August Borms: differenze tra le versioni
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Borms collaborò con la [[Germania]] durante sia la [[
==Biografia==
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===Tra le due guerre===
Borms fu inizialmente condannato a morte per la sua collaborazione con i tedeschi. Dopo l'intervento di un sacerdote che svolgeva il proprio ministero presso il Ministero degli Esteri tedesco, il [[nunzio pontificio]] [[Eugenio Pacelli]] intervenne in difesa di Borms, scrivendo una lettera alle autorità belghe nella quale rappresentò il leader fiammingo come un idealista e argomentò che le visite frequenti in Germania durante la guerra erano dirette a visitare dei prigionieri fiamminghi, e non a discutere le possibilità di collaborazione con i tedeschi. Aggiunse inoltre che Borms era un fedele [[Chiesa cattolica|cattolico]] romano che non aveva mai attaccato la Chiesa, cosa che avrebbe dovuto essere presa in considerazione in un paese dichiaratamente cattolico come il Belgio<ref>Robrecht Boudens, ''Two Cardinals: John Henry Newman, Désiré Joseph Mercier'', Peeters Publishers, 1995, pp. 287-288</ref>. Come risultato di questa e di altre campagne in sua difesa, Borms fu condannato all'ergastolo e non giustiziato.
Nonostante fosse detenuto, Borms continuò ad essere attivo nella politica fiamminga e fu fondamentale per la fondazione del ''[[Frontpartij]]''. Insieme al suo stretto collaboratore [[Cyriel Verschaeve]] fu il leader di questo gruppo, che considerava la collaborazione con la Germania come il miglior modo di supportare le ambizioni Fiamminghe<ref>Shelby, ''Conflicted Nationalism and World War I in Belgium'', p. 54</ref>. Nel 1926 Borms ricevette un'offerta di scarcerazione prima dei termini, ma egli la rifiutò, dato che implicava la rinunci a qualsiasi attività politica e invece promosse una campagna per l'amnistia generale per gli attivisti nazionalisti che si trovavano in prigione come lui<ref>Herman Van Goethem, ''Belgium and the Monarchy: From National Independence to National Disintegration'', Asp/Vubpress/Upa, 2011, p. 151</ref>.
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===Seconda guerra mondiale===
Borms fu ancora una volta coinvolto in pratiche collaborazioniste durante l'occupazione tedesca dei [[Paesi Bassi]]. Il governatore militare nazista [[Alexander von Falkenhausen]] mise in piedi un "Comitato per le riparazioni" per investigare riguardo alle supposte atrocità compiute dalle autorità belghe verso i collaborazionisti durante la Prima guerra mondiale e distribuì dei compensi a questi ultimi. Falkenhausen nominò Borms a capo di tale comitato e, dopo quattordici mesi di indagini, il comitato distribuì circa sei milioni di franchi alle "vittime", compresa una forte somma a Borms stesso<ref>David Littlejohn, ''[[The Patriotic Traitors]]'', Heinemann, 1972, p. 149</ref>.
Dopo la guerra, Borms fu nuovamente condannato a morte per collaborazionismo e questa volta la pena non gli fu commutata. Fu fucilato nel 1946<ref>Littlejohn, ''The Patriotic Traitors'', p. 183</ref>.
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