Arpi: differenze tra le versioni

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* '''[[Arpi (città antica)|Arpi]]''' (''Argyrippa'' o ''Argos Hippium'') – antica città dell'Apulia oggi distrutta
*'''[[Associazione dei Ragazzi Pionieri Italiani]]''', associazione;
* '''[[Diocesi di Arpi]]''' – sede soppressa e sede vescovile titolare della Chiesa cattolica in Puglia
*'''[[Argos Hippium]]''', antica città Apula, oggi distrutta, geograficamente adiacente a [[Foggia]], anche chiamata '''Arpi''', Argyrippa o Argos Hippium;
* '''[[SedeArpi titolare di Arpi(Armenia)|Arpi]]''', sede vescovile titolare della Chiesacomune cattolica;armeno
* '''[[Lago Arpi]]''', secondo lago dell'Armenia.
* '''[[Associazione dei ragazzi pionieri italiani|ARPI]]''' (''Associazione dei ragazzi pionieri italiani'') – associazione scoutistica italiana
DAL LIBRO LA CITTA' ORGANICA ARCHITETTO ANTONIO MATRELLA - ARPI -
In questo oscuramento della storia rientra una città del passato, rimasta sepolta anche materialmente, saccheggiata senza pietà, con le ricche testimonianze dei ritrovamenti tombali disperse nel mondo. Sarebbe auspicabile una campagna di scavi scientifici, che diano risposte alle argomentazioni sulle origini e sulla storia del territorio. Dal manoscritto del 1720, del canonico Girolamo Calvanese si apprende la leggenda di Arpi fondata dall’eroe Greco Diomede, sbarcato sulle “Italiche sponde” dopo la distruzione dell’antica Troia. Di Arpi egli descrive i segni della passata grandezza, che evidentemente a quel tempo (1720) ancora esistevano, prima che la furia distruttrice ne cancellasse ogni traccia, segno che Arpi dovette esistere fino al settimo secolo dopo Cristo. Sulle cause della sua decadenza, non ben chiarite dalla storia, l’autore prospetta una serie di ipotesi interessanti e logiche: “Diomede..dopo qualche tempo passato co’ suoi compagni nelle prossime montagne del Gargano …veduta la Puglia e la sua fertilità, dicono che edificato avesse Siponto, Lucera e Arpi, da Strabone, vissuto pochi anni prima di Cristo, detta “Argirippa”, appresso a Plinio “Argos Hippium” che l’asserisce città della Daunia, della quale ne fa menzione anche Virgilio, lib.XI. Gli scrittori la pongono a seimila passi da Foggia, da loro chiamata “Fossa” – si riporta il dott. N. Beccia (vedi capitolo 7) “Il mostro marino o bohu, il cui nome ebreo era stato tradotto, perfettamente, tanto in greco = lakkos = (fossa, buca) – quanto in latino Fovea = (fossa, buca) = al luogo di lagos = ( cavità, fenditura della terra, caverna, spelonca)? )? E da questo nome greco di lagon, confuso con quello di lakkos, si era tratto il nome della piazza, che, a Foggia, si chiama ancora “del Lago”.
Ancora il canonico Calvanese - “La prova che Arpi edificata fosse da questo glorioso capitano lo troviamo nelle monete in rame, argento et oro che né campi Arpensi, ora divenuti campagna da seminar biade senza vestigia visibili di città tranne delle rovine, sotto terra in più luoghi ritrovansi, e tra quelle le monete con testa coperta di cimiero et al di sotto scritto in Greco “Diomedes”, e dall’altra parte un bue inghirlandato col piede piegato destro, con una freccia di sopra a traverso, e al di sotto similmente in Greco “Arpos”
 
 
Il compito degli architetti-urbanisti è quello di riprendere per mano un territorio, come solo un padre sa fare con il proprio figlio, ristabilire legami, esaltare i valori condivisi del passato.
Le tematiche proposte vogliono far partire un dibattito sulla città costruita mai avvenuto in passato, le motivazioni, secondo la teoria della città organica, bisogna ricercarle sul territorio che si trasforma in funzione dei flussi economici e migratori. I processi evolutivi e formativi maturano secondo una legge naturale, che rende la crescita urbana unica. Secondo questa teoria le leggi di natura si possono applicare ai sistemi urbani. C’è una logica nei moti naturali, una legge che va ricercata attraverso una serie di parametri che si vanno di seguito a codificare.
 
LA CIVILTA’ DAUNA
La Daunia è una regione che ha conservato strenuamente le tradizioni, denotando un presa di coscienza della propria superiorità rispetto ai moti dell’umanità che minacciavano di influenzarla. Dal punto di vista territoriale è la parte più settentrionale di quella che poi sarebbe diventata la Puglia, ne fanno parte il Tavoliere, il Gargano e il Subappennino Dauno.
Il Tavoliere è la parte centrale situata, immensa distesa pianeggiante tra paludi e acquitrini, con zone a bosco fitto (il Tavoliere nell'antichità remota era considerato anch'esso mare II millennio a.C.). La posizione geografica e le caratteristiche del luogo per giunta protetto dai rilievi montuosi L’hanno tenuta isolata dalle contaminazioni della cultura ellenica, dominante nel Mediterraneo. Dopo il VIII secolo a.C. con la fondazione di Taranto e delle successive colonie sulle coste ioniche, le popolazioni indigene cominciarono a cambiare i loro costumi. I Dauni invece rimasero arroccati nelle loro tradizioni. Le abitazioni, le ceramiche, i manufatti bronzei, come i riti del seppellimento, non subirono rilevanti modifiche. Molto è andato perso, per la razzia dei ritrovamenti fatta nei secoli scorsi. Fra tutti gli insediamenti spicca Arpi, la cui importanza nei secoli fu notevole, come dimostrano le grandi mura, lunghe 13 chilometri, risalenti al VI secolo a.C. I Dauni hanno modo di progredire economicamente a che grazie all’operosità del suo porto situato a Sipontum. (vedo cap. 9.02)
[[File:Http://www.circolofilnumdauno.it/ARPI.html|miniatura|DAUNIA NELL'ANTICHITA']]
9.02 LE DINAMICHE DEI POPOLI
Un insediamento abitato, nella sua fase di nascita ed evoluzione, risponde alle leggi della natura legati al luogo e alle necessità all’esistenza umana. I Contrasti che si frappongono al suo naturale sviluppo possono essere di due tipi: naturali o causati dall’uomo. Le cause naturali sono eventi ingovernabili. Un evento naturale, come un’inondazione, un terremoto o l’innalzamento delle acque, i fenomeni di subsidenza, o eustatismo, possono causare persino l’abbandono del luogo, costringendo la popolazione a spostarsi nelle vicinanze più sicure, potrebbe essere questa la causa dell’abbandono di Arpi. I fenomeni causati dall’uomo sono di diversa natura, sono legati alle dinamiche dei popoli che sono portati a spostarsi, e decidere di insediarsi in nuove terre, obbedendo ad una legge esistenziale. Nell’antichità lo spostamento di interi gruppi etnici composti da uomini donne e bambini ha comportato l’incontro con altri popoli stanziali, sfociando spesso in un conflitto più o meno forte. Le popolazioni Italiche erano stabilmente insediate lungo l’Adriatico, da tempo immemore. Quindicimila anni fa, al tempo della pietra antica, la presenza dell’uomo era evidente lungo le falde rocciose del Gargano e nelle pianure del Tavoliere ricche di pascoli, di erbe, di cervi e di cavalli. Vi sono le tracce dei Dauni che hanno civilizzato la penisola dal territorio che prende il loro nome fino a Venezia. Il territorio di origine si estendeva dal fiume Tiferno (l’odierno Biferno) all’Ofanto. Prima dei Dauni altri popoli nomandi sono scesi dall’Europa del centro, lungo la penisola Italiana, alla ricerca di terre adatte. Gli Etruschi è un altro popolo dell’antichità dislocato nel centro della penisola che ha mosso verso sud in Puglia, come dice Virgilio Enea eroe Troiano, proveniva da Tarquinia. Troia è città antichissima, la sua storia si perde nel IV millennio a.C., la sua posizione tra 8 corsi d’acqua, in una località invidiabile, naturalmente adatta alla difesa ha permesso prosperità per molti secoli. Gli storici attuali, hanno indagato in un contesto privo di testimonianze, in generale hanno attinto dai luoghi periferici della Daunia, per questo sopravvissuti alle distruzioni della regione. La parte centrale del Tavoliere delle Puglie invece ha subito distruzioni e morte, tragedie legate sia ad eventi naturali, quali terremoti e inondazioni, o eventi di distruzioni ad opera di popoli nemici.
Per la sua posizione strategica di passaggio dei flussi migratori in ogni tempo, la Daunia diventa ben presto luogo di congiunzione e di scontro culturale.
 
Durante il I millennio a.C. l’Italia meridionale subì le mire espansionistiche Greche, che avvennero per invasione. L’affermazione della Civiltà Greca ha oscurato quelle precedenti, sia in Grecia che in Italia, ma non nella Daunia.
I contatti tra Greci e Dauni furono tutt’altro che idilliaci. Almeno alle origini la terra di Dauno manifestò resistenza alla penetrazione greca. Le popolazioni italiche opposero una strenua opposizione, erano detentori di una civiltà altrettanto prolifica, lo testimoniano le opere artistiche prodotte, dalle caratteristiche fantasiose e uniche. Erroneamente si ritiene che il declino della civiltà Italica sia avvenuto per superiorità della Greca. Gli eventi e le leggende ci raccontano una storia diversa, legata più alla realtà che al mito. L’eroe greco Diomede, esule dalla patria, venne fatto sbarcare sulle coste Daune e dopo l’avventurosa guerra di Troia, presta aiuto a Dauno nella guerra contro i Messapi, ne sposa la figlia Evippe, Il rapporto tra Diomede e Dauno vive alterne vicende. Quando l’eroe reclamerà le terre conquistate, Dauno per tutta risposta gli concederà il solo bottino di guerra. Poi con un tradimento lo fa uccidere e buttare in mare. La vicenda segna un reale punto di svolta nei rapporti tra Greci e Dauni. In seguito i Dauni si alleeranno con la nascente Roma e sbarreranno le porte all’ellenizzazione già in atto nella Magna Grecia.
I Greci vengono addirittura sbeffeggiati e derisi. (www.anforadelladaunia.it) . Le ultime vicende descritte dimostrano un’alleanza tra i popoli Italici e di conseguenza lo sbarramento all’espansionismo della Grecia.
Da quello che si è detto si può dichiarare che c’è un vuoto culturale, in pratica una rimozione della grande vicenda storica della nostra terra, è avvenuto in altri luoghi ed in ogni epoca. La forza dominante cancella ogni traccia della civiltà dominata. Nel nostro caso è avvenuto qualcosa di diverso. I Dauni si alleano con La nascente Roma e le altre civiltà Italiche del nord come l’Etruria. A seguito dell’alleanza strategica per allontanare le insidie dei popoli invasori si verificata una sorta di compenetrazione culturale.
 
LE NOTIZIE ARCHEOLOGICHE
 
Gli scavi ad Arpi e i documenti dovuti a Strabone, oltre che gli studi fatti da vari studiosi, archeologi e botanici ci confortano ancora di più sulle tesi avanzate delle origini millenarie della Daunia, senz’altro più antiche di Roma. Si può affermare che il più antico ritrovamento risalga al Neolitico, negli scavi del 1936 e 1941, nei documenti di scavo si legge che furono recuperate lame di selce e ossidiana e ceramica impressa e dipinta, situazione confermata negli scavi del 1991.
Le rispondenze paleobotanici ci testimoniano della presenza di piante Idro/igrofile tra le quali il Salice hanno accertato alcune corrispondenze alle tesi da me sostenute.
Una fonte proveniente da Strabone che a sua volta l’aveva ereditata da Artemidoro di Efeso (II secolo a.C.) documenta che Salapia era lo scalo marittimo di Arpi e esisteva un collegamento marittimo tra Salapia e Arpi. Si può dedurre che Il torrente Celone nel passato era navigabile e costituiva il collegamento citato.
Un'altra fonte letteraria antica fa datare al 279 a.C. il rifornimento di 4000 fanti e 400 cavalieri da parte di Arpi a Roma, in occasione della battaglia di Aschulum contro Pirro. Si può ritenere possibile una popolazione di almeno 50mila anime, cosa che indubbiamente dimostra una città di una certa importanza. I ritrovamenti dell’Ipogeo della Medusa,e la necropoli, le opere d’arte sicuramente ascritte ad Arpi(cratere a figure rosse, gruppo di argenti Metropolitan Museum NY), i locali voltati realizzati con blocchi lapidei dei locali funebri, le case a peristilio ritrovate, denotano una Civiltà autonoma, dalla quale si è propagata cultura e arte e tecnologia(fonte Marina Mazzei-Ipogeo della Medusa e necropoli)