Tragelaphus scriptus: differenze tra le versioni

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Il '''tragelafo settentrionale''' ('''''Tragelaphus scriptus''''' {{zoo|([[Peter Simon Pallas|Pallas]]|1766)}}), noto anche come ''bushbuck'' (dal termine [[Lingua afrikaans|afrikaans]] ''bosbok'', cioè «antilope della boscaglia»), è un'[[Antilopinae|antilope]] di media taglia diffusa in [[Africa subsahariana]] nella regione [[Sudan (regione)|sudanese]] e [[Guinea (regione)|guineana]]. Fino a poco tempo fa, con le sue quattro [[sottospecie]] veniva classificato insieme al tragelafo meridionale (''[[Tragelaphus sylvaticus|T. sylvaticus]]'') in una specie unica, il tragelafo striato, ma le ricerche genetiche hanno dimostrato l'esistenza di due [[Complesso di specie#Concetti correlati|specie criptiche]].<ref name="WM">{{cita pubblicazione | autore=T. Wronski e Y. Moodley | anno=2009 | titolo=Bushbuck, harnessed antelope or both? | url=http://cmsdata.iucn.org/downloads/gnusletter_vol_281.pdf | rivista=Gnusletter | volume=28 | numero=1 | pp=18-19 | accesso=27 febbraio 2020 | dataarchivio=8 luglio 2011 | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110708184722/http://cmsdata.iucn.org/downloads/gnusletter_vol_281.pdf | urlmorto=sì }}</ref><ref name=Moodley2009>{{cita pubblicazione | autore=Y. Moodley ''et al.'' | data=settembre 2009 | url=https://www.academia.edu/13779659 | titolo=Analysis of mitochondrial DNA data reveals non-monophyly in the bushbuck (''Tragelaphus scriptus'') complex | rivista=Mammalian Biology | volume=74 | numero=5 | pp=418-422 | doi=10.1016/j.mambio.2008.05.003 | accesso=7 aprile 2021}}</ref>
Il '''tragelafo striato''' ('''''Tragelaphus scriptus''''' <span style="font-variant: small-caps">[[Peter Simon Pallas|Pallas]], [[1766]]</span>) è un [[Mammalia|mammifero]] [[Artiodactyla|artiodattilo]] della [[Famiglia (tassonomia)|famiglia]] dei [[Bovidae|Bovidi]].
 
== Descrizione ==
Il tragelafo striato è l'[[antilope]] più piccola del [[Genere (tassonomia)|genere]] ''[[Tragelaphus]]'' al quale appartengono, fra l'altro, i [[Tragelaphus angasii|nyala]], i [[Kudu|cudù]] ed i [[Tragelaphus spekii|sitatunga]]<ref>Moodley et al. Analysis of mitochondrial DNA data reveals non-monophyly in the bushbuck (Tragelaphus scriptus) complex. 2008</ref>. È alto all'incirca 70-76 cm e pesa dai 50 agli 80 kg. Il colore del dorso e dei fianchi va da fulvo chiaro nelle femmine al marrone scuro nei maschi, che sono anche più scuri nelle parti inferiori. Il corpo è abbondantemente macchiettato e striato di bianco; vi sono svariate macchie di bianco sulla gola, due macchie sulle guance al disotto degli occhi e tracce di bianco attorno alle labbra e al mento. Inoltre, strisce bianche sono presenti nella parte interna delle zampe, invece sul corpo vi sono varie macchie e strisce in tutte le direzioni. Il disegno di queste, infatti, varia notevolmente nelle 8 [[sottospecie]] esistenti.
 
I maschi sono notevolmente più grandi delle femmine; possiedono una folta «criniera», presente lungo tutto il dorso, che erigono ogni qualvolta sono in preda ad inquietudine, nonché un paio di [[Corno (biologia)|corna]] aguzze, la cui lunghezza può raggiungere i 55 cm. A volte, ma molto raramente, anche le femmine sono dotate di corna. Nei maschi, ad ogni modo, esse si attorcigliano più di una volta e sono dotate di «carena» sia sulla parte anteriore che su quella posteriore. Spesso i vecchi maschi hanno chiazze spelate attorno al collo, dovute allo sfregamento delle punte di dette lunghe corna contro il pelo ogni volta che volgono la testa all'indietro per passare nel fitto sottobosco.
 
== Tassonomia ==
{|style="border:1px solid #99B3FF;float:left;background-color:#fff;width:300px;margin-right:10px"
Il tragelafo striato viene suddiviso in otto sottospecie:
|-
|{{clade | style=font-size:90%;line-height:100%;width:300px;
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|1=[[Tragelaphus sylvaticus|Tragelafo meridionale]]
|2='''Tragelafo settentrionale''' }} }} }} }} }} }} }} }}
|2=[[Tragelaphus angasii|Nyala]]}}
|2=[[Tragelaphus imberbis|Cudù minore]] }} }} }} }} }}
<small>Albero filogenetico dei Tragelaphini (Willows-Munro ''et al.'', 2005)
|}
La tassonomia del tragelafo striato, e della tribù [[Tragelaphini]] in generale, è sempre stata oggetto di dibattito: occupando un areale tanto vasto, il tragelafo ha dato origine a un gran numero di varianti geografiche e nell'arco degli anni ne sono state descritte oltre 40 [[sottospecie]]. Per fare chiarezza, nel 2009 Moodley ''et al''. hanno analizzato il [[DNA mitocondriale]] di un gran numero di campioni museali, che sono stati ricondotti a 19 gruppi distinti, alcuni corrispondenti a sottospecie precedentemente descritte, altri appartenenti a razze finora non riconosciute che sono rimaste senza nome. I 19 gruppi sono stati poi ripartiti in due grandi raggruppamenti distinti, settentrionale (''scriptus'') e meridionale (''sylvaticus'').<ref name=Moodley2007>{{cita web | autore=Y. Moodley e M. W. Bruford | anno=2007 | url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC1866246/ | titolo=Molecular biogeography: Towards an integrated framework for conserving pan-African biodiversity | sito=PLoS ONE | p=2:e454}}</ref>
 
Hassanin ''et al.'' (2018) hanno riscontrato una discordanza tra i risultati ottenuti analizzando il DNA mitocondriale e quello nucleare dei cladi ''scriptus'' e ''sylvaticus''. Le analisi del DNA nucleare, infatti, indicano che la linea evolutiva ''scriptus'' è una specie sorella della linea evolutiva ''sylvaticus'', mentre il DNA mitocondriale indica la presenza di aplotipi in comune con il nyala (''[[Tragelaphus angasii]]''). Le due specie presentano anche un diverso cariotipo (numero e disposizione dei cromosomi), in quanto quello di ''scriptus'' sembrerebbe derivare da quello del nyala. Gli studiosi sono giunti alla conclusione che ''T. scriptus'' (ma non ''T. sylvaticus'') si era ibridato con una «specie estinta strettamente imparentata con ''T. angasii''» in epoca preistorica, e che «la divisione in due specie di tragelafo è supportata dalle analisi dei marcatori nucleari e dal cariotipo».<ref>{{cita pubblicazione | autore=Alexandre Hassanin, Marlys L. Houck, Didier Tshikung, Blaise Kadjo, Heidi Davis e Anne Ropiquet | data=1º dicembre 2018 | titolo=Multi-locus phylogeny of the tribe Tragelaphini (Mammalia, Bovidae) and species delimitation in bushbuck: Evidence for chromosomal speciation mediated by interspecific hybridization | url=https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S1055790318304354 | rivista=Molecular Phylogenetics and Evolution | volume=129 | pp=96-105 | doi=10.1016/j.ympev.2018.08.006 | pmid=30121341 | issn=1055-7903}}</ref>
* ''T. s. scriptus'' <span style="font-variant: small-caps">Pallas, 1766</span>;
* ''T. s. bor'' <span style="font-variant: small-caps">Heuglin, 1877</span>;
* ''T. s. decula'' <span style="font-variant: small-caps">Rüppell, 1835</span>;
* ''T. s. fasciatus'' <span style="font-variant: small-caps">Pocock, 1900</span>;
* ''T. s. knutsoni'' <span style="font-variant: small-caps">Lönnberg, 1905</span>;
* ''T. s. meneliki'' <span style="font-variant: small-caps">Neumann, 1902</span>;
* ''T. s. ornatus'' <span style="font-variant: small-caps">Pocock, 1900</span>;
* ''T. s. sylvaticus'' <span style="font-variant: small-caps">Sparrman, 1780</span>.
 
Il tragelafo settentrionale, essendo stato descritto prima del tragelafo meridionale con il nome ''Antilope scripta'' a partire da un esemplare proveniente dal Senegal, ha conservato il nome scientifico originario del tragelafo striato.
== Distribuzione e habitat ==
{{Immagine multipla
A differenza della maggior parte delle antilopi, i tragelafi striati conducono vita solitaria eccetto che nella stagione degli amori e della riproduzione, quando il maschio si unisce al gruppo di una o più femmine e dei rispettivi piccoli. Ma anche allora è raro poterli vedere, poiché, di solito, escono dai loro nascondigli al calar del sole o al mattino presto per riscaldarsi ai suoi raggi. Hanno [[Sistema uditivo|udito]] e [[Vista (senso)|vista]] molto ben sviluppati e, specie nelle zone dove sono spesso disturbati, è pressoché impossibile scorgerli se non dopo cauti e prolungati appostamenti. Sono infatti estremamenti abili nell'aprirsi un cammino nel folto del sottobosco o a servirsi di bassi passaggi presenti nella fitta vegetazione della [[giungla]]. D'altronde, sono capaci di notevoli salti e non temono affatto di gettarsi in acqua per sfuggire agli inseguitori.
| per riga = 2
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| immagine2 = Tragelaphus phaleratus map.svg |larghezza2=320|altezza2=320
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| sotto = Areali delle sottospecie ''scriptus'', ''phaleratus'', ''bor'' e ''decula''
}}
Attualmente le quattro sottospecie riconosciute di tragelafo settentrionale sono:
* ''T. s. scriptus'' {{zoo|(Pallas|1766)}}, diffusa nelle regioni meridionali di [[Mauritania]] e [[Senegal]], nel [[Mali]] sud-occidentale, in [[Gambia]], [[Guinea-Bissau]], [[Guinea]], [[Sierra Leone]] e [[Liberia]] occidentale;<ref name=Western>{{cita libro | autore=J. R. Castelló | anno= 2016 | titolo=Bovids of the Word | editore=Princeton University Press | capitolo=Western Bushbuck | pp=578-579}}</ref>
* ''T. s. phaleratus'' {{zoo|C. H. Smith|1827}}, diffusa nel Mali meridionale, in [[Costa d'Avorio]], nel [[Burkina Faso]] centrale e meridionale, in [[Ghana]], [[Togo]], [[Benin]], negli angoli sud-occidentale e sud-orientale del [[Niger]], in [[Nigeria]] (ad eccezione dell'estremità settentrionale del Paese), nel [[Camerun]] settentrionale e centrale, nel [[Ciad]] meridionale, nella [[Repubblica Centrafricana]] occidentale e centrale, probabilmente nell'angolo nord-occidentale della [[Repubblica Democratica del Congo]], nella [[Guinea Equatoriale]], in [[Gabon]], nella [[Repubblica del Congo]] meridionale e nell'angolo sud-occidentale della Repubblica Democratica del Congo (a nord del fiume [[Congo (fiume)|Congo]]);<ref>{{cita libro | autore=J. R. Castelló | anno= 2016 | titolo=Bovids of the Word | editore=Princeton University Press | capitolo=Central Bushbuck | pp=580-581}}</ref>
* ''T. s. bor'' {{zoo|Heuglin|1877}}, diffusa in Repubblica Centrafricana orientale, Repubblica Democratica del Congo nord-orientale, [[Sudan del Sud]], [[Uganda]] occidentale, [[Kenya]] nord-occidentale e [[Ruanda]];<ref>{{cita libro | autore=J. R. Castelló | anno= 2016 | titolo=Bovids of the Word | editore=Princeton University Press | capitolo=Nile Bushbuck | pp=582-583}}</ref>
* ''T. s. decula'' {{zoo|Rüppell|1835}}, diffusa in tutta l'[[Etiopia]], ad eccezione della [[regione di Gambella]] all'estremità occidentale del Paese, delle zone più elevate, dove è rimpiazzata dalla sottospecie ''meneliki'' del tragelafo meridionale, e dei bacini idrografici del [[Giuba (fiume)|Giuba]] e dell'[[Uebi Scebeli]] nel sud-est del Paese. È inoltre presente nell'[[Eritrea]] meridionale, nel [[Gibuti]] sud-occidentale, nell'estremità sud-orientale del [[Sudan]] e, probabilmente, in [[Somalia]].<ref>{{cita libro | autore=J. R. Castelló | anno= 2016 | titolo=Bovids of the Word | editore=Princeton University Press | capitolo=Abyssinian Bushbuck | pp=584-585}}</ref>
 
== Descrizione ==
[[File:Bushbuck(1).jpg|thumb|left|Primo piano di un tragelafo striato del Parco Nazionale di Kruger (Sudafrica).]]
[[File:Comoe Bushbuck.jpg|thumb|Esemplare nel [[Parco nazionale del Comoé|parco nazionale della Comoé]].]]
Il colore del manto varia dal marrone chiaro al marrone scuro, passando per il bruno-rossastro. Le femmine e i piccoli hanno generalmente una colorazione più chiara, spesso rossiccia, mentre i maschi sono quasi sempre più scuri e diventano ancora più scuri con l'età.
 
Sul corpo, soprattutto sul dorso e sui quarti posteriori, corrono delle linee verticali (fino a un massimo di sette) e delle macchie bianche. La testa è spesso di colore più chiaro. Sul muso è presente una linea nera, mentre le guance e le orecchie sono screziate da una macchia bianca. Il tragelafo ha una lunga coda a pennacchio, bianca nella parte distale e nera in quella prossimale. Lungo il dorso, dalle spalle alla coda, corre generalmente una sottile striscia di lunghi peli chiari. Nel maschio il ventre è di colore scuro. Al di sopra degli zoccoli neri ci sono delle linee bianche. Le corna sono presenti solo nei maschi. Lunghe da 25 a 57&nbsp;cm, sono quasi diritte, con una sola curvatura (talvolta due).
Il tragelafo striato vive in tutta l'[[Africa]], dalle sponde del [[Mar Rosso]], in [[Somalia]] ed in [[Etiopia]], verso ovest, attraverso i confini meridionali del [[deserto del Sahara]] fino al [[Senegal]], nonché fino alla parte meridionale della [[provincia del Capo]], nell'[[Africa del Sud]]. Le foreste e le zone cespugliose costituiscono l'habitat dei tragelafi, i quali sono assenti soltanto nelle aperte pianure, nei deserti e nelle zone al disopra dei 3000 m d'altitudine. Non si allontanano mai troppo da un luogo ove sia presente l'acqua, perché hanno bisogno di abbeverarsi una volta al giorno<ref name="WM">Wronski T, Moodley Y. (2009) [http://cmsdata.iucn.org/downloads/gnusletter_vol_281.pdf Bushbuck, harnessed antelope or both?] ''Gnusletter'', '''28'''(1):18-19.</ref>.
 
Dalla testa all'inizio della coda misura da 105 a 150&nbsp;cm, con un'altezza al garrese da 61 a 100&nbsp;cm e un peso compreso tra 24 e 80&nbsp;kg (a seconda del sesso e della sottospecie). I maschi sono più grandi delle femmine: pesano 30–80&nbsp;kg, contro i 24–60&nbsp;kg delle compagne.
== Biologia ==
=== Alimentazione ===
I tragelafi striati brucano le [[Foglia|foglie]], le cime dei ramoscelli e si nutrono anche di frutta selvatica, nonché di olive e baccelli di [[acacia]]. Occasionalmente brucano anche l'[[Erba (botanica)|erba]].
 
Il tragelafo settentrionale è un corridore rapido, capace di mantenere nella fuga un'andatura costante di 35&nbsp;km/h con punte di 70&nbsp;km/h su brevi distanze. È un buon saltatore che può compiere balzi anche di 2 m di altezza. È una creatura vigile dotata di udito e olfatto ben sviluppati, ma con una vista piuttosto scarsa. È un'[[Antilopinae|antilope]] abbastanza aggressiva, che, quando avverte un pericolo, può reagire difendendosi, lanciando latrati e/o appiattendosi a terra.<ref name=ADW>{{cita web | autore=Deborah Ciszek | anno=1999 | titolo=Tragelaphus scriptus | sito=Animal Diversity Web | accesso=27 maggio 2024 | url=https://animaldiversity.org/accounts/Tragelaphus_scriptus/}}</ref>
=== Riproduzione ===
I piccoli vengono partoriti in qualsiasi periodo dell'anno dopo una gestazione di otto mesi, anche se la punta massima la si ha da metà [[ottobre]] a metà [[novembre]].
 
== Distribuzione e habitat ==
=== Nemici ===
Il tragelafo settentrionale è una specie tipica dell'[[Sudan (regione)|Africa sudanese]] e [[Guinea (regione)|guineana]] ed è presente in una fascia di territorio che va dal [[Senegal]] al [[Mar Rosso]]. Vive in aree ricoperte da vegetazione, sia rada che fitta, dai boschetti alle foreste aperte e dalle foreste fitte ai canneti. Si trova a proprio agio anche nelle zone coltivate. Predilige i margini della foresta e le aree ricoperte da fitti cespugli, preferibilmente vicino all'acqua, ma può sopravvivere anche grazie alla rugiada.<ref name=Moodley2007/>
Il tragelafo striato abbaia come un cane quando è minacciato o scorge un pericolo. I suoi nemici principali sono i [[Panthera pardus|leopardi]] ed i [[Lycaon pictus|cani selvatici]], ma non tanto i [[Panthera leo|leoni]], i quali preferiscono, infatti, cacciare su terreno aperto. Anche i [[Crocodylus niloticus|coccodrilli]] costituiscono per i tragelafi una seria minaccia, poiché non si accontentano di trascinarli verso il fondo quando stanno abbeverandosi, ma si spingono altresì ad azzannarli mentre brucano. Va sottolineato, però, che il tragelafo non è una preda facile, perché sa difendersi con coraggio e risolutezza e riesce spesso ad uccidere i suoi aggressori, quali leopardi e cani selvatici, trafiggendoli con le corna<ref name="WM" />.
 
== Rapporti con l'uomoBiologia ==
[[File:Guib hanarché.jpg|thumb|left|Due tragelafi nel [[Benin]].]]
Anche se considerevolmente più piccoli di statura degli altri membri del genere ''Tragelaphus'', i tragelafi striati si sono guadagnati la reputazione di essere effettivamente pericolosi, specie se feriti. La loro abilità nello spostarsi rapidamente nel fitto della vegetazione li avvantaggia di molto sui cacciatori, i quali devono aprirsi faticosamente la strada nella vegetazione, cosicché capita spesso che le parti si invertano e che il cacciatore si trovi ad essere cacciato da un animale per nulla rinunciatario.
Il tragelafo settentrionale ha una dieta molto varia; nonostante sia costituita principalmente da erba, [[Fabaceae|leguminose]], giovani foglie e germogli, viene integrata con altri alimenti quali radici, [[Rapa|rape]], piante coltivate e frutti. Segue anche i [[Papio|babbuini]] e le altre [[Primates|scimmie]] per mangiare i frutti che queste ultime lasciano cadere. Il tragelafo è attivo sia di notte che di giorno, ma in prossimità delle zone abitate dall'uomo è attivo soprattutto di notte. Riposa nella fitta vegetazione.
 
Il tragelafo vive da solo o in coppia, talvolta in piccoli gruppi familiari. Il dominio vitale di un esemplare può coprire anche una superficie di 5 ettari. Queste aree spesso si sovrappongono a quelle dei loro congeneri. Il tragelafo non è territoriale. Tra i maschi esiste una gerarchia, determinata dall'età (che può essere riconosciuta dai disegni e dal colore) e dai picchi di testosterone.
Si ricorre spesso all'uso dei cani per stanare i tragelafi, i quali sono però molto restii ad uscire dai loro nascondigli. I maschi, in particolar modo, evitano di esporsi allo scoperto e preferiscono farsi mettere in sacco lasciando in tal modo il tempo alle femmine ed ai piccoli di porsi in salvo. È infatti una caratteristica dei bovidi maschi di interporsi fra il nemico e le femmine ed i piccoli per poterli salvare. Ciò non significa però che i tragelafi maschi accettino passivamente il loro destino. Al contrario: affrontano l'avversario e, valendosi delle loro aguzze corna, riescono spesso ad uccidere i cani. Da notare che, a volte, specie se feriti, riescono a mettere in fuga o uccidere anche gli uomini.
 
Il piccolo, che nasce dopo una gestazione di circa sei mesi, resta nascosto tra i cespugli per i primi quattro mesi e dopo un anno è indipendente e adulto. Le corna dei maschi, invece, saranno pienamente sviluppate solo all'età di tre anni. Il tragelafo può vivere al massimo dodici anni.<ref name=ADW/>
Pure le femmine, però, sono battagliere. Ce lo conferma una voce autorevole: quella di [[Theodore Roosevelt]], già presidente americano, famoso cacciatore e viaggiatore, il quale riferì che una volta uno dei suoi battitori fu gettato a terra da una femmina inferocita<ref>[http://www.awf.org/content/wildlife/detail/bushbuck African Wildlife Foundation], Retrieved on June 28, 2008</ref>.
 
== Note ==
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== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
{{interprogetto|commons=Category:Tragelaphus scriptus|wikispecies=Tragelaphus scriptus}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* [http://www.awf.org/wildlives/4565 Bushbuck: Wildlife summary from the African Wildlife Foundation]
 
{{Portale|mammiferi}}
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[[Categoria:Bovidi]]
[[Categoria:Fauna africana]]
[[Categoria:Taxa classificati da Peter Simon Pallas]]
 
[[af:Bosbok]]
[[av:Бушбок]]
[[ca:Antílop jeroglífic]]
[[cs:Lesoň]]
[[de:Buschbock]]
[[en:Bushbuck]]
[[es:Tragelaphus scriptus]]
[[eu:Tragelaphus scriptus]]
[[fi:Kirjoantilooppi]]
[[fr:Guib harnaché]]
[[ha:Mazo]]
[[he:קודו משורטט]]
[[hu:Bozóti antilop]]
[[lez:Бушбок]]
[[lt:Margoji antilopė]]
[[mhr:Бушбок]]
[[nl:Bosbok]]
[[pl:Buszbok]]
[[pnb:بشبک]]
[[pt:Bauala]]
[[rn:Impongo]]
[[ru:Бушбок]]
[[rw:Impongo]]
[[sv:Buskbock]]
[[sw:Pongo]]
[[tum:Mbabala]]
[[udm:Бушбок]]