità statale (in latino medievale ''comitatus'') fu poi nota come "giuppania" (in [[Lingua montenegrinaserbo-croata|montenegrinoserbo-croato]] ''župa'', ossia governate da ununo ''[[Zupano|župan]]'').
Tradotte a volte come contee o principati, erano formalmente sotto la sovranità bizantina, ma di fatto si autogovernavano.
 
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[[File:JovanVladimirSlika.jpg|thumb|Jovan Vladimir]]
 
Oltre a promuovere l'evangelizzazione, l'imperatore fece si che la Doclea divenisse vassallo del Gran principato di [[Rascia]], retto dalla famiglia dei Vlastimirovići[[Vlastimirović]] (Властимировићи), mantenendo, comunque, una certa autonomia.
Sotto il regno dello župan di Rascia [[Vlastimir]] (Властимир, [[825]]-[[850]]), i Serbiserbi si ribellarono al potere bizantino e a quello dei religiosi cristiani: i pochi mercenari di [[Costantinopoli]] furono scacciati insieme al clero greco. Sotto il regno di [[Mutimir]] (Мутимир, [[860]] - [[891]]), invece, dopo la vittoria contro i [[Primo impero bulgaro|Bulgari]] che avevano aggredito i principati serbi, per acquistare alleati tra gli stati cristiani, si decise la conversione al Cristianesimo anche degli ultimi pagani presenti nelle terre della Doclea.
 
Il principe [[Časlav Klonimirović]] (Часлав Клонимировић, [[927]]-[[950]]) unificò i principati di [[Zaclumia]], [[Pagania]], [[Travunia]], Doclea e [[Rascia]], Croazia e [[Bosnia]] in un unico Stato che, però si dissolse appena dopo la sua morte. Tra i principati serbi, allora, la Doclea iniziò ad assumere una posizione sempre più di prestigio: suoi emissari governavano anche le enclavi bizantine di [[Cattaro]], [[Antivari]] e [[Dulcigno]] che furono obbligate a versare tributi al sovrano di Doclea.
 
Quando l'imperatore [[Giovanni I Zimisce]] ([[969]]-[[976]]) invase e conquistò la Rascia, il suo župan si rifugiò in Doclea presso l'arconte [[Predimir]] (il primo sovrano di Doclea di cui si conosce il nome) che il popolo chiamava re, gli diede in sposa la figlia Prechvala e si dichiarò suo vassallo. Predimir organizzò una ribellione popolare in Rascia e, quando i Greci furono cacciati, la Rascia divenne uno Stato vassallo della Doclea. Dopo la morte di Predimir, salì al trono il figlio Silvestro, cui successe il figlio Hlavimir che divise il regno tra i suoi tre figli. Alla morte di Hlavimir, il figlio Petrislav riunificò parte dei possedimenti paterni e si insediò in Doclea. Quando anche Petrislav morì, il trono passò a suo figlio [[Jovan Vladimir]] (Јован Владимир).
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== L'XI secolo ==
[[File:Srpski kralj Mihajlo.jpg|thumb|Mihailo Vojisavljević]]
L'[[XI secolo]] fu per la regione un periodo di grandi conflitti tra gli stati slavi e con [[Impero bizantino|Bisanzio]]. L'inizio del secolo fu caratterizzato dall'anarchia seguita alla ribellione del popolo di [[Cattaro]] contro Dragomir che nel [[1018]] fu linciato dalla folla. Il figlio di Dragomir, [[Stefano Vojislav|Vojislav]] (Војислав), anche chiamato Dobroslav, per un certo tempo non ebbe alcun potere e visse in povertà, ma si adoperò per sollevare il popolo contro l'Imperatore. Nel [[1034]] fu nominato capo di un movimento per la liberazione delle terre costiere dell'[[Mare Adriatico|Adriatico]]. Nonostante questo, considerato controparte affidabile da Costantinopoli, assicurò la fedeltà della sua gente all'Impero, fu insignito del titolo di ''Stefano'' (Стефан, dal [[Lingua greca|greco]] Στέφανος che significa ''corona''), ossia ''incoronato'', quindi, legittimo vassallo di Bisanzio, e si proclamò ''arconte''[[Sovrani di Serbia|Arconte dei Serbi]]. Acquistato pienamente il potere, nel [[1035]] guidò una sommossa. Le armate serbe furono sconfitte e Stefano Vojislav arrestato nell'estate del [[1036]]. L'imperatore mandò uno stratega a governare in suo nome le terre di Doclea. Fuggito dalla prigione, tornò a guidare la rivolta che, nel [[1038]] riuscì. Lo stratega fu cacciato e Vojislav creò uno Stato serbo che si estendeva dal [[Lago di Scutari]] ai monti Hum. Portò aiuto anche a tutte le rivolte slave che stavano sorgendo nei Balcani da [[Belgrado]] a [[Skopje]].
 
Nel [[1040]] emissari di Vojislav andarono nella baia di Doclea a rubare il carico d'oro che una nave bizantina aveva perduto in un naufragio. Quest'azione portò una grande ricchezza nelle casse del sovrano, ma indispettì l'imperatore che inviò un'armata per recuperare l'oro e punire i Serbiserbi. I bizantini furono battuti. Poiché, nel frattempo si sollevò, anche la [[Primo impero bulgaro|Bulgaria]], impegnando le forze militari bizantine, Costantinopoli non reagì ulteriormente.
 
[[File:Istanbul.Hagia Sophia072.Monomuhos.jpg|thumb|upright=0.7|left|Costantino Monomaco]]
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Intorno al [[1050]] Stefano Vojislav morì e gli succedette il figlio [[Mihailo Vojisavljević|Mihailo]] che dovette subito sedare una rivolta in [[Travunia]] e che si affrettò a rinnovare la promessa di fedeltà a Bisanzio, sposando una nipote di Costantino IX. L'imperatore gli concesse il titolo di ''protospator'' e per 20 anni i rapporti tra la Doclea e l'Impero furono pacifici. La capitale della Doclea fu fissata a [[Cattaro]].
 
Nel [[1055]] si consumò il grande [[Scisma d'Oriente-Occidente|scisma d'Oriente]] tra la [[Chiesa cristiana ortodossa]] e quella [[Chiesa cattolica|cattolica]]. La Doclea si trovò al centro di questa divisione. Mihailo si dichiarò fedele al Papato e chiese, però, la creazione di una Chiesa autocefala. [[Papa Alessandro II]] rispose con la creazione di una [[arcidiocesi di Antivari|diocesi ad Antivari]] nel [[1067]]. Quando nel [[1071]] l'imperatore [[Romano IV Diogene|Romano IV]] venne catturato da [[Selgiuchidi|Turchi selgiucidi]] dopo la [[battaglia di Manzicerta]], Mihailo interruppe le relazioni con Bisanzio e nel [[1072]] inviò suo figlio [[Konstantin Bodin]] (Константин Бодин) a combattere a fianco dei ribelli macedoni contro l'Impero per liberare la Bulgaria. L'esercito di Costantino riportò numerose vittorie e egli stesso fu incoronato imperatore[[Imperatore di Bulgaria|Imperatore dei bulgariBulgari]] col nome di Pietro III. Mihailo, approfittando della situazione positiva, attaccò, alleandosi ai [[Croati]] le città costiere della Dalmazia. La sorte, però, divenne sfavorevole a Bodin, e ben presto fu sopraffatto e arrestato dalle forze bizantine che si mossero anche verso la [[Dalmazia]] per recuperarla dalla conquista di Mihailo. Nel [[1074]] fu siglata una tregua. Nel [[1076]] Mihailo conquistò [[Ragusa (Croazia)|Ragusa di Dalmazia]] e nello stesso anno fu incoronato da un emissario di [[papa Gregorio VII]] ''Re degli Slavi''. Con l'aiuto di commercianti veneziani, riuscì a liberare suo figlio Bodin dalla prigionia a Costantinopoli e gli fece sposare nel [[1080]] la figlia del principe [[Normanni|normanno]] [[Roberto il Guiscardo]]. Mihailo continuò a dichiararsi fedele a Roma per uscire dall'influenza bizantina, ma, contemporaneamente, favorì il [[rito bizantino]] per non soggiacere totalmente al Papa.
 
Costantino Bodin successe al padre Mihailo nel [[1081]]. Quando i Normanni e Bisanzio si affrontarono in guerra, Bodin rimase neutrale anche se ufficiosamente aiutò i Normanni, e contemporaneamente conquistò la [[Rascia]] e la [[Bosnia]]. Difese apertamente [[papa Urbano II]] nella sua lotta con l'[[antipapa Clemente III]] e per questo il Pontefice, l'8 gennaio [[1089]] elevò la [[arcidiocesi di Antivari|diocesi di Antivari]] ad [[arcidiocesi]] con giurisdizione su [[Rascia]] e [[arcidiocesi di Doclea|Doclea]] (Serbia), [[Arcidiocesi di Đakovo-Osijek|Bosnia]], [[Travunia]] e [[Zaclumia]], [[diocesi di Cattaro|Cattaro]] e [[diocesi di Dulcigno|Dulcigno]].
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È in questo periodo che il nome di Doclea viene ufficialmente cambiato in [[Principato di Zeta]].
 
[[Stefano Prvovenčani|Stefano II]] nel [[1217]] assunse il titolo di re[[Sovrani di Serbia|Re dei Serbi]]. Da quel momento la Doclea, benché titolare di una certa autonomia, sarà parte integrante della Serbia e sottoposta ad un'adesione forzata alla fede ortodossa e ad un processo di assimilazione culturale serbo, voluto dai sovrani della [[dinastia Nemanjić]].
 
== Note ==
<references/>
 
== Voci correlateBibliografia ==
* [[Cronaca del Prete di Doclea]]
* [[Storia del Montenegro]]
* [[Storia della Serbia]]
* [[Sovrani di Serbia]]
 
== Bibliografia e link ==
* {{cita web|1=http://www.heritage.cg.yu/spomenici/duklja_e.htm|2=Ancient Doclea|lingua=en|accesso=26 dicembre 2007|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090129170221/http://www.heritage.cg.yu/spomenici/duklja_e.htm|dataarchivio=29 gennaio 2009|urlmorto=sì}}
* {{cita web|http://www.njegos.org/mnhistory/histzeta.htm|Serbian state in Zeta (X - XV c.)|lingua=en}}
Line 131 ⟶ 125:
* {{cita web|1=http://www.montenegro.org/duklja.html|2=Doclea in www.montenegro.org|lingua=en|accesso=26 dicembre 2007|urlarchivio=https://web.archive.org/web/19970116032145/http://www.montenegro.org/duklja.html|dataarchivio=16 gennaio 1997|urlmorto=sì}}
* {{cita web|http://www.newmontenegro.eu/|New Montenegro}}
 
== Voci correlate ==
* [[Cronaca del Prete di Doclea]]
* [[Storia del Montenegro]]
* [[Storia della Serbia]]
* [[Sovrani di Serbia]]
 
== Altri progetti ==