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{{Infobox struttura militare
|Nome = Castello di Musso
|Nome originale =
|Parte di =
|Posizione geografica = Nord Italia
|Struttura = Castello
|Immagine = Castello Musso.jpg
|Didascalia = Vista notturna sui ruderi del castello
|Stato =
|Stato attuale = ITA
|Suddivisione = {{IT-LOM}}[[Lombardia]]
|Città = [[Musso (Italia)|Musso]]
|LatGradi =
|LatPrimi =
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|Costruttore =
|Materiale =
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|Altezza =
|Demolizione = XVI secolo e XVIII secolo
|Condizione attuale =
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|Presidio =
|Comandante attuale =
|Comandanti storici = [[Gian Giacomo Trivulzio]]<br/>[[Gian Giacomo Medici]]
|Occupanti =
|Azioni di guerra = [[Guerre di Musso]]
|Eventi =
|Note =
|Sito web =
|Ref = fonti citate nel testo della voce
}}
 
Il '''castello di Musso''', situato nell'[[Musso (Italia)|omonimaomonimo cittàpaese]] [[Lombardia|lombardalombardo]], è un [[Fortezza|fortilizio]] di origini medievali posto a guardia del [[lago di Como]]. Acquisì particolare rilevanza nel corso della prima metà del [[XVI secolo|Cinquecento]] quando divenne quartier generale di [[Gian Giacomo Medici]].
 
==Storia==
[[ImageFile:Musso 3.jpg|thumb|left|250px|Lo sperone di roccia di Musso con il castello soprastante]]
PostoPosti su uno sperone di roccia''<ref name=":06232">{{cita|Bartolini|p. 29}}.</ref>'' alto 300 metri sul livello del mare[[M.s.l.m.|m.s.m.]] che si estende tra [[Dongo (Italia)|Dongo]] e [[Musso (Italia)|Musso]] e sovrastante l'antica [[Via Regina]], si trovano ancora oggi i resti di quello che era un tempo la grande rocca di Musso, di cui ancora sono presenti gran parte delle mura perimetrali. L'area, funzionale per la difesa dei passaggi dalla [[Valtellina]] e dalla [[Valchiavenna]] verso la [[Pianura Padana]], venne fortificata probabilmente già in epoche molto antiche (precedenti all'[[Storia romana|epoca romana]]).<ref>Presso la locale chiesetta di Sant'Eufemia (XVII secolo) si può ancora oggi notare infatti un tracciato viario in quota parallelo alla Via Regina che probabilmente risale a quell'epoca.</ref> A conferma dell'antichità del sito, la chiesa di Sant'Eufemia, posta all'interno dell'area fortificata dal [[XVII secolo|Seicento]], è stata costruita sopra una precedente cappella altomedievale ed è possibile che tale struttura sia stata a sua volta costruita sopra un luogo di culto pagano come testimonierebbe un'ara sacrificale dedicata alla dea [[Diana]] ritrovata ai piedi della rupe all'inizio del [[XX secolo|Novecento]], durante i lavori per l'allargamento della strada sottostante.
 
Le prime notizie storiche certe che abbiamo sul conto della fortificazione risalgono però al [[1350]] quando il castello ed il piccolo borgo presente risultano essere possedimento della famiglia Malacrida, antica famiglia [[Guelfi e ghibellini|guelfa]] di Como trasferitasi a [[Dongo (Italia)|Dongo]], la quale lo acquistò all'asta dal comune di [[Como]]. Nel 1406, Giovanni Malacrida ottenne in feudo dal duca [[Giovanni Maria Visconti]] le terre di [[Musso]] e [[Poschiavo]], privilegi confermati nel [[1422]] da [[Filippo Maria Visconti]]; tali benefici vennero riconfermati da [[Francesco Sforza]] nel [[1450]]. In questo periodo, anche in particolare col concorso dei [[Visconti]], vengono rafforzate le strutture difensive, ma il [[feudo]] venne privato ai Malacrida nel [[1472]] da parte degli stessi Sforza in quanto la famiglia si era proditoriamente impossessata della parte montuosa sovrastante la rocca, espandendo le fortificazioni, contravvenendo così alle disposizioni dei [[Governanti di Milano|duchi di Milano]].
[[ImageFile:Chiesetta di Sant' Eufemia.jpg|thumb|right|250px|La chiesa di Sant'Eufemia (XVII secolo) nel complesso del castello di Musso]]
Cacciati i Malacrida, [[Galeazzo Maria Sforza]] affidò i possedimenti e la rocca di Musso alla famiglia Cotignola, ai quali rimase sino al [[1493]] quando Biagio Malacrida, ottenuto il perdono da [[Ludovico il Moro]], venne restaurato nel proprio feudo. Di fontefronte alla frequente minaccia dell'invasione dei [[Cantone dei Grigioni|Grigioni]], Biagio Malacrida nel [[1507]] si pose sotto la protezione del [[capitano di ventura]] al [[maresciallo]] [[Gian Giacomo Trivulzio]] (alleato dei FrancesciFrancesi). In quello stesso periodo i Grigioni attaccarono e distruggono quasi completamente il castello ede a quel punto il Malacrida decide di cedere il controllo dell'intero feudo al Trivulzio, il quale amplierà ulteriormente la rocca<ref name=":062322">{{cita|Bartolini|p. 32}}.</ref> con la costruzione di nuove mura atte a resistere alle nuove [[Artiglieria|artiglierie]]. Al Trivulzio verrà inoltre concesso il diritto di [[Moneta|battere moneta]], creando all'interno della rocca una [[zecca (moneta)|zecca]]. Sempre sul progetto del Trivulzio venne costruito il porto annesso al borgo fortificato e venne riedificata la rocca superiore. Alla morte di Gian Giacomo Trivulzio nel [[1518]], il feudo passò a Gerolamo Squinzano per poi passare a Sebastiano da Novara.
 
Dopo di questi fu però la figura di [[Gian Giacomo Medici]] detto ''il Medeghino'' a prendere possesso della rocca, facendone sede di un proprio piccolo stato sul lago di Como. Questi, fuggito da Milano a seguito di un omicidio, si impadronì nel [[1522]] del castello di Musso, facendone quartier generale per le proprie scorribande e per i propri mercenari in un periodo di dieci anni. Dalla rocca, che serviva anche come porto sicuro per le operazioni piratesche intraprese dal Medici sul lago, Gian Giacomo diresse l'occupazione delle Tre [[Pieve|Pievi]], di [[Gravedona]], di [[Dongo]] e del castello di [[Chiavenna]], da tempo nelle mani alle tre[[Repubblica delle Tre Leghe|Tre GrigeLeghe Grigie]]. Sotto il periodo del [[Medici]], la rocca raggiunse la propria massima estensione con la costruzione di una triplice cinta muraria arroccata su uno sperone roccioso a picco sul lago, controllando così i traffici di merci ed armati dalla Svizzera alla pianura. Tra le mura e la montagna era presente un [[fossato]] di pali acuminati voluto espressamente dal Medici per scoraggiare l'assalto da parte dei nemici. Negli anni successivi all'occupazione del ''Medeghino'', partendo dalla [[Val Mesolcina]], si fecero sempre più frequenti e pressanti gli attacchi dei Grigioni alla rocca di Musso finché nel [[1532]] il Medici non decise di cedere la propria fortezza al duca di Milano''<ref name=":062323">{{cita|Bartolini|p. 38}}.</ref>'', [[Francesco II Sforza]], lasciando che i Grigioni la demolissero nel marzo dello stesso anno''<ref name=":062323" />''. In cambio il ''Medeghino'' ottenne il [[Marchese|marchesato]] di [[Melegnano]], paese dove non risiedette mai preferendo porsi al soldo della [[Spagna]], ma dove comunque i suoi discendenti fecero affrescare delle sale ove ancora oggi è possibile ammirare il castello di Musso''<ref name=":062322" />''.
[[ImageFile:Castello di Melegnano 0282.JPG|thumb|left|300pxupright=1.4|Il castello di Musso affrescato nella [[Castello di Melegnano#Sala delle Battaglie|Sala delle Battaglie]] del [[Castello di Melegnano]].]]
Sotto la dominazione spagnola, tornarono al castello di Musso i Malacrida nel [[1532]], i quali ricostruirono solo in parte le mura del castello. Nel [[1617]] il castello venne acquistato dalla famiglia Bossi che vi rimase sino al [[1838]]. Nel [[1636]], durante la [[guerraGuerra di successione di Mantova e del Monferrato|Guerra di successione di Mantova]] tra francesi e spagnoli, venne ricostruita parte della rocca come sostegno al [[forte di Fuentes]] contro i francesi provenienti da nord. Nel [[1701]] quello che rimaneva della rocca venne utilizzato dagli austriaci come difesa contro gli spagnoli durante le lotte per la successione al ducato[[Ducato di Milano]].
 
Poco oggi è rimasto delle antiche fortificazioni, non solo per le frequenti demolizioni, ma anche per la presenza delle cave di [[marmo di Musso]] che sin dall'epoca romana vennero utilizzate come fonte di pietra pregiata da costruzione e da decorazione.
 
Mentre era parroco a [[Pianello del Lario]], anche il futuro [[Luigi Guanella|San Luigi Guanella]] si interessò alla storia del castello di Musso, scrivendo una serie di articoli che vennero pubblicati sul giornale locale ''L'Ordine'' e che successivamente vennero riuniti in una pubblicazione.
 
===Il "Giardino del merlo"===
Nella parte inferiore alla chiesa di Sant'Eufemia un notabile locale, l'ingegner Giovanni Manzi, nela partire dal [[1858]] e fino alla sua morte, avvenuta nel [[1883]], fece realizzare un [[orto botanico]] noto come "Giardino del merlo", nel quale fece introdurre piante esotiche provenienti da tutto il mondo. Tra i diversi esemplari qui presenti ricordiamo delle [[Arecaceae|palme]] (dei generi ''[[Trachycarpus fortunei]]'', ''[[Chamaerops humilis]]'' e ''[[Brahea armata]]''), [[Quercus petraea|rovere]], [[Laurus nobilis|alloro]], [[Buxus sempervirens|bosso comune]], ''Opuntia engelmannii'', ''[[Euphorbiaceae]]'', [[Ruta graveolens|ruta]], ''[[Citrus × aurantium]]'', ''[[Cycas revoluta]]'', ''Idesia polycarpa'', [[canfora]], [[magnolia]], ''[[Melia azedarach]]'', [[Musa basjoo|banano]], [[Cyperus papyrus|papiro]], [[Olea europaea|olivo]], [[ligustrum|ligustro]], [[Camellia|camelia]], [[Rhododendron|azalea]], [[passiflora]], [[Viburnum|viburno]], [[lagerstroemia]], [[agave americana]], [[Eucalyptus|eucalipto]], [[Cedrus|cedro]], [[Nerium oleander|oleandro]], [[Prunus laurocerasus|lauroceraso]], [[Bambuseae|bambù]], [[yucca]] e [[Pinus pinea|pino domestico]].
 
Lo stesso [[San Luigi Guanella]], che ebbe modo di visitare e di descrivere ampiamente il giardino e le specie ivi coltivate a fine Ottocento, disse di questo luogo: {{quotecitazione|Sulla rocca di Musso, meglio un giardino di fiori che una rocca di armati.}}.<ref>E. Blotto Colturri, ''Il giardino del Merlo - sui passi di don Guanella'', Dongo 2012</ref>
 
== Note ==
<references />
{{reflist}}
 
==Bibliografia==
*A. Gentile, ''Il castello di Musso'' estratto da ''Almanacco Provinciale di Como'', [[Como]], 1880
*I. Barbieri Lambertini (a cura di), ''Il castello di Musso: storia e natura del paese di Musso sul lago di Como'', [[Casale Monferrato]], 1993
*L. Carove, ''Il castello di Musso e le sue cave di marmo'', Como, 1929
* E. Bartolozzi, ''Episodi di storia milanese: l'assedio del Medeghino in Lecco''. - [[Lecco]], 1960 - SBN SBL0026829.
* M. E. Mallet, ''Signori e mercenari. La guerra nell'Italia del Rinascimento'', [[Bologna]], [[Il Mulino]], 1983 - ISBN 88-15-00294-4.
* C. Rendina, ''I capitani di ventura'' - [[Roma]], [[Newton Compton Editori|Newton & Compton]], 1999 - ISBN 88-8289-056-2.
* I. Bettin, ''La donazione di Pio IV a risarcimento dei danni delle guerre del Medeghino'' - [[Oggiono]], Cattaneo editore, 2005 - ISBN LO11047547.
* E. Blotto Colturri, ''Il giardino del Merlo - sui passi di don Guanella'', [[Dongo]], 2012
* {{Cita libro|autore=Franco Bartolini|titolo=I segreti del Lago di Como e del suo territorio|annooriginale=2006|anno=2016|editore=New Press Edizioni|città=Cermenate|p=|capitolo=Il corsaro Medeghino - Delitti, battaglie e onori|cid=Bartolini}}
 
== Voci correlate ==
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== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
{{Castelli della Lombardia}}
 
{{portale|architettura|medioevo}}
 
[[Categoria:Castelli viscontei]]
[[Categoria:Castelli della provincia di Como]]
[[Categoria:Musso (Italia)]]