Dialetto alto mantovano: differenze tra le versioni

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nella wikipedia lombarda la pagina è chiamata "Ólt mantuà" e a dirla tutta facendo una breve ricerca online, i pochi risultati chiamano il dialetto con la -Ó e non con la -A.
 
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|agenzia=''nessuna regolazione ufficiale''
|estratto=Töcc i om i nas lìber e precìs en dignità e derécc. I ga la rezù e la coscénsa e i ga de compurtàs de giü co l'àter en spìrit de fratelànsa
|mappa=[[File:Mappa Dialetti lombardi.svg|thumb|left|upright=1.4]]
|didascalia=Distribuzione geografica dettagliata dei dialetti del lombardo. Legenda: L01 - [[Dialetto lombardo occidentale|lombardo occidentale]]; L02 - [[Dialetto lombardo orientale|lombardo orientale]]; L03 - lombardo meridionale; L04 - [[Dialetto lombardo alpino|lombardo alpino]]
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Il '''dialetto alto mantovano''' (''dialèt alt mantuà''{{Senza fonte}}) è un [[Lingua (linguistica)|idioma]] del ceppo [[Lingue gallo-italiche|gallo-italico]] delle [[lingue romanze]], di tipo [[lingua lombarda|lombardo]], ed è parlato nel territorio dell'[[Alto Mantovano]], vale a dire la porzione [[nord]]-[[ovest]] della [[provincia di Mantova]]. È considerato facente parte del sistema linguistico del [[dialetto bresciano]]<ref>Giovanni Bonfadini, [http://www.civiltabresciana.it/pubblicazioni/atlantelessicale.html presentazione all'Atlante Lessicale Bresciano]</ref><ref>Bernardino Biondelli, ''"Saggio sui dialetti galloitalici"'' - Bernardoni Ed. 1853 Milano, pag. 5: ''"Il Bresciano è parlato nell'estesa valle dell'Ollio, in quella del Clisio fin entro il Tirolo, e lungo la riva destra del Benaco fino a Desenzano; di là per una linea trasversale, che discende fino a Canneto sull'Ollio, confina col Mantovano."''</ref> ma con elementi di transizione col [[dialetto mantovano]] e in certe zone di confine anche col [[dialetto veronese]] e il [[dialetto cremonese]].
 
==Classificazione==
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Infatti la Lombardia è linguisticamente distinta in due sezioni maggiori: una occidentale e una orientale, fungendo da linea divisoria il corso dell'[[Adda]]. La sezione orientale – che a livello [[Geografia|geografico]] comprende le [[provincia di Bergamo|province di Bergamo]] e [[provincia di Brescia|Brescia]] e la parte settentrionale delle [[provincia di Cremona|province di Cremona]] ([[Crema (Italia)|Crema]]) e di [[provincia di Mantova|Mantova]] - risente, anche culturalmente, dell'affinità con il mondo [[veneto]], ai cui destini politici fu per lunghi periodi legata<ref>LURATI 2002, p. 226.</ref>.
 
I dialetti dell'[[Alto Mantovano]] rappresentano delle varietà di transizione tra il dialetto bresciano, molto simile in particolare a quello parlato nella [[Bassa Bresciana]] e nell'area [[Lago di Garda|gardesanaGardesana]], e il dialetto mantovano, soprattutto per quanto riguarda la [[fonetica]], mentre è conservata la [[grammatica]] e la struttura delle parlate lombarde<ref>ANTOLOGIA DEL DIALETTO BRESCIANO, p. 15: il dialetto bresciano “nei paesi lungo il [[Chiese (fiume)|Chiese]] risente del mantovano ed è marcatissima, ad esempio, la 'z' pronunciata in luogo della 's'”. Al contrario, per il bresciano “l'unica demarcazione netta con i dialetti di [[confine]] è quella con l'[[Oglio]], quando separa il bresciano dal cremonese. Infatti, a causa delle secolari contese per il possesso e la navigazione sul [[fiume]], e fra gli stati diversi che il fiume divideva, i due dialetti non si sono influenzati quasi in nulla".</ref>.
 
Ciò in ragione del fatto che molti comuni della zona ora posta sul confine bresciano, compresa tra il [[Mincio]] e il [[Chiese (fiume)|Chiese]], furono per secoli parte del territorio bresciano.
 
Del resto, se aspetti [[sintassi|sintattici]] e morfologici si presentano con una certa unità, la fonetica è invece lo spazio di un accentuato polimorfismo, di una diversificazione locale che a volte suscita l'impressione di una atomizzazione. Pur nei confini più stretti vi è perciò una varietà veramente notevolissima e vi sono isole a sé stanti, con caratteristiche tutte proprie, varianti di termini, di espressioni e di [[Fonologia|pronuncia]] di medesime parole proprie di singole località<ref name="ANTOLOGIA DEL DIALETTO BRESCIANO p. 15">ANTOLOGIA DEL DIALETTO BRESCIANO, p. 15.</ref>. Nella fonetica inoltre il dialetto risulta più moderno – ossia in una fase ulteriore – della [[lingua italiana|lingua]], mentre quanto al [[lessico]] si verifica l'opposto<ref>LURATI 2002, p. 246.</ref>.
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Oggi, seppure permanga in larga misura, accanto ad un'ampia conoscenza dell'italiano, ha perso quella vasta varietà di [[Lessema|vocaboli]], chiaramente diversi dall'italiano, che soprattutto in ambito [[agricoltura|agricolo]] rendevano classificabile ogni singolo utensile. È possibile sentire vocaboli ormai desueti, in particolare relativi all'ambito agricolo, solo da persone di età avanzata. Tra le generazioni più giovani è in uso un dialetto fortemente contaminato dall'italiano<ref>PARLATE E DIALETTI DELLA LOMBARDIA, pp. 7-10.</ref>. Infatti, lo sviluppo delle comunicazioni e la diffusione della cultura hanno causato infinite modifiche nella pronuncia e nell'uso delle parole<ref name="ANTOLOGIA DEL DIALETTO BRESCIANO p. 15"/>.
 
Inoltre, da decenni ormai si impone nell'oralità una lingua che si definisce italiano [[regioneitaliano geografica|regionale]], e che per secoli ha vissuto un'esistenza in larga misura umbratile, affidata prevalentemente alla [[scrittura]]: si chiude così la lunga storia di varianti locali in molti dialetti; vi è la regressione non solo di molte parlate bensì il venir meno di intere [[cultura|culture]], che fondatesi per secoli sull'esperienza e sulla [[tradizione]] soccombono oggi alla cultura del nuovo, del consumo e del cambiamento. È un fenomeno massiccio e denso di profonde conseguenze sociali.
 
L'avanzata dell'uso regionale dell'italiano, o ''koinè'', appare oggi come il fenomeno di gran lunga prevalente nelle realtà dialettali lombarde. La ''koinè'' è stata nel passato un fenomeno di avvicinamento all'uso geograficamente più largo, al tipo più diffuso, al modello delle [[città]] e dei centri.
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Nonostante ciò, per il momento non si può certo dire che il dialetto alto mantovano sia in pericolo di [[estinzione]], mentre spesso un rischio del genere è presentato per i dialettofoni – vale a dire coloro che usano abitualmente il dialetto in [[famiglia]] o con gli amici - di molte città lombarde. In effetti a giudicare dalle abitudini linguistiche dei giovani, certe nuove [[generazione|generazioni]] cittadine sembrano ignorare, e persino snobbare, il dialetto.
 
Nelle [[campagna|campagne]] Peròperò, come nel caso dell'Alto Mantovano, e nelle [[valle|valli]] lombarde la situazione è molto diversa, sebbene anche in queste aree l'erosione stia accelerando<ref>LURATI 2002, p. 253.</ref>.
 
==Varianti==
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"Le '''la g'''-a magnat la fritada". Lei ha mangiato la frittata.</blockquote>Si noti come nell'esempio qui sopra anche il clitico "locativo" "g-" venga impiegato sistematicamente insieme al verbo ''avere'' (ìga). Tuttavia, non fa parte della radice del verbo stesso. Il fatto che sia proprio un clitico si può vedere dal seguente esempio, dove l'uso di un clitico soggetto ("l-") sostituise quello del locativo.<blockquote>"Lur i '''g'''-a pensat de na a sena". Loro hanno pensato di andare a cena.
 
"Lur i '''l'''<nowiki/>'ala pensada giösta". Loro l'hanno pensata giusta.</blockquote>Infine, è interessante notare come anche il clitico soggetto venga omesso in diversi contesti grammaticali, come ad esempio le frasefrasi interrogative<blockquote>"Te '''te''' g-he ergogna". Tu hai vergogna.
 
"G-het mia ergogna?". Non hai vergogna?</blockquote>